5992 Assalto squadrista alla Rai, minacce a «Chi l'ha visto»

20081105 11:02:00 redazione-IT

da l’Unità
GUARDA IL VIDEO: [url]http://www.youtube.com/watch?v=FizCrcRGJ7Y[/url]

Assalti e minacce, secondo la migliore tradizione squadrista. E a farne le spese stavolta è la Rai, un suo programma, una redazione. Come ogni lunedì su Rai Tre va in onda ‘Chi l’ha visto’, condotto da Federica Sciarelli: tra gli argomenti della puntata gli scontri tra studenti di destra e di sinistra a piazza Navona.
Ai telespettatori vengono mostrate le immagini dei ragazzi ripresi dalle telecamere, quelli più violenti. Quelli che hanno cominciato a picchiare e lanciare in aria tavoli e sedie. I filmati ricostruiscono le fasi immediatamente precedenti l’aggressione di un gruppo di studenti dell’estrema destra ai danni di altri che manifestavano davanti al Senato contro il decreto Gelmini.

La trasmissione continua, altri fatti, arrivano segnalazioni. Poi si chiude; la Sciarelli saluta. Arrivederci alla prossima settimana. Ma i fascisti preparano la loro "risposta". E tentano un blitz a via Teulada, dove si trova la redazione del programma.

A tarda sera infatti una trentina di giovani appartenenti ad un movimento dell’estrema destra romana del centro sociale Casa Pound, alcuni con il viso coperto da passamontagna, scavalca i cancelli della sede Rai e cerca di fare irruzione. Ad accorgersi dell’intrusione è stata una guardia giurata che ha avvicinato alcuni di loro ma è stato allontanato al grido di «lasciaci in pace dobbiamo protestare». Quando la guardia giurata ha informato i giovani che a quell’ora non c’era più nessuno nelle redazioni il gruppo ha desistito e si è allontanato.

E ha scelto la strada delle telefonate minatorie: «Questa mattina sono arrivate alla redazione di ‘Chi l’ha visto?’ quattro telefonate di minaccia, in una di esse una voce ha esordito dicendo «siamo la segreteria di Forza Nuova» ha spiegato il direttore di Rai Tre Paolo Ruffini in riferimento a quanto avvenuto questa notte nel Centro di produzione Rai di via Teulada. «Queste telefonate sono ora a disposizione della magistratura – prosegue Ruffini – Le voci anonime hanno accusato redattori della trasmissione con frasi del tipo ‘state attenti, sappiamo dove vivete e lavorate’». Il direttore di Raitre ha affermato che le minacce sono state indirizzate anche verso «i parenti di chi lavora alla trasmissione condotta da Federica Sciarelli» ed è stata poi presentata denuncia dalla Rai contro l’irruzione e «si è messa a disposizione delle autorità per collaborare all’identificazione dei responsabili dell’assalto notturno».

Assalto che i protagonisti definiscono «una pacifica passeggiata» per denunciare un uso strumentale e criminale del servizio pubblico». Secondo i militanti di estrema destra nella puntata della trasmissione «sono state mostrate immagini di militanti del Blocco Studentesco, invitando i telespettatori a fornire informazioni e generalità di ragazzi che non sono né scomparsi né tanto meno sconosciuti», afferma, in una nota, Casa Pound Italia.

«Non c’è stato alcun invito alla delazione in trasmissione – replica e precisa la Sciarelli – Sono solo stati documentati con alcune immagini gli scontri di Piazza Navona. Abbiamo detto solo che erano brutte immagini. Non ho in alcun modo invitato il pubblico a fornire indicazioni sugli scontri e tantomeno sui ragazzi presenti».

«Forza Nuova non c’entra con le minacce a "Chi l’ha visto" – ha fatto sapere Paolo Caratossidis, coordinatore nazionale di forza nuova -, come non c’entra con la "spedizionè fallita" alla Rai di roma da parte di un gruppo di destra». Di più: «Queste fantomatiche minacce non sono addebitabili a noi – continua – nè direttamente nè indirettamente. Noi abbiamo centinaia di utenze telefoniche intestate, come movimento politico mai faremmo una tale assurdità. c’è qualcuno che sta facendo di tutto per sollevare un vespaio inutile facendo un grande favore a Berlusconi. se i riflettori vengono puntati su queste facezie non si riesce più a organizzare un’opposizione bipartizan al ddl sul decreto gelmini».

Gli abitanti di Casa Pound, invece, insistono: «Nei fatti tramite una trasmissione del servizio pubblico si è voluto fornire a livello nazionale una vera e propria lista di proscrizione per invitare gli antifascisti più violenti a mettere in pratica la loro aspirazione più nota: ‘uccidere un fascista non è reato’».

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Piazza Navona, gli antefatti su YouTube
Alessia Grossi

Dopo le provocazioni su YouTube, i finti persongaggi sospetti poi autoidentificatisi come i soliti noti fascisti di Casa Pound, ecco che l’imparziale Youtube ricostruisce i fatti, o meglio, gli antefatti degli scontri di Piazza Navona del 29 ottobre. I fascisti del Blocco studentesco avevano già postato un video in cui, con i dovuti accorgimenti sembrava proprio che lo scontro fosse partito da entrambe le fazioni, quella di destra e quella di sinistra. Avevamo già avuto modo di vedere che i fascisti erano sì armati di spranghe, ma non le avrebbero usate se non ci fosseto state le provocazioni di quelli dei collettivi si sinistra. Tutto come riferito dal Governo e come dichiarato da Italo Bocchino all’uscita della seduta in Parlamento. Ma Youtube ha infinite fonti e i video – montaggi o smontaggi, come in questo caso, vengono presto smascherati. Ecco, infatti, le immagini – andate in onda tra l’altro in un servizio "pubblico" del Tg2 del giorno della mattanza – che mostra non i soliti scontri, ma cosa è successo prima della famosa aggressione "bipartisan". E se logica vuole che l’antefatto sia anche la causa di un fatto, basta guardare il post di «collsenzatregua» per capire cosa abbia scatenato l’ira dei collettivi, e cioè la preventiva aggressione del camioncino degli studenti e degli insegnati da parte del Blocco studentesco alle 10.30 del mattino, al momento della notizia dell’approvazione del decreto Gelmini. Ben prima, dunque, dei lanci delle sedie. La tesi del postatore è perciç: «leggittima difesa». Visto anche che le forze dell’ordine a quella prima aggressione non erano intervenuti.

Visto quest’ultimo post, a rivedere il video di Casa Pound, che si limita a riprendere solo le botte da orbi che quell’aggressione preventiva aveva scatenato, non viene il benché minimo dubbio. L’uomo sulla cinquantina che i fascisti accusano di aver dato il la alla rissa altri non sarebbe che un insegnante del camioncino blu dei manifestanti aggredito dal Blocco. Insomma, altro che gioia tentavano di riportare gli studenti di destra. O almeno il tentativo di riportarla con la forza – chissà perché – deve non essere stato apprezzato dalla metà.

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Le reazioni politiche

Il direttore generale della Rai, Claudio Cappon ha avuto un colloquio telefonico con il capo della Polizia, Antonio Manganelli, sulla vicenda dell’ irruzione nella sede della tv di Stato di via Teulada a Roma, da parte di un gruppo di giovani estremisti di destra.

Intanto si susseguono le reazioni politiche: «L’irruzione squadristica nella redazione di è fascismo allo stato puro» dice Roberto Cuillo, responsabile Cultura del Pd, che valuta «inquietante che non sia stato identificato neanche uno dei mascalzoni, che hanno devastato gli studi della Rai». Di qui, l’appello: «Ci aspettiamo che il governo e il ministro degli Interni attivino tutti gli strumenti necessari per identificare i responsabili».

Cuillo esprime poi «tutta la nostra solidarietà a Federica Sciarelli e alla sua redazione per aver svolto il proprio dovere di giornalisti e alla Rai per aver adempiuto ai suoi compiti di servizio pubblico. Nessuno si metta in testa- chiude l’esponente Pd – che sia possibile mettere in discussione la libertà di informazione in Italia».

Per Claudio Fava, segretario nazionale di Sinistra democratica, «è intollerabile quello che è accaduto con l’irruzione di giovani esponenti della destra in Via Teulada, è intollerabile che si minaccino telefonicamente la conduttrice e i giornalisti di una trasmissione televisiva». «Sappiamo bene – prosegue il leader Sd in una nota – che Federica Sciarelli e i redattori della trasmissione, a cui va tutta la nostra solidarietà, sono giornalisti con la schiena diritta e che non arretreranno mai di fronte alle minacce di una squadraccia che ricorda ben altri tempi. Ma quello che è avvenuto è gravissimo: in questo Paese non si tollera più la libertà di stampa».

Difende invece gli aggressori Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra:« È scandaloso che una trasmissione che si occupa d’altro istighi alla caccia all’uomo nei confronti dei giovani di destra» e aggiunge che «l’antifascismo televisivo prepara la strada a quello militante. La Rai deve rispondere di questa vergogna».

Ma interviene anche l’Usigrai: «L ‘irruzione di una quarantina di persone nella sede Rai di via Teulada – sottolinea il sindacato dei giornalisti Rai – e le minacce contro la trasmissione ‘Chi l’ha visto?’ costituiscono un fatto di inaudita gravità e senza precedenti. La matrice comune tra alcune norme che si vogliono introdurre e la violenza sta nel volere il silenzio: c’è chi vuole si taccia sulle cose che non gli piacciono. Si tratta di un qualcosa che non riguarda solo i giornalisti, ma tutti i cittadini. Noi nel dare la solidarietà ai colleghi, diciamo, invece, andate avanti, raccontate senza auto-censure, oltre che un giudice a Berlino in questo Paese c’è pur sempre una pubblica opinione. Indignazione anche per il continuo intromettersi sul nostro modo di fare informazione da parte della politica. Oggi ci siamo sentiti spiegare da un singolare pulpito – prosegue Verna – quello del senatore Dell’Utri, come devono e non devono essere i conduttori, in particolare del Tg3; «la faccia non deve essere gotica, il dark non va». Prima che ce la diano, stiamo pensando noi a una divisa, la farà cucire l’ Usigrai, ma se e quando la metteremo, lo faremo per dire alla gente che stiamo trasmettendo informazione non libera».

 

 

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EmiNews 2008

 

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