6303 E´ morto a Caracas Gaetano Bafile: lutto nel mondo del giornalismo e dell´emigrazione italiana

20081229 16:06:00 redazione-IT

Il mondo del giornalismo e dell’emigrazione italiana piange la scomparsa di Gaetano Bafile, deceduto ieri a Caracas (Venezuela) all’età di 84 anni. Bafile era l’indimenticabile fondatore e direttore del quotidiano “La Voce d’Italia”, storico giornale degli italiani in Venezuela nato nel Dopoguerra, e oggi guidato da suo figlio Mauro. Nella stessa redazione ha lavorato per anni anche la figlia Marisa, diventata poi nel 2006 la prima deputata eletta in Sudamerica (nelle file dei Ds), grazie al voto ottenuto dagli italiani all’estero.Gaetano Bafile era nato all’Aquila nel 1924. Impegnato in prima persona nella lotta antifascista, riuscì giovanissimo a sfuggire all’impiccagione.

Dopo la fine della guerra iniziò la carriera giornalistica al quotidiano “Il Messaggero” dove nel 1949 vinse un premio giornalistico per conoscere in Venezuela le nuove realtà economiche e politiche del Sudamerica. Lì rimase affascinato e coinvolto dal meraviglioso Paese dove gli italiani erano emigrati in massa ma dove mancavano ancora tante cose, come, per esempio, un giornale in italiano. Bafile decise così di trasferirsi a Caracas per fondare “La Voce d’Italia” che informava e orientava gli emigrati sin dallo sbarco: il giornale veniva infatti distribuito già dalla banchina del molo portuale, raggiungendo anche le 30mila copie vendute al giorno. Il pioniere dell’informazione per gli emigrati ha avuto l’onore di essere raccontato nella prefazione del libro di Gabriel Garcia Marquez “Inchiesta a Caracas”, che rievoca le tragiche e misteriose scomparse di 14 italiani nel 1955 per un presunto complotto ai danni del dittatore venezuelano dell’epoca Marcos Perez Jimenez. Si tratta, infatti, della prima, pericolosa, inchiesta fatta da Bafile sul suo giornale che gli costò pure la persecuzione, fino alla fine della dittatura (1957), da parte della “Seguridad” venezuelana che per Bafile aveva pure previsto la fine in un “incidente stradale” dal quale si è salvato per caso. Bafile è stato insignito dall’ex ministro per gli Italiani nel mondo, Mirko Tremaglia, del “Premio per gli Italiani nel Mondo” dalle mani del ministro Mirko Tremaglia. Riconoscimento che segue “L’Orden del Libertador”, la più alta onorificenza in Venezuela e Bafile è stato il primo cittadino italiano ad esserne insignito.La Presidenza del Cram e gli uffici del Servizio Emigrazione della Regione Abruzzo trasmettono alla Famiglia Bafile le più sentite condoglianze.

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Con la scomparsa di Gaetano Bafile, avvenuta ieri mattina a Caracas, l’Abruzzo perde uno dei suoi figli migliori.

di Goffredo Palmerini

Emigrato in Venezuela dal 1949, dopo aver contribuito nella Resistenza a liberare l’Abruzzo e l’Italia dal nazifascismo, portò con sé in quel Paese i valori di giustizia, impegno civile, solidarietà e orgoglio dell’italianità, trasfusi tutti nella sua professione, un Giornalismo con la maiuscola, la sua grande passione. Il settimanale “La Voce d’Italia”, poi diventato quotidiano, da Lui fondato a Caracas insieme ad un altro aquilano di vaglia, l’avvocato Attilio Cecchini, fu dalla nascita non solo un’importante testata per l’informazione dei nostri connazionali, ma divenne un vero baluardo nella difesa dell’onorabilità e del valore della gente italiana e dei diritti dei nostri emigrati in Venezuela, un Paese dove la dittatura di Marcos Perez Jimenez e una polizia senza regole non andavano tanto per il sottile. Egli, che del giornale è stato direttore dalla fondazione, con memorabili inchieste condotte a grave rischio personale in difesa di sette siciliani “desaparecidos”, ingiustamente accusati e poi assassinati dal regime, mostrò tutto il suo valore di cronista e di difensore dell’onorabilità dei nostri emigrati. Quel fatto, poi raccontato in uno dei suoi libri “Inchiesta a Caracas” ed entrato nella letteratura mondiale con Gabriel Garcia Marquez, è una testimonianza del suo valore professionale, umano e civile. Di Gaetano Bafile non sta a me, alla modestia della mia persona, tratteggiare la grandezza. Certo è che l’Abruzzo ha avuto in Lui uno dei più nobili e valorosi epigoni della sua gente oltre confine. Una gente seria, laboriosa, onesta e tenace che, lasciata una regione povera e grama in cerca d’avvenire, ha onorato la terra d’origine e illustrato degnamente l’Italia in ogni continente. Dell’indole abruzzese Bafile è stata una delle più illustri e qualificate testimonianze. L’Abruzzo intero gliene rende doverosamente merito, apprezzando e ricordando la sua infaticabile e generosa opera professionale e civile, con un sentimento di gratitudine e di cordoglio per la sua scomparsa. L’Aquila, la città capoluogo regionale che lo vide amante della libertà, giornalista brillante, e che l’ha insignito della più alta onorificenza civica, oggi lo ricorda con un generale moto di commozione dell’intera comunità attraverso le parole del suo sindaco, Massimo Cialente, e le iniziative della Municipalità a ricordo del suo “Cittadino Onorario”. Nella difficile congiuntura che l’Abruzzo ha vissuto negli ultimi mesi con vicende di alcuni esponenti della sua classe politica, la figura di Gaetano Bafile diventa ancor più punto di riferimento per l’avvenire. Per riprendere il cammino, per una regione e per gli Abruzzesi che ne hanno diritto e merito per la qualità della sua gente e per la storia dignitosa della sua classe dirigente, sopra tutto testimonianze di vita e d’impegno civile quali quella di Gaetano Bafile – e di tanti altri Abruzzesi all’estero – possono essere d’esempio per il presente e per il futuro. Ai figli Mariza, già parlamentare della Repubblica italiana, e Mauro, ora alla guida della “Voce d’Italia”, giungano per intero i sentimenti di stima e di amicizia dell’intera comunità abruzzese, nel mondo e in Patria, nella consapevolezza che di tanto Padre sapranno raccogliere la grande eredità morale e civile.

(* componente il Cram Regione Abruzzo)

http://www.abruzzesinelmondo.regione.abruzzo.it/ABRUZZESINELMONDO/default.asp

 
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