6299 CGIL: Primo ricorso al Tar contro il decreto flussi

20081224 16:42:00 redazione-IT

L’Inca Cgil contesta le norme restrittive del decreto flussi che sono in contrasto con il testo unico. La prima udienza il 14 gennaio. ”Discriminati i datori di lavoro immigrati”

Roma – La Cgil e il patronato Inca ricorre al Tar del Lazio contro il decreto flussi 2008. La decisione inedita è stata spiegata oggi durante una conferenza stampa alla quale hanno partecipato oltre alla segretaria confederale della Cgil Morena Piccinini e Piero Soldini, coordinatore politiche immigrazione Cgil, anche gli avvocati Vittorio Angiolini e Luca Santini che hanno proposto l’impugnazione al Tar, triunale regionale del Lazio per ottenere l’annullamento parziale del decreto flussi per l’anno 2008. Il patronato della Cgil ha preso questa decisione perché in base alla struttura dell’ultimo decreto flussi stabilito dal governo non è possibile rispettare la delega e il mandato che migliaia di lavoratori immigrati e di datori di lavoro immigrati hanno dato alle loro strutture per ottenere il nulla osta per le assunzioni di lavoratori immigrati.

Gli avvocati hanno spiegato che l’ultimo decreto flussi introduice norme restrittive e in particolare in contraddizione con il Testi unico sull’immigrazione.

Uno dei motivi di critica riguarda per esempio il riferimento alla Carta di soggiorno e ai tempi strettissimi durante i quali i datori di lavoro immigrati dovranno presentare le loro domande (entro il 3 gennaio). L’avvocato Angiolini ha spiegato che i datori di lavoro stranieri che pur in possesso del titolo per lungo soggiornanti dovessere omettere entro il 3 gennaio 2009 di manifestare il proprio interesse all’assunzione perderebbero il diritto di assumere il lavoratore a suo tempo richiesto”. In pratica secondo gli avvocati dell’Inca Cgil le norme che sono state introdotte nel decreto flussi sono inutilmente restrittive e appaiono perfino discriminatorie nei confroti dei datori di lavoro stranieri. Le procedeure per il ricorso al Tar sono state già presentate e la prima udienza è stata fissata per il 14 gennaio prossimo. Se il Tar dovesse dare ragione al ricorso dell’Inca si riaprirebbero i termini del decreto flussi e verrebbero meno le norme restrittive che introduce. I sinbdacalisti e i legali del patronato hanno anche spiegato che rispetto alle precedenti domande sulle oltre 700 mila richieste di regolarizzaione solo 34 mila sono state perfezionate. Ci sono ancora poi da affrontare per l’amministrazione oltre 100 mila domande arretrate alle quali si aggiungono le 150 mila previste dal nuovo decreto flussi. E’ chiaro però che finché non si porteranno a termine tutte le pratiche arretrate l’amministrazione non potrà fare il vaglio delle nuove domande. "E’ abbastanza paradossale – ha spiegato Piccinini – che debba essere un sindacato a avviare un’azione legale in difesa non solo di lavoratori immigrati ma anche, come in questo caso, di datori di lavoro immigrati, mentre le associazioni degli imprenditori finora non si sono mosse. In uesto modo noi cerchiamo di produrre un’azione di contrasto ripetto agli atteggiamenti vessatori bei confroni dlel’immigrazione”. (pan)

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EmiNews 2009

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