18 05 05 NEWS DAI PARLAMENTARI ELETTI ALL ESTERO ALTRE COMUNICAZIONI.

1 – L’INCONTRO. “Ha puntato a destra, dopo aver sepolto i valori socialisti, e così ha perso”.
“Chi sostiene che i concetti di destra e sinistra siano superati è in malafede.
2 – Approvare subito la legge elettorale, rivotare con il Rosatellum sarebbe diabolico.

1 – L’INCONTRO.
“LA SINISTRA SOFT HA FALLITO OVUNQUE, NON SOLO IN ITALIA”.
Dall’internazionalismo che va riscoperto, alla lotta in difesa dei palestinesi e contro le fake news. Colloquio a tutto tondo sulla politica col cineasta britannico KEN LOACH. Che accusa il RENZISMO: “Ha puntato a destra, dopo aver sepolto i valori socialisti, e così ha perso”.
“Chi sostiene che i concetti di destra e sinistra siano superati è in malafede.
di Giulia Caruso – da Belfast
SOCIALISMO O BARBARIE”.
È lapidario KEN LOACH nell’esprimere la sua visione del futuro citando un leggendario slogan di Rosa
Luxemburg.
«SEMBRA UN AUT AUT DISPERATO, VERO?
Penso invece che oggi più che mai, non esista davvero un’altra via», rincara il grande regista britannico che abbiamo incontrato a Belfast, in occasione del premio alla carriera, Il Realtà award conferitogli dalla giuria del Belfast film festival per il suo «eccezionale contributo al cinema a livello mondiale».
L’autore di pellicole indimenticabili come Land and freedom, Carla’s song e I, Daniel Blake, a 82 anni più battagliero che mai, è reduce da giornate di fuoco, soprattutto da quando il Partito laburista israeliano ha deciso di tagliare i ponti con il Labour di Jeremy Corbyn, reo, a suo dire, di essere troppo indulgente e negligente nel punire gli elementi «antisemiti» al suo interno. Un vortice che ha coinvolto anche lo stesso Ken Loach come altri esponenti di spicco della sinistra laburista. Abbiamo parlato di internazionalismo, welfare state, e fake news naturalmente. E abbiamo raccolto il suo messaggio che, forte e chiaro, indica nella autodeterminazione dei popoli l’unica risposta possibile alla chiusura delle frontiere e all’avanzata del nazionalismo xenofobo.
COSA LA PREOCCUPA DI PIÙ, IN QUESTO MOMENTO?
Sono preoccupato da tutto quello che accade a casa nostra come da quello che accade nel resto del mondo. Penso a quello che accade in Siria e alle terribili sofferenze che quelle popolazioni stanno attraversando. Penso allo sciagurato intervento del governo inglese in quei territori. Penso anche che quest’anno è il 70esimo anniversario della cacciata dei palestinesi dalle loro terre da parte degli israeliani e che le sofferenze per quei popoli sembrano eterne. Sono preoccupato da Trump per esempio. E soprattutto sono preoccupato per come sia difficile distinguere tra cosa è falso e cosa è vero.
LA GUERRA CHE SI COMBATTE SUL FRONTE DELLE “FAKE NOTIZIE” SEMBRA NON AVERE FINE.
Certo, penso alle manipolazioni della stampa inglese e alle sue bugie, alle accuse calunniose di antisemitismo che hanno colpito il Labour. Da quando Jeremy Corbyn ha ottenuto la leadership del partito grazie all’appoggio della gente e non grazie ai giochi in Parlamento, gli attacchi si susseguono senza sosta. E il classico gioco delle classi dominanti che quando si sentono minacciate nel loro esercizio del potere, cambiano le regole del gioco, spesso falsificando la realtà grazie al contributo dei media che sono nel loro libro paga, spesso ricoprendosi di ridicolo. Per esempio, se appoggi il popolo palestinese, allora non puoi che essere antisemita.
SU QUESTO FRONTE, RECENTEMENTE SI È TROVATO AL CENTRO DI UNA POLEMICA. I MEDIA L’HANNO ACCUSATA DI ESSERSI SCAGLIATO CONTRO UN GRUPPO DI PARLAMENTARI LABURISTI CHE SI ERA MOBILITATO CONTRO L’ANTISEMITISMO, DICENDO CHE BISOGNA «BUTTARLI A CALCI FUORI DAL PARTITO». COME RISPONDE A QUESTE ACCUSE?
Ecco, questo è un esempio di come la stampa stravolge le tue news! In questo caso si tratta del Daily Mail che ha riportato una mia frase assolutamente fuori dal contesto. In quell’occasione, un’assemblea del Labour, io non ho parlato di nessuna risoluzione sommaria nei confronti dei parlamentari in questione. Volevo solo dire che chi è eletto non rimarrà al suo posto per tutta la vita, che bisogna stare attenti alla qualità dei candidati, al fatto che siano qualificati e motivati a svolgere il proprio lavoro al servizio della comunità. E che, soprattutto, rispettino i valori in cui crediamo. E chi non risponde a questi requisiti,
non può parlare in nostro nome.
IN TEMPI DI BREXIT, MENTRE ASSISTIAMO ALL’AVANZATA DEL NAZIONALISMO XENOFOBO, ALLA CHIUSURA DELLE FRONTIERE, LEI CREDE ANCORA NELL’ATTUALITÀ DELL’INTERNAZIONALISMO E DELLA SOLIDARIETÀ?
L’internazionalismo è da sempre un fondamentale valore della sinistra. Un valore per cui ci siamo battuti in passato e per cui ci batteremo in futuro. L’internazionalismo è valido oggi e lo sarà sempre. Soprattutto oggi, in un mondo globalizzato, i problemi e i bisogni della working class sono simili. In Uk come in Spagna, come in Italia. E anche in Corea.
Perché tutti i lavoratori si trovano e si troveranno a parole, usandole senza alcuna vergogna. Ma non possiamo farci sempre intimidire dalle fake news fare i conti con il mercato globale, la competitività globale e con lo sfruttamento globale. I movimenti nazionalisti e xenofobi che in questo momento prosperano
in Europa come in America e che apparentemente nascono dal basso, affermando di difendere la working class, sono palesemente al servizio della classe dominante, sfruttando il concetto del Paese dominante. Per
sconfiggerli, bisogna rimettere in campo il concetto dell’autodeterminazione dei popoli. Bisogna lavorare insieme, costruire legami e obiettivi comuni che vadano oltre i confini nazionali. Anche se al momento sembra impossibile, si può sempre lavorare a un cambiamento possibile del sistema, a un nuovo modello economico. Penso al modello proposto da Varoufakis in Grecia ad esempio. Abbiamo bisogno di una differente visione di Unione europea. Io credo nell’Europa dei popoli, della gente, contro questo club di grassi businessman che è invece l’Ue di Bruxelles.

IN I, DANIEL BLAKE, LEI HA OFFERTO UN’INDIMENTICABILE TESTIMONIANZA DI COME IL SISTEMA SOCIO ASSISTENZIALE BRITANNICO POSSA ANNIENTARE LA VITA DELLE PERSONE. COME SI PUÒ USCIRE DA QUESTA TRAPPOLA?
Possiamo pensare a un unico modello di social welfare che rispetti la dignità delle persone. Per esempio. Il sistema inglese umilia la gente, criminalizzando i loro bisogni attraverso l’esercizio punitivo delle forme di assistenza, creando un clima di incertezza, quasi di paura. Penso si tratti di crudeltà consapevole ai danni di lavoratori e disoccupati, donne e madri soprattutto. Per cui, anche ottenere un alloggio diventa un percorso umiliante, per non parlare del lavoro e anche della stessa sussistenza quotidiana.
ANCHE IN QUESTO CASO, I MEDIA FANNO IL LORO GIOCO.
Certo, anche loro svolgono un ruolo non indifferente esercitando ciò che io chiamo «crudeltà consapevole. Penso ai programmi televisivi come Benefit britains per esempio, che offrono un’immagine assolutamente distorta dei disoccupati, delle persone più vulnerabili, presentandoli come scroungers, come parassiti che vivono alle spalle di chi lavora e paga le tasse, addossando loro tutta la colpa del fallimento della social security. Si tratta di un sistema che va radicalmente cambiato. Bisogna potenziare gli investimenti pubblici, per avere la scuola di cui abbiamo bisogno, la sanità di cui abbiamo bisogno, i trasporti di cui abbiamo bisogno. In questo momento è in corso una battaglia politica di enorme portata. Il Labour di Jeremy Corbyn è sotto attacco proprio perché sta rivalutando i valori socialisti più autentici. Di contro, i tempi sono maturi per lavorare a un manifesto comune che indichi la rotta da seguire.

QUESTA VIA DA SEGUIRE, QUESTA LEZIONE, VALE ANCHE PER L’ITALIA?
In Italia con il governo Renzi, come del resto in Spagna, si assiste al fallimento della “SOFT LEFT”, la sinistra che avanza verso destra dopo aver sepolto per sempre i valori socialisti. In Germania la social- democrazia ha da tempo fallito i suoi obiettivi riformisti. Chi sostiene che i concetti di destra e sinistra siano superati, che le ideologie siano morte, è in malafede o non si rende conto di cosa sta parlando. Per esempio, l’ideologia delle classi dominanti non è morta. Parlano di libertà, certo. Libertà di mercato, libertà di sfruttamento su scala mondiale. Per questo, anche se le situazioni e i sistemi di organizzazione sociali sembrano differenti, in realtà lo sono solo apparentemente. Per cui la risposta non può che essere unica. Tutto sommato credo che siamo in una fase di grande cambiamento e anche di grande speranza, in fondo. Vorrei avere più tempo per raccontare questa storia. E vorrei essere più giovane per vivere il futuro sviluppo di questo CAMBIAMENTO.

2 – APPROVARE SUBITO LA LEGGE ELETTORALE, RIVOTARE CON IL ROSATELLUM SAREBBE DIABOLICO.
Premessa: Solidarietà a Martina, presentato da Renzi al congresso del Pd come vice nel ticket congressuale, poi diventato reggente dopo le sue dimissioni da segretario. Ora pesantemente strattonato in diretta televisiva dal capo (vero ma nascosto) del Pd. A meno di una rivolta contro Renzi e quindi di una (auspicabile) smentita nella direzione del 3 maggio, ogni ipotesi di accordo tra Movimento 5 Stelle e Pd diventa impossibile, per questo Martina, che non è persona da reazioni sopra le righe, ha reagito pesantemente all’attacco di Renzi, sferrato addirittura prima della direzione.
Evidentemente per Renzi il reggente doveva solo eseguire le direttive del capo vero, mentre si è illuso di poter dire, sia pure prudenza, la sua.
Per questo gli è arrivato un ruvido altolà.
Allo stato dei fatti solo una reazione collettiva della direzione potrebbe salvare l’apertura di un dialogo tra Pd e 5 Stelle e probabilmente la legislatura stessa. Colpisce che in contemporanea ci sia l’avvio di un dialogo tra le due Coree che mette in risalto il settarismo della posizione renziana.
Di Maio ha ondeggiato, dal 4 marzo, su fronti opposti. Questo è certamente un limite politico, ma nel momento in cui appare possibile evitare un governo destra-5 Stelle il Pd dovrebbe cogliere l’occasione offerta dall’offerta dei 5 Stelle per svolgere un ruolo di importanza nazionale per il nostro paese, senza surgelarsi in una posizione rancorosa e pregiudizialmente ostile.
Per di più mentre Renzi decide di dire No a qualsiasi possibile intesa con i 5 Stelle, Di Maio ha pubblicato una lettera al Pd non priva di spunti interessanti, con qualche punto di possibile convergenza, compiendo un’apertura significativa. Restare su posizioni pregiudiziali di fronte all’apertura di Di Maio vuol dire che la reazione è ideologica, nel senso negativo del termine.
Ogni argomento viene usato solo per dimostrare che un accordo è impossibile, a partire dalla pregiudiziale contro Di Maio. Tutto viene piegato all’obiettivo di dimostrare che solo la contrapposizone è possibile.
Di Maio ha insistito su un contratto alla tedesca, che come tutte le formule si presta a diverse interpretazioni, alcune lontane da quelle che probabilmente lui stesso ipotizza. Infatti portato alle estreme conseguenze potrebbe perfino preludere ad un governo insieme al Pd (Spd infatti ha ministri) e ad una maggioranza organica.
In realtà è più probabile che il ruolo del Pd, tenendo conto delle distanze di partenza, delle diffidenze esistenti, dei prevedibili tentativi di fare saltare tutto, potrbbe essere quello di consentire la nascita di un governo a 5 Stelle, con la presenza di tecnici graditi in punti decisivi, e un programma concordato per punti.
Pensiamo al reddito di cittadinanza, la lettera di Di Maio al Pd non ripropone la proposta classica dei 5 Stelle ma ipotizza uno sviluppo di qualità della modesta esperienza avviata dal governo Gentiloni per dare una risposta al raddoppio delle aree di povertà, che fino a prova contraria dovrebbe essere un problema urgente e di primaria importanza per tutti.
Renzi ha polemizzato alzo zero contro la caricatura della proposta iniziale dei 5 Stelle, con l’obiettivo di far saltare ogni possibilità di dialogo. Difficile negare che anche su Europa, Euro, ecc. la posizione post elettorale dei 5 Stelle sia più equilibrata.
Si potrebbe continuare, ma sarebbe un esercizio inutile visto che è probabile che il novello Ghino di Tacco-Renzi riuscirà a bloccare l’avvio del dialogo tra Pd e 5 Stelle, a meno di una reazione orgogliosa e forte della direzione del Pd, sperabile quanto improbabile.
La posizione di Renzi negli organi dirigenti del Pd resta forte, del resto ha controllato le liste elettorali in modo da garantirsi gruppi parlamentari fedeli, anche se forse la sua posizione è meno forte di quanto appare. Ha dovuto intervenire personalmente, in modo così pesante, per bloccare il processo di disgelo che indubbiamente era inziato nel Pd retto da Martina. Certo lo stile che predilige nemici anziché avversari politici ha giocato un ruolo forte, ma ha pesato anche la preoccupazione che lentamente perfino nel gruppo dei renziani si iniziasse a considerare possibile l’appoggio ad un governo 5 Stelle, seppure condizionato ad un’intesa sulle proposte da approvare in parlamento, alla revisione delle responsabilità parlamentari, ecc.
Renzi conosce bene il gruppo dirigente del Pd e qualcosa deve averlo convinto che le tentazioni andavano stroncate sul nascere e andava messo in chiaro chi è il vero capo.
Non sembra una posizione di forza, piuttosto il timore evidente che gradualmente dal confronto con il M5Stelle potesse uscire un’intesa.
Inoltre il drastico niet renziano ha lasciato intravvedere sullo sfondo il ritorno ai vecchi e prediletti rapporti, in particolare con Berlusconi, in nome di una modifica presidenzialista della Costituzione e di una legge elettorale che non solo punti a confermare la nomina dall’alto dei parlamentari ma abbia anche una robusta quota di maggioritario. Sembra incredibile ma nemmeno la trazione leghista sembra in grado di chiudere il capitolo degli accordi con il destra-centro, evidentemente preferito ad altre soluzioni.
Lo spirito del Nazareno aleggia sul Pd. Quindi il “mai con i 5 stelle” di Renzi lascia in realtà intravvedere che con Berlusconi e c. il dialogo è possibile, e preferibile.
Siamo alle solite. Ora, come ha proposto da tempo il Coordinamento, occorre arrivare in fretta all’approvazione di una nuova legge elettorale che consegni ai cittadini la scelta dei parlamentari, togliendola dalle mani esclusive dei capi, e bloccando sul nascere con una legge sostanzialmente proporzionale la tentazione di rimettere in discussione la Costituzione, adombrata non a caso da Berlusconi come esca per Renzi.
Alfiero Grandi

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