VOTO ESTERO 2018/ IMPOSSIBILE RACCOGLIERE FIRME: LA DENUNCIA DELLA LISTA “POTERE AL POPOLO”

“I diritti negati degli italiani all’estero”: così “Potere al popolo”, forza politica nata a novembre sulle ceneri del movimento del Teatro Brancaccio (Roma), composta e sostenuta principalmente da Rifondazione Comunista, da un gruppo di attivisti di un centro sociale di Napoli e da molti sindacalisti di Cobas e Usb, denuncia la difficoltà di rispettare il “gravoso” obbligo imposto dalla nuova legge elettorale ai partiti, non essendo stati rappresentati in Parlamento nella Legislatura al termine, vogliono partecipare alle prossime elezioni. In questo caso, nella ripartizione Europa della circoscrizione estero.
“Le assemblee territoriali della lista “Potere al Popolo!”, che si sono formate in diverse città europee (Londra, Bruxelles, Madrid, Barcellona, Berlino, Marsiglia, Parigi, solo per citarne alcune) e che sono impegnate nella raccolta firme per la Ripartizione Europa della Circoscrizione Estero, denunciano la gravissima emergenza democratica che sta caratterizzando il processo per l’esercizio del voto degli Italiani emigrati”, si legge sul sito di “Potere al popolo!”. La legge elettorale, si denuncia, “assume, nella specifica declinazione per i collegi riservati ai connazionali residenti in altri paesi, i connotati di un insormontabile ostacolo alla partecipazione ed al pluralismo, costituendo, di fatto, una clausola di garanzia per i partiti di regime. La necessità, per le forze politiche non rappresentate in parlamento, di raccogliere dalle 500 alle 1000 firme da parte di iscritti AIRE per Ripartizione (equivalenti, di fatto, allo 0.2% dei votanti alle ultime consultazioni); la possibilità di autenticare le firme esclusivamente presso gli uffici notarili dei consolati; l’esclusione dai processi di autenticazione di consolati onorari e COMITES; una rete consolare ridotta ai minimi termini, con uffici ormai dislocati quasi esclusivamente nelle capitali e orari d’apertura limitati a due o tre ore al giorno, proibitivi per lavoratori e lavoratrici: queste le condizioni nelle quali “Potere al Popolo” si è trovata ad operare al fine di poter proporre la propria presenza alle prossime elezioni generali”.
“A nulla – si legge ancora – sono valsi gli inviti rivolti alle istituzioni consolari, in diversi paesi, al fine di favorire la partecipazione democratica degli emigrati italiani, tramite l’invio di messi consolari in sedi decentrate. In molti Paesi, a molti connazionali è stato di fatto impedito di esprimere il proprio sostegno alle liste di Potere al Popolo!, a meno che questi non si trovassero nelle condizioni di poter affrontare a proprie spese lunghi e costosi viaggi nelle capitali, sacrificando una giornata di lavoro senza nemmeno avere la certezza di riuscire a firmare. In alcuni casi, infatti, la raccolta firme è stata relegata a poche ore, quasi sempre di mattina, pochissime volte in orario pomeridiano. In altri casi, come a Londra, il consolato ha addirittura unilateralmente deciso di chiudere la raccolta firme mercoledì 24, sebbene non vi sia alcuna previsione di legge in tal senso e i termini siano in realtà ben più avanti (29 gennaio). In altri casi (Berna, Belgrado, Barcellona, Mosca e Parigi) a causa di mancanza di personale, diversi sostenitori della lista recatisi appositamente in consolato durante il normale orario di apertura non hanno potuto sottoscriverla. E chi ce l’ha fatta, ha dovuto aspettare in alcuni casi più di un’ora e mezza di fila, perché non c’è uno sportello apposito per la raccolta firme”.
Per Potere al Popolo! si tratta di “una vicenda triste, che ricorda a noi emigrati la nostra duplice condizione. In primo luogo, costretti a scappare dal nostro Paese, ci si ricorda di noi solo in campagna elettorale, quando fa comodo evocare a sproposito la fuga dei cervelli. Salvo poi negarci di fatto anche i più elementari diritti politici. In secondo luogo, sfruttati dai paesi nei quali risiediamo, per i quali, spesso, non siamo altro che forza lavoro a buon mercato priva della possibilità di incidere nei processi decisionali. Ma questa vicenda porta anche alla luce, per l’ennesima volta, le immense carenze strutturali della rete consolare italiana e dei servizi per i residenti all’estero. Facendo volantinaggio ai consolati in tutta Europa in questi giorni abbiamo toccato con mano le code lunghissime, le liste di attesa interminabili, i rimpalli continui da uno sportello all’altro. Tagli, mancanza di risorse, infrastrutture obsolete e inadeguate – accusa il partito – fanno sì che anche i funzionari consolari più ben disposti siano in grado di garantire solo un servizio minimo, ridotto all’osso e spesso dunque inadeguato. E questo va a discapito dei diritti di tutti gli italiani all’estero – in primis il diritto alla partecipazione democratica alle elezioni”.
“Che si raggiunga o meno la soglia delle 500 firme necessarie per presentare la lista di Potere al Popolo nella Ripartizione Europa, una cosa è dunque certa: la lotta per i diritti di cittadinanza e di partecipazione per tutti gli italiani emigrati all’estero, contro lo smantellamento progressivo della rete consolare e per una radicale trasformazione dell’AIRE e dei servizi di supporto per gli italiani all’estero sarà certamente un punto centrale del lavoro politico dei tanti gruppi di Potere al Popolo che stanno nascendo in tutta Europa. Nel frattempo però – conclude “Potere al Popolo – invitiamo tutti i connazionali iscritti all’AIRE che si trovino in condizione di recarsi nelle sedi consolari a fare uno sforzo per andare a firmare per sottoscrivere le liste di Potere al Popolo per la circoscrizione Europa entro giovedì 25; supportando così il diritto di partecipazione democratica, per dare una voce a tutti quelli a cui, ancora una volta, è stata negata la possibilità di intervenire nel processo democratico del nostro paese”. (aise/emi-news) 

Views: 17

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.