575 FRA DIECI ANNI RADDOPPIATI GLI ATTUALI 3 MILIONI DI EMIGRATI IN ITALIA

20051206 14:45:00 rod

Torna a segnalarlo Franco Pittau, coordinatore del Dossier Statistico Immigrazione

ROMA (Migranti-press) – “Tra dieci anni in Italia ci saranno sei milioni di immigrati, come in Germania". Lo ha detto Franco Pittau, coordinatore del Dossier Statistico Immigrazione della Caritas, intervenendo al convegno "Social and Labour market Strategy for Ethnic Minorities Integration" organizzato presso il Cnel.

Non è una novità, perché tale previsione è già contenuta nel Dossier (cfr. la scheda che accompagna il Dossier a pag. 1). La Caritas arriva a questa stima "tenendo conto del fabbisogno lavorativo, di quelli che vengono per i ricongiungimenti familiari e dei nuovi nati. Si può ipotizzare, con prudenza, trecentomila unità l’anno. Moltiplicate per 10 anni fanno tre milioni, che si aggiungono ai circa tre milioni di immigrati attuali". Pittau ha presentato i dati dell’ultimo Dossier Statistico della Caritas: nel nostro Paese vivono 2milioni e 800mila immigrati, provenienti da 195 Paesi diversi, praticamente tutto il mondo. Sta cambiando anche la geografia del loro inserimento. "L’anno scorso – ha notato Pittau – a Roma vivevano 300mila immigrati, adesso sono 250 mila. Trovare casa nella Capitale è sempre più difficile , perciò molti cittadini stranieri preferiscono spostarsi nei paesi limitrofi". "L’Europa – ha aggiunto – sta vivendo il più grande fenomeno immigratorio del mondo. Non si può contrastare la storia, meglio quindi affrontare l’immigrazione intelligentemente". Secondo Pittau, per costruire l’integrazione è fondamentale avere come interlocutori le associazioni degli immigrati, e favorire l’incontro tra cittadini stranieri e uffici pubblici. Importante anche il ruolo dei sindacati, che hanno tra i loro tesserati sempre più lavoratori stranieri. "L’integrazione – ha concluso Franco Pittau – è come un discorso per costruire il quale dobbiamo trovare nuove parole. Alcune le abbiamo già, altre le dobbiamo trovare insieme agli immigrati, altre ancora vanno cercate nei Paesi d’origine".

 

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