12164 CGIE: I risultati del Comitato di Presidenza del 20 e 21 ottobre

20161023 15:51:00 redazione-IT

[b]Il punto del segretario generale, Michele Schiavone.
Alla Farnesina la riunione del Comitato di presidenza del Consiglio Generale.[/b]
[i]Tra i temi affrontati la riforma della rappresentanza degli italiani all’estero, promozione di lingua e cultura, partecipazione dei connazionali al voto referendario dal prossimo 4 dicembre, rapporto con le Regioni, coinvolgimento dei giovani.
Dopo una consultazione allargata, è in fase di elaborazione una bozza di riforma che sarà al centro dei lavori della prossima assemblea plenaria del Cgie, prevista nella seconda settimana di dicembre.
Schiavone: “Il sistema di rappresentanza è obsoleto nella sua applicazione, ma non nell’architettura; i livelli devono restare tre: parlamentare, intermedio (Cgie) e di base (Comites)”. “Riteniamo che la partecipazione al referendum costituzionale sarà altissima e compenserà i momenti oscuri che hanno caratterizzato alcuni altri passaggi elettorali”[/i]

ROMA – Riforma della rappresentanza degli italiani all’estero, promozione di lingua e cultura, partecipazione dei connazionali al voto referendario dal prossimo 4 dicembre, rapporto con le Regioni sono i temi che hanno dominato la riunione del Comitato di presidenza del Consiglio generale degli italiani all’estero che si è conclusa oggi alla Farnesina e su cui il segretario generale, Michele Schiavone, a margine dei lavori, ha fornito alcuni aggiornamenti.

Continua dunque il “protagonismo” del Cgie sulle questioni che riguardano da vicino le collettività, stimolato anche da “una rinnovata attenzione del Maeci nei confronti delle politiche migratorie”, “in un momento in cui l’Italia sta vivendo profonde trasformazioni in parte volute e in parte determinate dalla globalizzazione – afferma Schiavone, segnalando come “il cambio di passo” sia necessario anche per rispondere alla complessità del fenomeno, che include la componente tradizionale dell’emigrazione italiana ma anche i nuovi flussi, decisamente numerosi, come testimoniano i dati dell’ultimo Rapporto Migrantes recentemente presentato (vedi http://comunicazioneinform.it/presentata-oggi-lxi-edizione-del-rapporto-italiani-nel-mondo-promosso-dalla-fondazione-migrantes/).

Una delle principali questioni in cui il Cgie è stato coinvolto è la riforma degli organismi di rappresentanza – Comites e Cgie, appunto, – modifica “necessaria a 10 anni dall’ingresso nel Parlamento italiano degli eletti nella circoscrizione Estero” e sulla quale il Cgie ha promosso nei mesi scorsi una consultazione con i diretti interessati – Comites, associazioni, soggetti, anche singoli, attivi nei diversi Paesi. “Ci sono giunti 60 documenti diversi di proposta di riforma – segnala Schiavone, evidenziando come sia ora in corso un lavoro di discussione e di “sintesi” che confluirà nella stesura di una bozza che sarà vagliata dall’assemblea plenaria straordinaria del Cgie che “dovrebbe tenersi, fatta salva la copertura finanziaria, nella settimana del 12-17 dicembre prossimi”. In questo modo la discussione potrà tener conto anche dell’esito del referendum sulla riforma costituzionale, che, nel caso di vittoria del sì, escluderebbe la presenza di parlamentari eletti all’estero nel nuovo Senato delle Regioni. Per quanto riguarda l’attuale sistema, Schiavone tiene a precisare come esso sia giudicato “quasi obsoleto nell’applicazione, ma non nell’architettura”, sottolineando la validità dei tre livelli di rappresentanza previsti – parlamentari, Cgie, per la rappresentanza intermedia, e Comites, per quella di base, – che rendono il nostro “un modello da tutelare e che è stato additato come esempio anche da altri Paesi”. Segnala inoltre “elementi innovativi” che verranno introdotti e “che dovrebbero assicurare maggiore rappresentatività”, “fermo restando il rispetto dell’autonomia dei parlamentari”. La bozza, frutto di sintesi, “resterà comunque aperta a proposte e suggerimenti” e la riforma verrà elaborata “tenendo presente una prospettiva di medio e lungo periodo”.

Il segretario generale aggiunge come siano sino a qui “emersi spunti che ci permettono di essere soddisfatti, rispondenti alle necessità dell’oggi ed anche alle istanze e al protagonismo delle nuove mobilità”. Sottolinea, inoltre, come, pur accogliendo alcuni aspetti suggeriti dal sottosegretario agli esteri Vincenzo Amendola, il lavoro sia stato fatto in autonomia e attraverso un metodo – quello della consultazione allargata sopra richiamata – che verrà ripetuto anche per la definizione di proposte relative ad altri temi di interesse per i connazionali.
Sul fronte della promozione di lingua e cultura italiane all’estero, egli segnala come alcuni rappresentanti del Cgie abbiano partecipato alla seconda edizione degli Stati generali sulla lingua italiana svoltasi ad inizio settimana a Firenze, rilevando come sul tema influisca ora anche la riorganizzazione di competenze interna al Maeci, riordino che consentirà di legare più strettamente la promozione culturale a quella del sistema Paese nel suo complesso, nella consapevolezza delle ricadute di tale promozione anche a livello economico. “ Occorre tenere comunque presente che l’obiettivo prioritario è mantenere vivo il legame con gli italofoni e con i connazionali – rileva il segretario generale, ricordando poi le difficoltà che i ritardi nell’erogazione di contributi agli Enti gestori dei corsi di lingua e cultura italiana hanno causato a questi ultimi in termini di programmazione delle attività, una questione aggravata dalla progressiva riduzione dei fondi a disposizione e la cui soluzione è tra le priorità del Cgie.

Anche in questo caso, si sottolinea come la normativa in vigore, la legge 153 del 1971, sia da rivedere alla luce del “cambiamento profondo avvenuto nel mondo della scuola, e non parlo solo della didattica – afferma Schiavone, rilevando i molteplici strumenti forniti dalla tecnologia e della rete, ma che devono essere ricompresi in un quadro normativo il cui impulso deve arrivare dalla politica e dal riconoscimento delle potenzialità e dalle logiche, non solo economiche, che un investimento in questo settore assume.

Un riconoscimento – rileva – cui è mancata “attenzione” da parte nostra e invece già compiuto in altri Paesi, più forti sul “mercato delle lingue”, come la Gran Bretagna, la Spagna o la Francia. L’occasione per il rinnovamento arriva oggi con la legge sulla “Buona scuola”, cui il Cgie guarda con attenzione, ribadendo la sua volontà a contribuirvi; con altrettanta attenzione verrà seguito l’iter in Parlamento della legge di stabilità, in particolare per le dotazioni finanziarie sul capitolo di spesa dell’insegnamento dell’italiano all’estero. Schiavone si rallegra per i 50 milioni annunciati agli Stati generali dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, ma ricorda le difficoltà attraversate quest’anno per fare in modo che tali risorse raggiungessero la soglia minima dei 12 milioni di euro (raggiunta in ultimo con uno stanziamento aggiuntivo di 2,6 milioni di euro rispetto ai 9,4 inizialmente previsti). In più, le proiezioni per l’anno 2017 riducevano tali risorse a 5,8 milioni di euro, “una somma che, se fosse confermata, metterebbe in crisi tutto il sistema – avverte il segretario generale.

A proposito del quesito referendario, Schiavone segnala come all’estero vi sia “fermento e volontà di partecipazione”, perché il tema della Costituzione suscita tra i connazionali un “senso identitario molto forte”. “Riteniamo che la partecipazione sarà altissima e compenserà i momenti oscuri che hanno caratterizzato alcuni altri passaggi elettorali – sostiene il segretario generale, rilevando come il Maeci abbia ben gestito il percorso organizzativo e informativo, che “potrà essere compensato da un’ampia partecipazione”. L’impegno deve proseguire affinché tutto si svolga nella massima trasparenza – rileva Schiavone, ritenendo che un pieno protagonismo debba tradursi anche nel coinvolgimento della collettività non solo nella fase preparatoria al voto ma anche in quella dello spoglio, “percorso che dobbiamo mettere in campo per qualificare la partecipazione dei connazionali e che metterebbe un punto ai momenti difficili avuti nel passato e sarebbe un recupero fortissimo dell’immagine dell’istituzione”.

Altri temi all’ordine del giorno, il processo istitutivo per elaborare uno statuto dei lavoratori frontalieri – circa 300 mila italiani, – primo passo verso l’istituzione di un commissario europeo con competenze sulla materia; la questione della eleggibilità all’interno dei Comites dei rappresentanti di patronato, compatibilità che a giudizio del segretario generale è assicurata considerando i patronati all’estero quali associazioni, ma su cui si chiede un chiarimento definitivo viste le difficoltà sorte nell’interpretazione del testo normativo; il recupero e rafforzamento dei rapporti con le Regioni e le loro consulte dell’emigrazione, per l’avvio di un percorso che porti alla convocazione della conferenza Stato-Regioni-Province autonome e Cgie; la riattivazione e l’aggiornamento – anche sul fronte social – del portale del Cgie; il recupero di fondi per svolgere tutte le riunioni e assemblee del Cgie previste per legge, con l’ausilio dello strumento telematico che deve essere “aggiuntivo e non sostitutivo della sua normale attività – avverte Schiavone; l’organizzazione sul territorio di incontri di giovani italiani in occasione delle convocazioni delle prossime assemblee continentali del Cgie e in vista, se possibile, di un secondo incontro mondiale da svolgersi nel 2018, contestualmente alla quarta Conferenza degli italiani nel mondo (una proposta lanciata dal Coordinamento del Forum delle Associazioni Italiane nel Mondo, vedi http://comunicazioneinform.it/il-coordinamento-del-faim-rilancia-limpegno-congressuale-per-la-quarta-conferenza-degli-italiani-nel-mondo/).

[i](Viviana Pansa – Inform/Eminews)[/i]

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[b]La relazione del Governo al Comitato di Presidenza del Cgie.
Fra gli argomenti trattati la riforma dei Comites e del Coniglio Generale, distribuzione delle risorse agli Enti gestori, campagna informativa per il referendum costituzionale e riforma della scuola italiana all’estero[/b]

ROMA – Nel corso del recente Comitato di Presidenza del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero è stata illustrata ai consiglieri la relazione del Governo sulle politiche per gli italiani all’estero.

Nel documento viene in primo luogo auspicato “che la riforma dei Comites e del Cgie consenta a questi organi di aggiungere al proprio tradizionale compito di tutela delle esigenze dei connazionali all’estero un sostanziale supporto alle attività di promozione del Sistema Italia nel mondo, attraverso le comunità italiane d’oltreconfine da loro rappresentate”. A tal proposito nel testo si rileva anche la necessità che la riforma dei Comites modifichi i requisiti di consistenza numerica della collettività per l’istituzione del Comitato; riveda i criteri e le modalità di designazione dei componenti dei Comites, in modo da consentire la più ampia rappresentanza dell’emigrazione italiana, incluse le varie componenti della “nuova emigrazione”; e modifichi il sistema di verifica delle condizioni di incompatibilità e ineleggibilità dei membri dei Comites, in modo da correggerne il carattere decisamente a autoreferenziale. Auspicato inoltre un miglioramento del sistema previsto dal comma 4 dell’articolo 8 della legge 286 del 2003 in caso vi siano gravi motivi che richiedano lo scioglimento dei Comites, così da disincentivare il sorgere di ingiustificabili situazioni di impasse e rendere gli eletti maggiormente responsabili verso i propri elettori. Ipotizzato anche un aggiornamento dei criteri per la concessione dei contributi ministeriali (di cui al comma 6 dell’articolo 3 della Legge sui Comites), perché facciano essenzialmente riferimento al numero dei connazionali, all’estensione della circoscrizione e agli indici del costo della vita nei Paesi di riferimento e la destinazione di una quota predeterminata, e non residuate, dello stanziamento annuale in favore dei Comites per la realizzazione di specifici progetti di interesse per i nostri connazionali all’estero.

Ribadita infine l’importanza del ricorso al “fundraising”, per stimolare i Comites a ottimizzare la gestione delle risorse disponibili per le proprie attività e, soprattutto, acquisire più elevata visibilità presso le comunità di riferimento.

Per quanto poi riguarda la riforma del Cgie nel documento del Governo si sottolinea la necessità di una riflessione sia sulla composizione del consiglio e l’articolazione dei lavori dei propri organi interni, sia su come valorizzare il ruolo di quest’organo, nell’elaborazione delle attività a favore delle comunità all’estero, in sinergia con i parlamentari eletti all’estero e con le altre competenti istituzioni a livello centrale e locale. Sul fronte dei servizi e delle politiche per gli italiani nel mondo nel documento viene ricordato come al momento si stia lavorando per portare avanti il progetto di affidamento delle postazioni mobili per il rilevamento delle impronte digitali per i passaporti ai consoli onorari, al momento ne sono state distribuite 36, ma l’obiettivo è quello di aggiungerne a regime altre 75.

Per i Comites si registra poi l’erogazione, al 14 ottobre 2016, di 1.125.264 euro di contributi ordinari per il corrente esercizio finanziario, pari al 79,33% dell’assegnazione annuale complessiva (1.418.41,6 euro). Sono inoltre disponibili 224.451euro per i contributi integrativi. In questo ambito saranno privilegiati i progetti specificamente rivolti all’inserimento nei contesti locali dei componenti dei nuovi flussi migratori italiani e le iniziative di approfondimento delle vicende storiche dell’emigrazione italiana, in particolare quelle che presentino ancora forti elementi di attualità. Per quanto poi concerne l’assistenza ai nostri connazionali dal documento viene segnalato come a tutt’oggi per l’assistenza diretta siano stati stanziati 5.248. 780 euro, pari al 90% della dotazione annuale, mentre per quella indiretta sono stati impegnati 388.500 euro in favore di 38 enti. Sul fronte dei contributi agli enti gestori dei corsi di lingua e cultura italiana dal testo viene rilevato come, dopo un lungo iter fatto di tagli e recupero delle risorse in fase di assestamento di bilancio, la disponibilità sul capitolo 3153 sia oggi equivalente a quella del 2015 (11.918.796 euro) . “Sappiamo – si legge nel testo – che questa situazione di incertezza rende particolarmente difficile la programmazione dell’attività didattica da parte degli enti, delle autorità consolari e dello stesso ufficio ministeriale che amministra il capitolo. Gli enti gestori, in particolare, incontrano sempre maggiori difficoltà nel rispettare gli impegni assunti, non solo nei confronti degli studenti, ma anche degli insegnanti, anche alla luce delle previsioni sugli stanziamenti nel prossimo triennio, che dovrebbero subire un’ulteriore, drastica riduzione”.

Dopo aver ribadito l’impegno del Maeci a lavorare per mantenere nel 2017 almeno invariati i capitoli di bilancio per le attività in favore degli italiani all’estero e per far sì che una quota adeguata dei 50 milioni stanziati dal Governo per la promozione della lingua e della cultura italiana all’estero siano destinati ai corsi, nel testo si precisa come la Farnesina abbia avviato sin dall’indizione del referendum costituzionale una campagna di comunicazione basata su un mix di mass media tradizionali (Tv e radio) e di nuovi media (pagine web dedicate sui siti istituzionali del Maeci e delle sedi estere; campagna di messaggi via Twitter; pagine e link dedicati su Facebook e Youtube). Una campagna informativa che in questa prima parte ha prestato particolare attenzione agli elettori temporaneamente all’estero e agli elettori iscritti all’Aire che abbiano optato per il voto in Italia. Nella fase successiva la campagna informativa si focalizzerà invece su modalità e scadenze previste dalla legge sul voto per corrispondenza all’estero.

Nel documento viene anche analizzata la dislocazione della rete diplomatica consolare che dispone all’estero di 298 strutture: 124 ambasciate, 8 rappresentanze permanenti, 80 uffici consolari, 83 istituti di cultura, 1, delegazione diplomatica speciale e 2 sezioni distaccate di ambasciata. A questi numeri vanno aggiunti i 542 uffici consolari onorari distribuiti nelle differenti aree geografiche, di cui 395 attualmente operativi, ossia con titolare nell’esercizio delle funzioni.

“Conclusa la fase di adempimenti dettati dalla spending review, il processo di riorganizzazione della rete all’estero – si legge nel documento – resta una necessità operativa per assicurare l’adeguamento della rete stessa, che è stata costituita in contesti storici
profondamente diversi dall’attuale, ai nuovi scenari internazionali e al mutato contesto geopolitico in cui opera il paese.

Il Maeci intende proseguire nella direzione di progressivo rafforzamento della nostra presenza in Paesi prioritari sul piano della sicurezza e, proprio in tale ottica, il Consiglio dei Ministri ha approvato, nella seduta del 4 ottobre, l’istituzione di nuove ambasciate in Niger e Guinea Conakry (Paesi strategici per il contrasto all’immigrazione clandestina). Contestualmente, al fine di assicurare un’adeguata difesa dei nostri interessi nella regione caraibica e rispondere alle richieste di servizi della crescente collettività italiana in loco, si è deciso anche di riaprire l’Ambasciata d’Italia nella Repubblica Dominicana, soppressa dal 31 dicembre 2014”. Nel documento del Governo viene anche ricordata sia la prosecuzione del piano di dismissione del patrimonio immobiliare all’estero del Maeci, nel 2016 è previsto un versamento al bilancio di 20 milioni di euro, sia l’importanza che riveste per la nostra politica estera la diffusione della lingua italiana nel mondo. “ Le ultime rilevazioni relative all’anno scolastico 2074/2015, – precisa il testo – indicano la presenza di 2.233.373 studenti di italiano, distribuiti in 116 paesi. La realizzazione del Portale della Lingua Italiana risponde all’esigenza di sistematizzare e rendere accessibili al pubblico tutte le informazioni sullo studio della lingua italiana nel mondo. Vi sono accessibili informazioni, indirizzi, notizie e approfondimenti utili provenienti dalla galassia dei soggetti attivi nell’ambito della promozione dell’italiano all’estero”.

Per quanto concerne infine l’attuazione della delega per la riforma della scuola italiana all’estero si evidenzia come questa sia ispirata a specifici principi generali: aggiornamento degli ordinamenti per rispondere in maniera flessibile alla realtà socio-economica di ciascuno dei paesi esteri in cui si opera; rafforzamento della missione di promozione della cultura italiana all’estero e suo coordinamento con le iniziative dell’intero sistema paese; razionalizzazione delle norme sul personale all’estero, eliminando le maggiori criticità finora riscontrate nella prassi. “Il Maeci – si spiega nel documento – vorrebbe superare l’impostazione tradizionale, prevista dal vigente articolo 625 del testo unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione, e risalente alla legge 153/1971, che aveva come finalità l’assistenza scolastica agli emigranti e ai loro famigliari, puntando invece sul sempre maggior inserimento dei corsi di italiano nei percorsi scolastici locali. Coerentemente con l’evoluzione socio-economica degli ultimi 50 anni, i destinatari di questi corsi non verrebbero più individuati soltanto tra gli italiani all’estero: la nuova tipologia di intervento intende rispondere a finalità più ampie di promozione della lingua e della cultura italiana, come nei fatti già avviene: ricordiamo che più dell’80% dei corsi offerti dagli enti gestori è inserito nei curricula delle scuole locali”.

(Inform/Eminews)

 

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