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20161008 16:01:00 guglielmoz

1 – L’ON. FEDI (PD) ALLA CONFERENZA “ITALIANS DOWN UNDER”. CONTINUARE IL BUON LAVORO RAFFORZANDO GLI STRUMENTI DI COORDINAMENTO. « Potrebbe essere sintetizzata in questa frase “continuare il buon lavoro rafforzando gli strumenti di coordinamento” la conclusione della Conferenza “Italians Down Under”, tenutesi il 23 e 24 settembre presso l’Ambasciata d’Italia, e voluta dall’Ambasciatore Pier Francesco Zazo.
2 – FEDI (PD): OLTRE MILLE FIRME DALLA NUOVA ZELANDA PER LA RATIFICA DELL’ACCORDO SULLE PENSIONI – Una petizione con oltre 1.000 firme è il risultato dell’esemplare impegno di un comitato di cittadini italiani residenti in Nuova Zelanda (promosso da Viviana Zanetti, Marialuisa Risoli, Elisa Puccioni, Massimo Rinaldo, Martina Depentor, Valeria Sprea, Franca Bertani, Valentina Baccetti), in collaborazione con il Comites e le associazioni locali, profuso per sollecitare il governo, il parlamento e le istituzioni italiani ad adoperarsi per la ratifica della convenzione di sicurezza sociale tra i due Paesi. Sarà mia premura consegnare nei prossimi giorni la petizione alle autorità competenti.
3 – FEDI (PD) CHIEDE AL PRESIDENTE DELL’INPS BOERI DI GARANTIRE UNA GIUSTA TUTELA AI NOSTRI PENSIONATI ALL’ESTERO .
4 – L’ON. LA MARCA ALL’INIZIATIVA DI 50 & PIÙ ENASCO: “ESSENZIALE TRASMETTERE ESPERIENZE E SAPER FARE ALLE GIOVANI GENERAZIONI" Domenica 2 ottobre, l’On. Francesca La Marca ha partecipato, presso "Casa Loma" a Toronto, all’evento "I Maestri del commercio – Bridging the Distance", organizzato da 50 & Più Enasco e realizzato grazie al particolare impegno del Dott. Vincenzo Ghiandoni
5 – FEDI (PD): SANTO DOMINGO E DINTORNI – L’Ambasciata a Santo Domingo riapre, dunque. Credo sia giusto ringraziare la locale comunità italiana per il risultato raggiunto.
6 – Garavini: dal Rapporto Migrantes emerge un quadro di mobilità da trasformare in opportunità e apertura internazionale
7 – LA MARCA: GRANDE SODDISFAZIONE PER LA RIAPERTURA DELL’AMBASCIATA A SANTO DOMINGO
L’Ambasciata italiana di Santo Domingo riaprirà da febbraio e potrà ricominciare a fornire direttamente ai nostri connazionali i servizi che erano stati spostati a Panama, con comprensibile e grave disagio soprattutto per chi aveva meno risorse e minore possibilità di spostamento.

1 – L’ON. FEDI (PD) ALLA CONFERENZA “ITALIANS DOWN UNDER”. CONTINUARE IL BUON LAVORO RAFFORZANDO GLI STRUMENTI DI COORDINAMENTO. « Potrebbe essere sintetizzata in questa frase “continuare il buon lavoro rafforzando gli strumenti di coordinamento” la conclusione della Conferenza “Italians Down Under”, tenutesi il 23 e 24 settembre presso l’Ambasciata d’Italia, e voluta dall’Ambasciatore Pier Francesco Zazo. 26 SETTEMBRE 2016
Un’occasione annuale, questa di Canberra, per confrontarsi sui principali temi al centro dell’attenzione della comunità Italoaustraliana, dal mantenimento della lingua e della cultura italiane ai nuovi flussi migratori dall’Italia, dagli scambi commerciali tra i due Paesi alla rappresentanza politica della comunità.
Il gruppo di lavoro che ho presieduto, dedicato alle strategie per rafforzare la presenza della comunità italiana nella società australiana, ha prodotto un percorso che porterà, entro dodici mesi, alla creazione di un “Network of Networks”: una struttura di coordinamento nazionale della comunità che confermi la Conferenza Italians Down Under quale evento centrale per monitorare e sviluppare le scelte politiche e strategiche della presenza italiana in Australia.
Non abbiamo bisogno di imparare da nessuno né ci aspettiamo che qualcuno comprenda questa esigenza. Essa nasce concretamente dal lavoro svolto in tutti i settori della società australiana. È necessario far pesare la qualità e la quantità di questo lavoro quotidiano e, soprattutto, le mutate esigenze di una comunità in profonda trasformazione. Occorre cogliere queste trasformazioni e rispondere con una forte azione di collegamento con il mondo politico, amministrativo, accademico e della ricerca. Abbiamo bisogno, in sostanza, di un maggiore coordinamento.
Le ragioni che hanno indotto la Conferenza ad affrontare il tema delle relazioni bilaterali in campo economico e commerciale, ad esempio, sono quelle di affiancare alle crescenti opportunità, che vedono in campo gruppi imprenditoriali italiani di livello internazionale, scelte strategiche capaci di rafforzare la nostra presenza politica, culturale e linguistica in Australia. Abbiamo bisogno, in sostanza, di coniugare maggiormente, e in maniera originale, i temi della promozione economico-commerciale a quelli della mobilità delle persone, garantendo non solo una migliore informazione, ma percorsi privilegiati per la concessione di visti a particolari categorie professionali; di operare nel settore del riconoscimento dei titoli di studio e delle qualifiche professionali come elemento di collegamento tra mondo del lavoro e dello studio e ricerca, facendo scelte diverse, ad esempio, rispetto ai lettorati. Il governo italiano deve investire nelle Università australiane ed investire nei lettorati, non chiuderli.
Le ragioni di un forte investimento politico ed economico-commerciale, del resto, si ritrovano anche nella collocazione geo-politica dell’Australia. Da questo punto di vista, è stato interessante capire gli ostacoli che ancora oggi limitano maggiori opportunità di investimento nei due Paesi. Per l’Italia al primo posto la burocrazia. Favorire lo scambio tra i due Paesi significa quindi contribuire ad identificare e ridurre ostacoli e limiti.
Per quanto riguarda la promozione linguistico-culturale, c’è bisogno di affiancare all’opera degli enti gestori e degli istituti italiani di cultura, progetti innovativi, ricerca e formazione; occorre, quindi, diversificare gli strumenti, garantire gli accordi con gli Stati, puntare esclusivamente all’inserimento curricolare, sviluppare strumenti formativi e garantire risorse adeguate.
I tre gruppi di lavoro della Conferenza hanno disegnato, di fatto, un percorso di rafforzamento, ideale e progettuale che costituirà la base di lavoro dei prossimi mesi per i protagonisti della Conferenza e quindi per la comunità italiana d’Australia». On. Marco Fedi

2 – FEDI (PD): OLTRE MILLE FIRME DALLA NUOVA ZELANDA PER LA RATIFICA DELL’ACCORDO SULLE PENSIONI – Una petizione con oltre 1.000 firme è il risultato dell’esemplare impegno di un comitato di cittadini italiani residenti in Nuova Zelanda (promosso da Viviana Zanetti, Marialuisa Risoli, Elisa Puccioni, Massimo Rinaldo, Martina Depentor, Valeria Sprea, Franca Bertani, Valentina Baccetti), in collaborazione con il Comites e le associazioni locali, profuso per sollecitare il governo, il parlamento e le istituzioni italiani ad adoperarsi per la ratifica della convenzione di sicurezza sociale tra i due Paesi. Sarà mia premura consegnare nei prossimi giorni la petizione alle autorità competenti. 28 SETTEMBRE 2016
La firma dell’accordo con la Nuova Zelanda risale al 1998. Non è la prima volta che lo Stato italiano disattende un impegno internazionale assunto con un altro Paese in materia di sicurezza sociale: tra queste “disattenzioni” ci sono quelle con il Cile e le Filippine ed ovviamente proprio la Nuova Zelanda, Paesi i cui Parlamenti, vale la pena sottolineare, hanno già ratificato la convenzione da tanti anni.
Sono oltre 4.000 i cittadini italiani residenti nel Paese dell’Oceania i quali rivendicano diritti e tutela socio-previdenziali. Molti di loro hanno versato contributi in entrambi i Paesi e molti altri si spostano da un Paese all’altro per lavoro, per studio e quant’altro.
La stipula della convenzione permetterebbe a molti di loro di perfezionare importanti diritti ed introdurrebbe nei rapporti tra i due Stati numerose regole inderogabili a tutela del lavoro e dei diritti previdenziali. Infatti, l’accordo con la Nuova Zelanda prevede il coordinamento dei rispettivi sistemi di sicurezza sociale e favorisce l’accesso delle persone che si spostano da un Paese all’altro alle prestazioni di sicurezza sociale e pensionistiche previste dalle rispettive legislazioni.
Giova ricordare che il Consiglio dei Ministri italiano nel febbraio del 2014 aveva tuttavia approvato l’atto (insieme agli accordi con Canada, Israele e Giappone, che successivamente venivano ratificati dal Parlamento italiano) ma non aveva poi fatto seguire, per motivi mai chiariti, la presentazione dello stesso e la sua ratifica in Parlamento. Giova inoltre ricordare che l’Italia ha già firmato numerosi accordi con la Nuova Zelanda tra i quali quello contro le doppie imposizioni fiscali, quello riguardante lo svolgimento di attività lavorativa da parte dei familiari conviventi del personale diplomatico, consolare e tecnico amministrativo, quello sulla coproduzione cinematografica ed altri.
A fronte delle perplessità avanzate in alcune autorevoli sedi in merito alla remota firma dell’accordo (1998) ho voluto, in una mia recente interrogazione, evidenziare al Governo italiano che nonostante il tempo trascorso, l’accordo si potrebbe ratificare ed in seguito, adottando le procedure amichevoli previste da tutte le convenzioni di sicurezza sociale stipulate dall’Italia, potrebbe essere aggiornato per riflettere le eventuali modifiche intervenute nei sistemi nazionali di sicurezza sociale dei due Paesi contraenti.
Va infine sottolineato che i costi dell’accordo sono modesti visto il numero non elevato dei potenziali aventi diritto. Quindi sono convinto, e mi sto attivando per questo, che occorra rispondere positivamente alle richieste di tanti nostri connazionali e riprendere e concludere in tempi rapidi l’iter procedurale e legislativo che porti alla ratifica dell’accordo di sicurezza sociale tra Italia e Nuova Zelanda.

3 – FEDI (PD) CHIEDE AL PRESIDENTE DELL’INPS BOERI DI GARANTIRE UNA GIUSTA TUTELA AI NOSTRI PENSIONATI ALL’ESTERO . Perplesso e preoccupato per l’eliminazione e l’accorpamento della Direzione Convenzioni Internazionali nella Direzione Centrale dell’Inps (stabilita da una Determinazione di fine luglio che predispone un nuovo Ordinamento sulle funzioni centrali e periferiche dell’Istituto e che è ora al vaglio del TAR in seguito al ricorso del Comitato di Indirizzo e di Vigilanza dell’Istituto) ho scritto una lettera al Presidente Tito Boeri chiedendo chiarimenti, assicurazioni e garanzie per i nostri pensionati residenti all’estero. ROMA, 4 OTTOBRE 2016
In breve, ho chiesto a Boeri di fare in modo che non ci siano conseguenze negative sui diritti dei nostri lavoratori e pensionati all’estero a causa del progetto di razionalizzazione dell’Istituto e che la nuova “Governance dell’Inps” garantisca alle nostre collettività emigrate di pensionati e pensionandi, oggettivamente più deboli nella difesa dei loro diritti perché lontani e dispersi, il mantenimento di una particolare attenzione nei loro confronti anche attraverso l’istituzione di una struttura centralizzata e affiancata alla Direzione Centrale che fornisca con efficienza e qualità i servizi per una adeguata tutela socio-previdenziale.

4 – L’ON. LA MARCA ALL’INIZIATIVA DI 50 & PIÙ ENASCO: “ESSENZIALE TRASMETTERE ESPERIENZE E SAPER FARE ALLE GIOVANI GENERAZIONI" Domenica 2 ottobre, l’On. Francesca La Marca ha partecipato, presso "Casa Loma" a Toronto, all’evento "I Maestri del commercio – Bridging the Distance", organizzato da 50 & Più Enasco e realizzato grazie al particolare impegno del Dott. Vincenzo Ghiandoni. Per l’occasione è arrivata una nutrita delegazione dall’Italia, composta da Renato Borghi, Presidente di 50 & Più, Gabriele Sampaolo, Segretario generale dell’Associazione, David Sensi, Direttore Area esteri. 4 OTTOBRE 2016
Nel corso della cerimonia sono stati premiati alcuni imprenditori italo-canadesi, che si sono particolarmente distinti nel campo dei servizi, come quelli di scuola alberghiera, di cucina, di assistenza sociale e altro ancora. I premiati si sono impegnati a trasmettere le competenze e le specializzazioni acquisite a un gruppo di giovani italo-canadesi interessati a utilizzarle per la loro formazione professionale e per la loro attività.
L’Ambasciatore italiano in Canada, Gian Lorenzo Cornado, ha portato il suo saluto ai presenti e, di seguito sono interventi il Presidente Renato Borghi, il Segretario generale Gabriele Sampaolo e l’On. La Marca.
Nel suo intervento, la parlamentare ha tenuto a dare, da “torontina” e da unico eletto italo-canadese nel Parlamento italiano, il benvenuto agli ospiti venuti dall’Italia.
Venendo al tema della serata, l’On. La Marca ha sottolineato come l’iniziativa ruotasse intorno ad una cruciale domanda: “Come si riesce a trasmettere alle nuove generazioni la memoria e l’esperienza di chi in questa terra, rimboccandosi le maniche e con la creatività che contraddistingue gli italiani, ha realizzato il suo successo sociale e professionale?”
“L’Italia – ha continuato La Marca – ha un grande potenziale nel mondo, la sua storica emigrazione, ma perché esso possa dare i suoi frutti è necessario che non diventi un ricordo sbiadito ma che le esperienze di chi ha aperto nuove strade vivano nella mente e nel cuore delle giovani generazioni”.
Proprio per valorizzare questo patrimonio, la parlamentare ha ricordato di avere presentato un disegno di legge, sottoscritto dalla maggioranza assoluta dei deputati, per istituire la Giornata nazionale degli italiani nel mondo, con l’intento di richiamare l’attenzione della pubblica opinione, in Italia e all’estero, sulle potenzialità che l’Italia ha nel mondo.
“Per questo – ha concluso l’On. La Marca – trovo che il vostro impegno di trasmettere ai più giovani le esperienze, le competenze, le professionalità acquisite nella vita attraverso la realizzazione di servizi essenziali e di progetti turistici sia una meritevole iniziativa, per far vivere attraverso le generazioni il meglio che gli italiani hanno saputo realizzare. Noi italiani dobbiamo difendere l’identità che siamo riusciti a crearci attraverso la nostra operosità, la nostra creatività, la finezza e la bontà dei nostri prodotti, il nostro buongusto e la gioia di vivere. I Maestri che oggi sono pronti a trasmettere ai più giovani i valori della loro esperienza e del loro saper fare sono dunque la metafora di tutti noi”.
On./Hon. Francesca La Marca
Circoscrizione Estero, Ripartizione Nord e Centro America

5 – DEPUTATI PD ESTERO: LA RIFORMA DELL’EDITORIA È LEGGE. CONFERMATO IL NOSTRO EMENDAMENTO SUI FINANZIAMENTI AI PERIODICI IN ITALIANO EDITI E DIFFUSI ALL’ESTERO – La nuova legge sull’editoria è stata approvata dalla Camera dei deputati in terza lettura e quindi è diventata definitiva. Essa prevede l’istituzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, sgravi fiscali per le inserzioni pubblicitarie, il tetto agli stipendi dei dirigenti RAI e altri interventi da tempo richiesti dalle organizzazioni degli operatori e dalla stessa opinione pubblica. 5 OTTOBRE 2016Per quanto ci riguarda come italiani all’estero, essa conferma il nostro emendamento (primo firmatario Porta), approvato dalla Camera in prima
editi e diffusi all’estero o editi in Italia e diffusi prevalentemente all’estero”. Tale dizione – si ricorderà – fu resa necessaria per evitare che qualche soggetto, per ragioni di ordine formale, potesse essere escluso dagli interventi di sostegno. Questa formulazione tiene conto sia delle pubblicazioni nate e diffuse all’interno della comunità italiana all’estero e ad essa dirette sia delle pubblicazioni stampate in Italia e dirette alle minoranze italiane in Croazia, Slovenia e Istria.
L’anzianità di costituzione delle imprese e di edizione di tali testate, inoltre, è stata ridotta a due anni in modo da evitare di penalizzare soggetti e testate che nella difficile transizione degli ultimi tempi siano passati di mano continuando, tuttavia, a svolgere la loro preziosa funzione informativa e di coesione sociale.
La legge concede al Governo la delega per emettere, entro sei mesi, i decreti attuativi, che dovranno ridefinire i criteri di concessione dei contributi e consentire l’entrata a regime della riforma. Siamo convinti che il Governo tradurrà in modo rispettoso e coerente gli indirizzi della delega in modo da consentire ai possibili beneficiari di poter usufruire al meglio delle provvidenze previste. In ogni caso, resteranno costanti la nostra attenzione e il nostro impegno, soprattutto in occasione del parere che le commissioni parlamentari dovranno esprimere sul testo dei decreti, affinché la riforma dia i frutti sperati per gli operatori che all’estero, tra innumerevoli difficoltà, stanno tenendo vivi questi importanti strumenti di coesione culturale e di identità. I deputati Pd estero: Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta, Tacconi.

5 – FEDI (PD): SANTO DOMINGO E DINTORNI – L’Ambasciata a Santo Domingo riapre, dunque. Credo sia giusto ringraziare la locale comunità italiana per il risultato raggiunto. Non è facile conseguire un risultato significativo come la riapertura di un’Ambasciata ed è ancora più complesso quando precedentemente il MAECI aveva escluso per l’immediato questa possibilità. Il Governo ha cambiato idea grazie all’impegno della comunità, dell’organo informativo diretto da Ricky Filosa e di tutti i parlamentari eletti all’estero, di maggioranza e di opposizione, che hanno fatto il loro dovere. ROMA, 6 OTTOBRE 2016
Credo sia però doveroso partire proprio dal richiamo che il Ministro Gentiloni ha fatto in Parlamento proprio in occasione dell’annuncio della riapertura. Non si è trattato di un richiamo agli eletti all’estero né alla questione specifica delle chiusure consolari, anche perché è noto che il Parlamento non dispone chiusure o aperture di sedi, ma di un richiamo al bilancio del MAECI.
Poiché in una fase di limitazione della spesa pubblica, come quella che attraversiamo, ulteriori tagli sono possibili, se avvenissero rischierebbero di mettere in gravi difficoltà tutta la rete diplomatico-consolare.
Quindi il Governo, il MAECI, unico titolato a decidere su chiusure e aperture, chiede al Parlamento una attenzione specifica in vista della prossima legge di stabilità.
Lo ricordo a tutti noi, un eventuale taglio di alcune decine di milioni, disposto dal MEF sul bilancio del MAECI, comporterebbe una sostanziale impossibilità di recupero in sede di emendamenti al disegno di legge di stabilità.
Di questo dobbiamo parlare, oltre che delle misure da noi proposte in questi ultimi anni. Parlo, prima di tutto, di un adeguato investimento sulla promozione linguistico-culturale, una volta che avremo capito la direzione della riforma. Il decreto attuativo della legge delega sulla Buona Scuola è in fase avanzata, ma pochi ne conoscono il contenuto. Esso, comunque, dovrebbe riformare molti aspetti di questo intervento, in vista del passaggio delle competenze alla nuova direzione del MAECI.
Mi riferisco, ancora, all’esonero IMU e alla necessità di fare chiarezza e garantire equità in questo settore.
Parlo, inoltre, delle percezioni consolari e della assoluta necessità che si tenga conto di questo vero e proprio tesoretto: direttamente, attraverso l’investimento di tutti gli importi o di una percentuale di essi sulla rete consolare, o indirettamente, attraverso l’assunzione di responsabilità del MEF che quindi eviti di imporre una rimodulazione di spesa alla Farnesina.
Senza dimenticare, infine, le ratifiche di sicurezza sociale verso realtà geopolitiche che si giustificano, oltre che con ragioni di politica estera, anche con un impegno verso le nostre comunità, come gli accordi con la Nuova Zelanda, il Cile, il Perù, le Filippine e il Marocco.
On. Marco Fedi

6 – Garavini: dal Rapporto Migrantes emerge un quadro di mobilità da trasformare in opportunità e apertura internazionale – Nel consueto e prezioso appuntamento di presentazione del Rapporto degli italiani nel mondo della Migrantes tre aspetti sono da rilevare: l’intreccio costante tra partenze e arrivi, che fanno dell’Italia un Paese strutturalmente caratterizzato dalla mobilità sociale, culturale e di lavoro; la persistenza dell’aumento degli iscritti all’AIRE (107.000 nel 2015, +3,7%), un dato fatto di persone espatriate e di altre che stanno regolarizzando la situazione degli anni precedenti; la possibilità di passare da una tradizionale visione di uscita e di perdita ad una prospettiva di circolarità di energie e competenze.
Il nostro compito è quello di saper cogliere il nuovo e fare in modo che la mobilità sia sempre di meno una conseguenza della necessità e sempre di più una scelta, come dicono i giovani da 18 a 30 anni, che sono anche la classe più numerosa tra quelle che varcano le frontiere. Roma, 6 ottobre 2016
Lo ha detto molto bene il Presidente Mattarella nel suo messaggio di saluto: “Oggi il fenomeno degli italiani migranti ha caratteristiche e motivazioni diverse rispetto al passato. La mobilità dei giovani italiani verso altri Paesi dell’Europa e del mondo è una grande opportunità, che dobbiamo favorire, e anzi rendere sempre più proficua. Che le porte siano aperte è condizione di sviluppo, di cooperazione, di pace, di giustizia. Dobbiamo fare in modo che ci sia equilibrio e circolarità. I nostri giovani devono poter andare liberamente all’estero, così come devono poter tornare a lavorare in Italia, se lo desiderano, e riportare nella nostra società le conoscenze e le professionalità maturate”.
Gli sforzi che il Governo sta facendo per recuperare risorse per gli investimenti di sviluppo, capaci di elevare le opportunità di lavoro, e concedere gli incentivi per il rientro dei migranti qualificati vanno in questa direzione. Anche se l’impegno non è né facile né breve è questa la strada per rendere le migrazioni, al di là delle polemiche strumentali e demagogiche, un’opportunità da non perdere.

7 – LA MARCA: GRANDE SODDISFAZIONE PER LA RIAPERTURA DELL’AMBASCIATA A SANTO DOMINGO
L’Ambasciata italiana di Santo Domingo riaprirà da febbraio e potrà ricominciare a fornire direttamente ai nostri connazionali i servizi che erano stati spostati a Panama, con comprensibile e grave disagio soprattutto per chi aveva meno risorse e minore possibilità di spostamento. È questa la buona notizia annunciata dal Ministro Gentiloni, una notizia che premia la mobilitazione dei nostri connazionali e di quanti li hanno sostenuti e, nello stesso tempo, dà un positivo riscontro ai parlamentari, di maggioranza e di opposizione, che hanno rilanciato le loro richieste in sede istituzionale. Roma, 6 ottobre 2016
Per quanto mi riguarda, della questione avevo investito il Governo con due interrogazioni, una del 5/5/2015 (N. 4/09046) e un’altra del 23/7/2015 (N. 4/09955). In occasione della seconda interrogazione, ho pubblicamente dichiarato, senza mezzi termini, “le mie forti perplessità sulle conseguenze che si sarebbero riversate sulla comunità (…) Costringere gli utenti a servirsi di uffici distanti 1500 chilometri e due ore e mezzo di aereo e caricare sulle loro spalle pesanti spese di viaggio e di permanenza significa ignorare la situazione reale in cui versano diverse nostre comunità o, peggio ancora, non avere un adeguato spirito di servizio nei loro confronti”.
La mia soddisfazione è, dunque, piena, sincera e giustificata dai fatti. In questo momento, comunque, la cosa da sottolineare è che quando le forze si uniscono su un obiettivo condiviso, cercando di evitare personalismi e mosse propagandistiche, dei risultati si possono ottenere, pur non sottovalutando le difficoltà del momento.
Quella dell’Ambasciata di Santo Domingo è, dunque, un’indicazione di carattere più generale, di cui far tesoro anche per altre situazioni e problemi.
Intanto, continueremo a vigilare perché le cose vadano realmente secondo gli annunci e il presidio dello Stato italiano ritorni a Santo Domingo per il bene dei nostri connazionali e per il prestigio del nostro Paese.
On. Francesca La Marca

 

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