12150 ISTAT: la fotografia dell’immigrazione in Italia a settembre 2016

20161004 12:24:00 redazione-IT

In base ai dati forniti dal Ministero dell’Interno, al 1° gennaio 2016 sono regolarmente presenti in Italia 3.931.133 cittadini non comunitari, numero sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente. I paesi più rappresentati sono: Marocco (510.450), Albania (482.959), Cina (333.986), Ucraina (240.141) e India (169.394). La presenza non comunitaria risulta sempre più stabile sul territorio. Continuano infatti a crescere i soggiornanti di lungo periodo, che passano da 2.248.747 (56,3% sul totale) nel 2015 a 2.338.435 nel 2016 e rappresentano il 59,5% dei cittadini non comunitari regolarmente presenti.

 La progressiva acquisizione della cittadinanza italiana per alcune comunità “storiche”, come quelle marocchina e albanese, porta ad una diminuzione del numero di permessi di soggiorno validi: al 1° gennaio 2016 i cittadini albanesi sono 15.460 in meno rispetto allo scorso anno, quelli marocchini 7.907 in meno.

 I dati sulla dinamica della presenza mettono in luce intensi cambiamenti. Per la prima volta dall’inizio degli anni ’90 si verifica una riduzione della presenza femminile (-6.742 permessi rispetto al 2015) dovuta in gran parte al calo dei nuovi ingressi.

 Prosegue la flessione del numero di nuovi permessi di soggiorno concessi. Durante il 2015 ne sono stati rilasciati 238.936, il 3,9% in meno rispetto al 2014. Tale diminuzione ha interessato in misura maggiore le donne (-4,8% contro il -3% degli uomini).

 La flessione riguarda in particolare gli ingressi per motivi di lavoro (-35.312, pari al -62%). Se nel 2014 rappresentavano il 23% dei nuovi ingressi, nel 2015 sono scesi al 9%.

 Continua invece a ritmi sostenuti la crescita dei permessi per asilo e protezione umanitaria (+19.398 ingressi, pari a +40,5%) che nel 2015 arrivano a rappresentare il 28,2% dei nuovi ingressi (19,3% nel 2014, 7,5% nel 2013)

 I principali paesi di cittadinanza delle persone in cerca di asilo e protezione internazionale sono Nigeria, Pakistan e Gambia che insieme coprono il 43,8% dei flussi in ingresso per questa motivazione.

 Sono sempre più numerosi i cittadini non comunitari che ogni anno diventano italiani: da meno di 50 mila nel 2011 a quasi 159 mila nel 2015.

 Il numero maggiore di acquisizioni di cittadinanza riguarda albanesi (35.134) e marocchini (32.448) che insieme rappresentano oltre il 42% delle acquisizioni.

 Tra il 2014 e il 2015 sono diminuite le acquisizioni per matrimonio, dal 14% al 9%. Per le donne si passa dal 25% al 16%.

 Il 42% di coloro che hanno acquisito la cittadinanza italiana nel 2015 ha meno di venti anni. Cresce il numero di chi acquisisce la cittadinanza per trasmissione dai genitori o perché, nato in Italia, al compimento del diciottesimo anno di età sceglie la cittadinanza italiana: da circa 10 mila nel 2011 a oltre 66 mila nel 2015.

Cittadini non comunitari:

diminuiscono donne e collettività “storiche” Al 1° gennaio 2016 sono 3.931.133 i cittadini non comunitari con un regolare permesso di soggiorno in Italia. Tra il 2015 e il 2016 si registra una sostanziale stabilità delle presenze pur con dinamiche molto diverse per tipologia di permesso e singole collettività. In generale, la tenuta del numero complessivo dei permessi di soggiorno validi è sostenuta dai soli permessi di lungo periodo (permessi a tempo indeterminato, cfr glossario) mentre i permessi con scadenza diminuiscono di oltre 88mila unità tra il 2015 e il 2016 (-5,6%). La costante crescita del numero dei soggiornanti di lungo periodo è il risultato del processo di stabilizzazione della presenza straniera nel nostro Paese. Nel 2016 i permessi di lungo periodo ammontano a 2.338.435 (il 59,5% della presenza regolare1 ) dai 2.248.747 del 2015. Tra le prime dieci cittadinanze, la quota di soggiornanti di lungo periodo è particolarmente rilevante per gli stranieri provenienti da Albania e Marocco ma risultano in forte crescita anche per le principali collettività dell’Est Europa: sia l’Ucraina che la Moldova arrivano al 63,8% (rispettivamente +5,3% e +8,5% rispetto all’anno precedente). Queste collettività, dunque, si vanno consolidando definitivamente sul nostro territorio. Resta invece relativamente contenuta e ampiamente sotto la metà delle presenze la quota di soggiornanti di lungo periodo cinesi. Rallentano i flussi in entrata a seguito del rilascio di nuovi permessi e, in contemporanea, crescono le “uscite” dal collettivo degli stranieri non comunitari dovute alle acquisizioni di cittadinanza italiana (cfr. paragrafo sulle acquisizioni di cittadinanza). A seguito di queste dinamiche combinate diminuiscono i cittadini non comunitari di alcune collettività “storiche” presenti in Italia da lunghissimo tempo, come ad esempio quella albanese, che perde in assoluto il numero maggiore di permessi validi (-15.460, pari a -3% in un solo anno), quella marocchina (-7.907, -1,5%) e, in misura minore, quella filippina (-1.870). Per Marocco e Albania la diminuzione può essere in buona misura imputata proprio alle acquisizioni di cittadinanza italiana. In generale si registrano, in termini assoluti, diminuzioni di rilievo per i cittadini non comunitari provenienti dall’Europa (-21.627) e dall’America Centro-meridionale (-9.744). Al contrario gli aumenti più consistenti si rilevano per l’Africa Occidentale (+23.668, +7,2% in termini relativi) e per l’Asia Centro-meridionale (+18.715, +3,4%). Tra i primi dieci paesi per numero di permessi, nella generale stabilità del numero di presenze, il Pakistan registra la crescita più intensa (+6.894) e a seguito di questo incremento entra a far parte dei primi dieci paesi in termini di presenze. Se si considerano anche i paesi fuori dalla graduatoria dei primi dieci, la Nigeria (+9.997) e il Gambia (+4.627) hanno dato luogo agli aumenti più rilevanti. Le donne rappresentano il 48,7% delle presenze ma, per la prima volta, nel 2016 si registra una flessione (6.742 permessi in meno rispetto al 2015) in gran parte dovuta al calo dei nuovi ingressi (cfr. paragrafo sui flussi). La componente femminile è molto variabile a seconda delle collettività considerate: prevalente per Ucraina (79,2%) e Moldova (66,9%), in netta minoranza per Bangladesh (28,4%), Pakistan (30,4%) ed Egitto (30,7%) (Prospetto 1). La quota di minori non comunitari presenti in Italia, pari al 24,2%, è sostanzialmente stabile. Come per la distribuzione di genere, anche in quella per età si riscontrano notevoli differenze tra le varie cittadinanze. La quota di minori sul totale delle presenze si colloca oltre il 30% per le collettività del Nord-Africa, mentre rappresenta il 9% per l’Ucraina.

Per leggere tutto il rapporto di sintesi, clicca QUI

 

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