12112 On line il numero di Luglio di NUOVO PAESE – della FILEF Australia

20160723 12:44:00 redazione-IT

[i]L’Editoriale[/i]
[b]Sempre meno ordine, meno civiltà[/b]

La Brexit non è stata una semplice espressione di rabbia nata dalla frustrazione e dall’impotenza da parte dei cittadini dell’UK.
E’ chiaro che gli stessi sintomi sono ormai diffusi in tutta Europa, che è sotto pressione per una stagnazione sopratutto economica, ma che ha delle conseguenze sociali e politiche.
Quell’Europa che cominciava ad unire gli Europei in un quadro di legislazione interessante dal punto di vista ambientale e progresso civico, si è invece dimostrata incapace di affrontare il crescente divario economico, conseguenza di un capitalismo sempre più libero e bisognoso di nuovi campi di investimento e profitto.

Questa disparità è la pietra sulla quale si reggono la disoccupazione endemica, il crescente costo della vita, la incapacità dei governi di poter sovvenzionare il welfare dei loro popoli e il ritardo di interventi per colmare i rischi del cambiamento climatico, causato dall’impatto umano.

Sono soprattutto lacune scatenate dall’Occidente per via del suo stile di vita, legato ad un sistema economico poco funzionale per le esigenze sociali ed ambientali, ma anche per una produzione più sensata.
Ormai è chiaro che dopo l‘11 Settembre la struttura delle Nazione Unite è state relegata ad un ruolo secondario e non è più usato e nemmeno visto come un organo sopra-nazionale per mediare tensioni e conflitti.

Il crescente potere del capitalismo, che ormai supera quello dei governi nazionali, non può gradire che l’Europa cresca in un blocco di civiltà Occidentale progressista e gli va bene avere delle nazioni e delle comunità caotiche.

Una conferma del caos e delle contraddizioni e’ il fatto che si approvano delle leggi per proteggere così minuziosamente la vita – tanto per esempio il casco per la moto e la cintura della macchina – ma poi l’individuo può essere privo della possibilità di guadagnare il suo pane.

La sfida della disparità riguarda la giustizia economica quanto quelle ambientale che sono indispensabili per la pace sociale.

[i]Per scaricare la rivista:[/i]
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[b]Less and less order, less civility[/b]

Britain’s exit from the European Union (Brexit) was more than a simple expression of anger born of frustration and impotence on the part of UK citizens.
The same symptoms are not just common in Europe which is under pressure mainly from an economic stagnation but which has social and political consequences.

The EU was beginning to unite Europeans in an interesting legislative framework with regards to the environment and civic progress. However, it has been unable to address the growing economic gap, a result of a freer global capital in search of new investment fields and profits.

The resulting disparity is the bedrock on which rest endemic unemployment, high living costs, governments’ inability to fund essential services and welfare and tardy interventions to address the risks of human instigated climate change.

These contemporary and seemingly intractable problems have been largely caused by unsustainable Western lifestyles, linked to a dysfunctional economic system incapable of meeting social and environmental needs, but also in developing a more sensible production.

It is clear that after September 11 the United Nations has been relegated to a secondary role and is no longer used or even seen as a supra-national body to mediate tensions and conflicts.

Global capital, whose power now exceeds that of many national governments, may not favour a united and progressive European block and prefers instead chaotic nations and communities.

An example of the chaos and contradiction is the passing of laws that meticulously seem to protect – such as obligatory bicycle helmets and seat belts – but deny individuals the right to earn their keep.

The challenge posed by disparity is to achieve economic and environmental justice that are essential for social peace.

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NUOVOPAESE – il numero di luglio

 

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