12091 16 06 21 PD Parlamentari Estero

20160621 22:24:00 guglielmoz

1 – LA MARCA (PD): orrore per la strage di ORLANDO e pietà per le vittime. Rinnovato impegno per la libertà e la democrazia
Orrore e dolore. E pietà per tante vite giovani e innocenti, stroncate per la sola ragione di poter diventare un simbolo da colpire, il bersaglio di un odio e di una violenza assunte come strumento di vendetta e sopraffazione contro una diversa civiltà
2 – LA MARCA (PD): per i corsi di italiano in ONTARIO si apre una fase di ricerca e confronto che richiede la responsabilità di tutti
3 – FEDI (PD): il nostro intervento a tutela delle pensioni degli italiani all’estero – Alla Commissione Lavoro della Camera dei deputati si sta discutendo in questi giorni il futuro delle prestazioni assistenziali per i nostri emigrati

1 – LA MARCA (PD): ORRORE PER LA STRAGE DI ORLANDO E PIETÀ PER LE VITTIME. RINNOVATO IMPEGNO PER LA LIBERTÀ E LA DEMOCRAZIA
Orrore e dolore. E pietà per tante vite giovani e innocenti, stroncate per la sola ragione di poter diventare un simbolo da colpire, il bersaglio di un odio e di una violenza assunte come strumento di vendetta e sopraffazione contro una diversa civiltà. Roma, 13 giugno 2016
È difficile trovare parole per questa ennesima e grave strage, la più grave che sia stata mai consumata in un luogo pubblico negli Stati Uniti. Paradossalmente, proprio il significato che l’esecutore e i mandanti hanno voluto dare a questo orribile gesto, rappresenta la ragione del suo rigetto e della sua più netta condanna. Si sono volute colpire, infatti, persone in ragione della loro differenza, della forza eversiva che le loro scelte di vita esercitano verso convenzioni moralistiche e tabù cristallizzati, verso una visione religiosa rigida e spersonalizzante. Si è voluto colpire, insomma, un simbolo di quanto di più prezioso vi sia nel nostro patrimonio ideale, morale e civile, vale a dire la libertà, l’uguaglianza tra i cittadini, il rispetto della persona e dei suoi intangibili diritti civili.
Ha ragione Obama: dobbiamo restare ciò che siamo perché solo in questo modo risalterà in tutta la necessaria chiarezza la forza della libertà e della democrazia rispetto allo spirito di sopraffazione e di violenza. Il non avere fatto passi indietro nella pratica democratica dopo le stragi di Parigi e di Bruxelles ha consentito di fatto di far avanzare il prosciugamento delle fonti dell’odio e il contenimento territoriale e militare dell’ISIS.
La fermezza nei principi, tuttavia, si deve coniugare con la collaborazione a livello internazionale tra gli stati democratici per potenziare e mettere in sinergia gli strumenti di prevenzione e controllo necessari per rendere più elevati possibili i livelli della comune sicurezza, per quanto sia possibile di fronte ad azioni isolate e disperate.
Queste, comunque, sono le ore del raccoglimento e dell’impegno. Il pensiero va ai giovani uccisi con barbarie e ai feriti, va alle loro famiglie. L’impegno di tutti noi è quello di rafforzare la resistenza ideale e civile, difendendo con rinnovata convinzione e vigore il bene della libertà e della democrazia.
On. Francesca La Marca

2 – LA MARCA (PD): PER I CORSI DI ITALIANO IN ONTARIO SI APRE UNA FASE DI RICERCA E CONFRONTO CHE RICHIEDE LA RESPONSABILITÀ DI TUTTI. Roma, 16 giugno 2016
Lo York Catholic District School Board si è riunito per prendere una decisione formale sulla questione dei tagli al programma riguardante l’International Language Extended Day Program, tagli che coinvolgerebbero 400 corsi di italiano frequentati da circa 8.500 alunni, e ha deciso a stretta maggioranza di nominare una specifica Commissione consultiva con il compito di “esaminare le soluzioni finanziare alternative” volte ad assicurare la operatività del programma nei limiti delle possibili coperture. In questo modo, si apre per tutti una fase di approfondimento e di dialogo, che comunque non potrà andare oltre il 20 dicembre 2016.
Sia nell’intervento fatto personalmente a cospetto dei Trustees del Provveditorato che nell’interrogazione urgente in commissione presentata al Governo italiano, ho auspicato che si aprisse un tavolo di trattativa per trovare, in comune, una soluzione diversa da quella dei tagli. Si tratta, ora, di utilizzare il positivo metodo prescelto per costruire con spirito di collaborazione soluzioni concrete.In tale prospettiva, credo sia utile riaffermare alcuni orientamenti generali.Il primo è che in una realtà come l’Ontario, dove da decenni si svolge una delle esperienze più avanzate del mondo per quanto riguarda l’insegnamento dell’italiano, non si può in alcun modo accettare che scompaiano 400 corsi integrati in 23 scuole, per di più in una situazione in cui la comunità italiana è molto estesa e radicata. Si tratterebbe non di un episodio a livello locale, ma di un arretramento complessivo del sistema di promozione della nostra lingua nel mondo. Nello stesso tempo, sarebbe un colpo all’immagine di un Paese come il Canada che, in tempi non sospetti, ha aperto la strada del multiculturalismo (e quindi del multilinguismo) a livello globale. Ci deve essere, dunque, un’assunzione di responsabilità che coinvolga congiuntamente le istituzioni italiane, quelle canadesi e la stessa comunità residente.
In secondo luogo, deve essere chiaro a tutti che i cittadini canadesi di origine italiana che chiedono la continuazione di questo servizio lo fanno prima di tutto in virtù dei loro diritti di cittadini canadesi, che concorrono con il loro lavoro allo sviluppo del Paese e con l’adempimento dei loro doveri fiscali alle spese dello Stato, tra le quali l’istruzione rappresenta una riconosciuta priorità. Il plurilinguismo è ormai una dotazione culturale e formativa valutata come necessaria e generalmente richiesta.
In terzo luogo, l’amministrazione italiana deve considerare la situazione che si è determinata per l’insegnamento dell’italiano in Ontario e, più in generale, in Canada, considerando anche l’emergenza che in questo settore si sta vivendo a Montreal, non come un semplice tassello di un quadro più articolato ed esteso, ma come una priorità da affrontare in una prospettiva pluriennale. Non a caso, ho chiesto al Ministro degli esteri di non escludere, pur nella difficile situazione finanziaria che questo settore sta attraversando da anni, un atto di responsabilità più tangibile e diretto. Questo, evidentemente, risulterà tanto più facile quanto più si realizzerà con le autorità canadesi un rapporto di reciprocità.
Per quanto mi riguarda, rinnovo l’esortazione a tutte le parti in causa ad affrontare questa fase di ricerca con il massimo spirito di collaborazione e di amicizia, quale si addice ai nostri due popoli e a due Paesi che sono tra loro in eccellenti rapporti. Continuerò a seguire quotidianamente lo sviluppo della vicenda con rispetto verso le autorità canadesi e con costante premura e impegno verso quelle italiane, affinché sia salvaguardato fino in fondo il diritto di migliaia di ragazzi e delle loro famiglie ad avere una formazione moderna, completa e rispettosa delle proprie origini. On. Francesca La Marca

3 – FEDI (PD): IL NOSTRO INTERVENTO A TUTELA DELLE PENSIONI DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO – Alla Commissione Lavoro della Camera dei deputati si sta discutendo in questi giorni il futuro delle prestazioni assistenziali per i nostri emigrati. Roma, 21 giugno 2016
La legge delega di contrasto alla povertà (la C. 3594) prevede una norma di cui noi avevamo già denunciato l’inavvedutezza ma soprattutto l’iniquità. E cioè quella di “razionalizzare” le prestazioni non contributive erogate all’estero (integrazione al minimo e maggiorazioni sociali) nell’ambito di un intervento riformatore del sistema delle politiche sociali italiane. Il ddl di riforma recante norme relative al contrasto della povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali (collegato alla legge di stabilità 2016) parte dalla considerazione che in Italia manca una misura organica che copra le necessità delle famiglie più vulnerabili e in condizioni economiche di bisogno, a partire da quelle con figli. E che le prestazioni esistenti devono essere verificate nella loro appropriatezza rispetto al bisogno – in una logica di efficacia dell’intervento specifico e allo stesso tempo nel livello di copertura di bisogni diversi e in una logica di equità del sistema assistenziale complessivamente inteso. Il Governo per raggiungere questi obiettivi ritiene sia necessario non solo razionalizzare i trattamenti esistenti, ma anche riorganizzare il sistema di accesso alle prestazioni, a partire dalle modalità di valutazione del bisogno.
Il disegno di legge delega in discussione in Parlamento intende quindi introdurre una misura nazionale per il contrasto della povertà, da considerare livello essenziale delle prestazioni; la razionalizzazione della normativa in materia di prestazioni di natura assistenziale o comunque sottoposte alla prova dei mezzi, anche rivolte a beneficiari residenti all’estero; e il riordino della disciplina concernente il sistema di interventi e di servizi sociali. Il nostro timore è che per raggiungere questi obiettivi il Governo, su indicazione dell’Inps (fu il Presidente Tito Boeri a sollevare il problema l’anno scorso), voglia rivedere per il futuro il sistema di erogazione delle prestazioni assistenziali italiane nei Paesi extra-comunitari (come è noto l’inesportabilità di tali prestazioni è stata già introdotta dai Regolamenti comunitari di sicurezza sociale) con il rischio che le nostre collettività residenti all’estero meno abbienti e più bisognose possano essere private di uno strumento essenziale di integrazione e supporto al reddito.
Ci siamo quindi mobilitati per introdurre proposte emendative ai fini dell’esclusione dal riordino delle prestazioni agli italiani all’estero. Sarà nostra premura seguire con attenzione l’iter del ddl sulla povertà fiduciosi che il nostro intervento sensibilizzi Governo e Parlamento sulla necessità, in questa congiuntura storica – caratterizzata da crisi economiche, politiche ed umane – , di continuare a garantire la tutela dei diritti socio-previdenziali di tutti gli italiani nel mondo.

 

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