12047 Congresso FAIM – Mario Zoratto (Ctim): Volontà e impegno di partecipazione attiva e propositiva

20160430 11:47:00 redazione-IT

ROMA – Il Forum che oggi formalmente inizia la sua attività può essere auspicabilmente la «primavera» delle associazioni. Pur utilizzando questa definizione attuale, quella di un movimento sociale dinamico, spontaneo, nato dalla crisi delle istituzioni, esso può, e deve, rappresentare un nuovo soggetto culturale e sociale trans – continentale che, nel concreto è un anello di congiunzione tra forze collettive ed individuali con gli obiettivi fissati nel testo stesso dal documento fondativo: «sostenibilità e progettualità» .

Personalmente darei molto valore alla mappa, quella di una miriade di strutture, e associazioni diffuse in Italia e nel mondo, che costituiscono uno strumento, un mezzo di comunicazione e di approfondimento permanente.

E una occasione questa, unica, che ci viene data per operare a grande scala e nello stesso tempo a quella locale.

Modestamente la creazione di «Oltreconfine associazione culturale Bruno Zoratto» si inserisce pienamente in questa linea progettuale: vuol essere cioè un laboratorio di ricerca e di analisi fondato sull’eredità morale e sull’ ingente materiale documentario e culturale lasciatoci da Bruno Zoratto e da tutto ciò che lui ha costruito. Partendo quindi dalla sua esperienza si trarranno quei riferimenti necessari per proseguire nelle riflessioni concrete sulle migrazioni passate per evincere utili insegnamenti per la soluzione dei molti problemi posti dalle attuali migrazioni, che hanno dato vita alle nuove società trans – continentali segnate dalle diversità etniche. La nostra iniziativa sarà sostenuta dagli Enti locali, dalle Universita, dalle Scuole e dalle Associazioni operanti non solo nel territorio friulano. A queste si stanno già creando altri centri all’ estero denominati «Oltreconfine» : E già attivo l’Associazione di Buenes Aires in Argentina (Pres. Franco Arena).

L’operato di Bruno Zoratto si svolge tra il 1960 e il 2004, periodo storico per l’ emigrazione italiana ; di aspetti molto complessi e significativi, che ha messo tutti, di ogni appartenenza politica, a confronto per la difesa dei «sacrosanti diritti e doveri» degli Italiani all’estero. In questo contesto sociale la figura di Bruno Zoratto, familiare a molti di voi, si presenta come acerrimo difensore delle cause degli emigranti e «protagonista di un giornalismo voce dei tanti, che in emigrazione non hanno voce», con la creazione, del periodico «Oltreconfine». Mi piace ricordare alcune dichiarazioni giunte al momento della sua prematura scomparsa. Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha scritto: Zoratto «è stato un attivo e tenace protagonista nel percorso che ha consentito ai nostri connazionali l’esercizio concreto della cittadinanza attraverso il diritto di voto. Zoratto ha sempre accompagnato ad una intensa attività uno stile sobrio e riservato che rende oggi un esempio la sua lezione di vita». Il Segretario Generale del C.T.I.M., il Ministro Mirko Tremaglia, scrive di avere sempre apprezzato «l’impegno e la dedizione politica che l’amico Bruno Zoratto ha riservato alla causa dell’ emigrazione italiana. Nel lontano 1968, assieme ad altri amici, fondammo il Comitato Tricolore degli Italiani nel Mondo. Con intelligenza e con tenacia egli è riuscito a guadagnare la stima e l’apprezzamento anche di chi è politicamente lontano. Tutti gli riconoscono l’onestà intellettuale e politica di saper portare avanti le problematiche nuove ed antiche che riguardano le nostre collettività». Infine ricordo con piacere le affermazioni dell’ amico Rodolfo Ricci: «Anche se da fronti avversi, non è mai mancata la possibilità di collaborare con Zoratto sulle questioni principali che riguardavano l’emigrazione. Non giudicava mai le persone dal proprio abito o schieramento, non sopportava mediocrità o ipocrisie».

Il nostro impegno concreto oggi, oltre allo studio e la catalogazione del patrimonio lasciato da Bruno Zoratto, è di operare nel vivo, nel quotidiano, organizzando incontri, dibattiti sui temi delle migrazioni friulane, italiane e mondiali, coinvolgendo associazioni, istituzioni e collettività. Oggi viviamo in un mondo aperto in cui il diritto di emigrare non è riconosciuto da tutte le nazioni e nello stesso tempo assistiamo ad un crescente aumento dei migranti nel mondo: nel 1975 erano 70 milioni e nel 2013 240 milioni. Malgrado l’importanza del fenomeno ciò che è preoccupante e quotidianamente angoscioso, per noi figli di una grande emigrazione, é l’atteggiamento sociale, nazionale ed europeo, di fronte ai flussi migratori, nuovi agli spostamenti, all’esodo di popolazioni dai conflitti, dalle catastrofi, dalle dittature, alla ricerca di una vita migliore, in paesi più sicuri, come quelli della «vecchia Europa».

La povertà, l’aumento delle persone emarginate, la violenza urbana sono i segni di una società che soffre.

I territori, le città, sono luoghi teatri di scontri e cambiamenti sociali profondi e gravi. Manifestazioni, contestazioni e proteste riguardanti la delocalizzazione, la disoccupazione, la scuola, la casa, l’ambiente coinvolgono tutti giovani e persone anziane, residenti e comunità immigrate. In questo clima generale, di trasformazione e di crisi globali, anche il tema dell’ emigrazione assume un significato più ampio e più profondo e richiede un’attenzione, una analisi e un approccio di grande respiro culturale e di più rilevante spessore politico ed intellettuale. Perciò crediamo a una futura organizzazione, come il Forum, che debba rivolgersi, certo alla difesa estrema dei valori, dei diritti e degli interessi delle nostre comunità all’estero, ma anche ad una riflessione non banale sulle origini, le cause e le soluzioni possibili in tema di mobilità umana, d’ integrazione socio-culturale, di sviluppo economico, di dignità da difendere e di rispetto delle proprie radici, peraltro considerando con la massima attenzione gli importanti e dettagliati studi proposti dalle Fondazioni, dai Centri di ricerca e dalle Associazioni e che potrebbero costituire una biblioteca unica, una concentrazione necessaria alla ricerca e alle proposte.

Per queste ragioni credo fermamente nel ruolo importante della fondazione del FAIM, che può essere parallelo, di integrazione e di aiuto, alle istituzioni nel dovere morale e politico di una nuova cultura delle migrazioni e di difesa dei diritti dei migranti: l’ esperienza italiana è esemplare; va studiata, va difesa, continuata.

(Mario Zoratto – Inform/eminews)

 

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