11411 16 Servizio per gli Italiani all’estero 2 novembre 2014

20141101 14:36:00 guglielmoz

1 – LA MARCA (PD) SCRIVE AI MINISTRI LUPI E MOGHERINI: va concluso l’accordo con il canada sul riconoscimento delle patenti
2 – UNIVERSITÀ LA SAPIENZA. I parlamentari del PD FEDI, GIACOBBE, LA MARCA E PORTA partecipano ai seminari sulle politiche migratorie e dell’integrazione
3 – deputati PD estero: per i comites una sola cosa da dire: “iscrivetevi e andate a votare
4 – Columbus Day Parade – Apprendiamo con grande gioia ed orgoglio l’annuncio del Governatore dello Stato del Texas, il quale dedica il mese di Ottobre al Patrimonio Culturale Italo-americanola ,riconoscendo il contributo degli Italiani nel far crescere questo paese
5 – FEDI (PD): Incontro con delegazione parlamentare australiana
6 – Comites Hannover Seiler str.26 – 30449 Hannover lettera ai presidenti della camera e senato
7 – FEDI (PD): Grave errore non rinnovare il lettorato alla Monash University di Melbourne

1 – LA MARCA (PD) SCRIVE AI MINISTRI LUPI E MOGHERINI: VA CONCLUSO L’ACCORDO CON IL CANADA SUL RICONOSCIMENTO DELLE PATENTI
Dopo aver presentato una interrogazione parlamentare per chiedere i motivi per cui l’accordo sulla conversione delle patenti con il Canada si è improvvisamente arenato e dopo aver incontrato l’Ambasciatore canadese in Italia Peter McGovern per discutere della posizione del Canada in merito all’accordo, la deputata del PD Francesca La Marca, eletta nella Ripartizione Nord e Centro America, ha deciso di scrivere ai Ministri Lupi (Trasporti) e Mogherini (Esteri) per sensibilizzare e sollecitare il Governo italiano a riprendere i negoziati con il Paese nordamericano e trovare una soluzione ai problemi che hanno portato all’attuale stallo delle trattative. Ai due ministri l’On. La Marca ha voluto segnalare che come rappresentante della vasta comunità italiana residente in Canada, e dei numerosi ex emigrati italiani in Canada rientrati in Italia, di ricevere sistematicamente richieste di interessamento e di intervento su questa tematica da parte dei nostri connazionali e delle loro associazioni. Nella sua lettera ai due ministri la parlamentare italiana ha ricordato che l’Ambasciatore McGovern ha espresso un forte interesse affinché l’accordo tra Italia e Canada sulla conversione delle patenti di guida venga stipulato e che tale accordo beneficerebbe decine di migliaia di cittadini, rafforzerebbe le relazioni tra i due Paesi, ed arricchirebbe la legislazione su questa materia dei due Paesi che hanno già stipulato numerosi accordi internazionali con Paesi terzi (l’Italia ha firmato circa 60 accordi per il reciproco riconoscimento delle patenti di guida con Paesi di tutto il mondo). L’On. La Marca ha scritto ai due ministri di ritenere necessario un maggiore impegno da parte delle autorità competenti per concludere positivamente le trattative tra i due Paesi che oramai si trascinano da anni improduttivamente. Proprio a causa di questi ritardi la parlamentare aveva presentato nel mese di luglio 2014 una interrogazione parlamentare dove si evidenziava come alla quasi totalità dei cittadini italiani che si recano in Canada e dei cittadini canadesi che si recano in Italia, e che per motivi di studio o di lavoro acquisiscono la nuova residenza, non viene riconosciuta né convertita la patente di guida, con tutti i disagi e le frustrazioni che si possono immaginare. Nella sua lettera l’On. La Marca ha ricordato che nel 2006 le autorità competenti canadesi avevano predisposto e inviato al Governo italiano una proposta di accordo quadro a livello federale che prevedeva la successiva stipula di protocolli tecnici attuativi a livello delle varie province canadesi e si era successivamente avviato a Roma un negoziato specifico tra esperti dei due Paesi per definire un testo comune la cui ultima versione era stata sottoposta nel luglio del 2011 ai negoziatori canadesi da parte della nostra ambasciata a Ottawa. Da allora, nonostante i tentativi compiuti con numerose iniziative politiche e legislative, e voci non confermate di un prossimo accordo, le trattative sembrano essersi arenate. “Data la rilevante importanza che l’accordo riveste per le nostre collettività emigrate in Canada e per le migliaia di cittadini italiani che per varie ragioni hanno ripreso ad emigrare nel Paese nordamericano – scrive la deputata – ritengo che la sua entrata in vigore rappresenterebbe un importante segnale di attenzione e di responsabilità da parte di questo Governo nei confronti dei nostri connazionali.”.
Alla luce di queste considerazioni La Marca ha esortato i due ministri ad impegnarsi in direzione di una ripresa dei negoziati con il Canada al fine di concludere finalmente ed in tempi possibilmente brevi questo importante accordo.

2 – UNIVERSITÀ LA SAPIENZA. I PARLAMENTARI DEL PD FEDI, GIACOBBE, LA MARCA E PORTA PARTECIPANO AI SEMINARI SULLE POLITICHE MIGRATORIE E DELL’INTEGRAZIONE.

Nell’ambito della collaborazione avviata dall’on. Marco Fedi con il Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche dell’Università La Sapienza di Roma sono stati organizzati tre seminari sui temi delle politiche migratorie e dell’integrazione per gli studenti del Master in “Migration and Development” diretto dal Prof. Triulzi e dei Corsi di laurea (triennale e magistrale) in “Cooperazione allo sviluppo” dei Professori Marco Cilento e Cristina Giudici.

I tre seminari hanno lo scopo di presentare, in chiave comparativa, le politiche migratorie, di accoglienza e di integrazione di diversi Paesi a forte impatto migratorio.

I primi due seminari si sono svolti presso l’Università di Roma La Sapienza, Ex-Caserma Sani, in Via Principe Amedeo.

Il 13 ottobre scorso, 120 studenti hanno affrontato il case studydedicato alle politiche migratorie, di accoglienza e di integrazione adottate negli ultimi trent’anni dall’Australia. Dopo gli interventi introduttivi del Prof. Antonello Biagini, Prorettore Vicario della Sapienza, del Prof. Umberto Triulzi, Direttore del Master “Migration & Development”, del Prof. Cilento e della Dottoressa Claudia Zaccai della Facoltà di Sociologia, sono intervenuti l’On. Marco Fedi e il Sen. Francesco Giacobbe.

Nelle loro relazioni i parlamentari del PD hanno illustrato l’evoluzione della legislazione australiana in materia di migrazioni. Un approfondimento rilevante è stato dato alla politica del multiculturalismo inaugurata negli anni settanta dal Premier laburista Gough Whitlam, recentemente scomparso. Una politica quest’ultima straordinariamente innovatrice che ha segnato in maniera indelebile le politiche di integrazione e di welfare a favore delle comunità immigrate, trasformando la stessa società australiana in una società plurale e multietnica. Fedi ha poi analizzato l’attualità politica australiana, presentando le ultime posizioni del governo conservatore Abbott in tema di immigrazione, rifugiati, richiedenti asilo, immigrazione clandestina e multiculturalismo. Posizioni particolarmente restrittive e che segnano un arretramento nella tradizione dell’accoglienza in Australia ma che si inseriscono in un quadro di generale irrigidimento da parte di molti governi conservatori occidentali anche a causa della perdurante crisi economica e dei contradditori e drammatici conflitti in atto in molte aree del mondo. Un altro tema di grande interesse affrontato da Fedi è stato quello dell’acquisizione e del riconoscimento della cittadinanza australiana. Il primo incontro si è concluso con un vivace dibattito tra gli studenti e i parlamentari sull’attualità delle questioni affrontate e sull’inevitabile confronto con l’Italia in materia di politiche migratorie e dell’integrazione.
Il secondo seminario, svoltosi ieri 20 ottobre, ha affrontato tre case studies. La deputata Francesca La Marca ha riferito sulle politiche migratorie del Canada, i deputati Porta e Fedi hanno illustrato rispettivamente la realtà brasiliana e quella statunitense alla luce dei nuovi flussi migratori globali e regionali. Nel corso del seminario sono intervenuti i professori Cilento e Cristina Giudici. Numerose sono state le domande da parte degli studenti che si sono soffermati soprattutto sugli aspetti riguardanti l’immigrazione illegale, l’acquisizione della cittadinanza, i sistemi di accesso e di regolamentazione dei flussi.
L’ultimo degli incontri si terrà lunedì 27 ottobre, presso la Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto. La prima parte del seminario affronterà i case studies riguardanti la Svizzera, la Francia e la Germania. La seconda parte sarà dedicata alla analisi comparativa del voto a distanza. Interverranno i deputati Fedi e Laura Garavini e, per l’Università La Sapienza, il Prof. Antonello Biagini, il Prof. Umberto Triulzi, i Professori Cilento e della Dottoressa Claudia Zaccai

3 – DEPUTATI PD ESTERO: PER I COMITES UNA SOLA COSA DA DIRE: “ISCRIVETEVI E ANDATE A VOTARE”
A poche ore dalla scadenza del termine di presentazione delle liste per il rinnovo dei COMITES e a poco più di un mese dal termine per l’iscrizione negli elenchi degli elettori, la cosa più chiara e seria da fare è uno sforzo straordinario e univoco per favorire la partecipazione al voto dei cittadini.
Desideriamo ribadire ancora una volta, sperando che sia l’ultima, i termini della questione: c’è una legge vigente che, dopo tre rinvii, dice che il voto deve avvenire entro il 2014; si è sviluppata una richiesta univoca da comunità, COMITES e CGIE, oltre che da tutti gli eletti all’estero, affinché si evitasse un altro deleterio rinvio, che avrebbe messo definitivamente in ginocchio questi organismi; il Governo è riuscito a trovare 7 milioni aggiuntivi per votare entro l’anno portando le risorse a 9 milioni; per evitare il penalizzante voto nei seggi si è tornati al voto per corrispondenza; per contenere i costi nei limiti del budget disponibile e rendere più sicuro il voto è stata introdotta la preiscrizione nell’elenco degli elettori, una soluzione che non è caduta dal cielo ma che è un elemento condiviso da tutti i gruppi parlamentari per la riforma del voto per corrispondenza; siamo stati tutti concordi nel rilevare che i tempi previsti per le diverse operazioni erano strettissimi e per questo abbiamo chiesto al Governo di indire entro il 2014 le elezioni e di poterle svolgere entro i primi mesi del 2015; ci è stato risposto che i soldi non spesi sarebbero ritornati nel calderone generale e che non vi sarebbe stata alcuna certezza di poterli recuperare nel 2015, favorendo di fatto un rinvio sine die del rinnovo; abbiamo condizionato la nostra disponibilità ad uno sforzo serio sul piano della comunicazione e ci è stato assicurato che, oltre all’attivazione dei canali istituzionali, sarebbero stati inviati 2,8 milioni di lettere ai capifamiglia per informare dell’obbligo di preiscrizione.
Il Governo ha ribadito in queste ore che dopo che i decreti di indizione sono stati emanati e dopo che è stata avviata la complessa macchina organizzativa è tecnicamente, giuridicamente e politicamente impensabile di potere bloccare lo svolgimento delle operazioni elettorali.
Rispettiamo le opinioni di tutti, ma con i tempi che ci sono continuare a frenare, contraddire e spargere sfiducia rappresenta una responsabilità che non solo non intendiamo assumerci, ma che riteniamo di dovere contrastare a tutela dei diritti di cittadinanza degli italiani all’estero e in difesa dei loro istituti di rappresentanza. Continuare a invadere gli organi d’informazione di inquietudini e incertezze oscurando l’obbiettivo primario di questa tornata elettorale, quello di superare uno stato di democrazia sospesa, è il miglior regalo che si possa fare ai detrattori e agli eversori dei diritti politici dei cittadini residenti all’estero.
Dopo dieci anni di durata di un abnorme legislatura qualcuno ancora dice, non sappiamo con quanta buona fede, prima la riforma dei COMITES e poi il voto. La prima riforma dei COMITES è farli vivere, rispettarne le prerogative loro assegnate dalla legge, rinnovarne la rappresentanza impegnandosi per un ricambio generazionale e per una loro apertura ai fenomeni nuovi, come la nuova emigrazione. Il dibattito elettorale, semmai, si raccolga intorno ad una fondamentale domanda – “qual è il COMITES che vogliamo” -, in modo che dopo il ripristino della democrazia tra le comunità si possa procedere ad un loro potenziamento anche alla luce delle riforma generale sull’assetto della rappresentanza.
Ora c’è una sola cosa da dire: “Iscrivetevi per votare. Scegliete liberamente i vostri rappresentanti”. E una sola cosa da fare: informare il maggior numero possibile di elettori perché si iscrivano e partecipino al voto. Sappiamo già che i livelli di partecipazione non saranno elevati, e questo non solo per questioni di tempi e di procedure, ma per un malessere profondo che pesa sul rapporto tra i cittadini e le istituzioni, in Italia e fuori d’Italia. Non è stato certamente per i tempi ristretti che la partecipazione al voto nelle ultime politiche all’estero è calata del 10%. Ma proprio per questo ogni energia deve essere spesa per curare il malessere della democrazia nell’unico modo possibile: la democrazia.
I DEPUTATI PD ESTERO: FARINA, FEDI, GARAVINI, LA MARCA, PORT

4 – Columbus Day Parade
Apprendiamo con grande gioia ed orgoglio l’annuncio del Governatore dello Stato del Texas, il quale dedica il mese di Ottobre al Patrimonio Culturale Italo-americanola ,riconoscendo il contributo degli Italiani nel far crescere questo paese.
La comunita’ Italo Texana di cui mi onoro di Rappresentare ha dimostrato di essere vicino alla visione multietnica e culturale dello Stato promuovendo molteplici iniziative ed attivita’ culturali , dove in particolar modo ci vedono in prima linea per la settimana della lingua e cultura italiana nel mondo e per tante altre manifestazioni come ad esempio quella del Columbusd Day Parade del prossimo 12 Ottobre a Dallas.

Se da un lato vi sono state controversie negative come quella di Seattle dove la festivita’ del Columbus Day e’ stata cancellata all’unanimita’ da parte del consiglio comunale di quella citta’, dichirando che quella giornata e’ la celebrazione degli indigeni, A Dallas il Comites con il CTIM ,l’Associazione dei Siciliani in Texas e la SAAT con la CSNA , si sono impegnati nel favorire, promuovere ed organizzare il primo evento storico dl Columbus Day Parade a Dallas in Texas, ed altre attivita’ culturali e tradizionali che arricchiranno di italianita’ lo Stato della Stella Solitaria!il tutto e nel rispetto di altre culture ed etnie , e nella convivenza pacifica tra popoli.
Alla celebrazione parteciperanno Autorita’ civili e Militari, i nostri cari Amici Cowboy Texani marceranno con i loro cavalli assieme a noi nel ponte storico della citta’ di Dallas sventolando con fierezza ed orgolgio la bandiera Italiana e quella americana.
Il primo Grand Marshal ad essere stato selezionato e’ il Segeretario Generale del Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo , Robeto Menia, Avvocato e pubblicista ex Sottosegretario di Stato Ministero Ambiente , sempre vicino agli italiani nel mondo , "meritato riconoscimento a causa del suo sostegno ,partecipazione e collaborazione per la riapertura della cappella votiva ad Hereford , dedicata ai prigionieri italiani della seconda guerra mondiale, nonche’ di tutte le inziative che riguradano la promozione dell’Italianita`.

5 – FEDI (PD): Incontro con delegazione parlamentare australiana
"Solidi rapporti di amicizia, impegno comune internazionale per la pace ma anche legittime diversità sulle soluzioni per affrontare la crisi economica e i processi migratori. Questo in sintesi il risultato di un positivo incontro con una delegazione del parlamento australiano tenutosi ieri alla Camera dei Deputati" – ha dichiarato l’On. Marco Fedi, riconfermato alla guida della sezione bilaterale di amicizia Italia-Australia.
L’incontro, presieduto dall’On. Antonio Martino, Presidente dell’Unione Interparlamentare per la XVII Legislatura, ha consentito di esaminare alcune delle questioni che hanno caratterizzato le scelte politiche dei due Paesi, in campo economico e internazionale, e le questioni che concernono i rapporti bilaterali tra i due Paesi.
La delegazione, guidata dalla Presidente della Camera dei Comuni australiana, Bronwyn Bishop, e composta da Nola Marino, Tony Zappia e Glenn Sterle, accompagnata dall’Ambasciatore australiano a Roma, Mike Rann, ha incontrato la Presidente della Camera Laura Boldrini e il Presidente della Commissione Esteri del Senato Pier Ferdinando Casini. Tra i temi affrontati e discussi anche la prossima elezione della presidenza internazionale dell’Inter-Parliamentary Union.

6 – Comites Hannover Seiler str.26 – 30449 Hannover lettera ai presidenti della camera e senato
AlPresidente della Commissione affari esteri della Camera dei Deputati, On.Fabrizio Cicchitto,
Alpresidente della Commissione Affari Esteri del senato della Repubblica Sen.Pierferdinando CASp.c.
AlMinistro degli Affari Esteri, On. Federica Mogherini
Al SE ,ambasciatore d’Italia a Berlino, Pietro Benassi
Aicittadini italiani residenti all’estero tramite la stampa
Signori Presidenti,
Dopo anni di attesa con un provvedimento a dir poco singolare il Ministero degli Affari Esteri ha fatto indire in tutte le circoscrizioni consolari le votazioni per le elezioni dei Comites. Infatti, con il D.L. 109/2014 convertito con modificazioni dalla L. 1 ottobre 2014, n. 141 (in G.U. 3/10/2014, n. 230), ha sapientemente integrato e modificato il D.L. 67/2012.In sostanza in due articoli si stabilisce che "Al fine di conseguire l’obiettivo di razionalizzazione della spesa pubblica" le elezioni (dei COMITES)
devono avere luogo nell’anno 2014 "a domanda dell’elettore" (in deroga al D. Lgs. 82/2005) e che con successivo Regolamento il Ministero degli Affari Esteri stabilirà le modalità di votazione "mediante l’utilizzo di tecnologia informatica".
Il MAE ha "emanato" il sopra citato Regolamento che in sintesi prevede che "La consultazione avverrà tramite voto per corrispondenza. I cittadini italiani residenti all´estero e regolarmente iscritti all’AIRE che intendano partecipare alle elezioni, per poter essere ammessi al voto, dovranno far pervenire all’Ufficio consolare di riferimento DOMANDA DI ISCRIZIONE NELL’ELENCO ELETTORALE. La domanda, che dovrà pervenire alla sede consolare ENTRO IL 30° GIORNO precedente la votazione, potrá essere inoltrata avvalendosi del modulo allegato da inviare unitamente alla copia di un proprio documento di identità mediante posta ordinaria, posta elettronica certificata, posta elettronica normale, fax o essere presentata personalmente.
Ed è proprio in questa procedura la singolarità dell’iniziativa ed il calvario che la Collettività italiana all’estero deve sostenere e subire.
Come noto sin dalla nascita della legge 23.10.2003, n.286, proprio per il ruolo affidato ai COMITES dalla legge, il MAE ha cercato sin da subito di cancellare questi organismi che "disturbavano" la quiete dei Consoli.
L’approvazione della legge faceva seguito ad una serie di proteste contro l’assenteismo dei Consolati nel mondo che fu sostenuta da diversi quotidiani nazionali che ne avevano documentato il lassismo. Ora non si comprende come il Governo abbia chiesto ed il Parlamento assecondato un simile provvedimento che cancella anni di lotta della Collettività italiana all’estero per avere il giusto rispetto da parte dello Stato italiano.
Infatti, con il D.L. 109 del 2014 si finisce per “cancellare” sia la Legge 286/2003 che il Regolamento di attuazione approvato con DPR 395 del 2003, dove , invece, per le elezioni dei COMITES sono previste procedure vincolanti e chiare. Una decisione normativa a cui non hanno fatto seguito le istruzioni per le sedi che prive di indicazioni hanno avviato le votazioni sulla base di una procedura illegittima ed incostituzionale che preclude alla maggior parte degli italiani l’esercizio del voto di organismi fondamentali per la nostra emigrazione, divenuti ora ancora più attuali proprio per la nuova ondata di emigranti che fuggono dall’Italia in cerca di lavoro.
Un escamotage voluta da un certo gruppo di Parlamentari e dal MAE per vanificare l’importanza dei COMITES. Fatto sta che i connazionali all’estero vengono costretti ad esprimere l’opzione con una procedura a dir poco “folle”, debbono infatti riempiere una scheda, accompagnarla con la fotocopia del proprio documento. Ma come fa il cittadino ad esprimere l’opzione se non viene raggiunto da nulla, perché unica forma di publicità dei Consolati sono i siti web in internet. Quanti cittadini hanno questa capacità? Come se non bastassero queste difficoltà il MAE con altrettanta decisione illegittima, visto che è ancora operante la legge 286/2003, ha deciso la ”chiusura” bulgara di diversi COMITES che si sono visti privati di un proprio diritto prima ancora di iniziare la propria campagna elettorale. Parlo del COMITES di Amburgo, di quello
di Mannheim e di tantissimi altri…. Come sono stati chiusi e con quali provvedimenti? Li faranno “ora per allora?”
Ma perché non è stata seguita la legge 286/2003 ed il suo Regolamento approvato con DPR 395/2003 che all’art.1, comma 1, stabiliscono chiaramente che tutti gli elettori iscritti all’AIRE hanno diritto di voto.
Perchè allora il Governo ha scelto questa procedura che è altamente lesiva del diritto dato da una legge ai cittadini italiani residenti all’estero ? Perché sono state create queste difficoltà ignorando apertamente la normativa sull’autocerficazione (DRP 28.12.2000, n.445 e D.Lgs. 196/2003) Perché voler ostacolare la partecipazione al voto tutelata dalla costituzione italiana, ultimo brandello violato del nostro Paese ?
Forse perché il MAE, consapevole della forte sfiducia del cittadino nella P.A., ha scelto queste procedure complesse e perverse (compilazione modulo e firma dello stesso, riproduzione in copia del documento di identità, come se ognuno avesse in casa una fotocopiatrice) il cui risultato voleva essere i COMITES= ZERO ?
Certo, siamo consapevoli che sarà un flop su tutta la linea, ovvero la Caporetto delle elezioni ? Tutto questo solo per dimostrare che non c’è partecipazione ?
No, Signori Presidenti, il Flop è Vostro!!! Perché è la riprova della sfiducia contro lo Stato italiano che vessa continuamente i cittadini italiani all’estero.
E’ infatti evidente che con i pochissimi voti che risulteranno dalle votazioni verrà marginalizzata l’importanza dei Comitati. Con questo singolare
stratagemma si cancelleranno non solo i COMITES ma anche il CGIE e con essi la legge 286/2003. E si badi bene che questi risultati avranno un chiaro impatto anche sulla riorganizzazione della rete consolare che potrà/dovrà chiudere numerosi Consolati divenuti "inutili".
Si calpesta, in sostanza, impunemente un diritto protetto dalla Costituzione italiana (cfr. gli artt. 2,3 e 48) a chi ce lo protegge ? Voi ?
Nei confronti della Collettività italiana all’estero, pur essendo essa il motivo grazie al quale il Ministero ha aperto Ambasciate e Consolati facendo vivere da nababbi un
esercito di diplomatici, ha sempre avuto un atteggiamento arrogante nei suoi/nostri confronti ed ha usato ogni suo potere per limitare via via i servizi a favore della
Collettività italiana.
Da tempo con altrettanti atti illegittimi sono stati ridotti i servizi a favore dei cittadini italiani residenti all’estero. Basti ricordare l’approvazione del decreto
legislativo n. 71 del 3 febbraio 2011 recante il nuovo "Ordinamento e funzioni degli Uffici consolari", furono apportate consistenti modifiche al testo
previgente. Mentre l’articolo 28, comma 1, del citato D.L. recita testualmente che “Il capo dell’ufficio consolare esercita, secondo le modalita’ e con
i limiti di seguito stabiliti, le funzioni di notaio nei confronti dei cittadini, attenendosi alla legislazione nazionale”, con successivo Decreto del
Ministro degli Affari Esteri del 31.10.2011, si affermò che “I Capi degli Uffici consolari aventi sede in Austria, Belgio, Francia, Germania e Lettonia
non esercitano funzioni notarili". Una bestemmia giuridica che nessuno ha mai voluto annullare causando ai nostri Connazionali residenti in quei paesi
notevoli disagi.
E’ quindi tempo che i cittadini italiani residenti all’estero capiscano che lo Stato italiano, vuole si le loro tasse e le loro rimesse, ma essi sono cittadini inesistenti.
Si prenda allora il passaporto del Paese che ci ospita e si metta fine a questa pagliacciata. Chiederemo poi noi che, all’insegna dello spending review ,rimanga solo l’Ambasciata di Bruxelles. Date le distanze possono ben partire da Roma i signori Ambasciatori per parlare con i Capi di stato europei.
Non ci si può trincerare quindi dietro le miserevoli scuse dello spending review. Non ci sono i soldi, si deve risparmiare, giusto, ma questo non lo si faccia sulla
pelle degli italiani emigrati all’estero perché la propria Patria non gli ha dato un posto di lavoro per darlo ai raccomandati, non gli ha dato nemmeno la
dignità per vivere con qualche escamotage perché la vita in Patria era troppo cara, ed ora vuole umiliarci anche qui con questi giochetti di bassa politica,
una politica alla quale diciamo queste porcherie fatevele in casa perché qui ci siamo costruiti una vita con difficoltà e dignità e siamo rispettati.
Il presidente del Comites di Hannover
Dott.Giuseppe Scigliano

7 – FEDI (PD): Grave errore non rinnovare il lettorato alla Monash University di Melbourne
La decisione di non rinnovare un lettorato nel mondo è sempre sbagliata. I lettorati nelle università estere sono un punto di forza della nostra presenza culturale e linguistica; indebolire questa rete di contatti, ricerca e professionalità è un errore. Non per caso, del valore dei lettorati e dei risultati da essi raggiunti in termini di formazione e di relazioni culturali si parlerà specificamente la prossima settimana a Firenze nel corso degli Stati generali della lingua italiana nel mondo. Annunciare la chiusura di alcuni di essi alla vigilia di questo importante momento di riflessione e di rilancio della lingua italiana è una palese contraddizione che forse si sarebbe fatto bene ad evitare.
La chiusura di alcuni lettorati s’inquadra, come è noto, nel processo di revisione della spesa imposta a ciascun ministero. La revisione della spesa alla Farnesina o in qualsiasi altro ministero, tuttavia, si dovrebbe affrontare eliminando gli sprechi, razionalizzando le uscite e riducendo i costi amministrativi, non certo tagliando gli investimenti in campo culturale e linguistico.
Farlo poi con la Monash University di Melbourne, che ha un campus in Italia, a Prato, e sta investendo per realizzare una presenza formativa e culturale in questo Paese, oltre ad essere un errore in sé, rappresenta un ulteriore esempio di disattenzione verso l’Asia Pacifico. Per indurre ad una più seria riflessione e favorire un ripensamento ho presentato oggi una interrogazione in proposito al Ministero degli affari esteri, con la speranza che i tempi della risposta siano compatibili con la delicatezza e l’urgenza della decisione.
On. Marco Fedi

"notizie tratte da: INFORM, AISE, AGI, AgenParle , RAI News e 9COLONNE".

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