11262 Pil: Cgil, dati Istat dimostrano fallimento politiche austerità

20140807 11:18:00 redazione-IT

[b]Il sindacato di Corso Italia commenta i dati Istat sul Pil: "Fallimento totale delle politiche finora adottate in Europa e in Italia. Non sono le riforme delle regole, ma gli investimenti a far ripartire il lavoro"[/b]

“Il dato del Pil, diffuso oggi dall’Istat, ci riporta a 14 anni fa e posiziona l’Italia tra i Paesi europei in maggiore sofferenza ed è la dimostrazione del fallimento delle politiche di austerità sino ad ora adottate in Europa e in Italia”. Lo dichiara la Cgil, in una nota a commento dei dati odierni sul Pil.

“Non sono certo le riforme delle regole a far ripartire il lavoro o l’economia, e quelle istituzionali, sebbene importanti, non possono più essere l’unica preoccupazione del Presidente del consiglio, né occupare l’intera vita politica del Parlamento e delle forze politiche".

"Servono investimenti – prosegue il sindacato di Corso d’Italia-, a cominciare da quelli già annunciati che adesso devono diventare fatti. Serve dare finalmente attuazione al Piano sull’edilizia scolastica e la messa in sicurezza del territorio, rilanciare le infrastrutture, favorire l’occupazione giovanile e la redistribuzione dei lavoro. È indispensabile una politica industriale e un’idea, che oggi non vediamo, di come le aziende pubbliche possano servire, al meglio, il Paese. Serve una politica di sostegno seria per chi il lavoro lo cerca, per rischia di perderlo per chi sul mercato cerca una ricollocazione”.

“Bisogna incentivare i contratti di solidarietà per distribuire il lavoro, ripristinare i provvedimenti su Quota96 o sui lavoratori precoci che, sanando un’ingiustizia, consentivano a migliaia di persone di accedere alla pensione e ad altrettante l’ingresso al lavoro. Occorre maggiore flessibilità di uscita senza penalizzazioni, per il pensionamento. Serve anche una diversa politica europea. L’Italia ha la presidenza di turno dell’Unione. Metta in campo tutta la sua autorevolezza per modificare nel concreto le politiche sin qui seguite. Mille giorni sono troppi. Servono scelte e investimenti, ora”.

 

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