10997 1 – NOTIZIE dal PIEMONTE gennaio 2014

20140113 23:10:00 guglielmoz

1 – Giù le mani dal Piemonte lo diciamo noi a Cota! Le fiaccolate non servono a rimandare il voto
2 – Cota, novello Candide, ma la Regione Piemonte non è la migliore delle regioni possibili
3 – Emergenza carceri, in Piemonte alto tasso di sovraffollamento e il Consiglio regionale si ostina a non voler nominare il Garante dei detenuti
4 – Adesso che la Lega Nord ha aperto all’utilizzo della cannabis, Cota faccia approvare il nostro PdL sull’uso terapeutico
5 – Parto gemellare di Domodossola, un sistema informatico sanitario unico avrebbe aiutato un servizio che troppo facilmente è andato in crisi
6 – Consiglio regionale straordinario sull’ASL TO1, un’occasione persa e chi ci rimette sono i pazienti
7 – Il nostro ostruzionismo in commissione sul disegno di legge sul Csi-Piemonte porta a casa una pausa di riflessione da parte della maggioranza
8 – Irricevibile la minaccia di non rinnovare al Csi-Piemonte la convenzione della Regione
9 – Chi ha lasciato soli i lavoratori dell’IPLA? Chiediamo subito un piano d rilancio dell’istituto, non la Cig: l’IPLA deve essere aperta al mercato

1 – GIÙ LE MANI DAL PIEMONTE LO DICIAMO NOI A COTA! LE FIACCOLATE NON SERVONO A RIMANDARE IL VOTO
“Giù le mani dal Piemonte” lo diciamo noi: Roberto Cota ponga fine a questa tormentata legislatura e si sottoponga al giudizio del voto. Se l’ex Presidente è veramente convinto di aver operato bene, sarà anche sicuro della rinnovata fiducia dei piemontesi. Noi crediamo che invece in cuor suo sia consapevole del disagio che la sua amministrazione ha creato ai cittadini.
Noi siamo convinti che i danni causati da questa fallimentare esperienza di Governo regionale debbano essere recuperati il prima possibile perché il tempo stringe. Questa Giunta ha stravolto e distrutto i Trasporti e la Sanità del nostro territorio: la media di un assessore alla Sanità all’anno deve essere il termometro dell’incapacità di questa maggioranza regionale.
Cota mantenga un comportamento dignitoso e non si scagli inutilmente contro la magistratura urlando alla politicizzazione della sentenza. Quella che oggi è delegittimata è la Giunta delle fiaccolate: domani, come nel giugno del 2010, i leghisti e i suoi alleati scenderanno in piazza per manifestare contro la sentenza del TAR.
Noi diciamo basta: si torni al voto in primavera perché i piemontesi hanno il diritto ad essere governati da una Giunta legittima e compatta che sia in grado di dare ossigeno al sistema Piemonte.

2 – COTA, NOVELLO CANDIDE, MA LA REGIONE PIEMONTE NON È LA MIGLIORE DELLE REGIONI POSSIBILI
Un film già visto, il presidente Cota novello Candide nella “migliore delle regioni possibili”.
E’ surreale infatti che si trinceri dietro dichiarazioni: “la Regione Piemonte è diventata punto di riferimento per il territorio e i suoi cittadini”.
La realtà è invece molto diversa: siamo nel momento in cui la Regione ha toccato il livello più basso di credibilità. Di questo dovrebbe preoccuparsi, al di là delle singole responsabilità, anche perché non vediamo i risultati millantati.
Cota dovrebbe ricordare, ad esempio, che il piano sanitario è franato pezzo dopo pezzo, dalle federazioni alla riorganizzazione delle emodinamiche, per ricordare solo le questioni più note, arrivando ad una sanità commissariata, anche se non formalmente, nella pratica dal Ministero dell’Economia.E proprio in questi giorni la discussione sulle due realtà aziendali, Csi-Piemonte e IPLA, dimostra la mancanza assoluta di politiche industriali in cui inquadrare il loro futuro, in due settori strategici, come l’Ict e la green economy.
E non siamo per nulla sollevati dalle rassicurazioni del vicepresidente Pichetto sullo stato dei conti della Regione, anche perché arriviamo di nuovo a fine anno senza avere approvato il bilancio previsionale per quello successivo.

3 – EMERGENZA CARCERI, IN PIEMONTE ALTO TASSO DI SOVRAFFOLLAMENTO E IL CONSIGLIO REGIONALE SI OSTINA A NON VOLER NOMINARE IL GARANTE DEI DETENUTI
I dati che sono stati diffusi dalla UilPa in merito al sovraffollamento delle carceri in Piemonte non possono di certo lasciarci indifferenti. Sono quasi 700 i detenuti in più che sono rinchiusi negli istituti di detenzioni piemontese, registrando così il 18% di sovraffollamento. La situazione più critica è a Torino dove sono 351 i detenuti in più rispetto alla capienza massima.
Questi numeri sono la fotografia perfetta per raccontare lo stato di degrado nel quale sono costretti a vivere i detenuti piemontesi. Condizioni che possono essere alla base dei drammi che portano a gesti estremi di disperazione: in Piemonte due detenuti, uno a Ivrea e uno a Torino, si sono tolti la vita; 78 hanno tentato il suicidio; 437 si sono resi protagonisti di atti di autolesionismo; 53 agenti penitenziari hanno subito un’aggressione.
E la maggioranza di Cota cosa fa? O meglio cosa non ha fatto. Ha preso tempo e finora non ha nominato il Garante dei detenuti in nome della razionalizzazione dei costi. Ma i risparmi non possono essere fatti sulla compressione dei diritti.

4 – ADESSO CHE LA LEGA NORD HA APERTO ALL’UTILIZZO DELLA CANNABIS, COTA FACCIA APPROVARE IL NOSTRO PDL SULL’USO TERAPEUTICO
E’ scoppiata la polemica. Grazie al dibattito interno alla Lega Nord sulla legalizzazione della cannabis abbiamo potuto scoprire che esistono esponenti del carroccio che guardano con interesse a quel vento di cambiamento che sta arrivando dagli Stati Uniti e che vorrebbe spazzare quel proibizionismo che negli anni ha causato troppi danni anche in Italia.
Non è un caso che la discussione sia stata animata proprio tra i corridoi del Consiglio regionale della Lombardia, infatti con il decreto ministeriale del 18 aprile 2007 è divenuto possibile anche in Italia prescrivere e utilizzare alcuni cannabinoidi ad esempio per scopo terapeutico ma in realtà l’accesso a questi farmaci resta molto problematico a causa dell’assenza di protocolli attuativi delle norme già pienamente in vigore a livello nazionale.
Il gruppo consiliare di Sinistra Ecologia Libertà con Vendola ha presentato nel febbraio del 2011 un progetto di legge regionale che permetterebbe una vera svolta nell’uso di questi medicinali, anche perché la legge nazionale vigente non prevede il rimborso dei medicinali derivati dalla cannabis, un costo che – con l’approvazione di questa legge – sarebbe a carico del servizio sanitario regionale e non più dei singoli pazienti. Si noti che una terapia completa di medicinali a base di cannabinoidi ha un costo mensile di circa 600 euro.
Il problema dunque esiste e non è solo legato all’utilizzo ludico delle droghe leggere, ma anche all’utilizzo medico. Non stiamo dunque sollecitando il Presidente della Regione ad approvare una legge che liberalizzi l’utilizzo delle droghe leggere in Piemonte, bensì stiamo chiedendo a Cota di approvare un progetto di legge che abbiamo presentato e che rappresenterebbe una svolta decisiva per le terapie mediche dei piemontesi. Che non sia proprio questa la sintesi giusta tra Salvini e Fava? Cota non faccia le orecchie da mercante e sfrutti il nostro suggerimento.

5 – PARTO GEMELLARE DI DOMODOSSOLA, UN SISTEMA INFORMATICO SANITARIO UNICO AVREBBE AIUTATO UN SERVIZIO CHE TROPPO FACILMENTE È ANDATO IN CRISI
Oggi in Commissione Sanità è stato ricostruito, dal punto di vista cronologico, ciò che è avvenuto nel tragico caso del parto gemellare della signora di Domodossola, alla quale è arrivata la solidarietà di tutti, compresa quella dell’assessore.
Sono nati naturalmente tanti punti interrogativi che ci dicono che il sistema nel suo complesso non ha funzionato, al di là di eventuali responsabilità singole. Si sono accumulati tanti ritardi, a partire dal fatto che la signora sia arrivata all’ospedale di Domodossola con codice verde, quando invece la sua gravidanza era a rischio, e, come già evidenziato nei giorni scorsi, anche l’ambulanza per il trasporto di emergenza sia stata ricercata con notevole ritardo.
Una vicenda drammatica come questa fa emergere non solo problemi organizzativi del 118, soprattutto nell’area del VCO, ma anche delle carenze progettuali del piano sanitario, come la scarsa attenzione alla cura del “percorso nascita”, che dovrebbe accompagnare la futura mamma dall’inizio della gravidanza, così come limiti del protocollo operativo da mettere in atto nel caso di parti complessi.
A questo proposito abbiamo osservato che un sistema informatico sanitario unico, tra i diversi servizi, permetterebbe di individuare subito un caso come quello di Domodossola come parto non fisiologico, e dunque di agire di conseguenza, senza ritardi.
Purtroppo invece continuiamo a sottovalutare l’importanza della razionalizzazione e omogeneizzazione del sistema informativo sanitario, questione che invece noi non ci stanchiamo di porre come fondamentale, anche nella parallela discussione della riorganizzazione dell’ICT regionale.
E’ infatti paradossale che nel 2014 non abbiamo ancora in linea accessibili, almeno dai tutti i servizi di una stessa area territoriale, i dati sanitari dei cittadini piemontesi.

6 – CONSIGLIO REGIONALE STRAORDINARIO SULL’ASL TO1, UN’OCCASIONE PERSA E CHI CI RIMETTE SONO I PAZIENTI
Il Consiglio regionale straordinario sulle presunte irregolarità amministrative dell’ASL TO1 svoltosi a porte chiuse questa mattina è stata un’ulteriore occasione persa per porre chiarezza agli occhi dei piemontesi in merito alla gestione sanitaria da parte di questa Giunta regionale.
Il taglio dei presidi ospedalieri; l’inutilità delle Federazioni sanitarie e lo spreco di denaro pubblico che hanno rappresentato; la continuità della cura per le pazienti dell’ospedale Valdese di Torino; la gestione del personale medico che viene palleggiato da un presidio all’altro. Queste sono solo alcune delle questioni che negli ultimi due anni abbiamo cercato di mettere in evidenza e di porre all’attenzione di questa maggioranza sorda, cieca e ottusa.
Un esempio dei paradossi che sono stati istituzionalizzati dal trio Cota-Monferrino-Cavallera? Per trasferire le apparechiature di radiologia del Valdese presso la radiologia dell’Oftalmico sono stati investite parecchie risorse pubbliche. La TAC ad esempio è stata trasferita per intero ed è funzionante, ma solamente in modo parziale perché manca il personale infermieristico che sarebbe necessario per eseguire le indagini che prevedono l’infusione di contrasto, una prassi necessaria secondo le linee guida nazionali e internazionali per la sicurezza dei pazienti. Chi perde e chi guadagna di questa situazione? A perdere sono le pazienti oncologiche che vengono inviate in centri di diagnostica privati convenzionati; chi ci guadagna sono appunto i privati.
Se la radiologia dell’Oftalmico potesse usufruire di assistenza infermieristica potrebbe garantire tutti i follow up delle pazienti oncologiche seguite dall’ex Valdese, ma purtroppo il personale infermieristico dell’Oftalmico è stato completamente trasferito al Martini. Questo è uno dei paradossi dell’ASL TO1 che non è stato neppure affrontato oggi.
L’assessore si è soffermato sulle questioni formali ma non sulle problematiche in relazione ai servizi, su cui ha genericamente confermato “attenzione quotidiana”, in attesa anche di comprendere come verranno ripartiti i fondi sulla sanità appena stanziati giovedì scorso.

7 – Il nostro ostruzionismo in commissione sul disegno di legge sul Csi-Piemonte porta a casa una pausa di riflessione da parte della maggioranza
Oggi l’assessore regionale Ghiglia sul CSI-Piemonte prima ha mostrato i muscoli, minacciando il richiamo in aula del ddl sul Csl-Piemonte, puntando sul contingentamento dei tempi.
Poi, forse temendo un confronto pubblico, ha rimandato ad una riunione straordinaria dei capigruppo di decidere il da farsi.
Dunque, nessuno spiraglio di luce sul fronte CSI-Piemonte: l’assessore Ghiglia, invece di aprire un vero e proprio dialogo con chi si sta opponendo alla delibera sul CSI-Piemonte, chiedendo un preliminare piano industriale, tenta l’ennesima prova di forza. Si dice rammaricato. Anche noi lo siamo, perché se qualcuno vuole il bene del CSI sono coloro che lo vogliono pubblico e che in questi anni hanno lottato perché avesse finalmente il ruolo che gli compete nelle politiche regionali. L’informatizzazione del sistema sanitario è una competenza che da sempre chiediamo per il consorzio. Ghiglia ha ribadito la volontà di non firmare la convenzione della Regione con il Csi-Piemonte, neanche per i servizi essenziali autorizzati. Nello stesso tempo ci viene detto che la delibera sull’assegnazione al Csi-Piemonte del servizio informatico sanitario sarebbe passata lunedì in giunta, se fossimo stati ragionevoli.
Se vorrà portare il ddl in aula lo faccia, almeno i piemontesi vedranno in faccia gli attori di questa commedia e i ruoli ricoperti da tutti, maggioranza e opposizione compresa: nessuno si potrà più nascondere.
Noi sentiamo tutta la responsabilità di dare un futuro al consorzio e all’informatica della PA piemontese. Ma esigiamo chiarezza. Invece, ancora oggi, l’assessore Ghiglia sostiene che non vi siiano più le risorse economiche e contemporaneamente che un “Csi così” non va più bene…
Noi invece crediamo che alla base del ddl vi sia solo un approccio ideologico per cui il pubblico necessariamente non può nè funzionare, nè autoriformarsi, ed è perciò necessario l’intervento salvifico dei privati. Noi rifiutiamo questa logica.

8 – IRRICEVIBILE LA MINACCIA DI NON RINNOVARE AL CSI-PIEMONTE LA CONVENZIONE DELLA REGIONE
Oggi continua la nostra attività ostruzionistica in Commissione Bilancio sul disegno di legge di riorganizzazione del Csì-Piemonte. L’assessore Ghiglia continua a sostenere la propria proposta attribuendo all’intervento dei privati un valore salvifico, che consentirebbe di mantenere i livelli occupazionali del Consorzio.
I privati sarebbero, a suo avviso, interessati alla partita sanità, e permetterebbero alla Regione di spendere di meno. Non ci viene mai portata una stima concreta, con un confronto con altri fornitori di servizi, né una proiezione di come sarebbero realizzati i risparmi.
La questione è sempre la stessa che ormai chiediamo dall’inizio della legislatura: la redazione di un Piano Industriale, preliminare a qualsiasi trasformazione.
A questa nostra richiesta invece la risposta è una sorta di minaccia: il non rinnovo da parte della Convenzione della Regione Piemonte, che scade a fine anno, con il mantenimento dei soli “livelli minimi”. Questo non è il modo di affrontare un tema così importante. Così come aver bloccato in Giunta la delibera di informatizzazione della sanità, con la regia del Csi-Piemonte.
Crediamo che non sia troppo tardi perché invece la politica regionale assuma su di sé la sfida di mantenere il Csi-Piemonte unito e pubblico.

9 – CHI HA LASCIATO SOLI I LAVORATORI DELL’IPLA? CHIEDIAMO SUBITO UN PIANO DI RILANCIO DELL’ISTITUTO, NON LA CIG: L’IPLA DEVE ESSERE APERTA AL MERCATO
Chi ha lasciato soli i lavoratori dell’IPLA? Sono due anni che i dipendenti dell’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente lottano per difendere il proprio posto di lavoro e a parole hanno ricevuto la solidarietà e il sostegno di tanti, compreso l’assessore che adesso con il suo immobilismo ne sta compromettendo il futuro. Da due giorni questi stessi lavoratori sono riuniti in assemblea permanente perché esigono chiarezza e risposte, ma nessuno sembra intenzionato ad aprire con loro un vero dialogo.
Quello che i lavoratori chiedono ad Agostino Ghiglia è un atto politico e amministrativo che permetta all’azienda di mettere in campo in tempi brevissimi un piano di rilancio dell’Istituto. L’IPLA, se sfruttata in quelle che sono tutte le sue competenze, potrebbe essere uno strumento di profitto anche per le casse della Regione Piemonte. Come sottolineano i lavoratori stessi prima della legge Bersani del 2006, che ha vietato alle società in-house di lavorare per committenti che non fossero i soci proprietari, l’istituto operava sull’intero mercato italiano. La Giunta regionale se necessario deve guardare anche in questa direzione: l’IPLA deve essere aperta al mercato.
Alla luce di tutto ciò noi crediamo che la richiesta di cassa integrazione in deroga presentata dall’azienda sia frutto esclusivamente dell’immobilismo della Giunta regionale: l’IPLA è una realtà aziendale che vive uno stato di crisi economica non a causa di una mancata richiesta del mercato, ma da scelte dannose e miopi da parte della politica.

RASSEGNA STAMPA DAL PIEMONTE
http://www.monicacerutti.com/index.php/category/rassegna-stampa/2014/
DALLE PROVINCIE
http://www.monicacerutti.com/index.php/rassegna-stampa/rassegna-dalle-province-piemontesi/

PER LE ASSOCIAZIONI, CIRCOLI FILEF, ENTI ed AZIENDE . Sui siti internet www.emigrazione-notizie.org e www.cambiailmondo.org è possibile utilizzare uno spazio web personalizzato, dedicato alla Vostra attività e ai Vostri comunicati stampa. Per maggiori informazioni, contattateci a emigrazione.notizie@email.it , oppure visitate la sezione PUBBLICITÀ su www.cambiailmodo.org

 

Views: 2

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.