10745 LA RICERCA

20130727 04:08:00 guglielmoz

La ricerca . ITALIA «FURBETTA»: IN NERO IL 17,4% DEL PIL Confcommercio: 270 miliardi di imponibile sommerso l’anno.

ROMA – E nei giorni in cui infuriano le polemiche sull’evasione fiscale (vedi alla voce «Fassina»), con la «spada di Damocle» di Iva e Imu sempre sospesi sulla testa degli italiani e del governo, la Confcommercio ha pubblicato la propria ricerca sulle tasse. Evidenziando che siamo campioni del mondo (perlomeno rispetto ai paesi esaminati) nel campo scottante dell’evasione.
In Italia il sommerso è infatti al 17,4% del prodotto interno lordo nel 2012-2013: sottrae al fisco ogni anno un imponibile di ben 272 miliardi. Tutti più bassi i dati percentuali nelle maggiori economie del mondo:
• in Messico il sommerso vale l’11,9% del Pil,
• in Spagna il 9,5%,
• nel Regno Unito il 6,7%,
• negli Stati Uniti il 5,3%,
• in Svezia e in Austria il 4,7%,
• in Francia il 3,9%,
• in Irlanda il 3,3%,
• il Belgio il 2,7%,
• in Canada il 2,2% e in Danimarca l’1,9%.
• In Australia, Olanda e Norvegia, paesi evidentemente molto virtuosi, l’economia sommersa risulta addirittura sotto l’1% del Pil.
Secondo Confcommercio, la pressione fiscale effettiva, il gettito cioè osservato in percentuale di Pil emerso, si attesta quest’anno al 54%, al top fra le economie avanzate. La pressione fiscale apparente, secondo calcoli prudenziali che non includono aumenti Iva ma solo quelli su Imu e Tares, è invece al 44,6% del Pil nel 2013.
La classifica anche in questo caso vede l’Italia al top tra le economie avanzate. In Danimarca la pressione fiscale effettiva è al 51,1% del Pil, in Francia al 50,3%, in Belgio al 49,3%, in Austria al 46,8%, in Svezia al 46,7%, in Norvegia al 42,3%, in Olanda al 40,8%, nel Regno Unito al 40,4%, in Spagna al 36,7%, in Australia al 34,8%, in Canada al 31,9%. Chiudono la classifica Irlanda (28,4%), Usa (27,9%) e Messico (26,2%).
Il nostro è poi uno dei Paesi in cui la pressione fiscale è cresciuta di più tra il 2000 e il 2013 (+2,7%), passando dal 41,9% al 44,6%. In Portogallo il peso delle tasse nel periodo 2000-2013 è cresciuto del 3,2%, in Giappone del 2,6% e in Francia del 2,3%.
Tra i commenti ai dati (a parte quello del viceministro Stefano Fassina, che ha parlato di «evasione dettata a volte da motivi di sopravvivenza», provocando un mucchio di polemiche), interessante quello del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, che prevede 12-13 miliardi di tasse evase recuperate quest’anno: «Ogni anno – ha spiegato – noi recuperiamo dai 2 ai 3 miliardi in più rispetto a quanto previsto dal bilancio preventivo. Quest’anno a metà anno siamo esattamente in linea con l’anno scorso e a fine anno dovremmo essere a 12-13 miliardi».
«Gli italiani sono un popolo di pagatori di tasse – ha detto invece il direttore dell’ufficio studi di Confcommercio, Mariano Bella – L’alto livello della pretesa fiscale in Italia è il primo incentivo all’evasione». Tra gli altri fattori determinanti, il valore atteso della sanzione (efficienza della giustizia civile), la percezione dell’output pubblico e la facilità dell’adempimento spontaneo delle obbligazioni fiscali. «Oltre una certa soglia – ha osservato Bella – l’aumento delle imposte genera una riduzione della crescita. L’eccesso di imposizione riduce le nostre possibilità».

 

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