10747 IMMIGRAZIONE

20130727 05:59:00 guglielmoz

SFIORA IL MILIONE LA PRESENZA DI ASIATICI NEL PAESE. QUATTRO MILIARDI DI EURO LE RIMESSE INVIATE DALL’ITALIA VERSO L’ASIA, MA IN CALO NEL 2012. AL RIPARO DALLA CRISI I SETTORI AGROALIMENTARE E COLLABORAZIONI DOMESTICHE.

I SOGGIORNANTI ASIATICI
L’Italia è oggi tra gli Stati membri dell’Unione Europea con il maggior numero di presenze asiatiche: se agli inizi degli anni ’90 gli immigrati asiatici erano appena 100mila, agli inizi del 2012 hanno raggiunto il numero di 942.443 (circa un quarto del totale dei soggiornanti non comunitari) con un incremento di circa nove volte nell’arco di un ventennio.
Nella graduatoria dei primi 20 paesi non comunitari per numero di soggiornanti in Italia, quelli asiatici sono sei: CINA, FILIPPINE, INDIA, BANGLADESH, SRI LANKA E PAKISTAN.
Cina e Filippine rappresentano, rispettivamente, il 29,5% e il 16,2% dei soggiornanti dell’Asia; il 15,4% è originario dell’India, l’11,3% del Bangladesh, il 10,0% dello Sri Lanka e il 9,6% del Pakistan.
LE DONNE restano minoritarie tra i bangladesi (29,5%), i pakistani (32,5%) e gli indiani (36,6%), mentre esercitano un peso e un ruolo decisamente più forti tra i srilankesi (44,1%) e i cinesi (48,7%), per raggiungere la partecipazione massima tra i filippini (58%).
Le REGIONI italiane in cui si sono insediate le collettività asiatiche più numerose sono:
• la Lombardia, dove soggiornano in 274.650 (circa il 29,1% del totale),
• il Lazio, con 138.837 soggiornanti e una quota del 14,7% sul totale nazionale,
• seguite dall’Emilia Romagna (106.628 e 11,3%),
• il Veneto (104.556 e 11,1%),
• la Toscana (88.061 e 9,3%)
• la Campania (37.966 e 4,0%).

LE RIMESSE
Nonostante il boom economico di questi ultimi anni, l’Asia resta un continente di grandi povertà e diseguaglianze, da cui continuano a partire flussi di persone costrette ad affrontare migrazioni interne o internazionali, e verso cui ritornano i flussi di denaro inviati dagli stessi migranti : 260 MILIARDI DI DOLLARI HANNO RAGGIUNTO L’ASIA NEL 2012 DA TUTTO IL MONDO E QUASI 4 MILIARDI DI EURO SONO STATI INVIATI SOLO DALL’ITALIA.
Dall’Italia principale paese di destinazione delle rimesse è la CINA (2,5 miliardi di euro nel 2011), seguita da FILIPPINE (601 milioni di euro), BANGLADESH (290) e INDIA (206). Nell’insieme l’Asia raccoglie oltre la metà dei flussi di rimesse in uscita dal nostro Paese (52% nel 2011)
Dopo la generalizzata crescita degli ultimi anni, un’inversione di tendenza sembrerebbe contrassegnare il 2012, durante il quale tra i principali paesi asiatici destinatari di rimesse dall’Italia solo la Cina (+5,4% su base annua) e lo Sri Lanka (+23,3%) registrano ancora un aumento dei flussi, mentre tutti gli altri segnano decrementi più o meno intensi (fino al -39% delle Filippine).

FORMAZIONE E LAVORO

GLI ALUNNI ASIATICI ISCRITTI NELLE SCUOLE ITALIANE SONO 119.346, mentre sono solo 12.144 gli iscritti nelle università pubbliche italiane, pari a un quinto degli universitari stranieri. La Cina è il paese emergente nelle nostre università, con 5.113 iscritti nel 2010/2011, quasi la metà del totale relativo all’Asia, e con una quota di nuovi ingressi per motivi di studio pari nel 2011 al 15,9%.
Con la sola eccezione dei filippini, tra i quali le lavoratrici sono il 59%, in tutti gli altri casi nel mercato del lavoro prevalgono gli uomini, in misura pressoché totalizzante nel caso di pakistani (tra i quali le donne sono solo il 4,3% degli occupati) e bangladesi (la cui quota di donne occupate è del 5,3%).
Ad essere relativamente al riparo dagli effetti della crisi sono soprattutto i lavoratori inseriti nel comparto agroalimentare, in larga maggioranza indiani (che lavorano in questo ambito nel 29,9% dei casi) e, in seconda battuta, quelli attivi nel settore della collaborazione domestica e familiare, che – anche in ragione delle previsioni normative favorevoli – ha fatto registrare una significativa crescita nel numero degli addetti.
I più penalizzati appaiono invece i lavoratori pakistani, per la tendenziale concentrazione nel settore industriale (vi lavorano nel 39,9% dei casi), e soprattutto nel ramo metalmeccanico e in quello edile, entrambi duramente colpiti dalla crisi.
Infine a distinguersi per una rilevante propensione a lanciare la propria impresa, oltre ai cinesi (36.483 titolari di impresa nel 2011, un numero inferiore solo a quello dei marocchini e dei romeni), anche i bangladesi (12.183), i pakistani (5.871) e, seppure in misura minore, gli indiani (2.209). Tra tutti, indiani e bangladesi hanno registrato ritmi di aumento particolarmente sostenuti negli ultimi anni (2005-2011), durante i quali il numero di imprenditori è più che triplicato (rispettivamente +213% e +234%)..

TABELLA DI SINTESI: DATI DI RIFERIMENTO SULLE MIGRAZIONI ASIATICHE

L’ASIA E LE MIGRAZIONI
Popolazione asiatica: 4,2 miliardi nel 2011 (60,4% della popolazione mondiale). Migranti internazionali: più di 65 milioni di emigrati e 30 milioni di immigrati tra il 1950 e il 2010. Oltre 5 milioni di arrivi nei Paesi del Golfo tra il 2005 e il 2010 (stime Onu) Maggiori collettività all’estero: cinesi (34 milioni), indiani (oltre 20 milioni), filippini (10 milioni), pakistani (7 milioni), coreani (6 milioni), bangladesi (5 milioni).

LA PRESENZA ASIATICA NELL’UE
Residenti di cittadinanza asiatica: 4,1 milioni nel 2011. Principali paesi di residenza: Regno Unito (724mila), Germania (939mila), Italia (830mila). Principali collettività: Cina (806mila), India (642mila), Pakistan (423mila), Filippine (333mila) e, attorno alle 200mila unità, Iraq, Bangladesh e Sri Lanka. Acquisizioni di cittadinanza: 177mila nel 2011 a favore di asiatici, di cui 97mila nel Regno Unito, 28mila in Germania, 13mila in Svezia e solo 6.259 in Italia.

LA PRESENZA ASIATICA IN ITALIA
Cittadini asiatici titolari di permesso di soggiorno: 942.443 nel 2011 (25,9% del totale dei soggiornanti).
Aumento 2010-2011: +4,3%. Soggiornanti per collettività: Cina (278mila, 48,7% donne), Filippine (152mila, 58,0% donne), India (145mila, 36,6% donne), Bangladesh (107mila, 29,5% donne), Sri Lanka (95mila, 44,1% donne), Pakistan (90mila, 32,5% donne). Principali regioni di insediamento: Lombardia 275mila (29,1%), Lazio 139mila (14,7%), Emilia Romagna 107mila (11,3%), Veneto 105mila (11,1%), Toscana 88mila (9,3%), Campania 38mila (4,0%).

IL CONTRIBUTO ALL’ECONOMIA
Lavoratori dipendenti nati in Asia: 522mila nel 2011 (Inail) Settori: terziario 59,0%, industria 29,5%, agricoltura 6,0% (5,5% non definito). Titolari di impresa: 36.483 cinesi, 12.183 bangladesi, 5.871 pakistani, 2.209 indiani (2011). Rimesse inviate dall’Italia in Asia: 3,9 miliardi di euro nel 2011 (52% del totale). Segnali di calo nel 2012, tranne che per la Cina e lo Sri Lanka Paesi di destinazione delle rimesse: Cina (2,5 miliardi di euro), Filippine (601 milioni), Bangladesh (290) e India (206).

IDOS Il Centro Studi e Ricerche IDOS è attivo dal 2004 nell’ambito della ricerca e della formazione sul tema delle migrazioni e pubblica ogni anno diversi studi, a carattere nazionale e internazionale, sul fenomeno migratorio. Tra le sue pubblicazioni principali ci sono il “Dossier Statistico Immigrazione”, l’”Osservatorio Romano sulle Migrazioni”, gli “Indici di integrazione degli immigrati in Italia” e gli studi dell’European Migration Network.

La monografia, promossa da MoneyGram, dà inizio alla nuova serie “Affari Sociali Internazionali” edita e curata dal Centro Studi e Ricerche IDOS.

 

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