10538 ELEZIONI. meno 2 per L’ESTERO e – meno 8 per L’ITALIA.

20130218 12:03:00 guglielmoz

1. SCELGO SEL, dichiarazioni di PIETRO INGRAO 2. APPELLO. PER IL CAMBIAMENTO / L’Italia ha un disperato bisogno di trasparenza politica e di giustizia sociale. 3 . SE LA SINISTRA VUOLE PROVARE A VINCERE DEVE IMPARARE A RACCONTARE STORIE VERE. (intervista a Duncombe, professore americano di politica dei media: bisogna contrastare le bugie con la verità, narrata di Giuliano Santoro )
In Italia si vota il 24 e il 25 febbraio. ALL’ESTERO le votazioni si concludono il 20 febbraio. Il 22 febbraio le schede saranno trasportate a Roma per lo SCRUTINIO che si svolgerà lunedì 25 febbraio a partire dalle ore 16.00.

1. SCELGO SEL, dicharazione di PIETRO INGRAO
Le elezioni del 24-25febbraio rappresentano un grande appuntamento: È il momento che le forze della sinistra si presentino compatte e unite a questa prova, per ricostruire solidarietà e giustizia sociale, riaffermare i diritti delle persone e del lavoro. Solo una vittoria netta del i centrosinistra può creare le condizioni perché le i lotte non esprimano solo rabbia, ma si
traducano in cambiamenti concreti. Isolare e battere Berlusconi è possibile. È possibile uscire dalla crisi con una modifica profonda del ) modello di sviluppo. Sinistra Ecologia e Libertà e di Nichi Vendola è la forza che più t, coerentemente si impegna per la realizzazione concreta di questi obiettivi. Indignarsi non basta: bisogna scegliere. Io scelgo Sel, per e portare al governo del paese la sfida del cambiamento.da "Il Manifesto"

2. PER IL CAMBIAMENTO / L’Italia ha un disperato bisogno di trasparenza politica e di giustizia sociale.
Siamo alle ultime battute di una campagna elettorale confusa, rissosa, e da parte di taluni estremamente menzognera. Due scenari inquietanti si profilano come possibili dall’esito del voto: o un caos ingovernabile; o il ritorno al potere di uomini e di forze, che negli anni passati hanno già portato il Paese verso la catastrofe. Per evitare tutto questo, l’unica strada è votare per la coalizione di centro-sinistra, assicurandole l’autosufficienza, che le consentirebbe di mettere in piedi un Governo stabile, autorevole, rispettabile a livello europeo, in grado di gestire al meglio politiche e alleanze. L’Italia ha un disperato bisogno di trasparenza politica e di giustizia sociale: se nei prossimi cinque anni non saremo in grado di restituire dignità alle istituzioni, rispetto per la politica, fiducia nei partiti, strategie di sviluppo e insieme un colossale mutamento di rotta nei confronti delle classi lavoratrici e dei ceti disagiati, ci ritroveremo, come altre nazioni europee, nel baratro. Questo è vero per l’intero territorio nazionale. Ancor più vero in quelle regioni "a rischio" (dalla Lombardia alia Sicilia), dove poche decine di migliaia di voti possono fare la differenza tra un nuovo inizio e una pessima fine. Ogni voto è perciò prezioso a questo scopo: chiediamo all’opiniohe pubblica e agli elettori di scegliere come una ragione responsabile spinge inequivocabilmente a fare. E chiediamo ai cittadini che lo condividano di sottoscrivere e promuovere questo appello.

Umberto Eco, Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky, Claudio Magrls, Barbara Spinelli, Andrea Camlllerl, Nadia Urbinati, Guido Rossi, Tullio De Mauro, Natalia Aspesl, Giorgio Parisi, Vittorio Gregottl, Alberto Melloni, Sandra Bonsanti, Luigi Ferrajoli, Filippo Gentilonl, Piero Bevilacqua, Alberto Asor Rosa

3. SE LA SINISTRA VUOLE PROVARE A VINCERE DEVE IMPARARE A RACCONTARE STORIE VERE.
(intervista a Duncombe, professore americano di politica dei media: bisogna contrastare le bugie con la verità, narrata)
Stephen Duncombe, docente di cultura dei media alla New York University, è l’autore di Dream (2007), un saggio che ha fatto molto discutere la sinistra americana e che è stato elogiato da autori come Naomi Klein, Slavoj Zizek e Michael Hardt. In quel testo partiva da questo paradosso: «Il problema deriva dalla realtà. I progressisti ci credono, i conservatori credono che questa si possa creare». A lui sottoponiamo lo slogan di Pieluigi Bersani: «Non raccontiamo favole». «È la classica risposta di centrosinistra -argomenta Duncombe -, dietro questa frase c’è l’assunto "non abbiamo bisogno di raccontare favole perché diciamo la verità". Pare bello, ma è anche molto ingenuo».

CÒSA INTENDE PER INGENUO?
Noi prendiamo contatto con il mondo attraverso le storie che raccontiamo. La verità non è auto-evi-dente, non rivelerà mai se stessa. Ha bisogno di essere aiutata, di "avere senso" per la gente. E ciò accade quando è inserita in una narrazione che la connette con la vita delle persone. In breve, anche la sinistra ha bisogno di raccontare storie sulla verità. Ovviamente abbiamo bisogno anche della verità. Una storia senza verità è una bugia, e credo che a questo si riferisca Bersani quando parla di "favole": alla tendenza di Berlusconi a raccontare storie divertenti su qualunque assurdità gli capiti di sognare. Ma Bersani sbaglia se pensa di mettere in contrapposizione il "narrare storie" con il mero dato di fatto. No, bisogna contrastare il
racconto di storie false con la narrazione di storie vere.

HA SCRITTO DREAM MENTRE BUSH JR. ERA AL GOVERNO, SPIEGANDO COME LE BUGIE DEL SUO GOVERNO – COME LE FAMOSE ARMI DI DISTRUZIONE DI MASSA DI SADDAM, FOSSERO PIÙ CONVINCENTI DELLE "VERITÀ" DEI DEMOCRATICI. POI QUALCOSA È CAMBIATO. IN CHE MODO BARACK OBA-MA HA UTILIZZATO POLITICAMENTE L’IMMAGINAZIONE?
Spero soltanto che Obama possieda la capacità di raccontare storie e illudere che avevano Bush e la sua amministrazione. Obama ha dimostrato di essere molto bravo con queste cose, quando vuole: tutte e due le sue campagne presidenziali, particolarmente la prima del 2008, erano piene di visioni utopiche. Ma una volta giunto al potere, Obama ha smesso di maneggiare i sogni e ha cominciato a trafficare con gli affari. Non era più interessato, ad esempio, a raccontare una storia nella quale potessero entrarci le sue politiche sulla sanità, piuttosto si è messo a fare accordi coi repubblicani. Una tipica strategia da élite burocratica. L’ironia sta nel fatto che questa strategia realista non ha funzionato. La destra non aveva interesse a fare accordi e così Obama è stato lasciato senza una visione dalla quale attingere per ottenere poi il sostegno del popolo americano. Questa volta sembra di capire che ha imparato la lezione. La proposta sii controllo delle armi, per esempio, è stata accompagnata da molte narrazioni e grandi sogni sul senso della comunità é della responsabilità

TORNANDO ALL’ITALIA, DOVE C’È UNO STRANO PARTITO FONDATO DA UN COMICO, BEPPE GRILLO, E DAL SUO SOCIO GIANROBERTO CASALEGGIO, . CHE È UN ESPERTO DI WEB-MARKETING. HANNO SOTTRATTO MOLTI TEMI AI MOVIMENTI SOCIALI, UTILIZZANDO AL TEMPO STESSO LE REGOLE DELLO SPETTACOLO PER CREARE UN’ORGANIZZAZIONE IBRIDA E CARISMATICA E IL WEB PER DARE VITA A GERARCHIE RIGIDE DI NUOVO TIPO. L’ITALIA È STATA NEGLI ULTIMI ANNI UN LABORATORIO DI FORME POLITICHE, PENSA CHE IL COSIDDETTO GRILLISMO POSSA ESPANDERSI OLTRE I CONFINI NAZIONALI?
La politica dell’assurdo è una risposta all’assurdità della politica. Negli Stati Uniti, la maggior parte dei giovani apprende le notizie politiche più da Jon Stewart, un comico, che da ogni altra fonte. Credo che ci siano due modi di guardare a questo fenomeno. La prima è l’orrore, per il fatto che ci siamo arresi al modo in cui la politica è diventata una specie di barzelletta, cercando una risata o sperando di essere intrattenuti piuttosto che aspirando al coinvolgimento e alla determinazione del nostro destino. Voglio dire, dopo tutto non è questa la storia di Berlusconi? Magari è un farabutto, ma almeno è divertente! Il secondo modo di osservare tutto ciò è meno deprimente. I clown – i pagliacci coscienti del loro ruolo come Grillo o Stewart – nel corso degli anni sono stati in grado di dire cose al di fuori delle norme del discorso della politica rispettabile e in questo modo ci danno la chiave per evadere dalla prigione del possibile e di immaginare e osare cose nuove e impossibili. E questa capacità immaginare è necessaria per ogni cambiamento politico reale.

LEI SCRIVE CHE LA CAPACITÀ DI UTILIZZARE LE STORIE NON È SOLTANTO UNA TATTICA MA UN MODO DI PENSARE E AGIRE LA POLITICA. PUOI SPIEGARE COSA INTENDE PRECISAMENTE?
Occorre comprendere i desideri e i bisogni della gente comune per dare vita ad una politica che abbia risonanza con la situazione in cui le persone si trovano, non con quella in cui vorremmo che fossero. Tuttavia, ciò non significa che si debba rinunciare a muovere le idee e le azioni della gente. Non sto sostenendo una specie di populismo conservatore che enfatizza il valore della saggezza dell’uomo qualunque. Si tratta di cambiare il modo in cui la gente pensa e si comporta, ma anche di riconoscere che ciò avviene quando si connettono più persone grazie ad un linguaggio che esse comprendono. Significa anche attingere ai sogni che magari si fanno ma che vengono pervertiti o addormentati nel consumismo. Me ( di Giuliano Santoro " Il Manifesto" 16 feb 2013 )

 

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