10540 CAROZZA (PD): GRAZIE ALLE ELETTRICI E AGLI ELETTORI, L’IMPEGNO CONTINUA

20130220 12:39:00 redazione-IT

[b]Ora che i termini per votare stanno scadendo e prima che si conoscano i risultati desidero esprimere un auspicio, un ringraziamento e qualche preoccupazione.[/b]
L’auspicio è che gli italiani all’estero possano concorrere anche con il voto, dopo che l’hanno fatto con il loro lavoro e il loro persistente legame, a dare all’Italia un governo serio, credibile e soprattutto capace di rilanciare la crescita e di alleviare la sofferenza sociale ormai diffusa. Vi è un grande bisogno di credibilità nel mondo e di giustizia sociale e legalità in Italia. E’ difficile che chi ci ha portati sull’orlo del baratro o ha curato la malattia rischiando di ammazzare l’ammalato possa farlo veramente.

La scorciatoia del populismo grillino e la tentazione dell’astensionismo possono solo rinviare i rimedi necessari e fare incancrenire la situazione. Non per spirito di appartenenza, ma per il bene che vogliamo all’Italia mi auguro che dalle urne esca un centrosinistra stabile e consapevole delle drammatiche condizioni in cui versa il popolo italiano. Un centrosinistra sufficientemente forte ed autonomo che possa mettere una persona equilibrata e seria come Bersani nella condizione di percorrere una strada di ripresa e di sostegno del lavoro.
Il ringraziamento è per i cittadini all’estero di ogni età e di ogni condizione sociale e professionale che ho incontrato in queste intense settimane di dialogo. Essi mi hanno aiutato nel realizzare il proposito che è alla base della mia candidatura, quello di far vivere le tematiche della comunità italiana nel mondo e di continuare a svolgere un filo di ragionamento positivo senza essere schiacciati da contrapposizioni faziose. Anche per recuperare la delusione e il disincanto che hanno preso piede in questi anni. Il mio tentativo è stato quello di usare la campagna elettorale come una grande piazza nella quale discutere delle stesse questioni che nei COMITES e nel CGIE abbiamo approfondito e riproposto, lottando contro le politiche punitive degli ultimi governi e l’insensibilità di istituzioni e opinione pubblica. Su alcuni punti ho insistito particolarmente: considerare la comunità italiana come una rete di presenza dell’Italia nel mondo, particolarmente necessaria in questa fase di crisi tanto acuta; passare senza rottura da una pratica comunitaria dei rapporti con la nostra emigrazione ad una sempre maggiore attenzione per le generazioni di origine e per i “nuovi migranti”, che sono l’oggi e il domani della parabola emigratoria del nostro Paese; fare della lingua e della cultura italiana il perno di una nuova stagione di rilancio dell’italianità nel mondo. Chiunque sarà eletto non potrà evitare di confrontarsi con queste scelte e di sciogliere questi nodi. Per quanto mi riguarda, in qualunque situazione mi troverò ad operare dopo il voto, essi continueranno ad essere la bussola dei miei comportamenti.
Non voglio esimermi, infine, dall’esprimere anche qualche preoccupazione. La delusione che le politiche antiemigratorie del governo Berlusconi hanno provocato è larga e profonda. La ventata di antipolitica che si è sparsa anche all’estero rischia di fare il resto. Purtroppo siamo stati facili profeti nell’affermare che le posizioni negative e talvolta sprezzanti di chi ha gestito le politiche per gli italiani all’estero avrebbero creato danni nell’opinione democratica, intaccando legami, fiducia e spirito di volontariato. I genitori che si sono visti tagliare il corso di lingua per i figli, il giovane che ha visto impallidire gli istituti di cultura, l’anziano che ha dovuto prendere atto dell’arretramento dei servizi consolari, il rappresentante di associazione che ha assistito allo svuotamento dell’attività del COMITES perché dovrebbero scommettere per il futuro? Anche nella comunità italiana c’è molto da ricostruire e da rinnovare. Se la partecipazione al voto sarà bassa, nessuno si azzardi a dire che è colpa degli italiani all’estero o del sistema di voto; ognuno, piuttosto, faccia un esame di coscienza e riconosca le ragioni vere e, magari, anche le proprie responsabilità.
La preoccupazione più immediata, comunque, riguarda lo stesso voto per corrispondenza. Alcuni personaggi, in passato già scartati dall’elettorato, hanno tentato la piccola speculazione contro il presunto attivismo dei patronati, dimenticando il ruolo di vero e proprio segretariato sociale che essi svolgono, di solito in supplenza dello Stato italiano. Nemmeno una parola, invece, si è detto delle condizioni ancora disastrose degli elenchi degli elettori sia per quanto riguarda l’esclusione di tanti cittadini realmente residenti all’estero che per quanto riguarda la regolarità dei nomi e degli indirizzi. Le centinaia di migliaia di plichi che proprio per queste irregolarità degli elenchi stanno girando per il mondo, esposti ad ogni forma di rischio, fanno pensare. Non si può perdere nemmeno un minuto nel riformare una legge sacrosanta nell’ispirazione ma da rivedere nell’impianto organizzativo. Le proposte ci sono, ad iniziare dall’iscrizione volontaria per il voto per corrispondenza. Si tratta, piuttosto, di fare, e di fare presto. Chi sarà eletto, questa volta anziché prendersela con i COMITES e il CGIE, affronti prioritariamente la madre di tutte le battaglie, la messa in sicurezza di quel voto che realizza un fondamentale diritto di milioni di cittadini.

Elio Carozza
Candidato del PD per il Senato nella Ripartizione europea.

 

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