10411 MARCELLO BELOTTI – PER UNA RIFORMA DEMOCRATICA DELLE ISTITUZIONI ITALIANE ALL’ESTERO

20130127 11:07:00 guglielmoz

Per una riforma democratica delle istituzioni italiane all’estero: trasparenza, qualità, efficienza, apertura culturale, diritti delle lavoratrici e dei lavoratori
CANDIDATO ALLA CAMERA PER LA LISTA SEL NELLA CIRCOSCRIZIONE EUROPA 2, È IL FUTURO CON MEMORIA DEI MOVIMENTI E DELLE LOTTE SOCIALI IN ITALIA ED ALTROVE

Schiettamente di sinistra, visceralmente ecologista, radicalmente libertario, ostinatamente europeista. Uno di noi in cui riconoscersi, che ascolta e dialoga. Un compagno ma soprattutto un amico. Votatelo se volete un Parlamento come noi!
MARCELLO BELOTTI nato ad Alessandria, 12/04/1971
Attivismo politico – www.marcellobelotti.eu .
Laureato alla Statale di Milano in Lettere Moderne e diplomato come attore professionista presso l’Accademia dei Filodrammatici, sempre nella città meneghina, inizio il mio attivismo politico nel 1988 come rappresentante degli studenti al Liceo; giunto all’università, nel 1990 vivo attivamente il movimento studentesco de La Pantera siamo noi, l’intenso movimento dei CSOA italiani degli anni ’90 al Genoa Social Forum e l’anno successivo al Firenze Social Forum. Nel 2003 co-organizzo il primo festival del cinema kurdo a Roma, e dal 2004 vivo a Barcellona. Fondo l’Associació AltraItalia – Barcelona e coordino il gruppo AltraMemoria. Nell’estate del 2010 ho aperto il primo circolo SEL – España a Barcellona, ora ne contiamo altri tre: Madrid, València, Málaga. Sono sostenitore della cooperativa Radio Popolare di Milano, iscritto all’ARCI, al sindacato spagnolo Comisiones Obreras e all’organizzazione transnazionale European Alternatives. http://www.selspagna.eu
PER UNA RIFORMA DEMOCRATICA DELLE ISTITUZIONI ITALIANE ALL’ESTERO

Per una riforma democratica delle istituzioni italiane all’estero: trasparenza, qualità, efficienza, apertura culturale, diritti delle lavoratrici e dei lavoratori
Le istituzioni italiane all’estero, in questi anni, hanno sofferto di un progressivo abbandono: sono, infatti, rimaste statiche e arretrate, restie al rinnovamento, in contraddizione con l’ampissima ondata migratoria italiana degli ultimi 10/15 anni, con i nuovi compiti imposti dalla globalizzazione e dall’esigenza imprescindibile di sviluppo politico e culturale dell’Unione Europea.
La maggior parte dei migranti italiani giovani, di condizioni diverse (non solo ‘cervelli’, ma anche ‘cuori’ in fuga) se ne sono andati dall’Italia per insofferenza verso la incultura berlusconiana che ha contaminato larghi strati della popolazione, di rapporti clientelari, nepotismo, clericalismo e corruzione: alla ricerca di terre d’accoglienza più libere, dove poter costruire una propria vita meno arrabbiata, decente. Questi migranti, pur rappresentando oggi una specie di avanguardia italiana per un’Europa davvero unita politicamente e culturalmente, sono per la stragrande maggioranza estranei alle istituzioni italiane all’estero, a cui si rivolgono solo per le pratiche burocratiche; e in generale hanno un’opinione cattiva di queste realtà o neppure le conoscono.
Invece di aumentare le risorse, il personale, di migliorane l’organizzazione, di ridefinirne i compiti alla luce dei rapidissimi mutamenti che si sono avuti negli ultimi anni, il Ministero degli Esteri non fa che tagliare e ridurre, disinteressandosi dell’apporto culturale che potrebbero dare e ricevere gli italiani che vivono fuori dal loro paese.
Particolarmente interessanti sono gli atti di un convegno: Tra cultura e Made in Italy – Immagine e identità dell’Italia di oggi all’estero", nell’ambito delle iniziative per "Bologna Città Europea della Cultura del 2000". Si tratta di un insieme di riflessioni ‘antiche’ nel tempo, ma ancora assai attuali, anche per il vuoto che si è avuto negli anni del terzo millennio sino a oggi. In particolare nel lungo contributo del musicologo Gioachino Lanza Tomasi, che fu, fra l’altro, direttore dell’Istituto di Cultura Italiana di New York si possono trovare molti suggerimenti per un ampio e radicale rinnovamento di questi istituti, non in funzione nazionalistica, ma di confronto profondo fra culture e tradizioni. Particolarmente interessante è il confronto fra la concezione dell’identità, il rinnovamento e il funzionamento di altri istituti culturali europei: della Spagna, della Francia, della Germania, dell’Inghilterra.
In vista di un più ampio confronto e approfondimento, chiediamo quindi che il prossimo governo di centro sinistra valorizzi e riformi radicalmente le istituzioni italiane all’estero secondo le seguenti linee di intervento:

RIFORMA DEL FUNZIONAMENTO DELLE AMBASCIATE E CONSOLATI: QUALITÀ, EFFICIENZA, TRASPARENZA, AUMENTO DEL PERSONALE;
RIFORMA DEGLI ISTITUTI ITALIANI DI CULTURA: apertura e coinvolgimento diretto, nelle attività culturali, delle italiane e degli italiani che vivono all’estero, creazione di comitati di gestione democratica che abbiano poteri ampi, netta riduzione degli stipendi d’oro di direttori e vicedirettori, obbligo di resoconti periodici sulle attività svolte, impulso alla qualità e pluriculturalità. Che la selezione del personale sia basata esclusivamente su trasparenza, qualità, merito, abnegazione (a qualsiasi livello).
FORTE IMPLEMENTAZIONE DI FESTIVAL DI CINEMA, TEATRO E DANZA, di esposizioni, conferenze e dibattiti e soprattutto sul confronto fra tradizioni culturali, anche in vista della costruzione di un’Europa unita, che conosca, valorizzi e ponga in relazione le diversità: con il concorso e il coinvolgimento di risorse umane e artistiche italiane presenti in Europa e nel mondo.
SCUOLE DI LINGUE DANTE ALIGHIERI: ampliamento dei corsi di lingua e cultura italiana, abbassamento dei prezzi dei corsi secondo le condizioni economiche di chi vi accede, selezione di insegnanti qualitativamente preparati e attivi culturalmente, impulso al plurilinguismo di cittadinanza, all’inter comprensione e a una maggiore consapevolezza delle radici plurime della cultura europea.
RIFORMA DEGLI ORGANI DI RAPPRESENTANZA DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO: riforma radicale dei ComItEs (Comitati Italiani all’Estero) e dei CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero), affinché diventino luoghi di vera democrazia partecipativa degli italiani all’estero, e non istituzioni chiuse in se stesse come sono ora.
INSOMMA, UNA RIFORMA CHE ABBIA COME ASSI PORTANTI: rappresentatività della comunità di italiani residenti all’estero, potere decisionale e non solo consultivo, aumento delle risorse, trasparenza assoluta nel loro impiego.
L’implementazione e la razionalizzazione delle risorse affinché si favorisca la partecipazione di un numero sempre più ampio di cittadine italiane e cittadini italiani, e con l’obiettivo di intensificare i rapporti con le altre comunità straniere e altri Istituti di cultura europei e di scambio critico e significativo con le istituzioni culturali dei paesi in cui gli Istituti Italiani sono inseriti.
TUTELA DEI DIRITTI DI CHI LAVORA NELLE ISTITUZIONI ITALIANE ALL’ESTERO: assunzione di personale (in molti contesti è rimasto lo stesso o addirittura è diminuito da quando è iniziata la grande onda migratoria italiana), rispetto dei diritti sindacali delle lavoratrici e dei lavoratori e al contempo obbligo di garantire qualità ed efficienza attraverso verifiche quadrimestrali.
Coinvolgimento organico nelle attività delle istituzioni italiane de cittadini italiani nati nel mondo, figli o nipoti della nostra emigrazione storica, soprattutto dell’America latina.
Valorizzazione, anche nella politica nazionale, del punto di vista degli italiani che vivono o hanno vissuto fuori dai confini nazionali, spesso portatori di punti di vista nuovi e inediti sul nostro paese e sul mondo.

MARCELLO BELOTTI (COORDINATORE SEL – ESPAÑA E CANDIDATO ALLA CAMERA N. 2 – CIRCOSCRIZIONE EUROPA) per cambiare e perla tutela dei diritti dell’emigrazione italiana nel mondo.

 

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