10406 La lettera agli elettori di Elio Carozza, candidato PD-Senato Europa

20130125 22:31:00 redazione-IT

BRUXELLES – "Care e Cari, nel plico elettorale che arriverà nelle vostre case in questi giorni, il mio nome compare nella lista del Partito Democratico per il Senato della Repubblica. Desidero chiarire a Voi, innanzitutto, perché ho deciso di accettare questa candidatura, affiancando l’impegno elettorale alla responsabilità di Segretario generale del Consiglio degli Italiani all’estero, che esercito ormai da oltre sette anni". Inizia così la lettera agli elettori di Elio Carozza, candidato al Senato con il Pd nella ripartizione Europa.

"Quest’ultima legislatura parlamentare – continua Carozza – è stata drammatica per gli Italiani all’estero, a causa della vera e propria devastazione che il governo di centrodestra, guidato da Berlusconi, ha compiuto delle politiche emigratorie.

Le risorse destinate ai corsi di lingua e cultura italiana all’estero sono state tagliate del 70% e quelle per l’assistenza diretta ai connazionali in difficoltà quasi vanificate; gli Istituti di cultura sono stati ridotti di numero e svuotati di capacità operative; è stata fortemente ristretta la rete dei servizi consolari a seguito della chiusura di una ventina di sedi, la maggior parte in Europa; dopo un perverso tentativo di riduzione e di smantellamento degli istituti di rappresentanza – Comites e Cgie– si è rinviato per la terza volta il loro rinnovo, impedendo che fossero rivitalizzati con nuove energie; l’imposta sulla prima casa è stata abolita per i residenti in Italia, ma si è perduta l’equiparazione alla prima casa dell’abitazione italiana dei residenti all’estero, decisa dal governo di centrosinistra".

"Quello che più ferisce noi italiani che viviamo in altri Paesi – sostiene il candidato Pd – è che per il comportamento dei nostri governanti l’Italia è stata umiliata e messa ai margini in Europa e nel mondo. L’azione del governo Monti, che è subentrato, è riuscita solo a frenare la corsa verso il baratro, non ad invertire la rotta".

"Il Consiglio Generale degli Italiani all’estero, chiamando ripetutamente a raccolta i Comites di tutto il mondo e promuovendo iniziative di protesta, – ricorda – ha lottato strenuamente contro ognuna di queste scelte e, soprattutto, contro la deriva di abbandono dei nostri connazionali all’estero che sembrava prevalere nella classe dirigente e nella stessa opinione pubblica italiana. Al di là dei risultati concreti, questo è servito almeno a fare sentire ancora vigile la presenza della nostra comunità e ad evitare che la sfiducia disperdesse completamente il grande patrimonio di volontariato che in essa sopravvive".

"Vi confesso che ho vissuto questi passaggi con sincera sofferenza personale. Vivo da trent’anni in Belgio, dove lavoro presso le istituzioni europee, e per trent’anni – aggiunge – ho dedicato le mie migliori energie alla difesa dei lavoratori emigrati, allo sviluppo del loro percorso di integrazione, alla costruzione di nuovi legami tra le generazioni d’origine e l’Italia.

La mia vita all’estero è stata un ininterrotto impegno di volontariato nei COASCIT prima, nei Comites dopo e nel Cgie ora. Voglio dire che non c’è problema o ricerca innovativa riguardante gli italiani all’estero che non abbia dovuto conoscere e praticare. In più, mi sono fermamente convinto che perdere il contatto reale con questa realtà significa trascurare e, in prospettiva, abbandonare la più grande risorsa che l’Italia abbia nel mondo.

Semmai, partendo da questa base, si tratta di rinnovare politiche, strumenti di intervento e istituti di rappresentanza, non fare del finto nuovismo che in realtà serve a tagliare le radici, a far passare politiche restrittive e penalizzanti e a burocratizzare gli istituti di rappresentanza: Come si è cercato di fare con il Cgie, da cui si è tentato di escludere completamente il movimento sociale e associativo".

"Di fronte a queste cose, prima ancora che una scelta politica, – si legge ancora nella lettera – mi son sentito di fare una scelta esistenziale ed etica, come quando ho iniziato trent’anni fa a fare volontariato. La comunità italiana all’estero va difesa con i fatti e non a parole e chi va in Parlamento deve essere prima di tutto leale con essa e con la sua storia.

Nello stesso tempo, occorre intraprendere una strada innovativa, come il Cgie ha fatto di recente con un complesso di proposte sulla promozione della lingua e cultura italiana nel mondo e con un incontro di approfondimento sulle nuove forme della rappresentanza degli italiani all’estero. Questi obiettivi, in ogni caso, vanno perseguiti cercando di stabilire un ponte e una linea di evoluzione tra il mondo consolidato dell’emigrazione e i giovani, sia quelli di origine che quelli di “nuova mobilità” che a decine di migliaia stanno espatriando per ragioni di lavoro e di studio.

Sento di potere onestamente rivendicare al Consiglio degli Italiani all’estero e, lo dico sommessamente, a me stesso, una delle iniziative più innovative realizzate in emigrazione nel corso degli ultimi anni: la Conferenza dei giovani italiani e di origine italiana nel mondo, che si è dimostrata una vera risorsa di forze e di proposte, molte delle quali, purtroppo, disperse per l’insensibilità di chi ci ha governato".

"La mia candidatura – spiega Carozza – ha dunque questo significato: concorrere a determinare un voto di svolta per gli italiani all’estero e cercare di portare più Europa in Italia e più Italia in Europa. Aprendosi al nuovo, senza spezzare il filo evolutivo della comunità italiana nel mondo, che ha saputo dare risorse, prestigio e sostegno all’Italia ogni volta che è stato necessario.

Soprattutto, ripeto, non tradire le ragioni profonde del nostro mondo, ma camminare in avanti restando fedeli ai suoi valori e alle sue radici. Per questo, – assicura – il mio impegno è volto a migliorare l’immagine dell’Italia nel mondo, a mettere i giovani e le donne al centro della politica, a valorizzare gli anziani, a rilanciare e rinnovare gli organismi di rappresentanza, a fare in modo che gli italiani diventino sempre più europei.

Le mie proposte su ognuno di questi punti, sia pure in modo sintetico, possono essere conosciute consultando i miei recapiti informatici (www.facebook.com/elio.carozza www.twitter.com/ElioCarozza, presto online anche il sito www.eliocarozza.eu), e ringrazio fin d’ora chi vorrà arricchirle con i suoi suggerimenti".

"Ecco, – conclude – spero che la mia candidatura possa servire a testimoniare questa storia e a far vivere questa speranza di riconoscimento e di valorizzazione della nostra comunità in Europa e nel mondo. Possa servire, inoltre, se gli elettori lo vorranno, a stabilire un nesso più stretto e coerente tra il lavoro parlamentare e la vita reale delle italiane e degli italiani all’estero e delle loro dirette rappresentanze".

I recapiti informatici di Elio Carozza:

su TWITTER: https://twitter.com/ElioCarozza
su FACEBOOK: https://www.facebook.com/elio.carozza
SITO WEB: http://www.eliocarozza.eu

 

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