10353 La nuova emigrazione

20130114 18:47:00 redazione-IT

[b]di Tarcisio Tarquini[/b]
Si è data notizia, anche sulla stampa italiana, del servizio del Financial Times che rivela come sia in corso, da un po’ di tempo, un deflusso dall’Italia verso la Cina o altri paesi più solidi economicamente (o almeno supposti tali) di un numero notevole di lavoratori arrivati da noi dal grande paese asiatico in cerca di una prosperità che poi la crisi si è preoccupata di dimostrare impossibile trovare nel nostro.“Tanti cinesi stanno tornando in Cina” è la testimonianza che il giornale inglese raccoglie dalla giovane cinese proprietaria di un ristorante a Roma che spiega poi con sintesi efficace “non c’è mercato né lavoro. La situazione è terribile” (il servizio si legge per intero su Internazionale di questa settimana).

Che la situazione sia terribile, lo pensano anche le decine di migliaia di immigrati romeni che non sono rientrati in Italia dalle vacanze estive e che hanno preferito tornare a casa, o spezzare di nuovo le famiglie lasciando figli e mogli in patria dopo che, negli anni passati, erano riusciti a ricongiungersi con loro pensando di essere approdati in un paese che avrebbe saputo offrire più prospettive per tutti.

È un fenomeno, questo del ritorno a casa o della fuga verso altri lidi, che ho visto materializzarsi sotto i miei occhi, nella mia città di provincia, che nell’ultimo decennio è stata letteralmente ripopolata nel centro storico da almeno quattromila romeni (su un totale della popolazione di circa trentamila abitanti);là dove vivevano famiglie di cinque sei persone, in case rimesse a posto da soli con il lavoro di fine settimana (spesso con gusto discutibile, ma non molto di più di quello dei vecchi inquilini),si trova adesso solo il capofamiglia; qualche volta si è salvata l’integrità della coppia ma i figli sono stati consegnati ai nonni in attesa di capire se, dove e quando riunirsi tutti.
Non direi che si possa parlare di immigrati che se ne tornano a casa, quanto piuttosto di una nuova emigrazione italiana, perché quelli che vanno via erano ormai a tutti gli effetti nostri connazionali, sono dunque nuovi italiani che abbandonano il loro primo paese per tornarsene in quello che era sembrato fosse diventato il secondo, la terra dei ricordi piuttosto che quello della vita da vivere e del futuro.

Questa nuova emigrazione avrà tutti gli effetti nefasti studiati per quelle che hanno coinvolto la nostra gente a inizio secolo o negli anni difficili del dopoguerra; privano di fatti il nostro paese degli elementi più attivi, più intraprendenti, lo mutilano delle braccia e delle menti che hanno sostenuto e alimentato la nostra ricchezza e ora, andandosene, aggravano la nostra povertà.
Fonte: Blog.rassegna.it/

http://www.filef.info/index.php?option=com_content&view=article&id=757%3Ala-nuova-emigrazione&catid=50%3Alavoro&Itemid=70&lang=en

 

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