10297 ASSEMBLEA PLENARIA CGIE: Il dibattito della prima giornata

20121205 18:33:00 redazione-IT

[b]Staffan De Mistura: lavoro di squadra per il recupero di 3.539.000 euro nel 2012 per le politiche degli italiani all’estero[/b]

Interventi di Firrarello (Senato), Crolla (Camera dei Deputati), Petruzziello (Brasile), Neri (Pd), Rapanà (Canada), Lodetti (Inas Cisl), Bertali (Gran Bretagna), Porta (Pd), Narducci (Pd), Schiavone (Svizzera), Bartolini (Emilia Romagna), Gazzola (Svizzera). Cristina Ravaglia (Mae) e la questione del diritto di voto degli italiani in Canada

ROMA – Dopo l’illustrazione delle relazioni del Governo e del Comitato di presidenza del Cgie il sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura ha sottolineato come il recupero di 3.539.000 euro per le politiche degli italiani all’estero relative al 2012 rappresenti il frutto di un lavoro di squadra formata dai vertici della Farnesina, dai parlamentari eletti all’estero e dal Cgie.

Ha poi preso la parola il presidente del Comitato del Senato per le questioni degli italiani all’estero Giuseppe Firarrello che ha ricordato come in questa legislatura sia stata varata dal Senato una riforma di sistema degli organi di rappresentanza degli italiani all’estero che poi però non è giunta alla definitiva approvazione da parte della Camera. “Io mi auguro – ha aggiunto Firrarello – che il prossimo Parlamento troverà nel suo ambito la forza di portare avanti quell’importante rinnovamento che noi abbiamo avviato e non abbiamo saputo concludere. Da un lato esiste l’esigenza di conservare quanto è stato fatto nella legislazione per gli italiani all’estero, dall’altro bisogna ammodernare affinché i rapporti con tutti gli italiani nel mondo possano essere più forti e garantiti e sicuramente più fattivi nell’interesse di tutti”.

“E’ stato importante il parere positivo delle varie forze politiche intorno alla mia nomina a presidente del Comitato – ha spiegato il neo presidente del Comitato per gli italiani all’estero della Camera Simone Andrea Crolla – perché evidenzia la volontà di dare continuità ad un’azione politica che deve andare avanti dopo l’interruzione dei lavori… Sono sicuro – ha aggiunto Crolla – che il grande rinnovamento che vedrà il nostro Paese con le prossime elezioni politiche, sarà anche frutto di un lavoro che faremo insieme agli italiani all’estero, anche perché nel mio immaginario i nostri connazionali nel mondo sono sempre stati rappresentati quasi come eroi. Uomini e donne che in mezzo a mille traversie hanno saputo affrontare situazioni difficili, ma anche contesti di successo e di grande onore per il nostro Paese”.

Il dibattito è proseguito con l’intervento del consigliere Walter Petruzziello (Brasile) che ha segnalato i lunghi anni di attesa necessari per il riconoscimento della cittadinanza italiana in Brasile. Petruzziello ha anche ricordato che la legge prevede lo smaltimento delle pratiche da parte dell’amministrazione pubblica entro 240 giorni dal ricevimento della documentazione. Dal canto suo Luciano Neri (Pd) ha auspicato, in questo momento di crisi in cui la finanza speculativa sta mettendo in ginocchio l’Europa, una riforma complessiva dello Stato, del Mae e dell’insieme della proiezione della politica italiana nel mondo. Dopo ave sollecitato un maggiore impegno delle Regioni nei confronti degli italiani all’estero, Neri ha sottolineato la necessità di riflettere sulla questione morale legata alla trasparenza del voto all’estero. Una tematica su cui sta lavorando, attraverso l’elaborazione di uno specifico documento, Libera internazionale. Ha poi preso la parola Giovanni Rapanà (Canada) che ha evidenziato come l’unico modo per superare la decisione del Governo canadese, che non vuole consentire la campagna elettorale e il voto italiano sul suo territorio, sia quello di eliminare dalla nostra legge elettorale il vincolo volto a concludere un’intesa semplificata con i paesi che ospitano i nostri connazionali. “Il tempo sta per scadere – ha spiegato Rapanà – e un emendamento agli articoli 19 e 20 della legge sul voto salverebbe la situazione e consentirebbe agli italiani in Canada di partecipare alle elezioni politiche”

E’ stata poi la volta di Gianluca Lodetti (Inas Cisl) che, dopo aver espresso plauso per i positivi sforzi compiuti nel capitolo di spesa sull’assistenza per i nostri connazionali indigenti, ha sottolineato come dalla relazione del Governo si evidenzi una mancanza di considerazione del ruolo svolto dai patronati. Patronati che invece, secondo Lodetti, grazie alla sussidiarietà rappresentano il “punto di quadra” nella difficile situazione dei servizi per gli italiani all’estero. Per Lodetti bisogna inoltre “trovare una soluzione attraverso una nuova concezione dei servizi per gli italiani all’estero in cui, per mezzo della convenzione della legge sui patronati e con accordi su problemi puntuali, si arrivi in questo ambito ad una nuova strategia”.

Anche Alberto Bertali (Gran Bretagna) ha auspicato un positivo e migliore utilizzo dei patronati. Il consigliere si è poi soffermato sulla necessità di utilizzare i consoli onorari per le operazioni di voto all’estero, che non dovrebbero essere espletate solo in modalità elettronica. Bertali ha anche segnalato crescenti difficoltà a fornire corsi di lingua per gli emigrati italiani ed i loro figli.

E’ poi intervenuto il deputato Fabio Porta, eletto nella ripartizione America Meridionale, che ha ricordato la vasta partecipazione popolare alle primarie del centro sinistra. Una grande esperienza organizzativa che, per il deputato del Pd, va recuperata nei suoi spunti positivi ed ha dimostrato la possibilità di votare dall’estero attraverso il suffragio online e presso i seggi. Porta, dopo aver auspicato l’introduzione di provvedimenti che mettano in sicurezza il voto all’estero, si è detto deluso per il no del Governo all’Odg che chiedeva il ripristino delle risorse per le elezioni nel 2014 di Comites e Cgie.

“Si è sempre vista la questione del recupero della cittadinanza – ha proseguito Porta – come un macigno che pesa sui consolati, non pensando che gli italiani all’estero rappresentano una risorsa e che sono anche pronti ad assumersi un contributo per risolvere il problema delle lunghissime attese… Prepariamoci – ha concluso il deputato del Pd – ad una nuova legislazione non di chiusura ma di grande valorizzazione degli italiani all’estero, il che vuol dire anche un contributo concreto ai problemi dell’Italia a partire da quelli della rete consolare nel mondo”.

Ha poi preso la parola il deputato del Pd Franco Narducci, eletto nella ripartizione Europa, che ha ricordato come negli ultimi tre anni le comunità italiane all’estero siano state messe da parte dal governo italiano. “E’ vero – ha affermato Narducci, – siamo di fronte a sfide crescenti e dobbiamo fare i conti con risorse decrescenti. Questo non è il modo migliore per affrontare la globalizzazione che non è un fatto ideologico, ma è ormai nel quotidiano. Io penso che vi sia un modo per affrontare queste sfide ed è quello, ciascuno per il suo ruolo, di unire le forze… C’è qualcosa che in questo momento funziona nel nostro paese – ha aggiunto Narducci – sono le esportazioni. E’ implosa l’economia interna, siamo in decrescita però funzionano l’esportazione e io credo che in tutto questo le nostre comunità all’estero abbiano un ruolo, grazie alla loro laboriosità e capacità imprenditoriale”. Un valore aggiunto per il “made in Italy”, quello delle nostre comunità, che, secondo Narducci, non può però essere dato per scontato in un mondo che cambia molto velocemente con le mode e linguaggi. Per questo bisogna fare attenzione soprattutto alla promozione della lingua e della cultura italiana all’estero. Narducci ha anche sottolineato l’esigenza di mettere a sistema i milioni di italiani che vivono in patria ed all’estero creando sinergie, ed evitando di considerare le comunità nel mondo come, vedi il caso dell’IMU, dei “limoni da spremere”.

Dopo l’intervento di Michele Schiavone (Svizzera) che ha evidenziato l’esigenza di ridurre il “differenziale” fra il nostro paese e le comunità all’estero ed ha ricordato come la cultura e la lingua italiana potrebbero divenire importanti strumenti di profitto economico per il nostro paese, il presidente della Consulta degli Emiliano Romagnoli nel Mondo Silvia Bartolini ha posto in evidenza l’esigenza di dimostrare che le comunità italiane all’estero rappresentano una risorsa da utilizzare per il rilancio e lo sviluppo dell’Italia. La Bartolini si è anche soffermata sull’importanza delle Consulte regionali che danno forza alla partecipazione della rete delle associazioni all’estero. Nel suo intervento Giancarlo Gazzola (Svizzera) ha sottolineato come il voto all’estero non possa essere affidato solamente al suffragio elettronico, ma vada affiancato da quello per corrispondenza o presso i consolati.

“Da 42 anni – ha affermato il sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura – sono un italiano all’estero e quindi ho una particolare sensibilità per queste tematiche, ma è anche vero che sto scoprendo quello che nel corso del dibattito avete più volte evidenziato. Recentemente ho compiuto una vista lampo in Australia dove ho scoperto l’enorme potenziale e ricchezza e il grande apprezzamento da parte di tutti verso la comunità italiana. E quindi vi trovo convincenti quando voi parlate di italiani all’estero come di una potenzialità da valorizzare”

“Il voto in Canada è per noi un’enorme preoccupazione. – ha spiegato il direttore generale del Mae per gli Italiani all’estero e le Politiche migratorie Cristina Ravaglia rispondendo ai quesiti emersi durante il dibattito – Stiamo facendo tutto il possibile per cercare di superare questo grossissimo scoglio. Sarebbe difficilmente accettabile il fatto che non poter votare per corrispondenza in un paese che raccoglie una delle più grandi collettività italiane nel mondo… In ogni caso voglio ricordare che se questo dovesse avvenire sarebbe sempre consentita la possibilità del voto direttamente in Italia”.

“Voglio poi precisare – ha aggiunto la Ravaglia – che le facilitazioni elettroniche di cui si parla nella relazione di governo non riguardano la ricostruzione o il riconoscimento della cittadinanza, ma sono limitate alla concessione della cittadinanza per matrimonio o per servizio prestato per lo Stato. Bisogna inoltre ricordare – ha proseguito il direttore generale – che il voto elettronico e da remoto sono due cose diverse. Si può votare elettronicamente nel seggio o si può votare da remoto elettronicamente. In ogni caso la legge 118 del 2012 che ha rinviato le elezioni dei Comites, prevede che quando sarà entrato in vigore il regolamento a cui si sta lavorando, che stabilirà le modalità di voto elettronico, automaticamente saranno abrogate le norme della legge del Comites che prevedono il voto per corrispondenza. In questo regolamento si parlerà di voto elettronico, ma anche della costituzione di seggi preso i locali dei consolati o nelle sedi dei consoli onorari. Per quanto riguarda la soppressione del capitolo di spesa per le elezioni dei Comites e del Cgie – ha concluso la Ravaglia – vi possiamo assicurare che faremo di tutto per prevedere i finanziamenti necessari oltre a quelli già stabiliti dalla legge 118 destinati alla implementazione del voto elettronico”.

(G.M.- Inform/eminews)

 

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