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20130313 13:09:00 guglielmoz

ISTAT E CNEL PRESENTANO IL «BES»: CERCA L’EQUO-SOSTENIBILE
Arriva il Pil del benessere: ben 7 milioni di italiani fuori
TAGLIO MEDIO

ROMA- L’11% della popolazione è in forte disagio economico. Giù anche il Pil tradizionale: -1% nel 2013
L’Istat evolve in positivo le sue ricerche e per il primo anno «riaggiusta» il vecchio Pil correggendolo con il «Bes», il «Benessere equo e sostenibile», un nuovo indice che tiene conto anche di come stanno le persone in carne e ossa. L’indicatore è stato messo a punto con il Cnel, le parti sociali e l’associazionismo.
L’11% della popolazione italiana risulta essere «in difficoltà», secondo il primo rapporto sul Bes: tra il 2010 e il 2011, la «grave deprivazione» sale dal 6,9% all’11,1%, con 6,7 milioni di persone in difficoltà economiche, con un rialzo di 2,5 milioni in un anno. Si tratta di individui in famiglie con 4 o più sintomi di disagio in un set di 9.
Il Bes prende in esame 12 campi, dalla salute al lavoro, dall’ambiente alle relazioni sociali e 134 «termometri» per misurare il benessere equo e sostenibile. All’Istat e al Cnel (che ha al suo interno rappresentanti delle parti sociali), si è aggiunto un comitato composto dall’associazionismo femminile, ecologista, dei consumatori e una commissione scientifica.
A determinare il disagio è stata anche la drastica caduta del potere d’acquisto: ben 5 punti dal 2007 al 2011. Nello stesso periodo la propensione al risparmio è passata dal 15,5% al 12% per arrivare all’11,5% nel secondo trimestre 2012. Nei primi 9 mesi del 2012, la quota delle famiglie indebitate, stabile tra il 2008 e il 2011, ha segnato un balzo (dal 2,3% al 6,5%).
In crescita anche il livello di disuguaglianza (rapporto tra il reddito posseduto dal 20% più ricco della popolazione e il 20% più povero: si passa dal 5,2% del 2008-2010 al 5,6% del 2011.
Nel 2012 solo il 20% degli italiani di 14 anni e più ritiene che gran parte della gente sia degna di fiducia: nel 2010 era «fiducioso» il 21,7% ed è di oltre il 10% inferiore alla media Ocse (33%). Quanto alla fiducia nelle istituzioni, a marzo 2012 si è registrato il picco più basso con un giudizio di 2,3, su una scala da 0 a 10, riservato ai partiti; il Parlamento ha preso 3,6, le amministrazioni locali 4 e la giustizia 4,4. Gli italiani si dicono poi contenti del proprio lavoro (voto 7,3 in una scala da 0 a 10).
Ma ieri l’Istat ha diffuso anche gli ultimi dati sul Pil: nel 2012 è calato del 2,4%, e nlla prima parte del 2013 si è perso l’1% (dovrebbe essere il dato finale di tutto l’anno). Infine l’Ocse lancia segnali di ottimismo verso l’Eurozona dove la crescita sta per ripartire. In Italia e Francia non dovrebbe esserci un «ulteriore deterioramento»: «Nell’Eurozona, e in particolare in Germania, il superindice punta a una ripresa della crescita – dice l’Ocse – con un +0,16% su mese, dopo il +0,13%». L’Italia e la Francia non mostrano segni di «ulteriore deterioramento» (il superindice riprende il percorso in positivo, aumentando rispettivamente dello +0,11% e +0,05% su dicembre).

 

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