10289 Agenzia Colombia

20121202 16:03:00 guglielmoz

ANCORA PERSECUZIONE NEI CONFRONTI DELLA MARCIA PATRIOTTICA: ARRESTATI 8 SUOI ATTIVISTI.
RUBATI I DOSSIER SULLA CORRUZIONE DELLA POLIZIA AL PARLAMENTARE IVAN CEPEDA.

29/11 – Diverse associazioni e comitati per la difesa dei diritti umani hanno denunciato l’arbitrario arresto di 8 professionisti, tutti laureatisi alcuni anni fa all’Università di Caldas, con un’azione di polizia portata avanti simultaneamente a Bogotá, Manizales, Cali, Huila e Valle del Cauca, con gran dispiego di mezzi e uomini.
L’arresto risale allo scorso 22 novembre, ed i professionisti sono tutti militanti della Marcha Patriótica, alcuni anche del Partito Comunista.
Le accuse, che si basano su dichiarazioni rilasciate da presunti informatori “reinseriti nella società civile”, sono le solite, trite e ritrite, che il governo scaglia verso chiunque esprima un atteggiamento di critica all’oligarchia ed ai suoi rappresentanti: “terroristi appartenenti alla guerriglia”.
A ulteriore dimostrazione del carattere vessatorio e politico dell’operazione, il giudice di garanzia ha dato per certe le imputazioni, rinviando gli 8 a giudizio a tempo di record; le procrastinazioni infinite e i temporeggiamenti della “giustizia”, invece, vengono riservati ai narco-politici paramilitari che infestano il Congresso e il paese tutto, anche quando vengono scoperti in flagranza di reato.
Il segretario del Partito Comunista Colombiano (PCC), Jaime Caycedo, ha affermato che questi arresti sono stati determina ti dall’intenzione di rendere inconsistente il processo di pace: “Si tratta di un’offensiva di pressione, di una guerra sporca”, ha chiarito Caycedo, denunciando anche l’assassinio di Edgar Sánchez, attivista del PCC e della Marcha nella città di Soacha, a pochi chilometri da Bogotá, perpetrato lo scorso 10 novembre.
L’oligarchia colombiana vuole ad ogni costo demolire i tavoli del dialogo, terrorizzata all’idea di perdere i suoi privilegi; per questo ricorre a ogni mezzo a sua disposizione, dalla violenza paramilitare, in rapida espansione negli ultimi mesi, alle montature politico-giudiziarie ai danni di attivisti dei diritti umani, arrivando al punto di organizzare falsi attacchi “guerriglieri” per poter denunciare un’inesistente rottura della tregua da parte delle FARC, che peraltro l’hanno dichiarata unilateralmente nonostante il governo Santos continui a militarizzare il paese .

27/11 – SICARIO “VLADIMIR” SVELA RUOLO DI DAS, ESERCITO E USA NELL’ADDESTRAMENTO DI PARAMILITARI COLOMBIANI
Lo scorso 14 novembre la stampa colombiana ha pubblicato le dichiarazioni rilasciate dal sicario paramilitare Alonso de Jesús Baquero, alias “Vladimir”, nel processo contro Ramón Isaza (“El Viejo”) ed altri 4 capi paramilitari. “Vladimir” ha spiegato che all’addestramento condotto dal mercenario israeliano Yair Klein parteciparono 5 agenti del DAS, la polizia politica colombiana. Il giorno precedente Klein aveva dichiarato di aver svolto questo lavoro su
mandato del narco ex presidente Uribe.
Il lavoro di Klein, spiega “Vladimir”, era noto a tutti i membri dell’Esercito colombiano, e soprattutto al generale Farouk Yanine Díaz, storicamente legato ai gruppi paramilitari; fu grazie a costui che il sicario ricevette addirittura le credenziali di colonnello dell’Esercito.
Il paramilitare ha chiarito che durante gli addestramenti erano comuni le visite di ufficiali dell’Esercito e politici come il colonnello Bohórquez o il senatore Víctor Hernán Barco.
De Jesús Baquero ha dichiarato inoltre che Cesar Pérez García, ex presidente della Camera, fu il promotore del massacro di 43 persone a Segovia, municipio del dipartimento di Antioquia, per annientare con la violenza la vittoria politica dell’Uni&oacu te;n Patriótica alle elezioni comunali.
Di supporto a questi criminali, ha precisato “Vladimir”, gli USA inviarono colonnelli dalla famigerata Scuola delle Americhe, fucina di assassini al servizio della CIA macchiatisi dei più atroci crimini contro l’umanità in tutto il continente.
Da queste testimonianze emergono nuovi tasselli del macabro quadro della storia recente del terrorismo del regime: una realtà in cui i paramilitari sono parte integrante dello Stato colombiano, che è il rappresentante degli interessi e dei privilegi dell’oligarchia, abominevole miscellanea di fascismo, corruzione e narcotraffico, con la vocazione del terrorismo di Stato e della sottomissione a Washington.

25/11 – RUBATI I DOSSIER SULLA CORRUZIONE DELLA POLIZIA AL PARLAMENTARE IVAN CEPEDA
Il parlamentare oppositore e difensore dei diritti umani Iván Cepeda, ha denunciato il furto e la manomissione di alcuni importanti documenti riguardanti Mauricio Santoyo, generale attualmente in carcere ed ex capo della sicurezza di Uribe. I documenti, riguardanti questo ed altri casi di corruzione all’interno della Polizia colombiana, erano custoditi nella sede del Congresso. Dopo essere state avvertite dell’accaduto, le autorità hanno riscontrato che
le telecamere di sorveglianza del Congresso risultano non funzionanti da giorni su tutto il quarto piano, quello in cui si trova appunto l’ufficio di Cepeda. Secondo il deputato la situazione è direttamente collegata al lavoro di inchiesta e denuncia dei crimini di Santoyo in sede parlamentare. Ad ogni modo ha preannunciato inattese ed importanti novità, che emergeranno nel corso della seconda parte del dibattimento sul caso Santoyo, sul sistema di promozioni irregolari all’interno della Polizia e delle forze di sicurezza del presidente Uribe. “E’ preoccupante che fatti così gravi accadano proprio nell’esercizio della nostre funzioni di supervisione politica. Mentre stiamo lavorando affinché si chiarisca la verità su molti fatti, specialmente su quelli che hanno a che vedere con la corruzione ed il paramilitarismo, dobbiamo avere delle garanzie a tutela del nostro operato” , ha reclamato Cepeda.
Come sempre accade, anche questa volta la mafia uribista fa carte false per negare -e quando è il caso occultare- i propri crimini. Il narcofascista Uribe, bombardato da scandali che lo vedono in prima fila come paramilitare, corrotto e criminale di guerra, ha voluto mandare un messaggio chiaro a Iván Cepeda: stai zitto e dimenticati di inchieste (altamente compromettenti) e fascicoli, altrimenti la prossima volta a sparire potresti essere tu, facendo la fine di tuo padre (Manuel Cepeda, senatore dell’Unión Patriótica e direttore del giornale comunista Voz, assassinato dal terrorismo di Stato il 9 agosto 1994).
Ciò nonostante, la tenacia e il coraggio dei difensori dei diritti umani e dei militanti per la pace con giustizia sociale stanno aiutando in modo determinante a far emergere la verità: la Colombia è uno Stato narco-mafioso, un paese calpestato da un’oligarchia sanguinaria e governato a ferro e fuoco da un regime antidemocratico

 

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