9878 Il Senato approva l’art 1 della riforma del sistema elettorale. Resta la circoscrizione estero.

20120621 14:15:00 red-roma

L’ Assemblea del Senato approva l’art.1 della legge di riforma costituzionale e respinge tutti gli emendamenti contro la circoscrizione estero. Ridotto il numero dei Parlamentari.
I nostri connazionali non sono un costo ma una risorsa, sono il nostro Commonwealth, dicono i corelatori Tonini del Pd e Mantica Pdl.
Il dibattito serrato in aula al Senato si risolve con un voto di larga maggioranza, che vede l’opposizione della Lega Nord ed il voto diverso di alcuni senatori, appartenenti a gruppi diversi, trasversalmente fra maggioranza e minoranza.
Previsto per la Camera la riduzione di quasi il 20% del numero dei deputatiche passa dagli attuali 630 a 508. Decisa la riduzione a 21 anni dell’età necessaria per essere eletti, rispetto ai 25 attuali.L’esame del disegno di legge procederà nei prossimi giorni

ROMA aise – Il Senato ha respinto tutti gli emendamenti contro la circoscrizione estero e approvato – con 212 voti a favore, 11 contrari e 27 astenuti – l’articolo 1 della riforma costituzionale.
L’articolo 1 riguarda la composizione della Camera e prevede una riduzione da 630 a 508 del numero dei deputati, di cui 8 eletti all’estero, e fissa a 21 anni il limite di età per l’eleggibilità a deputato, attualmente stabilita a 25.
Lunghissima la seduta di questa mattina, con la illustrazione e il voto degli emendamenti accantonati ieri e le dichiarazioni dei senatori.

Hanno votato a favore Pd, Pdl, il gruppo UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI, il Gruppo di Coesione Nazionale Grande Sud, il Terzo Polo (ApI-FLI), Idv. Astenuta la Lega Nord.

Relatore del provvedimento, Vizzini (Pdl) ha espresso parere contrario su tutti gli emendamenti presentati all’articolo 1, mentre il rappresentante del Governo si è rimesso all’Aula.

Nelle dichiarazioni di voto non sono mancati altri rilievi critici contro la Legge Tremaglia, ma anche strenue difese.

A Fantetti (Pdl) che ha denunciato "il blitz soppressivo che andrebbe ad infliggere la mutilazione dei diritti politici di 4 milioni e mezzo di cittadini italiani ufficialmente registrati all’AIRE", hanno replicato il leghista Divina, secondo cui "la circoscrizione Estero ha un grande costo ed uno scarsissimo beneficio al di là della brutta immagine che abbiamo anche dato", Perduca (Pd) che ha rilanciato una presenza di eletti all’estero, ma senza possibilità di voto "perché i loro elettori non subirebbero le conseguenze delle modifiche legislative avvenute tanto alla Camera quanto al Senato", e Del Pennino (Misto-P.R.I.) per cui "nel momento in cui si vogliono ridurre le spese della politica, mantenere la circoscrizione estero mi sembra francamente sbagliato".

Rutelli (Per il Terzo Polo: ApI-FLI) ha sostenuto che "la modalità di elezione degli italiani all’estero, per la quale molti di noi sono impegnati (io ho partecipato a tantissime iniziative all’estero con i nostri concittadini elettori), non può essere lasciata com’è. Signor Presidente, penso che questa legge debba essere sottoposta a una verifica e si debba proseguire l’esame nelle Commissioni. Non si possono rigettare tout court emendamenti che propongono di intervenire su una realtà che, dal punto di vista della democraticità della rappresentanza, della verifica del processo elettorale, della verifica del rapporto tra tassazione e rappresentanza, della conoscenza della lingua italiana e della modalità di rapporto con sterminate potenziali basi elettorali che dopo molti anni ormai possono essere verificate, necessita di essere verificata democraticamente. L’Italia è l’unico Paese al mondo che ha questa legislazione, non la possiamo dare per automatica a vita".

A rilanciare il caso-Di Girolamo ci ha pensato Torri (lega), mentre Tonini (Pd) ha difeso la circoscrizione estero e gli eletti: "il principio costituzionale che prevede l’elezione degli italiani all’estero per noi ha un valore insopprimibile, perché è un legame forte con le nostre comunità all’estero, che sono un’enorme potenzialità per il nostro Paese; un’enorme potenzialità che non abbiamo finora saputo utilizzare appieno. Sono il nostro Commonwealth e noi dobbiamo imparare ad usare le nostre comunità all’estero come una straordinaria risorsa per il futuro dell’Italia".

Sostegno anche da Mantica (Pdl): "devo dire che sono molto amareggiato da quello che ho sentito questa mattina. Sostenere che il voto italiano all’estero è un costo ‑ come ho sentito dire qua: 16 milioni di euro ‑ vuol dire prendere la storia di 25 milioni di italiani e trasformarla in un costo del sistema elettorale. E questo lo trovo offensivo per una parte importante di questo Paese e dei cittadini di questo Paese, che non hanno avuto la fortuna di trovare sviluppo qua, ma sono andati da altre parti. Ho sentito, anche da parte del senatore Pardi, che c’è l’idea di farli rappresentare con altri sistemi. Vorrei informare il professor Pardi che già c’è stato un grande processo di sistema di rappresentanza, che non è arrivato al Parlamento, che dura da vent’anni e che si chiama Consiglio generale degli italiani all’estero. Detto questo, io credo che il diritto che hanno 4.300.000 cittadini italiani, un fenomeno tutt’affatto nostro e particolare, vada profondamente rispettato. Ci sono molte cose da discutere più seriamente. Avremmo dovuto affrontare questo argomento, che abbiamo sollevato più volte, soprattutto in materia di legge elettorale. Ma non accetto, a nome del PdL, che si possa mettere in discussione il diritto di voto degli italiani all’estero, per la storia che questi rappresentano e per il valore morale, economico e sociale che hanno per tutti noi italiani".

Micheloni (Pd) – che ha ritirato i suoi emendamenti – ha "preso atto delle dichiarazioni dei senatori Tonini e Mantica e riguardo ai tentativi di abolire la circoscrizione estero lascio la povertà degli argomenti a quelli che li hanno pronunciati in questa Aula. Il costo della nostra elezione è sicuramente il miglior investimento che l’Italia abbia mai fatto, con quello che gli italiani all’estero hanno dato e continuano a dare all’Italia. Se dovessi paragonarle a quello che questa politica ha prodotto per l’Italia io non so chi dovrebbe uscire da questa Aula". (aise)

 

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