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20160226 09:58:00 guglielmoz

FEDI (PD): La nuova legge per l’editoria sarà un’occasione di modernizzazione e rilancio per l’editoria italiana all’estero. Il parlamentare è intervenuto in Aula nella discussione generale sulla legge per l’istituzione del fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione.
PORTA FABIO (PD) comunicato stampa – VENEZUELA: il governo risponde all’interrogazione dell’on. PORTA sui casi di esproprio confermando preoccupazione sulla crisi umanitaria in atto
LA MARCA (PD) partecipa al 1° incontro Italia-Canada su immigrazione e integrazione: “utile confronto sulle politiche di integrazione dei migranti
DEPUTATI PD ESTERO: un archivio della memoria dei migranti come tappa di avvicinamento al museo delle migrazioni
LA MARCA (PD). oggi, grazie al Governo Renzi, anche l’Italia potrà finalmente essere annoverata tra quei Paesi che hanno una legislazione che disciplina i diritti e i doveri delle coppie di fatto e delle unioni civili, a prescindere dunque dal loro orientamento sessuale superando un ritardo che l’Unione europea ha più volte sottolineato e rimproverato. E’ un traguardo molto importante che allarga i diritti delle persone.

1 – FEDI (PD): LA NUOVA LEGGE PER L’EDITORIA SARÀ UN’OCCASIONE DI MODERNIZZAZIONE E RILANCIO PER L’EDITORIA ITALIANA ALL’ESTERO Il parlamentare è intervenuto in Aula nella discussione generale sulla legge per l’istituzione del fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione.
L’On. Marco Fedi è intervenuto il 22 febbraio, anche a nome degli altri eletti all’estero del PD, nella discussione generale sulla proposta di legge dedicata alla istituzione del fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e per la ridefinizione del sostegno pubblico all’editoria. Roma, 23 febbraio 2016

Il parlamentare ha orientato il suo intervento sulla funzione che l’editoria in lingua italiana operante nel mondo ha avuto nei momenti cruciali della nostra storia nazionale e nei passaggi fondamentali della nostra emigrazione e sottolineato che l’emendamento presentato dagli eletti all’estero del PD ha inteso collegare la stampa quotidiana e i periodici italiani nel mondo ad una sfida sempre più globale verso l’innovazione, in linea con gli obiettivi che la nuova legge si prefigge.
L’emendamento è stato approvato – ha ricordato Fedi – grazie alla disponibilità del relatore Rampi e dei colleghi del VII Commissione e alla collaborazione di Eugenio Marino, responsabile Italiani nel mondo del PD.
Nel suo intervento Fedi ha ricordato “come la presenza italiana nel mondo si è intrecciata con un’articolata rete editoriale in lingua italiana. Una fondamentale esperienza che oggi, anche nel contesto delle sfide globali, deve poter trovare nuove espressioni culturali e linguistiche e nuovi modi di diffusione”.
“Spesso a questo tipo di editoria si guarda con sufficienza e con distacco, come ad un’esperienza ormai residuale. Le testate storiche dell’emigrazione, invece, hanno attraversato la storia, rispecchiando la stessa evoluzione della società italiana, nonché la formazione e le trasformazioni che lo Stato nazionale ha subito nel corso del tempo.
Non a caso il periodo nel quale le testate italiane all’estero nascono e si diffondono è quello risorgimentale, ad opera soprattutto della diaspora di liberali, mazziniani e garibaldini che furono costretti a lasciare il Paese per evitare le repressioni poliziesche. Una più forte capillarizzazione di questa esperienza e un passaggio dai temi patriottici e risorgimentali a quelli prevalentemente di natura sociale si sono poi avuti con l’emigrazione di massa.
La funzione assolta da questa miriade di pubblicazioni è stata molto importante sotto due profili: quello di aprire spazi di riconoscimento e di affermazione delle nostre comunità nelle realtà di insediamento, nelle quali spesso dovevano fronteggiare spirito di avversione e atteggiamenti xenofobi di alcune componenti locali, e quello di favorire la progressiva “italianizzazione” dei nostri emigrati che erano partiti con un bagaglio culturale localistico, povero, se non alieno da una formazione nazionale.
La diffusione e la funzione dei periodici italiani nel secondo dopoguerra sono cambiate in relazione ai mutamenti che hanno interessato i nuovi flussi di emigrazione italiana. Il loro numero si è asciugato, soprattutto nelle aree, come quelle transoceaniche di tradizionale immigrazione, e il loro ruolo si è adattato ai tempi e ai nuovi contesti.
Negli USA e nei Paesi sudamericani, ad esempio, essi hanno avuto e hanno soprattutto la funzione di tenere aperto il dialogo con le nuove generazioni, di conservare la lingua italiana, di tenere aperti i ponti con l’Italia, favorendone l’internazionalizzazione, di dare le informazioni utili all’esercizio politico della cittadinanza.
Nelle nuove realtà di immigrazione, sia transoceaniche come Canada e Australia, sia europee essi hanno tutelato le nostre nascenti comunità dando loro voce e ne hanno alimentato l’identità, anche al fine di evitare un’assimilazione povera e di favorire positivi confronti interculturali.
Sono indiscutibili i vantaggi che al nostro Paese derivano dalla presenza di alcuni strumenti informativi e di opinione all’estero su alcuni piani molto importanti: quello della promozione della lingua e della cultura italiana; quello del sostegno all’internazionalizzazione; quello del miglioramento dell’immagine dell’Italia nel mondo; quello della trasmissione di informazioni necessarie per l’esercizio dei diritti di cittadinanza di una comunità che assomma a 5 milioni di persone; quello delle relazioni interculturali; quello della promozione del turismo di ritorno.
Quotidiani come America Oggi, Il Corriere Canadese, La Voce d’Italia in Venezuela, Gente d’Italia in Uruguay, La Voce del Popolo (Fiume); bisettimanali come Il Globo e La Fiamma in Australia; settimanali come il Cittadino Canadese, il Corriere di Tunisi, Tribuna Italiana e La Voce(Argentina), Il Corriere D’Italia in Germania, Il Corriere degli Italiani e La Pagina (Svizzera); mensili come Nuovo Paese, il Progresso Italo-Australiano, Comunità (Brasile), e i tanti periodici editi in Italia e all’estero, unitamente alle centinaia di emittenti radiofoniche e televisive, ogni giorno nel mondo raccontano l’Italia, l’Europa, le proprie comunità e società locali, in lingua italiana ed oggi anche nelle lingue di quei Paesi, parlando di cultura, sport, made in Italy, politica.
In occasione dell’audizione con la FUSIE – Federazione Unitaria della Stampa Italiana all’Estero – la principale realtà rappresentativa delle numerose testate in lingua italiana edite all’estero e per l’estero, è stato fornito un quadro della presenza nel mondo. Nei 5 continenti, gli associati, tra quotidiani, settimanali e periodici vari, offrono una diffusione annua di milioni di copie e si rivolgono a più di 4 milioni di cittadini italiani residenti all’estero oltre che ai circa 70 milioni di oriundi e discendenti di italiani. L’adesione alla FUSIE è stata estesa alle emittenti radiofoniche e televisive e ai giornali telematici e on-line.
“Per questo, oggi proponiamo – ha continuato Fedi – che questa storia, insieme a quella delle nuove migrazioni, entri nelle scuole e contribuisca a formare le nuove generazioni. Proponiamo di raccontare questa storia nel nuovo museo dell’emigrazione a Genova, iniziativa del Governo che sosteniamo e che vorremmo vedere ampliata con il tema dell’immigrazione in Italia e soprattutto con una rete di collegamento tra le realtà museali dell’emigrazione in Italia e nel mondo.
In considerazione dell’importanza che questa stampa riveste non solo per il mondo dell’emigrazione, ma per il Paese, chiediamo, in sostanza, che alla stampa italiana all’estero, che è stata per molti anni il veicolo con il quale raccontare l’Italia e anche capire le nostre comunità nel mondo, sia attribuito il suo spazio nella dimensione nazionale del fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione.
Uno spazio, del resto, che è stato riconosciuto da tempo con l’attribuzione di contributi regolati da leggi, decreti e regolamenti sia per quanto riguarda i quotidiani italiani editi e diffusi all’estero che per la stampa periodica italiana.
Un’altra pagina da aprire è quella che riguarda l’irruzione del web nella comunicazione e delle potenzialità da sfruttare per una forte articolazione e per una estesa capillarizzazione dell’attività informativa, nonché per uno sviluppo dell’interattività. La nuova legge contiene delle aperture promettenti in questo senso, che dovrebbero tradursi in modo coerente nella ripartizione delle risorse e nella finalizzazione degli incentivi.
Una considerazione non meno attenta merita infine il fenomeno delle nuove mobilità verso le quali i media digitali possono essere di grande aiuto per fare in modo che l’Italia non perda i contatti con le persone che ne sono partecipi e, sia pure da lontano, possa cogliere le potenzialità derivanti dalla loro più alta formazione e professionalità, evitando una perdita secca di energie dannosa per lo sviluppo del Paese.”
“La proposta di legge delega sul riordino e ridefinizione del sostegno all’editoria – ha concluso l’On. Fedi – istituisce un fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e l’emendamento che è stato approvato consentirà ai media editi e diffusi all’estero o editi in Italia e diffusi prevalentemente all’estero, di accedere al fondo.
I decreti legislativi, attuativi della delega, avranno il compito di definire in maniera precisa i soggetti che potranno accedere al fondo, le modalità per accedervi, i criteri di base e la dotazione di bilancio del fondo stesso.
La sfida dell’innovazione, quindi, è rivolta a tutti noi ma soprattutto agli editori che potranno sviluppare un piano per ‘la ridefinizione delle strutture, dei processi e dei modelli imprenditoriali che producono e diffondono informazione arricchendo il panorama dell’informazione pluralista e indipendente’.
I decreti legislativi da approvare entro sei mesi, avranno ‘ad oggetto la ridefinizione della disciplina dei contributi diretti alle imprese editrici di quotidiani e periodici, la previsione di misure per il sostegno agli investimenti delle imprese editoriali, l’innovazione del sistema distributivo, il finanziamento di progetti innovativi nel campo dell’editoria’. Nei prossimi mesi, dunque, dovremo impegnarci per seguire l’evoluzione della discussione sui decreti per garantire che al settore dell’editoria di lingua italiana nel mondo vada assegnata una adeguata dotazione di risorse; per garantire che i criteri di valutazione rispondano alla specificità dell’informazione oltre confine; per assicurare che anche per l’editoria edita all’estero vi siano certezza delle risorse per un piano pluriennale, tempestività nell’erogazione dei contributi e massima trasparenza e chiarezza sui criteri per accedervi”.

2 – COMUNICATO STAMPA ON. FABIO PORTA – VENEZUELA: IL GOVERNO RISPONDE ALL’INTERROGAZIONE DELL’ON. PORTA SUI CASI DI ESPROPRIO CONFERMANDO PREOCCUPAZIONE SULLA CRISI UMANITARIA IN ATTO

Sull’ultimo caso del cittadino italo-venezuelano di Maracay il Ministero degli Esteri è intervenuto tempestivamente, inducendo le autorità venezuelane a prendere provvedimenti“Il Venezuela sta purtroppo attraversando una delle fasi più critiche della sua storia”: ad affermarlo è stato oggi il Sottosegretario agli Affari Esteri Benedetto Della Vedova rispondendo ad una interrogazione urgente presentata in Commissioni Esteri da Fabio Porta, deputato del Partito Democratico eletto in America Meridionale.
Il Presidente del Comitato italiani nel mondo e promozione del Sistema Paese della Camera dei Deputati aveva sollecitato formalmente il governo qualche giorno fa a proposito del caso di un cittadino italo-venezuelano di Maracay, al quale – dopo ricatti e vessazioni – erano stati sequestrati e in parte distrutti i beni mobili e immobili della sua attività commerciale.
“In Venezuela esiste una vera e propria crisi umanitaria – ha dichiarato l’On. Porta – che si aggiunge alla grave crisi economica e più recentemente a quella politico-istituzionale”.
“Per la prima volta e grazie al mio intervento – aggiunge il deputato del PD – il governo venezuelano prende atto della gravità di questi casi di sequestro ed esproprio, entrando formalmente in contatto con la vittima di questi atti”.
“Tale occasione – ha detto il Sottosegretario Della Vedova a conclusione della sua risposta all’interrogazione – è stata utile per sensibilizzare ulteriormente il Governo del Venezuela sui temi che più preoccupano i nostri connazionali residenti nel Paese e, in particolare, quello della sicurezza”.
“Nei prossimi giorni – ha annunciato Fabio Porta – anche come Presidente del gruppo di amicizia parlamentare Italia-Venezuela chiederò al governo di attivarsi sul fronte degli aiuti umanitari e sanitari a favore del Venezuela e in particolare dei nostri connazionali, come anche di prodigarsi con l’urgenza che lo richiede alla soluzione del problema delle pensioni in convenzione internazionale degli italiani in Venezuela”.
Roma, 25 febbraio 2016
Ufficio Stampa On. Fabio Porta

3 – L’ON. LA MARCA PARTECIPA AL 1° INCONTRO ITALIA-CANADA SU IMMIGRAZIONE E INTEGRAZIONE: “UTILE CONFRONTO SULLE POLITICHE DI INTEGRAZIONE DEI MIGRANTI“

L’On. Francesca La Marca ha partecipato al Primo incontro Italia-Canada su immigrazione e integrazione. L’iniziativa, dal titolo “Esperienze di integrazione: condivisione di buone pratiche tra Canada e Italia”, è stato organizzato dalle Ambasciate canadesi presso la Repubblica italiana e presso la Santa Sede, in collaborazione con l’Ufficio di coordinamento per il Mediterraneo dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM). Roma, 25 febbraio 2016

L’obiettivo degli organizzatori, in un momento di forte espansione e acutizzazione dei fenomeni migratori, è stato quello di guardare oltre la preliminare e indispensabile fase del salvataggio di vite umane e di approfondire gli aspetti riguardanti l’accoglienza e l’integrazione dei migranti. In questo senso, si è ritenuto di inquadrare questi processi in un’ottica di medio-lungo periodo, delineando ipotesi di intervento e politiche adeguate e coerenti.

A commento dei lavori del seminario, l’On. La Marca ha dichiarato: “Si è trattato di un’iniziativa opportuna e positiva, che ha tempestivamente affrontato una questione cruciale, quella della transizione tra l’emergenza e l’integrazione dei migranti che arrivano nei nostri Paesi.

Il confronto su questo tema si è sviluppato tra le politiche per l’integrazione in Canada e quelle in via di definizione in Italia. E’ stato possibile, così, stabilire un’equiparazione tra due realtà storicamente e strutturalmente esposte ai fenomeni migratori: il Canada, in virtù dell’ingresso di milioni di stranieri che con il tempo sono diventati un fattore di sviluppo dell’economia e della società locale, anche grazie alla politiche di accoglienza e multiculturali che sono state adottate; l’Italia, in virtù del suo straordinario passato emigratorio, al quale si accompagna un presente anche di immigrazione sul proprio territorio.

I casi richiamati di esperienze realizzate in città e province canadesi hanno consentito di porre un utile riferimento per analoghe esperienze da costruire anche in Italia, tanto più che l’Italia si trova ad essere investita da flussi consistenti e non programmabili, che, con le tensioni che si stanno manifestando tra i Paesi europei, rischiano di essere smaltiti con sempre maggiore difficoltà in un ambito più ampio. Anche in Italia, comunque, non mancano le buone pratiche, come quelle realizzate in Emilia-Romagna e in qualche altra regione, che è importante far conoscere e divulgare.

Desidero ringraziare le Ambasciate canadesi e l’OIM per questa opportunità di riflessione e per gli stimoli che l’iniziativa ha dato a tutti noi”.

4 – DEPUTATI PD ESTERO: UN ARCHIVIO DELLA MEMORIA DEI MIGRANTI COME TAPPA DI AVVICINAMENTO AL MUSEO DELLE MIGRAZIONI
All’attenzione di un importante quotidiano nazionale è arrivato l’”Archivio della memoria del migrante”, un importante progetto, adottato dal Galata Museo del Mare di Genova, in vista del riallestimento del padiglione Memorie e migrazioni, che dovrebbe avvenire nel corso dell’anno. Roma, 25 febbraio 2016
Si tratta di un’iniziativa positiva in sé, in quanto tende a raccogliere, conservare e comunicare la storia di vita di migranti che, non diversamente da quanto accaduto a tanti italiani, affrontano la lacerazione del distacco e i rischi del viaggio per cercare una dimensione di vita più soddisfacente in altri contesti sociali. L’Italia e l’Europa non solo sono attraversate da processi che condizioneranno la storia futura, ma sono diventate teatro di vicende di vita che lasceranno un segno profondo nelle persone e nelle relazioni sociali.
E’ una buona cosa che questo progetto si collochi nel percorso di riconsiderazione dell’organizzazione e dell’impostazione del Museo dell’emigrazione, in modo che esso si apra, molto di più e meglio rispetto al passato, alle migrazioni in generale, testimoniando attraverso le parole dei diretti protagonisti, la transizione che l’Italia sta vivendo in questo campo.
Nei giorni scorsi, a seguito di un incontro avuto con i dirigenti del Ministero per i beni culturali, abbiamo ribadito il nostro orientamento sul Museo, per altro già esplicitato in un disegno di legge presentato in questa e nella precedente legislatura. Il taglio per noi dovrebbe essere quello di un Museo nazionale delle migrazioni; la sua rappresentazione essere incentrata sulla realtà che ci circonda e risalire al passato, anziché avere un’impostazione scolasticamente diacronica; l’istituzione dovrebbe rappresentare l’asse di una rete di musei capace di far interagire gli altri musei sull’emigrazione presenti in Italia, i centri studi e gli archivi già operanti, e collegarsi, per la parte di nostro maggiore interesse, con i maggiori musei dei paesi di immigrazione degli italiani; si dovrebbe fare un’opzione chiara per il ricorso alla virtualità e alla multimedialità, allo scopo di raggiungere gli obiettivi indicati; dovrebbe intrecciarsi con un progetto di insegnamento multidisciplinare nelle scuole italiane, offrendo un’occasione quanto mai attuale per l’esercizio dell’autonomia della programmazione formativa.
In Italia e nel mondo esiste, disperso, un grande patrimonio di conoscenze, testimonianze e materiali documentari che è urgente raccogliere, coordinare e rendere fruibili. In più, l’Italia è attualmente lo scenario di vicende umane e percorsi collettivi che riguardano sia gli italiani che vivono la mobilità come una scelta fondamentale della loro esistenza sia coloro che arrivano tra noi per integrarsi o per insediarsi comunque nella nostra Europa. Il progetto di archivio che meritoriamente si vuole realizzare a Genova può essere un’utile indicazione della strada da percorrere e un modello culturale e scientifico da assumere per conoscere meglio il presente e costruire la memoria delle nuove generazioni.
I deputati PD Estero: Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta, Tacconi
http://genova.repubblica.it/cronaca/2016/02/24/news/vite_in_viaggio_per_un_futuro_a_genova_un_archivio_per_la_memoria_dei_migranti-134136154/?ref=HREC1-3

5 – LA MARCA (PD). oggi, grazie al Governo Renzi, anche l’Italia potrà finalmente essere annoverata tra quei Paesi che hanno una legislazione che disciplina i diritti e i doveri delle coppie di fatto e delle unioni civili, a prescindere dunque dal loro orientamento sessuale superando un ritardo che l’Unione europea ha più volte sottolineato e rimproverato. E’ un traguardo molto importante che allarga i diritti delle persone.
Il voltafaccia all’ultimo momento del Movimento 5 Stelle, che aveva assunto l’impegno di concorrere ad approvare una buona legge, contenente anche la stepchild adoption, dopo avere partecipato alla sua stesura, ha costretto il Partito Democratico a cercare altrove le forze necessarie per arrivare comunque ad un risultato positivo. Il Movimento 5 Stelle ancora una volta si conferma una forza inaffidabile per la risoluzione dei problemi cruciali del Paese, mentre spesso il PD, come in questo caso, deve assumersi le sue responsabilità e quelle degli altri. L’essenziale, comunque, è stato affermare in concreto un’uguaglianza vera tra i cittadini. Il provvedimento approvato ieri al Senato con un voto di fiducia, passa ora all’esame della Camera dei Deputati.
Nel nostro campo, quello degli italiani all’estero, le ultime settimane non sono state improduttive. Tutt’altro. Dopo la “scoperta” che il Ministero degli esteri aveva “rimodulato” (ridotto) le risorse destinate ai corsi di lingua italiana all’estero, abbiamo immediatamente chiamato il Governo a dar conto delle sue intenzioni. Il Sottosegretario Amendola ci ha detto che sarà fatto uno sforzo per ritornare agli investimenti precedenti. Un passo in avanti, ma continueremo a vigilare perché i fatti seguano alle parole.
Nella mozione sulla ripresa del Mezzogiorno, approvata dalla Camera, assieme agli altri colleghi del PD eletti all’estero, ho chiesto che tra le “risorse” da considerare ai fini dello sviluppo di quest’area, che ha sofferto molto per la crisi degli ultimi anni, ci siano anche i milioni di meridionali sparsi per il mondo. Essi sono diventati ormai classe dirigente nei Paesi di insediamento e possono contribuire a trovare soluzioni su una molteplicità di piani: quello degli investimenti, dell’interscambio, della ricerca, della cultura, del turismo. La Camera, a larghissima maggioranza, ci ha dato ragione.
Nella nuova legge di riorganizzazione dell’editoria, altro tema molto delicato, il nostro emendamento che faceva chiarezza sull’estensione dei benefici anche all’editoria italiana all’estero, è stato approvato. Il provvedimento è una legge di delega al Governo che, entro i sei mesi dall’approvazione, dovrà emanare i decreti attuativi. Si tratterà di vedere quali misure concrete i decreti prevedranno, ma intanto il primo anello della catena, quello indispensabile, è stato fissato.
Con una interrogazione, infine, ho invitato il Governo a procedere sulla strada delle convenzioni internazionali di tutela sociale, alla luce dei profondi cambiamenti che inducono tanti italiani a spostarsi all’estero e tanti stranieri a venire in Italia. Il caso che ho posto è quello del Messico, un Paese ormai molto dinamico sul piano internazionale, nel quale la presenza degli italiani sta crescendo progressivamente. Darò conto della risposta del Governo, con la speranza che si sviluppi il lavoro tra le diplomazie finalizzato a questo obiettivo, ponendo le premesse di un positivo risultato. Augurandovi buona lettura, un caro saluto da Roma.
Francesca La Marca

 

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