9592 Vecchie e nuove migrazioni: interpretare il futuro partendo dal passato

20120125 12:45:00 redazione-IT

[b]di Claudio Sorrentino[/b]*

[i]Un primo tentativo di analisi del fenomeno migratorio, in particolare sulle nuove migrazioni, in assenza di una serie storica di dati che ne facilitino l’interpretazione (I° e II° Parte)[/i]

"Questa nota ha l’obiettivo di costruire, in un processo di working in progress, un livello di conoscenza del fenomeno delle nuove migrazioni che vada al di là dei pochi dati che conosciamo e possa permetterci di affrontare, dal nostro versante, la problematica ad essa connessa in modo da poter confrontare, con la consolidata storia dell’emigrazione italiana, gli elementi di coerenza e di incoerenza, di similitudine e di differenza.
Un approccio di tal genere potrebbe permetterci, nel prossimo futuro, di essere pronti ad affrontare correttamente i temi che allo stato possiamo solo immaginare e che sicuramente saranno parte integrante di uno scenario del quale, se vogliamo essere co-protagonisti, dobbiamo conoscerne da ora i contorni.
Crediamo sia opportuno, per tentare questo tipo di approccio, partire dalla "conoscenza" dei caratteri fondamentali della materia riservandoci, in seguito, di ritornare sull’argomento mano a mano che le nostre conoscenze si ampliano. Partiamo dall’analisi dei numeri."

"Il Ministero degli Interni aggiorna periodicamente l’anagrafe degli italiani emigrati all’estero (Aire) desumendo i dati dalle dichiarazioni dei singoli comuni d’Italia.
I dati dell’Aire non sono esaustivi di un fenomeno che ha interessato e che interessa milioni di persone; una valutazione attendibile quota gli italiani emigrati, compresi quelli di discendenza, in un numero compreso tra i 60 e gli 80 milioni, simile o addirittura superiore alla popolazione ad oggi residente in Italia.
Utili sono invece i dati Aire per valutare, dal punto di vista dell’analisi sociale, da dove proviene e dove è andato l’emigrato italiano. Su questo è necessario sottolineare che tra i dati stimati (80 milioni) e quelli Aire (4 milioni) c’è un rapporto di coerenza, nel senso che le percentuali rispetto alle regioni di provenienza ed alle loro destinazioni sono pressoché identiche.

I dati rappresentano non solo una realtà numerica riferita all’emigrazione ma anche una tendenza che si modifica, di anno in anno, a seconda di come il fenomeno stesso si aggiorna e si orienta sia rispetto alla provenienza che alle destinazioni ed anche alle occasioni di lavoro.
Stiamo parlando, ovviamente, dell’emigrazione tradizionale ed anche delle nuove migrazioni che, in particolare negli ultimi anni, mostrano che la tendenza all’emigrazione è ripresa in modo considerevole e non solo dal punto di vista della qualità "professionale" del soggetto interessato.

Essa, per sfatare un luogo comune, non interessa solo "i cervelli" ma anche la mano d’opera ed in particolare quella specializzata.
Di seguito, attraverso l’esame di pochi dati numerici e con l’aiuto di grafici, cercheremo di fotografare questo fenomeno alla data del primo gennaio 2011.
Partiamo dal rapporto tra popolazione residente in Italia a quella data e quella risultante dai dati osserviamo subito che la percentuale di iscritti al registro Aire rappresenta quasi il 7 % della popolazione italiana; un numero non esorbitante ma sicuramente una percentuale non "insignificante" specie se si riuscisse a disaggregare questo ultimo dato e dare un peso specifico a quanti sono da considerarsi "emigrati da lungo periodo" e quelli che invece sono i "nuovi migranti".

[b]Continua a leggere l’intero documento in PDF con le tabelle e i dati… [/b]

SECONDA PARTE:

[url]http://www.emigrazione-notizie.org/public/upload/Vecchie_e_nuove_migrazioni-_Seconda_parte.pdf[/url]

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[i]*) responsabile delle politiche dell’emigrazione e dell’immigrazione: italiani all’estero – politiche e servizi nei paesi d’origine.[/i]

 

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