9586 Gli uruguayani che vivevano all’estero tornano a casa: in un anno sono tornati in cinquemila

20120106 23:03:00 redazione-IT

[b]di Leticia Baz[/b]

A quanto pare, si stanno invertendo i ruoli tra Italia e Uruguay. E’ ormai noto, lo sappiamo perché giornali e telegiornali continuano a “urlarlo”, l’Italia sta vivendo un momento di grande difficoltà. Tagli, tagli e ancora tagli. Sembra quasi una parola d’ordine obbligatoria. Mentre in Uruguay le cose vanno migliorando a poco a poco, l’Italia perde gradini. Tanto per dirne una, pochi giorni fa, è stato pubblicato il numero di ritorno di cittadini uruguayani in madrepatria. Sono 350 i cittadini che sono ritornati in Patria, ogni mese, nel 2011. Un cambiamento a 360°. Ormai non ci sono più uruguayani che vanno via, o almeno la cifra è irrilevante quasi insignificante, statisticamente parlando. In totale, quasi 5mila uruguayani sono tornati.

Famiglie intere, che da anni erano all’estero, e ora si stanno reintegrando nella loro società d’origine. Persone che tornano a lavorare, che usufruiscono dei servizi sanitari, bambini e giovani che ritornano al sistema educativo dell’Uruguay. Non sarà forse una grande cifra, però sicuramente significativa per il Paese. Alcuni arrivano con una misera valigia in mano, anche con malattie, in situazioni abbastanza preoccupanti; altri invece con qualche spiccio risparmiato, per cercare di ricostruirsi una vita normale. Sta di fatto, che qualsiasi sia la loro situazione, il Ministero degli Esteri interviene; nel caso di situazioni gravi, con la collaborazione anche del Ministerio di Sviluppo Sociale e altri dipartimenti. Molte sono le consultazioni da parte di uruguayani all’estero, chiedendo quali sono le condizioni attuali e cosa li spetta in un eventuale ritorno. Nel link del Ministero degli Esteri per esempio è stato anche caricato un “breve manuale di Ritorno”, dove si spiegano, per esempio, le trattative per poter portare il proprio Automobile. Sta di fatto, che la maggior parte di loro stanno “scappando”, letteralmente, dalla crisi dell’emisfero nord. Ed è così, che in questa crisi, entra in gioco anche l’Italia. Nel numero di Gente d’Italia del 4 gennaio, un articolo citava “sempre più italiani, uno su due, in gran parte insoddisfatti della propria retribuzione, sarebbero disposti a lasciare l’Italia per migliorare la propria condizione lavorativa. E’ questo uno degli aspetti che emerge dalla quarta edizione del ‘Work Monitor Randstad…’” (articolo “Un italiano su due sarebbe pronto a trasferirsi all’estero per lavorare”). Questo era esattamente ciò che accadeva una decina di anni fa in Uruguay. 10 anni fa, l’Uruguay affrontava la peggior crisi finanziaria per il Paese. Risultato, essa portò ad una grande crisi economica, che ovviamente portò gravi conseguenze nella popolazione. Aumentò gravemente il tasso di disoccupazione (da un 10,1% nel 1998, passò ad un 13,6 nel 2000, per raggiungere nel 2002 il 16,9%), gli stipendi si abbassarono fortemente, tanto che le famiglia appena riuscivano a comprarsi qualcosa da mangiare. Giovani e bambini, in particolare quelli di basso livello educativo, erano anch’essi colpiti dalla crisi a causa del fracasso del sistema educativo. Senza contare l’aumento dei suicidi, per mancanza di soldi o lavoro. Di quest’ultimo non si sanno i dati certi, visto che è regola comune per i mezzi di comunicazione, non pubblicare notizie di questo tipo, per evitare “l’effetto contagio” di suicidio. Comunque si sanno; per passaparola o persone vicine a quelle che si sono tolte la vita volontariamente. E ora questo problema ha raggiunto anche il nostro Paese fratello oltreoceano. Come scriveva Franco Esposito, sempre nel numero di Gente d’Italia del 4 gennaio: “Drammatiche realtà… in Italia ci sono stati quattro suicidi negli ultimi giorni dell’anno…”, riportando poi nomi e le motivazione della loro drastica decisione. (articolo “Trema Cortina, al via il blitz anti evasione”). I motivi anche qui, mancanza di denaro e lavoro, stress e preoccupazioni riguardante il proprio futuro. Sicuramente un duro colpo per la società. La soluzione più alla mano, e anche se triste e difficile da decidere, è appunto “sarei disposto a trasferirmi all’estero”. Così succedeva in Uruguay, soprattutto nel 2002, quando crebbe fortemente il numero di emigranti e ora sembra proprio che tutto si stia ripetendo anche nella lontana Italia.

FONTE: Gente d’Italia – Montevideo (Uruguay) – http://www.lagenteditalia.com/

http://www.filef.info/index.php?option=com_content&view=article&id=107:gli-uruguayani-che-vivevano-allestero-tornano-a-casa-in-un-anno-sono-tornati-in-cinquemila&catid=38:mondo&Itemid=54

 

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