9486 La politica che verrà

20111115 16:19:00 redazione-IT

[b]di Marco Fedi[/b]

In questi giorni di confusione politica dobbiamo tutti ringraziare il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per la sua azione pienamente coerente con il mandato Costituzionale. La maggioranza Parlamentare che sarà chiamata a votare la fiducia al Governo Monti dovrà anche misurarsi con il “governo del Paese”, non solo governando la crisi ma pensando alla crescita ed alle riforme. Non solo la fiducia ma la coerente azione sugli atti parlamentari.

Il fallimento del Governo Berlusconi, sancito dalle dimissioni, è stato determinato sia da un quadro di sostanziale ingovernabilità oggettiva, dettato dai numeri alla Camera, che da una incapacità all’azione di Governo, dimostrata dal ritardo nel prendere atto della gravità della situazione economica, dal ritardo nelle misure anticrisi, nell’assenza di una proposta per la crescita e dal forte dissenso maturato internamente alla maggioranza. L’esperienza Berlusconi si è conclusa a causa della incapacità di produrre “buon Governo”, per il deficit di credibilità internazionale che ci ha accompagnato in questi tre anni e per l’azione seria, responsabile e moderata delle opposizioni. Il Partito Democratico può rivendicare la serietà di un’azione politica coerente con i bisogni del Paese. Le proposte del PD sulla introduzione di una tassa patrimoniale, oltre all’ICI sulla prima casa abolita da Berlusconi, rappresentano elementi di equità e giustizia sociale senza i quali altri sacrifici sarebbero improponibili.
In questo momento, dobbiamo dirlo tutti, anche come comunità italiane nel mondo, abbiamo bisogno di affrontare l’emergenza economica e finanziaria come priorità assoluta. Nel costruire l’uscita dalla crisi dobbiamo essere capaci di pensare alla crescita ma anche a soluzioni che affrontino le contraddizioni prodotte da un sistema economico-finanziario sempre più libero dal controllo dei cittadini. La politica italiana, bloccata da una maggioranza parlamentare intenta ad occuparsi d’altro, non è stata in grado di affrontare questa discussione. La politica che verrà dovrà tornare ad occuparsene.
Poi dovremo, insieme, riprendere il percorso delle riforme.
Le comunità italiane nel mondo hanno già dato tutto. L’ultima serie di tagli – complessivamente 206 milioni di euro sottratti prevalentemente alla cooperazione allo sviluppo e agli italiani all’estero e politiche migratorie – arriva oggi a colpire i corsi di lingua italiana con una proposta di taglio del 52% e tutti gli altri capitoli, dall’assistenza ai Comites al Cgie, in misura pari al 30%. Credo sia necessario, nel momento in cui si assumono responsabilità di Governo ampie e condivise, cercare insieme, con le altre forze parlamentari, una proposta che miri a ridisegnare la mappa degli interventi e a ridefinire la natura dei tagli, fino ad oggi decisi dalla Farnesina.
In questi giorni è stato detto molto a proposito del ruolo della politica e del rischio di una subalternità alle ragioni dell’economia che oggi sono dettate da esigenze contingenti.
L’incarico a Mario Monti rappresenta una grande opportunità. Ma potrebbe anche trasformarsi in una mancata opportunità se anche noi, rappresentanti delle comunità italiane nel mondo, non ne cogliessimo appieno la portata.

On. Marco Fedi

 

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