9483 Mi indigno, quindi esisto

20111114 09:57:00 redazione-IT

[b]Luis Britto García[/b]

Alla metà di ottobre del 2011 in 951 città di 82 paesi hanno riempito le strade moltitudini il cui denominatore comune è la indignazione.
Dalla fine degli anni ottanta in America Latina riempivano città e campagne movimenti sociali il cui linguaggio era la furia.
Noi, latinoamericani e caraibici, siamo stati definiti facinorosi, turbe, orde, ma alla lunga abbiamo rotto la dittatura politica liberale ed abbiamo orientato la nostra area geografica in senso progressista.
Agli europei e agli statunitensi è stato affibbiato il nome di Indignati, ma sono africani coloro che abbattono le dittature in Egitto e Tunisia e che resistono alla NATO in Libia, sono asiatici coloro che combattono gli eserciti del dollaro e dell’euro in Afghanistan, Irak, Pakistan e Bahrein.
Il compito del Terzo Mondo è fare le rivoluzioni che il Primo Mondo non inizia o comunque non conclude mai.

Che cos’è l’indignazione? Si dissiperà come gli accessi di rabbia delle controculture degli anni sessanta? Esploderanno in un lampo rivoluzionario? Ogni sistema pretende funzionare in beneficio di tutti e finisce per funzionare solo per se stesso. Un sistema è una finzione che si sostiene sulla credulità delle sue vittime.

Quando la contraddizione tra la farsa e la realtà si fa evidente, la rassegnazione diventa impossibile. L’indignazione è la rassegnazione che fa traboccare il vaso. Scienziati svizzeri rivelano nel New Scientist (19/10/2011), che 147 corporations dominano l’economia globale; che l’88% di queste sono istituzioni finanziarie come Barclays Bank, JP Morgan Chase, Merill Lynch, Deutsche Bank, Credit Suisse, Goldman Sachs, Morgan Stanley, Mitsubishi Group, Société Générale, Bank of America e Lloyds.

Nella loro maggioranza sono usamericane o inglesi. Dopo l’ultima crisi dieci imprese si accaparrano più di un terzo della proprietà degli USA.

Questi padroni del mondo usano il potere politico, militare e quello mediatico per devastare la natura, incrementare le sue ricchezze, rendersi immuni dalle tasse, lucrare fabbricando armi e dichiarando guerre di rapina, scaricare sui lavoratori il costo della crisi e dei riscatti finanziari, condannandoli al supersfruttamento, alla disoccupazione e alla perdita di tutti i loro diritti sociali.

Ci hanno tolto tutto tranne la rabbia. Legittimo è indignarsi, sempre che la furia si converta in coscienza, che questa coscienza si converta in piani e questi piani, in fatti.

Ma dalla indignazione all’azione ce ne passa.

Cammino per la Plaza del Sol a Madrid: tra il vaievieni delle parole d’ordine, si fanno strada alcuni temi: protesta pacifica, evitare relazioni con partiti e sindacati, non votare per partiti dello status quo, diffidare di programmi o organizzazioni.

Anche se molte delle rivendicazioni si avvicinano a programmi partitici o sindacali: diritto ad una casa degna, proroga delle ipoteche, riforme fiscali in favore dei redditi più bassi, sanità pubblica, gratuita ed universale.

Sosteneva Einstein che il sintomo più evidente della follia è aspettarsi risultati distinti dalla medesima condotta.

Pretendere che mantenendo il capitalismo elimineremo i mali più evidenti è sintomo di schizofrenia.

Mi indigno con gli indignati che durante tanto tempo si sono rassegnati.

Non si tratta di supplicare ai parlamenti leggi che moderino l’usura e che impongano la modestissima Tobin Tax dello 0,1% sui profitti del capitale finanziario: si tratta di trasformarsi in legislatori e proibire come crimine di lesa umanità le speculazioni e lo sfruttamento.

Non si tratta di implorare un impiego all’1% che si è appropriato delle imprese e dei beni creati con il lavoro del 99% dell’umanità: si tratta di espropriare gli espropriatori, si tratta di assumere il controllo sui mezzi di produzione e di farli funzionare in beneficio di coloro che li creano e ci lavorano.

Non si tratta di supplicare l’educazione gratuita, ma di garantire che la formazione professionale e scientifica che si impartisce a tutti sia inoltre esercitata a benficio di tutti e tutte.

Il problema non è reclamare richieste al potere ma piuttosto convertirsi in potere e realizzarle.

Il capitalismo non smetterà di essere sfruttatore, alienante ed assassino perchè glielo si chiede ma smetterà di esserlo quando glielo si impedisce.

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ME INDIGNO LUEGO EXISTO

Luis Britto García

A mediados de octubre de 2011, en 961 ciudades de 82 paises repletan las calles multitudes cuyo denominador común es la indignación.

Desde fines de los años ochenta en América latina repletaban ciudades y campos movimientos sociales cuyo lenguaje era la furia.

A latinoamericanos y caribeños se nos llamó facinerosos, turbas, hordas,

pero a la larga rompimos la dictadura política liberal y orientamos nuestra región hacia la izquierda.

A europeos y estadounidenses se les llama Indignados, pero son africanos quienes derrocan dictaduras en Egipto y Tunez y enfrentan a la Otan en Libia, y asiáticos quienes combaten los ejércitos del dolar y del euro en Afganistán,Irak, Pakistán y Bahrein.

La tarea del Tercer Mundo es hacer las revoluciones que el Primer Mundo jamás emprende o concluye.

¿ Qué es la Indignación ?

¿ Se disipará como la rabieta de las contraculturas de los sesentas?

¿ Estallará en relámpago revolucionario ?

Todo sistema pretende funcionar en beneficio de todos y concluye funcionando para sí mismo.

Un sistema es una ficción que se sostiene sobre la credulidad de sus víctimas.

Cuando la contradicción entre farsa y realidad se hace evidente, la resignación

deviene imposible.

La indignación es la resignación que desborda el vaso.

Científicos suizos revelan en New Scientist ( 19/10/11) que 147 Corporaciones dominan la economía global ; que 88% de ellas son instituciones financieras como Barclay Bank, JP Morgan Chase, Merryl Lynch, Deutsche Bank,

Goldman Sachs, Morgan Stanley, Mitsubishi Group, Société Générale, Bank of America y Lloyds.

Que en su mayoría son estadounidenses o inglesas.

Que tras la última crisis diez empresas acaparan más de la tercera parte de la propiedad de Estados Unidos

Estos dueños del mundo usan el poder político, militar, mediático para

devastar la naturaleza, incrementar sus riquezas, hacerse inmunes a los impuestos, lucrar fabricando armamentos y declarando guerras de pillaje, descargar sobre los trabajadores el costo de la crisis y rescates financieros

y condenarlos a la sobrexplotación, al desempleo y la pérdida de todos sus derechos sociales.

Nos han quitado todo salvo la rabia.

Legítimo es indignarse, siempre que la furia se convierta en conciencia,

ésta en planes y los planes en hechos.

Pero de la indignación al hecho hay mucho trecho.

Camino por la plaza del Sol en Madrid, entre consignas que encomian la protesta pacífica, la falta de organización, protesta pacífica, el evitar relación con sindicatos o partidos o votar por ellos.

Pero muchas parecen promesas partidistas o sindicales : vivienda digna, aplazamiento de hipotecas, menos impuestos para las rentas más bajas,

sanidad pública, gratuita y universal.

Según Einstein, el más evidente síntoma de locura es esperar resultados distintos de la misma conducta.

Pretender que manteniendo el capitalismo eliminaremos los males del capitalismo es la más evidente señal de esquizofrenia.

Me indigno contra Indignados que se resignaron durante tanto tiempo.

No se trata de suplicar a los parlamentarios leyes que moderen la usura

y cobren la modestísima Tasa Tobin de 0,1% al capital financiero :

se trata de convertirse en legisador yprohibir especulación y explotación.

No hay que implorar empleo al 1% que se ha confiscado las empresas y bienes creados por el trabajo del 99% de la humanidad : se debe expropiar a los expropiadores, asumir el control de la economia y hacerla funcionar para

el ser humano y no para el capital.

No se trata de suplicar educación gratuita, sino de garantizar que la formación pofesional y científica que se imparta para todos sea ejercida en beneficio de todos.

La tarea no es plantear peticiones al poder sino asumirlo y cumplirlas.

El capitalismo no dejará de ser explotador, alienante y asesino cuando se lo pidan, sino cuando se lo impidan.

http://luisbrittogarcia.blogspot.com

 

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