9273 Documento della FILEF BASILICATA sulla nuova politica regionale per i migranti.

20110923 14:56:00 redazione-IT

[b]Il 13 settembre scorso a Potenza si è realizzata l’iniziativa di rilancio della rappresentanza Filef in Basilicata. L’associazione – che sarà coordinata da Antonio Sanfrancesco, sociologo, operatore sociale e della formazione -, si configurerà come ONLUS in grado di proporsi come momento di sostegno alla riaggregazione associativa degli immigrati e degli italiani all’estero e quale come ente operativo a carattere regionale ed interregionale in accordo con le altre organizzazione della FILEF nel meridione italiano. La Filef Basilicata ha inteso in tale occasione fare il punto sulla difficile situazione delle politiche per l’emigrazione e per l’immigrazione in regione ed ha prodotto un documento inviato oggi alla Presidenza del Consiglio Regionale lucano, che intende costituire uno stimolo al rinnovamento delle politiche regionali su questi versanti, considerati come investimento sul piano dei diritti e anche delle opportunità di coinvolgimento dei migranti nello sviluppo regionale.[/b]

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[b]Documento della FILEF DI BASILICATA sulla nuova politica regionale per i migranti.[/b]

Da tempo, anche la Basilicata, è diventata non solo terra di emigrazione ma anche di immigrazione. I dati sulla popolazione immigrata presente nella regione Basilicata hanno subito un trend positivo vorticoso (dal 2001 al 2010 vi è stato un aumento del 200%). È comunque continuato il fenomeno dell’emigrazione con caratteristiche sempre più differenti rispetto alle fasi dell’emigrazione storica e di quella del dopoguerra o nella fase del boom economico.

Il fenomeno migrazionale nella nostra Regione non ha più caratteristiche transitorio ma à diventato strutturale tanto da poter anche mettere in discussione la stessa esistenza istituzionale ed amministrativa dell’Ente.

Quotidianamente viviamo situazioni di emergenza organizzativa ed istituzionale rispetto alle modalità di gestione del fenomeno (si pensi a ciò che succede durante il periodo della raccolta del pomodoro a Palazzo e dintorni, a come vengono gestite le emergenze nazionali, all’aumento dello spopolamento delle comunità locali etc.) e non sempre si è in grado di affrontarle con risultati efficaci ed efficienti. A ciò si aggiunge una carenza di strutture, finanziamenti e di politiche programmatiche ed istituzionali capaci di gestire sia le emergenze che il quotidiano. Certamente solo le buone intenzioni (a volte di mera carità) non possono risolvere i problemi della “questione migrazione” in Basilicata.

Come sappiamo il fenomeno delle migrazioni è multidimensionale. Ha aspetti differenti che coinvolge direttamente l’intero sistema sociale locale, in senso lato, nelle singole dimensioni sociali, economiche, culturali/antropologiche, istituzionale ed organizzativo.

Gli attori del fenomeno migrazionale sono caratterizzati da motivazioni differenti (dal clandestino al rifugiato politico al giovane lucano laureato e senza protezioni familistiche) ma ognuno con un unico desiderio di migliorare la propria condizione di vita e di sentirsi più cittadino di un mondo che tende sempre di più ad espellere e ad emarginare i più deboli e i meno garantiti. Gli effetti dei processi del fenomeno delle migrazioni determinano sempre un cambiamento strutturale della società e dell’individuo nella sua complessità. A tutto ciò sia la Basilicata che l’intero Paese non si è ancora organizzato con politiche adeguate di intervento in grado di comprendere che il rapporto con la dimensione dell’altro rappresenta per qualsiasi cultura una fonte di arricchimento sociale ed economico.

Dobbiamo imparare ad convivere ed a confrontarci quotidianamente con l’altro in una forma di nuova “convivialità” sociale capace di attivare confronto e dinamismo relazionale fra le persone (il concetto di integrazione già rappresenta di per sé diversità). Purtroppo, la realtà è molto diversa. È difficile affrontare antropologicamente la diversità dell’altro già nelle proprie comunità locali, immaginiamo quando si presenta una persona con una cultura (colore della pelle) differente.

Bisogna fare in modo che la politica e le istituzioni si faccino carico del cambiamento in atto ed individuino soluzioni istituzionali capaci di evitare da un lato lo spopolamento delle comunità locali e dall’altro l’aumento della conflittualità sociale dato dalle “non regole” di accoglienza dell’immigrato.

Si avverte, pertanto, la necessità che la Regione Basilicata:

– Promuova una nuova legge organica, come è già avvenuto in molte Regioni del Centro Nord, in grado di attivare politiche di accoglienza in favore dei migranti in un’ottica di governance istituzionale dal basso (programmazione congiunta trasversale in favore delle politiche migratorie) in grado di promuovere una loro cittadinanza attiva (si allega proposta di legge);

– Programmi azioni di concerto con le parti sociali ed istituzionali in grado di garantire i livelli minimi di sussistenza sociale (dal diritto al lavoro alla casa ed alla cultura) attraverso un’organizzazione di strumenti informativi validi per promuovere ed ottenere percorsi mirati per la cittadinanza attiva (dagli sportelli informativi alla mediazione sociale e lavorativa);

– Superi la logica dello “specifico capitolo emigrazione, o immigrazione” attraverso un coordinamento interassessorile con propri capitoli di spesa dedicati per interventi mirati alla soluzione del problema generale che può essere la lotta allo spopolamento o alla creazione di impresa in favore degli immigrati o qualsiasi altro problema e con un coordinamento della Presidenza del Consiglio regionale;

– Faccia funzionare l’attuale commissione immigrazione con la rappresentanza degli immigrati e delle loro associazioni oltre che delle parti sociali, istituzionali ed associative locali, in attesa della nuova normativa a partire dalla urgente approvazione del piano annuale 2011, anche per evitare la chiusura degli sportelli migranti recuperando l’apporto del mediatore culturale presso il dipartimento sicurezza sociale sospeso da un anno;

– Programmi interventi in favore degli immigrati e delle popolazioni locali che garantiscano un livello di convivialità consone con le aspettative di ciascun cittadino (dal riuso delle abitazioni sfitte alla promozione di attività sociali che facilitano il processo di incontro fra le culture);

– Attivi, nell’ambito dell’osservatorio Osservatorio regionale del lavoro (Basil) una sezione sulle dinamiche e sulle caratteristiche del fenomeno dell’immigrazione e dell’emigrazione, per poter attivare successivamente interventi mirati per la soluzione di specifici problemi (attività di analisi e di studio del fenomeno);

– Incoraggi la partecipazione delle popolazioni locali per attivare e realizzare una accoglienza capace di saper ascoltare i bisogni e le esigenze degli immigrati, valorizzando le singole culture;

– Rafforzi la rete degli sportelli informativi in favore degli emigrati lucani nel mondo, attraverso finanziamenti che incoraggino sia il rientro che la loro presenza nel territorio d’origine (turismo sociale) a partire dalla urgente riapertura dello sportello di Buenos Aires inopinatamente sospesa mentre gli altri sono in attività’;

– Valorizzi le esperienze professionali dei lucani nel mondo con attività che facilitino processi di attrazione scientifica, culturale e produttiva per la pro propria terra di origine, individuando un linee di finanziamenti agevolati;

– Incoraggi il ritorno delle eccellenze lucane soprattutto giovanili con sovvenzioni specifiche.
Le azioni sopra indicate sono alcune riflessioni che la FILEF di Basilicata e che possono essere integrati con altre in modo da poter insieme individuare soluzioni efficaci per il fenomeno migrazione in Basilicata.

Potenza, 23.09.2011

FILEF BASILICATA

 

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