20101221 10:42:00 redazione-IT
[b]L’Italia è sempre più povera. Nel 2009 il benessere dei nuclei familiari è calato del 3,5% a prezzi correnti, e del 6,5% a prezzi costanti. Si allarga la forchetta tra ricchi e poveri. Resiste il mattone, continua la fuga dai titoli di stato[/b]
Le famiglie italiane sono più povere e la "forchetta" tra quelle ricche e quelle indigenti è aumentata a dismisura. E’ questa la fotografia scattata dopo due anni di crisi economica da Bankitalia e pubblicata nel supplemento al bollettino statistico ‘La ricchezza delle famiglie italiane’ relativo al 2009.
La ricchezza italiana, dunque, secondo Palazzo Koch, è caratterizzata da un elevato grado di concentrazione: molte famiglie detengono "livelli modesti o nulli di ricchezza", mentre poche famiglie "dispongono di una ricchezza elevata". Le famiglie italiane, inoltre, sono più povere: tra il 2007 e il 2008 la loro ricchezza è calata del 3,5 per cento a prezzi correnti, e del 6,5 per cento a prezzi costanti tornando ai valori di inizio decennio.
Nel 2008, infatti, la ricchezza netta pro capite ammontava a circa 138 mila euro: vale a dire, a prezzi correnti sul 2007 è diminuita del 2,6 per cento mentre a prezzi costanti 2008 il calo è stato del 5,6 per cento rispetto all’anno precedente. Nel primo semestre 2010, tra l’altro, la ricchezza netta delle famiglie sarebbe diminuita dello 0,3 per cento in termini nominali. Via Nazionale cita le stime preliminari secondo cui il lieve calo è dovuto "a una diminuzione delle attività finanziarie e a un aumento delle passività, che hanno più che compensato la crescita delle attività reali".
Ma il dato più interessante è forse quello relativo alla ripartizione del benessere. "Le informazioni sulla distribuzione della ricchezza – sottolinea poi la Banca d’Italia – indicano che alla fine del 2008 la metà più povera delle famiglie italiane deteneva il 10 per cento della ricchezza totale, mentre il 10 per cento più ricco deteneva quasi il 45 per cento della ricchezza complessiva". Alla fine del 2009, in particolare, la ricchezza netta per famiglia era stimabile in circa 350mila euro.
Il numero di famiglie con una ricchezza netta negativa alla fine del 2008 pari al 3,2 per cento, risulta invece in lieve ma graduale crescita dal 2000 in poi. Nel confronto internazionale, tuttavia, l’Italia ha "un livello di disuguaglianza della ricchezza netta tra le famiglie piuttosto contenuto, anche rispetto ai soli paesi più sviluppati".
Alcune certezze, però, restano salde. E’ il caso del mattone. E’ ancora l’abitazione la ‘voce’ di maggior ricchezza per le famiglie italiane: il mattone infatti rappresenta un valore pari a 4.667,4 miliardi, poco più della metà del valore complessivo della ricchezza (9.088,9 miliardi), ossia circa 196 mila euro a famiglia.
Tra le attività reali, dopo l’abitazione, ci sono gli oggetti di valore per un valore di 122,1 miliardi. Nel Bollettino di Bankitalia, si legge anche che per le abitazioni pè cresciuta a prezzi correnti tra il 2007 e il 2008 di circa il 2,8 per cento (127 miliardi), un valore inferiore al tasso medio annuo del periodo 1995-2007 (circa il 6,6 per cento), a causa del rallentamento del mercato immobiliare.
In termini pro capite la crescita della ricchezza in abitazioni tra il 2007 e il 2008 è stata inferiore, pari al 2,1 per cento, dato l’aumento della popolazione pari allo 0,7 per cento nello stesso periodo. A prezzi costanti, la variazione della ricchezza in abitazioni rispetto al 2007 e’ risultata lievemente negativa, pari a -0,4 per cento complessivamente a -1,1 per cento in termini pro capite.
Prosegue infine nel 2009 la fuga delle famiglie dai Titoli di Stato. Complici probabilmente i bassi tassi di interesse, "è proseguita la ricomposizione dei portafogli delle famiglie verso forme di investimento più liquide, quali i depositi in conto corrente e il risparmio postale, le cui quote di ricchezza finanziaria sono cresciute rispettivamente di 1,4 e 0,3 punti percentuali".
http://www.rassegna.it/articoli/2010/12/20/69785/ricchezza-la-meta-in-mano-al-10-delle-famiglie
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