8400 Gli italiani continuano a emigrare: un milione in fuga negli ultimi 4 anni

20101203 17:18:00 redazione-IT

[b]Il Rapporto Italiani nel mondo 2010 della Fondazione Migrantes: 510 pagine di dati sui nostri connazionali all’estero: sono 4.028.370, cioè il 6,7% dei residenti in Italia, un numero vicino a quello degli immigrati nel nostro Paese. L’aumento è di 113 mila persone rispetto al 2009 e di quasi un milione rispetto al 2006. Vivono in Europa (55,3%), America (39,3%), Oceania (3,2%), Africa (1,3%) e Asia (0,9%)[/b]
di VLADIMIRO POLCHI

ROMA – Andrea è un cacciatore di comete: ben quindici corpi celesti portano oggi il suo nome. Andrea Boattini è fiorentino, ma per completare i suoi studi planetari è dovuto emigrare in America. Dal 2007 scruta le stelle dal Lunar and Planetary Laboratory dell’Arizona. Andrea non è un caso isolato: tanti sono gli italiani che nel 2010 vivono e lavorano all’estero. Quanti? Oltre quattro milioni: 113mila in più, rispetto al 2009.

ROMA – Andrea è un cacciatore di comete: ben quindici corpi celesti portano oggi il suo nome. Andrea Boattini è fiorentino, ma per completare i suoi studi planetari è dovuto emigrare in America. Dal 2007 scruta le stelle dal Lunar and Planetary Laboratory dell’Arizona. Andrea non è un caso isolato: tanti sono gli italiani che nel 2010 vivono e lavorano all’estero. Quanti? Oltre quattro milioni: 113mila in più, rispetto al 2009.

Italiani nel mondo. Gli emigranti continuano dunque ad aumentare, come dimostra il quinto "Rapporto Italiani nel mondo 2010" della Fondazione Migrantes: 510 pagine che fotografano i nostri connazionali all’estero. I dati? All’8 aprile 2010 i cittadini iscritti all’anagrafe degli italiani all’estero sono 4.028.370 (il 6,7% dei residenti in Italia, un numero quasi pari a quello degli immigrati nel nostro Paese). L’aumento è di 113mila persone rispetto all’anno precedente (frutto anche di nuove nascite all’estero) e di quasi 1 milione rispetto al 2006. Quella degli italiani nel mondo è dunque una presenza in aumento. Dove vivono? In Europa (55,3%), America (39,3%), Oceania (3,2%), Africa (1,3%) e Asia (0,9%). Tra i Paesi, l’Argentina supera di poco la Germania (entrambi con oltre 600mila residenti), la Svizzera accoglie mezzo milione di italiani, la Francia si ferma a 370mila, il Brasile raggiunge i 273mila, Australia, Venezuela e Spagna
superano i 100mila.

Italiani e oriundi. Tra gli italiani residenti all’estero più della metà non è sposato, quasi la metà è costituita da donne, più di un terzo è nato all’estero, mentre 121mila si sono iscritti all’anagrafe dopo aver acquisito la cittadinanza. I minorenni sono un sesto del totale, ma sono superati dagli ultrasessantacinquenni (18,2%). All’estero, oltre agli italiani che hanno la cittadinanza (quindi con passaporto e diritto di voto) vi sono gli oriundi (i discendenti degli emigranti): quasi 80 milioni secondo una recente stima dei Padri Scalabriniani (25 milioni in Brasile, 20 in Argentina, 17,8 negli Stati Uniti e in Francia, 1,5 in Canada, 1,3 in Uruguay, 0,8 in Australia, 0,7 in Germania, 0,5 sia in Svizzera che in Perù).

Migrazioni interne. Il Rapporto Migrantes prende in considerazione anche la mobilità interna all’Italia e valuta che nel complesso "tra spostamenti interni e verso l’estero, in andata e in rientro, temporanei o di lungo raggio, italiani che vanno o che ritornano, si arriva a quasi 400mila spostamenti totali, 1 ogni 150 residenti".

Cervelli in fuga. Quanto ai casi come quello di Andrea Boattini, non è disponibile un censimento completo dei ricercatori all’estero. Duemila sono gli iscritti alla banca dati "Davinci" e lavorano in tutte le più importanti università del mondo. Solo 1 su 4 intenderebbe ritornare in Italia, gli altri si dicono soddisfatti della vita condotta all’estero. Non è un caso che dalla graduatoria Top Italian Scientists, risulta che l’Italia ha i suoi più bravi scienziati all’estero.

Rientro dei cervelli. Nel 2001, il ministro dell’Università ha varato un programma per il rientro dei cervelli fuggiti dall’Italia. I risultati? Scarsi. "Dei 460 ricercatori, faticosamente riportati in patria, infatti, solo 50 sono stati richiesti ufficialmente dagli atenei italiani e di essi solo un quinto avrebbe superato le forche caudine del Consiglio Universitario Nazionale. L’emorragia dei cervelli è, quindi, destinata a continuare, specialmente dal Sud: se si prende l’esempio della Puglia, si constata che annualmente il 45% dei 23.500 nuovi laureati lascia la regione, per lo più definitivamente".

Tagli alla lingua italiana. Leggendo i dati del ministero degli Affari Esteri ci sarebbe da essere orgogliosi: 23.988 corsi di lingua italiana nel mondo, per un totale di 393.897 allievi. "Ma – ricorda il Rapporto Migrantes – ha giustamente suscitato scandalo il fatto che i finanziamenti alla società Dante Alighieri siano stati ridotti a 600mila euro annui, il costo di due retribuzioni pubbliche di alto livello (o addirittura solo di una, in certi casi), un sostegno assolutamente inadeguato e non paragonabile né agli investimenti culturali di un piccolo paese come il Portogallo né, tantomeno, a quelli di Germania, Gran Bretagna, Spagna e Francia".

http://www.repubblica.it/solidarieta/immigrazione/2010/12/02/news/immigrazione_polchi-9746027/

 

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