8245 Novità e complessità del voto in Brasile

20101005 19:14:00 redazione-IT

[b]di Nino Galante[/b]

Il punto centrale, su cui tutti gli osservatori democratici (ad esclusione dei grandi canali come la Globo etc..) si soffermano giustamente riguarda il risultato, davvero sorprendente di Marina Silva.
Il risultato di Marina (circa il 20% dei consensi) ha impedito che Dilma potesse farcela al primo turno. A questo risultato va anche messo in conto una alta percentuale di astensione o voto nullo che ha raggiunto il 25% degli aventi diritto, sulla media nazionale, con punte che si aggirano al 29 e 30%.
L’analisi sul successo elettorale di Marina non é affatto semplice.

Marina é candidata alla presidenza dai Verdi, partito inesistente sul piano nazionale e territoriale, che nelle grandi aree metropolitane (Rio, S.Paolo, Brasilia, Baiha, etc..) era schierato con candidati che appoggiavano governatori e senatori di Serra (vedi Cabeira a Rio), ed in ogni caso erano alternativi a Dilma.

Come in tutte le elezioni vi é stato una massiccia campagna della stampa tendente a delegittimare la statura politica di Dilma (“é una marionetta di Lula”); e negli ultimi giorni hanno utilizzato la solita denuncia di rapporti d’affari che avrebbe coinvolto la supplente di Dilma (la ministra che ha sostituito Dilma dopo la sua candidatura) Erenice, che si é dovuta dimettere per impedire che la campagna continuasse, ancorché non ci sia stata alcuna prova del suo eventuale coinvolgimento in supposte azioni affaristiche di un suo figlio con il Ministero da lei diretto.

Ed ancora, sempre nelle ultime ore si é scatenata una campagna contro Dilma, sul tema delicato dell’aborto, avendo lei sempre difeso la possibilità di tutela delle minori (é noto che in Brasile vi é un alto tasso di gravidanza non desiderato da parte di minori che spesso sono vittime di stupro, e che ricorrono alle pratiche degli aborti clandestini) dal Servizio Pubblico di Salute. Si é scatenato una vera azione di linciaggio ad opera delle chiese evangeliche e non solo, a cui Marina ha dato il suo contributo, quando ha proposto che sul tema ci fosse un plebiscito nel paese.

Ritornando quindi al punto di partenza, sembrerebbe che Marina abbia un pò intercettato da un lato la critica al sistema politico, con tutto quello che in Brasile significa (corruzione, sperpero di risorse pubbliche) le tematiche ambientali, ma anche quel conservatorismo diffuso nelle associazioni religiose a cui Marina faceva anche riferimento. Non bisogna dimenticare che Marina appartiene alla Chiesa evangelica, e che concludendo la sua campagna ha pronunciate le classiche frasi: "cofiando no povo e em deus".

E’ probabile che Marina non fará alcuna scelta tra i candidati, anche perché il suo elettorato é abbastanza incontrollabile. Il suo partito, quale che siano le decisioni formali (Marina nell’esecutivo del PV é minoritaria) sará dalla parte di Serra, cosí come ha già dichiarato Cabeira, candidato a Rio, che non é l’ultimo del Partito dei Verdi.

Dilma parte certamente favorita, ma i voti sono ancora tutti da conquistare; e qui si apre un altro capitolo:
il risultato elettorale é stato contrassegnato dall’ottimo risultato del PT (Partito dei Lavoratori di Lula), che si conferma il primo partito alla Camera con 88 deputati, mentre la coalizione di governo, questa volta, ha una chiara maggioranza parlamentare, che Lula non aveva mai avuto.

 

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