Indagine FILEF: “Esperienze migratorie di giovani donne italiane”

La dimensione dell’emigrazione femminile degli ultimi 15 anni è ancora scarsamente conosciuta. La FILEF ha realizzato una prima indagine attraverso interviste e ricerche in diversi paesi europei e in Argentina. Ne è nato questo e-book (scaricabile gratuitamente QUI) appena pubblicato che vuole essere un contributo alla riflessione su un fenomeno che sta assumendo un rilievo quantitativo e qualitativo importante e che sta caratterizzando la nuova emigrazione italiana.

 

Presentazione

”Esperienza migratoria delle giovani donne italiane” è il titolo di un progetto di indagine di cui proponiamo, con questo e-book, un primo risultato parziale. Esso è parte del progetto originario ”Dai racconti di vita alla ricerca socio-economica”, alla cui definizione hanno partecipato GRAZIA MOFFA e, prima della sua scomparsa, MARIA IMMACOLATA MACIOTI, che definiva l’intelaiatura complessiva del progetto FILEF sulle emigrazioni femminili dal 2008 in poi.

L’e-Book è appunto una prima raccolta di storie di vita che offrono alcune coordinate utili alla comprensione del fenomeno migratorio femminile di oggi.
Attraverso i casi che pubblichiamo è possibile esaminare il nuovo protagonismo delle giovani donne che sono emigrate dal 2008 in poi (anno di inizio della grande crisi economica e a cui generalmente si fa riferimento per la ripartenza di nuovi flussi di emigrazione dall’Italia), le loro attività lavorative all’estero, i vincoli familiari e ambientali con i luoghi di partenza, i percorsi di inserimento sociale, culturale e di partecipazione nei luoghi di arrivo.

I racconti e le testimonianze sono stati raccolti dalle dirigenti e attiviste della Rete FILEF all’estero. Preliminarmente le donne della Rete FILEF hanno elaborato la scheda comune di riferimento che trovate in appendice.

La diversità – sia nei contenuti che nei modelli – dei testi che pubblichiamo è la testimonianza dell’articolazione più complessiva della nostra rete nel mondo. Si va dall’Argentina, qui rappresentata da ADRIANA BERNARDOTTI, sociologa, che propone, attraverso i racconti di giovani donne italiane arrivate dopo il 2008 e iscritte alla mailing list La Tanas, la sintesi di una ricerca più ampia da lei sviluppata, alle singole testimonianze dal Belgio proposte da ANGELA GULOTTA, tra le quali prevalgono le esperienze di ragazze del Sud d’Italia; dal ricco racconto di una giovane pugliese in Francia proposto da MARIA VITALI VOLANT (ex insegnante e bibliotecaria) alle interviste realizzate da MAURELLA CARBONE (ex insegnante a Francoforte), attraverso le quali vengono fornite, tra l’altro, utili coordinate per conoscere i problemi legati al riconoscimento dei titoli di studio acquisiti in Italia; dal lavoro di ricerca promosso da MARIA LUISA CALDOGNETTO (storica dell’emigrazione italiana in Lussemburgo), alle rielaborazioni e integrazioni delle inchieste promosse da MORENA LA BARBA (sociologa) in Svizzera che soffermandosi, tra l’altro, sul periodo del Covid, fornisce elementi utili alla conoscenza delle norme che regolano gli ingressi e i soggiorni nel Paese unitamente a quelle per affrontare le differenze di genere (salario, lavoro etc). A sua volta, LARA OLIVETTI, (giurista), partendo da una più ampia indagine, ci propone un quadro molto dettagliato delle caratteristiche sociodemografiche della popolazione femminile di nuova emigrazione in Svezia.

ERIKA BUCCA, della Filef Basilicata, ci propone invece i racconti di quattro giovani donne meridionali in 4 Paesi europei (Inghilterra, Irlanda, Scozia, Danimarca) e se, da un lato, fornisce spunti per apprezzare la permanenza di forti vincoli con i luoghi di partenza, dall’altro sottolinea la scarsa probabilità di qualsiasi ipotesi di rientro in Italia da parte delle interessate, come riporta anche ADRIANA per il suo campione intervistato.
Infine l’approfondito saggio di EDITH PICHLER, ci fornisce, dallo scenario tedesco, e berlinese in particolare, un approccio storico molto interessante del passaggio da un’emigrazione femminile prevalentemente al seguito di quella maschile, a quella contemporanea ampiamente indipendente e talvolta maggioritaria rispetto a quella maschile, soprattutto, proprio dal 2008 ai giorni nostri.

Con efficacia scrive nella prefazione ANTONELLA DOLCI, presidente della FILEF, che il loro obiettivo comune è chiaro: integrarsi, inserirsi nel Paese di accoglienza, acquistarvi tutti i diritti di cittadinanza.

Un messaggio molto forte da parte della FILEF che nel suo programma e nelle sue iniziative propone non da oggi l’urgenza di politiche pubbliche sui temi delle migrazioni con una visione integrata tra emigrazioni e immigrazioni a partire dal riconoscimento dei diritti di cittadinanza.

Laura Salsi – Elisa Castellano

 

 

Introduzione

 

La nuova emigrazione delle giovani donne italiane

Il fenomeno dell’emigrazione femminile è stato poco conosciuto e studiato e questo e-book costituisce un primo passo per acquisire maggiore conoscenza in particolare dell’emigrazione femminile delle giovani donne negli ultimi 15 anni, quelli della nuova emigrazione.

Tradizionalmente, negli studi sull’emigrazione, si mette in rilievo l’immensa varietà che la caratterizza, a seconda del Paese di arrivo, della esistenza o meno di sostegno istituzionale, delle forme di accoglienza del Paese in cui ci si trasferisce, delle caratteristiche della comunità italiana che vi risiede e delle competenze professionali e sociali di chi parte.

L’emigrazione femminile, in questo contesto, è spesso vista quasi come un’appendice di quella maschile, con gli stessi problemi e forse qualche caratteristica in più o in meno: le donne sono descritte come più restie a partire, a lasciare i luoghi e gli affetti, ma spinte a farlo dalla necessità di trovare lavoro e dal bisogno del ricongiungimento familiare.

Il quadro che emerge da queste prime interviste rivela un cambio paradigmatico.

Queste giovani donne decidono autonomamente di vivere l’avventura dell’emigrazione, da sole, senza sostegno istituzionale delle autorità italiane e spesso senza nessun appiglio o contatto nel Paese in cui si recano. Quello che appare più evidente è la volontà di lasciare l’Italia, forse per la mancanza di sbocchi professionali o l’impossibilità di realizzare le potenzialità che sentono di avere.

Nel Paese di accoglienza hanno un atteggiamento combattivo, sono coscienti dei loro diritti sul mercato del lavoro e delle discriminazioni che le minacciano in quanto donne, anche perché molte di loro hanno avuto in Italia esperienze politiche o sindacali.

Tuttavia, come anche nell’affrontare gli altri problemi dei nuovi arrivati, come quello dell’alloggio, dell’apprendimento della lingua e dei codici locali, sono sole, non cercano e non si aspettano aiuto dalle organizzazioni locali degli italiani né dalle autorità italiane, anche se appaiono alcune positive eccezioni.

Il loro obiettivo comunque è chiaro: integrarsi, inserirsi nel Paese di accoglienza, acquistarvi tutti i diritti di cittadinanza. L’Italia appare come il luogo dei ricordi, dei familiari che ci sono rimasti, delle ferie ma quasi nessuna pianifica di tornarci.

E senza dubbio, rattrista vedere come l’Italia sia matrigna con le sue figlie.

 

Antonella Dolci (Presidente Filef)

 


 

INDICE del libro

Presentazione: di Laura Salsi e Elisa Castellano pag.6

Introduzione: di Antonella Dolci pag.10

Interviste e saggi:

ARGENTINA – a cura di Adriana Bernardotti pag.13

BELGIO a cura di Angela Gulotta pag.27

FRANCIAa cura di Maria G. Vitali Volant pag.34

GERMANIAa cura di Maurella Carbone e Edith Pichler pag.38

LUSSEMBURGOa cura di Maria Luisa Caldognetto pag.70

SVIZZERAa cura di Morena La Barba pag.88

GRAN BRETAGNA, IRLANDA, DANIMARCAa cura di Erika Bucca pag.113

SVEZIAa cura di David Primo, Lara Olivetti, Elena Raffetti pag.118

Note biografiche autrici-autori pag.132

APPENDICE: Scheda comune per la raccolta di storie pag.135

 

 

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