N°46 – 18/11/23 – RASSEGNA DI NEWS NAZIONALI E INTERNAZIONALI. NEWS DAI PARLAMENTARI ELETTI ALL’ESTERO

01 – Luciana Cimino*: La rabbia dei ragazzi: «Senza welfare il merito è privilegio». LE PROTESTE. Decine di migliaia in corteo in 44 città.
02 – Sen. Francesca La Marca*(PD): La Sen. La Marca incontra il Direttore Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie, Luigi Maria Vignali, sul potenziamento dei servizi consolari
03 – Estero, Carè*(Pd): incontro con il comitato di GIA Network (Giovani Italiani in Australia) per progetti futuri
04 – Estero, Carè(pd): enti gestori da tutelare, incontro a Perth con Presidente dell’Italo-Australian Welfare & Cultural Centre Inc.
05 – La Marca*(PD): Presentazione Progetto – Italiani in Nord America
06 – Francesco Del Vecchio*: Quelle in Argentina sono le prime elezioni condizionate dall’intelligenza artificiale
07 – Andrea Medda*: Giorgia Meloni, altro caso: sede scelta per G7 richiama la “tangentopoli romana”. Diventa un caso la sede scelta dalla Premier Giorgia Meloni per ospitare il prossimo G7 in Italia, Borgo Egnazia. Ecco il motivo.
08 – Come funziona la legge elettorale per il parlamento europeo (*). Le elezioni europee sono spesso lette più in chiave nazionale che di Unione europea. Conoscere il funzionamento del sistema elettorale è il primo passo per esprimere un voto consapevole che rafforzi la legittimità democratica dell’Ue.

 

 

01 – Luciana Cimino*: LA RABBIA DEI RAGAZZI: «SENZA WELFARE IL MERITO È PRIVILEGIO». LE PROTESTE. DECINE DI MIGLIAIA IN CORTEO IN 44 CITTÀ. LA RETE DEGLI STUDENTI MEDI: «È SOLO L’INIZIO, DAL GOVERNO NON CI FARANNO SCONTI». NELLE PIAZZE SOSTEGNO ALLA POPOLAZIONE DI GAZA. A PISA UNA BANDIERA PALESTINESE ISSATA SULLA TORRE

I ministri dell’Università, Annamaria Bernini e quello all’istruzione (e merito), Giuseppe Valditara, hanno diffuso ieri via social gli auguri per la Giornata Internazionale degli Studenti. Per studentesse e studenti italiani, però non c’era niente da festeggiare e ieri hanno protestato in tutta Italia. La gran parte delle organizzazioni studentesche ha aderito allo sciopero indetto da Cgil e Uil, altre sigle hanno costruito cortei autonomi. Le rivendicazioni però erano le stesse: diritto allo studio, pace, lavoro.

NELLA CAPITALE, nelle stesse ore, sfilavano 3 cortei: a piazza Vittorio alcuni liceali con studenti palestinesi, poi le sigle Organizzazione Studentesca per l’Alternativa (Osa) e Fronte della Gioventù Comunista da Piramide al ministero dell’Istruzione e infine il corteo più numeroso (lanciato da Udu, Link e Rete della Conoscenza) che invece, dopo un flash mob per il cessate il fuoco a Gaza sotto il Mim, si è unito ai lavoratori della scuola nella piazza dei sindacati.

«La convergenza è reale, non di facciata – spiega Paolo Notarnicola della Rete degli Studenti Medi – abbiamo cominciato un percorso con la Flc Cgil e con i docenti per mobilitarci nei prossimi mesi». Conferma la sua collega, Tullia Nargiso durante un apprezzatissimo intervento dal palco, «nella giornata dello studente abbiamo scelto di partire insieme ai lavoratori per ribadire che il merito senza welfare studentesco si chiama privilegio». Aggiungendo poi che «essere qui è stato importante, ma non dobbiamo abbassare la guardia, non dobbiamo cedere di un millimetro nella costruzione di questa opposizione: dal governo non ci faranno sconti, basta ambiguità».

DURANTE IL COMIZIO di chiusura è stato lo stesso segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, a sottolineare la presenza delle associazioni studentesche. «È importante che oggi ci siano insieme a noi gli studenti e che questa manifestazione sia congiunta perché il diritto allo studio deve essere garantito a tutti, non solo ai figli dei ricchi – ha detto Landini – la giusta battaglia che gli studenti stanno facendo non è solo la difesa di un diritto ma un elemento di fondo per combattere le disuguaglianze».

È L’ACCESSO ALL’ISTRUZIONE la questione cardine. Lo ricorda Virginia Mancarella, di Link Coordinamento Universitario: «Siamo in piazza perché vogliamo investimenti reali sull’abitare studentesco e contro la riforma Bianchi del percorso 60 CFU che rende l’insegnamento un privilegio». Mentre per Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti, «a poco più di un anno dall’insediamento del ministro Valditara, le reali intenzioni di questo governo sono emerse ben chiare con riforme che stanno rendendo la scuola un luogo sempre più escludente, fatto di repressione e subordinato alle logiche delle aziende e dei privati».

IN TOTALE SONO STATI DECINE di migliaia gli studenti che hanno manifestato contro il governo, in oltre 44 città. Solo a Torino si è registrato uno scontro tra manifestanti e forze dell’ordine quando il corteo ha deviato il percorso. Mentre a Bologna si è registrata indignazione bipartisan perché alcuni manifestanti hanno bruciato le foto della segretaria del Pd Schlein, della presidente del Consiglio Meloni, del sindaco Lepore e del premier israeliano Netanyahu.

A Milano più di mille studenti hanno sfilato in corteo dietro lo striscione «Cambiare la scuola per cambiare il sistema: Students’ Strike», per poi confluire in un’assemblea aperta tra i collettivi e le realtà studentesche. Mentre in Toscana i manifestanti hanno esposto una bandiera palestinese dalla cima della Torre di Pisa, poi rimossa dalle forze dell’ordine.

INIZIATIVE ANCHE AL SUD: da Palermo, Catania e Caltanissetta fino a Potenza, Matera, Taranto, Lecce, Napoli, Cagliari, Sassari, solo per citarne alcune. Anche a Cosenza, corteo «a sostegno degli studenti palestinesi». Come ha spiegato una studentessa, «non potevamo far finta di nulla, questo a dimostrazione che noi ragazzi siamo informati e crediamo di dover esprimere il nostro dissenso quando chi ci governa fa scelte scellerate». «Manifestazioni studentesche così capillari non si vedevano da tempo – ha detto Camilla Piredda dell’Udu – il governo è stato bocciato, questa legge di Bilancio è uno schiaffo agli studenti e ai giovani».
*(Fonte: Il Manifesto. Luciana Cimino, giornalista, vive a Roma. Ha lavorato per lunghi anni all’Unità e scritto per diversi giornali. Oggi si occupa di comunicazione e di qualità dell’informazione nella più importante agenzia italiana: HDRÀ.)

 

02 – Sen. Francesca La Marca*(PD): La Sen. La MARCA INCONTRA IL DIRETTORE GENERALE PER GLI ITALIANI ALL’ESTERO E LE POLITICHE MIGRATORIE, LUIGI MARIA VIGNALI, SUL POTENZIAMENTO DEI SERVIZI CONSOLARI
Venerdì 10 novembre 2023, la Sen. La Marca ha incontrato al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il Direttore Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie, Luigi Maria Vignali. Un incontro proficuo che ha permesso alla Senatrice di affrontare una serie di argomenti e di dar seguito alle sollecitazioni ricevute dai connazionali nella sua recente missione in Nord e Centro America.
Nel corso dell’incontro, la Senatrice La Marca ha sollevato al direttore Vignali alcune questioni come la necessità di aumentare l’abilitazione al rilascio delle carte d’identità elettroniche nei Consolati che non hanno ancora attivato il servizio. La Senatrice ha poi sottolineato la grave difficoltà nella quale versano due sedi consolari importanti come Toronto e Miami che necessiterebbero di un urgente aumento del personale. Inoltre, ha ravvisato la necessità di estendere il servizio del numero telefonico dedicato agli over 70, nei consolati che, dopo Toronto, Montreal e New York, non l’hanno ancora adottato. La Marca ha sottolineato poi la necessità di avviare un maggior raccordo tra i Consoli Generali e i Consoli Onorari nell’organizzazione dei lavori.
Il Direttore Vignali ha spiegato come l’ampliamento dei Consolati abilitati al rilascio delle CIE (carte d’identità elettroniche) avverrà a scaglioni confermando la realizzazione di una seconda fase di ampliamento del servizio in ulteriori 15 sedi fuori dall’Europa, tra cui 4 in Nord e Centro America – Panama, Houston, Detroit e Washington.
La Marca, nonostante abbia già sollevato attraverso delle interrogazioni al Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale alcune perplessità riguardanti il funzionamento del servizio Prenot@mi, ha poi sottolineato al Direttore la necessità di avviare una rapida semplificazione della piattaforma online, rendendola più scorrevole nell’utilizzo quotidiano e migliorandone la veste grafica.
“Ringrazio il Direttore Vignali per il tempo che ha voluto dedicarmi e per il costante impegno che pone nel migliorare i servizi consolari nel mondo. L’occasione è stata utile per conoscere le ultime misure da lui introdotte e per condividere le prossime azioni da intraprendere”. Così la Senatrice La Marca a conclusione dell’incontro.
*(Sen. Francesca La Marca – 3ª Commissione – Affari Esteri e Difesa – Electoral College – North and Central America)

 

03 – Estero, Carè*(Pd): INCONTRO CON IL COMITATO DI GIA NETWORK (GIOVANI ITALIANI IN AUSTRALIA) PER PROGETTI FUTURI
Ho incontrato il comitato di GIA Network (Giovani Italiani in Australia) e parlato progetti futuri della GIA, l’importanza dei giovani all’interno della comunità, di come migliorare le interazioni tra le nuove generazioni italiane arrivate qui con la prima, seconda e terza Generazione in Australia, come favorire la loro integrazione e, soprattutto, far conoscere il notevole lavoro che tutta la comunità italiana all’estero sta svolgendo, in Italia, incluso al Governo Australiano. Ho incontrato il presidente Domenico Stefanelli, il coordinatore nazionale Marco Abbondanza, il patron Felice Montrone e Liana Paolillo, Giuseppe Musmeci, Vincenzo Vurchio, Marcella Marziani. Abbiamo parlato di immigrazione, e della possibilità di stabilire un accordo quadro tra Italia e Australia cercando di gestire in modo adeguato e agevolando lo scambio di giovani tra i due paesi. Sono orgoglioso del lavoro dei GIA che stanno facendo e li ringrazio perché favoriscono l’inserimento dei Giovani Italiani in Australia nel Sistema Associativo Italo-australiano, offrendo supporto e orientamento durante il processo di integrazione, sostengono il lavoro delle Istituzioni Italiane in Australia e promuovere la Lingua e la Cultura Moderna Italiana, gestiscono uno Sportello di informazione dedicato ai giovani italiani appena arrivati in Australia, fornendo loro risorse e assistenza per facilitare la transizione e l’adattamento al nuovo contesto. Sono riconoscente ai GIA e sarò al loro fianco sempre.
*(Nicola Carè deputato del Pd eletto all’estero. – Camera dei Deputati – Chamber of Deputies – IV Commissione Difesa – Defence Committee – Circoscrizione Estero, Ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide – Electoral College – Africa, Asia, Oceania and Antarctica)

 

04 – Estero, Carè(pd): ENTI GESTORI DA TUTELARE, INCONTRO A PERTH CON PRESIDENTE DELL’ITALO-AUSTRALIAN WELFARE & CULTURAL CENTRE INC
Roma 14 Nov. “Ho incontrato a Perth Enzo Sirna, Presidente dell’Italo-Australian Welfare & Cultural Centre Inc. Abbiamo discusso dell’interrogazione presentata insieme ai colleghi deputati del Pd alla Camera, io, Ricciardi, Porta e Di Sanzo per chiedere se il #Governo non ritenga urgente e opportuno rivedere tale modulazione secondo una sequenza 50 %,30 %, 20 %, permettendo così agli enti gestori di avviare il primo semestre di insegnamento rimuovendo le forti criticità dell’attuale disposizione. Esprimiamo la nostra forte preoccupazione non solo per il ritardo nella comunicazione dei tagli (a metà anno scolastico già in corso), ma soprattutto per la continua mancanza di riconoscimento della realtà Australiana in cui operiamo e l’incertezza che queste situazioni creano per il futuro del nostro impegno in questo settore. I tagli comunicati dal MAECI hanno creato grossi problemi per gli Enti Gestori/Promotori che devono onorare gli accordi contrattuali già stabiliti con le scuole nell’ ambito del sistema scolastico australiano (che varia per ogni Stato e Territorio). Per gli enti gestori la stabilità e la garanzia finanziaria è essenziale per la continuità degli impegni presi per l’anno scolastico. Noi siamo dalla parte degli enti gestori/promotori perché deve essere tutelato l’enorme lavoro che fanno per la comunità degli italiani all’estero. La modalità progettuale della circolare 4 si sta rivelando assolutamente incompatibile con il garantire la continuità delle attività. Gli enti subiranno, inoltre, per l’anno 2023/2024 un taglio del 18% sui loro contributi. È inaccettabile. Quale sarà, dunque, il futuro della promozione della lingua e della cultura italiana all’estero in questo contesto di estrema difficoltà in cui gli enti si ritrovano a operare? Se questo governo non tutela gli enti, vuol dire che non ama i suoi cittadini.” Così Nicola Carè deputato del Pd eletto all’estero.
*(On./Hon. Nicola Carè. Camera dei Deputati – Chamber of Deputies – IV Commissione Difesa – Defence Committee – Circoscrizione Estero, Ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide)

 

05 – La Marca*(PD): PRESENTAZIONE PROGETTO – ITALIANI IN NORD AMERICA
Care amiche e cari amici,
ci tengo ad inoltrarvi questo invito avuto dal Prof. Giuseppe Sommario del Dipartimento di Storia moderna e contemporanea dell’Università Cattolica del Sacro Cuore che sta lavorando ad un progetto di ricerca, sostenuto dalla Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Ministero Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. La compilazione del seguente questionario è assolutamente volontaria.
Il progetto di ricerca è dedicato alle comunità italiane del Nord America (Canada, Stati Uniti e Messico) e ha come obiettivo la costruzione di una biografia di comunità diffusa che abbia al centro gli italiani e gli italo-discendenti che hanno contribuito e stanno contribuendo in vari ambiti alla vita civile delle comunità in cui hanno vissuto o vivono. La ricerca intende inoltre indagare sul rapporto che gli italiani e gli italo-discendenti nordamericani mantengono/non mantengono con la terra d’origine, e sull’italianità presente in essi.
Vi riporto di seguito il link al quale trovate il questionario:

(https://form.typeform.com/to/h7cSvzTc?typeform-source=m.facebook.com)

Vi segnalo che il questionario è anonimo, che ovviamente si può fare anche in inglese, che richiede un tempo di “percorrenza” di 7-8 minuti, e che, vi ripeto, è fondamentale completarlo tutto sino in fondo, poiché, come potete immaginare, non posso prendere in esame le risposte di questionari completati a metà. Inoltre, vi segnalo che, essendo il questionario dedicato sia agli italiani di prima generazione, sia agli italo-discendenti, sia a chi è arrivato di recente in America, certe domande ad alcuni potrebbero risultare superflue. In tal caso, si può rispondere comunque o passare oltre direttamente: l’importante che si completi il questionario affinché io lo possa validare in sede di valutazione e analisi. Un caro saluto, Francesca
*(Sen. Francesca La Marca – 3ª Commissione – Affari Esteri e Difesa – Electoral College – North and Central America)

 

06 – Francesco Del Vecchio*: QUELLE IN ARGENTINA SONO LE PRIME ELEZIONI CONDIZIONATE DALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE. I DUE SFIDANTI, MASSA E MILEI, SI SCONTRANO A COLPI DI CONTENUTI GENERATI DALL’AI. CON RISCHI SULLA TENUTA DELLA DEMOCRAZIA INTERNA
In Argentina domenica 19 novembre si vota per il ballottaggio delle elezioni presidenziali tra l’attuale ministro dell’Economia Sergio Massa e l’economista di estrema destra Javier Milei. Al primo turno il centrosinistra di Massa ha superato le aspettative ottenendo il 36,68% dei voti, mentre Milei, che da alcuni sondaggi era stato dato come favorito, ha raccolto il 29,98%.

La campagna elettorale di questi mesi è stata pirotecnica, soprattutto a causa di Javier Milei: la retorica antisistema e il suo personaggio sopra le righe hanno attirato l’attenzione di tutti i media internazionali. Alcuni lo hanno definito il Trump argentino, ad altri ha ricordato Beppe Grillo: tra giacche di pelle, motoseghe e proposte controverse (a essere riduttivi) Milei ha reso incandescente questa tornata elettorale.

C’è però un altro tema che ha portato sotto i riflettori il voto argentino, destinato forse a entrare nella storia: l’impatto dell’intelligenza artificiale. Massa e Milei si sono affidati a contenuti generati dall’intelligenza artificiale per la loro campagna, in una misura mai vista prima a livello mondiale, tanto da spingere il New York Times a domandarsi se quelle argentine siano le prime elezioni di sempre a essere condizionate dall’intelligenza artificiale.

Perché i bitcoin sono centrali nelle elezioni in Argentina
Il candidato di destra Javier Milei guadagna posizioni grazie alle promesse sui bitcoin come soluzione alla crisi economica del debito pubblico
Fare campagna al tempo di ChatGPT
Sia Massa sia Milei si sono affidati all’AI per rafforzare la propria immagine e offuscare quella dell’avversario, rinunciando in gran parte a grafici e fotografi. Scorrendo i caroselli su Instagram, è possibile imbattersi in un Massa versione Lenin, che guida gli operai verso la rivoluzione, o uno da copertina del New Yorker. Javier Milei ha contrattaccato postando un’immagine che raffigura Massa come un leader cinese di stampo maoista. Il ministro e il suo team hanno invece trasformato Milei in un protagonista di Arancia meccanica e Paura e delirio a Las Vegas, per sottolineare scarsa affidabilità e volubilità.

Le elezioni argentine sono diventate rapidamente un campo di prova per l’intelligenza artificiale e il suo impatto dirompente sulle campagne elettorali, spingendo la politica verso il futuro: i due candidati e i loro sostenitori hanno usato la tecnologia per alterare immagini e video esistenti o crearne altri da zero. In precedenza l’AI era stata utilizzata soprattutto per analizzare dati, profili e per generare contenuti personalizzati, ma ora la capacità generativa sta avendo il sopravvento, e non necessariamente in meglio.
Amandeep Singh Gill al Wired Next Fest 2023: “Intelligenza artificiale e nucleare sono cose molto diverse”

I RISCHI PER LA DEMOCRAZIA
Il ruolo dell’intelligenza artificiale nella campagna argentina sottolinea l’enorme potenziale di questo strumento e dimostra che potrebbe diventare un fattore in molte elezioni democratiche. La proliferazione di questi contenuti e la velocità con cui possono essere generati ha preoccupato un po’ tutti, compresi gli stessi politici. “Siamo su un cavallo che dobbiamo cavalcare – ha detto Massa al New York Times – ma non conosciamo ancora i suoi trucchi”. Alcuni contenuti hanno infatti oltrepassato la linea della disinformazione, con la campagna di Massa che ha prodotto anche un video deepfake in cui un finto Milei spiega come potrebbe funzionare un mercato degli organi umani.
Gli esperti hanno paragonato questo momento all’ascesa dei social media per sottolineare quanto l’AI possa stravolgere la comunicazione politica: se i social sono già oggi un luogo in cui la disinformazione ha trovato casa, con l’uso di tool generativi questa situazione potrebbe peggiorare. Questa tecnologia ha potenziato la capacità di creare contenuti virali che in passato avrebbero richiesto il lavoro di interi team di designer per giorni o settimane.
Il dilemma oggi è come proteggere gli elettori. In Argentina questi contenuti sono stati finora etichettati come AI-generated, ma il progresso tecnologico è più rapido di quello legislativo. I governi globali stanno facendo piccoli passi in questa direzione, soprattutto perché per approvare un provvedimento di legge serve molto tempo e quando viene promulgato è probabile che sia già obsoleto. Con le elezioni negli Stati Uniti alle porte, la situazione promette sviluppi di rilievo.
*(Fonte: Wired. Francesco Del Vecchio, è un giornalista, conduttore televisivo e scrittore italiano.)

 

07 – Andrea Medda*: Giorgia Meloni, ALTRO CASO: SEDE SCELTA PER G7 RICHIAMA LA “TANGENTOPOLI ROMANA”. DIVENTA UN CASO LA SEDE SCELTA DALLA PREMIER GIORGIA MELONI PER OSPITARE IL PROSSIMO G7 IN ITALIA, BORGO EGNAZIA. ECCO IL MOTIVO.
Potrebbero esserci presto nuove polemiche attorno alla Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. Dopo la vicenda relativa allo scherzo telefonico dei comici russi, ecco un altro caso che sta iniziando a far discutere, quello della scelta della sede del prossimo G7 che andrà in scena in Italia nel giugno 2024.
Manca ancora qualche mese ma l’Italia si sta preparando ad ospitare il G7. In tale ottica, la sede del summit mondiale è stata già individuata. Come sottolineato da Il Fatto Quotidiano, infatti, Giorgia Meloni ha scelto Borgo Egnazia per il meeting che si terrà dal 13 al 15 giugno 2024. Si tratta di un resort nella Valle d’Itria in Puglia.
Una decisione destinata a far parlare. Il motivo? Lo ha spiegato proprio Il Fatto Quotidiano che ha ricordato come quella villa sia stata coinvolta in una notevole storia di Mani Pulite, la cosiddetta “TANGENTOPOLI ROMANA”.
Infatti, il proprietario e fondatore proprio di Borgo Egnazia, l’avvocato Sergio Melpignano, nei primi anni Novanta finì al centro delle inchieste giudiziarie con tanto di mesi di carcere, interrogatori e processi. La vicenda, poi, si concluse con un patteggiamento ad un anno e sei mesi per corruzione. Il Resort in questione, scelto ora dalla Premier per il G7, venne acquistato prima dell’arresto, proprio prima dello sviluppo di tutta la querelle giudiziaria.
Al netto del clamore che questa scelta può destare, lo stesso Fatto ha anche sottolineato come sulla villa e su tutto il Resort, ora rimasto alla vedova Marisa Lisi, non ci siano tracce relative alla “TANGENTOPOLI ROMANA”.
“Sul web non è rimasta più nessuna traccia. Provate a cercare Sergio Melpignano in Internet. Troverete ottime recensioni turistiche. Molto gossip. Elogi per i primati golfistici. Nulla sulle inchieste e sulle rivelazioni incorporate, tranne qualche residuo di cronaca locale. Tutto ripulito” e pronto al G7 del 2024…
*(Fonte: News Mondo. Andrea Medda. Collaboratore per ItaSportPress, Content.com e Delta Pictures. Delta … Giornalismo e Antropologia)

 

08 – COME FUNZIONA LA LEGGE ELETTORALE PER IL PARLAMENTO EUROPEO (*). LE ELEZIONI EUROPEE SONO SPESSO LETTE PIÙ IN CHIAVE NAZIONALE CHE DI UNIONE EUROPEA. CONOSCERE IL FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA ELETTORALE È IL PRIMO PASSO PER ESPRIMERE UN VOTO CONSAPEVOLE CHE RAFFORZI LA LEGITTIMITÀ DEMOCRATICA DELL’UE.

DEFINIZIONE
Il 1976 è stato un anno chiave per l’Unione europea e in particolare per le sue istituzioni democratiche. In quell’anno venne infatti adottato il cosiddetto atto elettorale che stabilì l’elezione diretta dei componenti del parlamento europeo. Una decisione che, con il trattato di Lisbona, è stata poi inclusa nei trattati.
a) I CITTADINI DELL’UNIONE GODONO DEI DIRITTI E SONO SOGGETTI AI DOVERI PREVISTI NEI TRATTATI. ESSI HANNO, TRA L’ALTRO: […]
b) il diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo […] nello Stato membro in cui risiedono, alle stesse condizioni dei cittadini di detto Stato;
– TFUE, ARTICOLO 20 COMMA 2
In Italia questa disciplina è stata introdotta con la legge 18/1979 che, sebbene con alcune modifiche, è ancora la norma che regola le elezioni europee in Italia. Infatti, nonostante l’articolo 223 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Tfue) stabilisca la possibilità di adottare una procedura uniforme a tutti gli stati membri, questo non è avvenuto è attualmente ciascun paese membro stabilisce le proprie modalità di elezione, seppur nell’ambito di alcune regole comuni.
Quanto al sistema elettorale effettivamente in vigore in Italia il nome attuali prevedono un meccanismo proporzionale (articolo 1) con soglia di sbarramento al 4% (art. 21) e doppia preferenza di genere (art. 14).
Di conseguenza i seggi italiani al parlamento europeo (76) sono ripartiti proporzionalmente tra le liste che hanno ottenuto almeno il 4% su base nazionale.
Il voto tuttavia avviene su base circoscrizionale. Ogni elettore dunque troverà sulla propria scheda le diverse liste elettorali e, per ciascuna di queste, i candidati che si sono presentati in quella specifica circoscrizione. A questo punto l’elettore potrà decidere se votare semplicemente per una lista o esprimere uno o più voti di preferenza.
Nel secondo caso l’elettore potrà decidere se esprimere da 1 a 3 voti di preferenza. Se decide di esprimere più di una preferenza però le scelte dovranno riguardare candidati di genere diverso, pena l’annullamento della seconda e della terza preferenza.

COME FUNZIONA LA LEGGE ELETTORALE NOTA COME ROSATELLUM.
A questo punto si dispone di tutti gli elementi per stabilire chi sarà effettivamente eletto. Dopo aver determinato il numero di seggi attribuiti a ciascuna lista a livello nazionale si procede a suddividere proporzionalmente i seggi a livello di circoscrizione. In questo modo si determina il numero di seggi spettanti a ciascuna lista in ciascuna circoscrizione. Per stabilire chi sarà eletto tra i candidati di ogni singola lista invece si considerano le preferenze e, in caso di parità, l’ordine in lista.
Ciascun candidato può presentarsi in più circoscrizioni. Se eletto in più di una sarà quindi libero di scegliere quale accettare (art. 41) avvantaggiando i primi dei non eletti della sua lista nelle circoscrizioni in cui si è ritirato.
Infine l’articolo 12 della legge stabilisce regole speciali a garanzia delle minoranze linguistiche in VALLE D’AOSTA, FRIULI VENEZIA-GIULIA e provincia di BOLZANO.

DATI

Complessivamente l’Italia elegge 76 deputati al parlamento europeo in 5 circoscrizioni, ognuna delle quali include più di una regione:
1. ITALIA NORD OCCIDENTALE (VALLE D’AOSTA, PIEMONTE, LIGURIA, LOMBARDIA)
2. ITALIA NORD ORIENTALE (TRENTINO-ALTO ADIGE, VENETO, FRIULI-VENEZIA GIULIA, EMILIA-ROMAGNA)
3. ITALIA CENTRALE (TOSCANA, UMBRIA, MARCHE, LAZIO)
4. ITALIA MERIDIONALE (ABRUZZO, MOLISE, CAMPANIA, PUGLIA, BASILICATA, CALABRIA)
5. ITALIA INSULARE (Sicilia, Sardegna).

Il numero di eurodeputati eletti in ciascuna circoscrizione non è fisso. Questo infatti dipende prima di tutto dal numero di parlamentari europei assegnati all’Italia, che può variare. Accertato questo, il numero di eletti è ripartito tra le circoscrizioni proporzionalmente, sulla base dell’ultimo censimento. Attualmente il ministero dell’interno non ha ufficializzato eventuali modifiche rispetto alle elezioni del 2019. Tuttavia si può immaginare che i dati rimarranno gli stessi visto che il numero di parlamentari europei assegnati all’Italia non è variato, né è cambiata significativamente la distribuzione demografica tra le regioni.

CIRCOSCRIZIONI E NUMERO DI ELETTI ALLE ELEZIONI EUROPEE
Le cinque circoscrizioni in cui è suddiviso il territorio italiano al fine delle elezioni europee e il numero di parlamentari eletto in ciascuna di queste

Seggi
1 – ITALIA NORD-OCCIDENTALE – 20
2 – ITALIA NORD-ORIENTALE – 15
3 – ITALIA CENTRALE – 15
4 – ITALIA MERIDIONALE -18
5 – ITALIA INSULARE – 8

ANALISI
La tendenza ad interpretare le elezioni europee in chiave nazionale, sia da parte dei partiti che dell’elettorato, rappresenta certamente un freno al processo di integrazione politica. Da questo punto di vista la mancanza di una legge elettorale comune a tutti i paesi membri e dunque di liste e soglie di sbarramento a livello europeo è senza dubbio un limite.
A partire dal 2014 cinque delle principali famiglie politiche europee provarono a “EUROPEIZZARE” la competizione introducendo il concetto dello SPITZENKANDIDATEN. Secondo questo principio in sostanza il parlamento europeo afferma di rifiutare qualsiasi candidato a presidente della commissione europea (proposto dal consiglio) che non sia stato nominato “CANDIDATO PRINCIPALE” (SPITZENKANDIDATEN) da una delle famiglie politiche europee. In questo modo dunque si è cercato di avvicinare gli elettori al processo democratico europeo. Le elezioni infatti non sarebbero più servite esclusivamente a eleggere i parlamentari ma anche a indicare il presidente della commissione.
Nel 2014 in effetti questo sistema ebbe successo e lo SPITZENKANDIDATEN del partito popolare europeo (PPE), Jean-Claude Juncker, è effettivamente stato nominato presidente della commissione. Lo stesso però non è accaduto nel 2019. In quell’occasione infatti il candidato principale del PPE, ovvero il partito arrivato primo alle elezioni, era Manfred Weber. Come è noto però alla fine la nomina è ricaduta su un’altra esponente del PPE, ovvero Ursula von der Leyen.
Un altro tentativo per europeizzare la competizione elettorale è stato fatto in occasione dell’uscita del REGNO UNITO dall’UE. Infatti, dopo la Brexit il parlamento europeo ha dovuto scegliere cosa fare dei 73 seggi occupati dagli europarlamentari britannici. Nel 2018, dunque, venne discussa la possibilità di creare una circoscrizione unica europea, composta da candidati di più paesi membri, ma questa opzione fu scartata dal consiglio europeo. Il parlamento è tornato poi a proporre questa soluzione anche nel 2023 ma, anche in questo caso, senza successo.
*(ndr. FONTE: elaborazione openpolis su dati ministero dell’interno – ultimo aggiornamento: domenica 26 maggio 2019)

 

 

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