1780 Spagna 1936, l'alba della Resistenza: 70 anni fa la guerra di Spagna

20060717 22:23:00 webmaster

Bruno Gravagnuolo

Fu tragica quell´alba del 18 luglio 1936, giorno dell´«alzamiento» di Franco. L´avvio di una tragedia più ampia, destinata a travalicare la Spagna. E non c´è storico oggi che non lo riconosca: la guerra di Spagna come «prova generale della seconda guerra mondiale».

Come preliminare di uno scontro geopolitico e ideologico che subito dopo il 1939 vide contrapposti nazismo e fascismo all´Alleanza tra le democrazie occidentali e l´Urss. E allora, per battere in breccia anguste dispute «revisionistiche», senza nulla togliere alle serie revisioni, occorre intanto partire di qui. Da questo scenario più vasto, cruciale per intendere il 900 e poi l´oggi.

E meditare su un dato incontrovertibile: fu proprio la Spagna a incoraggiare il disegno fascista in Europa. A dividere e indebolire Francia e Inghilterra. E a tenerle lontane dalla possibilità di fare fronte in anticipo, con Usa e Urss, contro l´insidia letale che si sarebbe rivelata impermeabile ad ogni «appeasement». A ogni eventualità di poter rabbonire Hitler, depistandolo a oriente in cerca di spazio vitale e col vantaggio di schiantare il pericolo sovietico.

Calcolo fallimentare. Perchè dopo l´annessione dell´Austria, dopo la disfatta repubblicana in Spagna, dopo Monaco e i Sudeti, la macchina bellica tedesca straripò a ovest ed ad est. Trascinando con sé anche l´Italia fascista, assieme alla quale, proprio nella penisola iberica, la Germania di Hitler aveva saggiato l´impotenza delle democrazie. Ecco perciò uno dei significati di questo «speciale» che offriamo ai lettori de l´Unità nel settantesimo della guerra civile spagnola. L´invito a riflettere sul fatto che l´esplodere di una democrazia di massa nel Mediterraneo, nella Spagna lacerata tra ricchi e poveri, tra modernità e tradizione, era una ferita mortale per i fascismi. Un´ossessione, nel senso di un assedio potenziale, che avrebbe potuto rovesciare gli equilibri geopolitici contro la vittoria dei regimi reazionari di massa nel cuore d´Europa (vogliosi di contendere spazio a Francia e Inghilterra). Prospettando anche una diversa soluzione alla crisi del liberalismo dopo la prima guerra, culminata con quei regimi.

E qui veniamo all´innesco spagnolo, al suo valore di «paradigma» e di grande contraccolpo (e sfida) antifascista, secondato anche dalla nuova tattica dei fronti popolari che mettava fine alla follia comunista del «social-fascismo» non priva di responsabilità sia in Germania che in Italia fino a quel momento. Nel febbraio del 1936 vince in Spagna una coalizione repubblicana appoggiata dal Fronte Popolare ispanico che consegue la maggioranza relativa e che più tardi entrerà a far parte organicamente del governo. La coalizione ha un programma moderato che corregge le molte oltranze laiciste e massimaliste che avevano caratterizzato la nascita della Repubblica nel 1931. C´è un intero paese e grandi masse in movimento, nel quadro di «pronunciamentos», insorgenze sociali, minacce mai sedate, illegalismi di destra e di sinistra. Ma il nuovo governo del 1936, dopo la sconfitta del 1933, avvia un vasto programma di riforme sociali e tenta di riprendere il controllo della situazione. Un cammino brutalmente spezzato dall´«alzamiento» dei generali Mola e Franco, il quale dal Marocco si candida ben presto alla guida del «movimiento» restauratore. È la guerra civile, che si estende a macchia d´olio soprattutto grazie all´intervento di Italia e Germania, decisivo a consentire il trasbordo sul continente delle armate e delle armi ribelli. Sia tramite unità di mare che tramite Junker e Savoia Marchetti. Il primo assalto nel 1936 è respinto ma ormai la ribellione è saldamente insediata su territorio e solo più tardi interverrà a sostegno l´Urss, senza truppe però e unicamente con armi (pagate) e consiglieri. Mentre ben altra forza ebbero la legione aerea Condor nazista e i 100 mila armati inviati dal fascismo. La tragedia, scatenata da Franco include anche massacri ed esecuzioni sommarie reciproche, con ferocia almeno doppia da parte franchista (bombe aeree a parte) e guerra civile anche tra repubblicani. Alfine soffocata in culla e divisa, la democrazia spagnola cederà il passo al regime franchista che inchioderà per decenni la cattolicissima Spagna all´arretratezza. Si poteva evitare? Sì, se Francia e Inghilterra avessero fatto muro. Garantendo anche un epilogo democratico alla guerra civile. Non lo fecero e l´Urss scelse il patto Molotov-Ribbentropp. Lasciando la Spagna agli aguzzini, e alla Resistenza europea posteriore il seme di quella lezione intrisa di dramma, crudeltà ed eroismo.

Pubblicato il 17.07.06

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