1769 Guerra in Libano,Annan chiede il cessate il fuoco; Prodi chiede la mediazione dell'Iran

20060717 12:22:00 webmaster

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha chiesto a Israele di risparmiare i civili e le infrastrutture del Libano nei suoi raid aerei, nel rispetto del diritto internazionale. L’intervento di Annan, che ha anche chiesto un cessate il fuoco, è l’ultimo appello della comunità internazionale alle parti coinvolte nella crisi libanese ma le violenze non cessano.

I leader del G8 riuniti in Russia hanno detto che Israele ha diritto all’autodifesa, e hanno chiesto a Hezbollah di liberare i due soldati che ha catturato mercoledì e di mettere fine agli attacchi oltre confine. Non hanno chiesto però un cessate-il-fuoco.

L´aviazione israeliana ha condotto, nel corso della notte nuovi raid contro diverse zone del Libano e contro Beirut e il suo aeroporto. Nella notte, le incursioni israeliane hanno causato, in Libano, la morte di 17 persone e il ferimento di altre 53 in oltre 45 attacchi al sesto giorno di violenze. Gli Hezbollah hanno annunciato altri razzi contro Israele dopo che le potenze mondiali hanno attribuito al gruppo – sostenuto da Siria e Iran – la responsabilità di mettere fine alla lotta. I raid notturni hanno distrutto due postazioni dell’esercito sulla costa settentrionale del Libano, provocando la morte di nove soldati libanesi, e hanno danneggiato abitazioni di funzionari Hezbollah nella parte orientale del Paese, provocando la morte di cinque persone. Altre tre persone hanno perso la vita in raid a sud di Beirut. Diverse forti esplosioni sono risuonate nella capitale all’alba e fumo nero si è alzato da un deposito di carburante nel quartiere cristiano di Dora. Sono state colpite in altre aree infrastrutture civili, stazioni di servizio e fabbriche, riferiscono fonti della sicurezza.

Smentito il ferimento del leader Hezbollah, Hassan Nasrallah, che in tv ha denunciato la morte di decine di civili per mano di Israele. Nasrallah ha anche aggiunto che Hezbollah potrebbe colpire le grandi città israeliane ma che non lo fa per non coinvolgere cittadini innocenti.

Un convoglio di 17 pullman con 383 persone in maggioranza italiani predisposto dall’Ambasciata d’Italia a Beirut la Farnesina è intanto partito per il porto di Beirut dove attenderà l’arrivo dell’unità della Marina militare italiana che dovrà trasferirli a Cipro. Il rientro in Italia da Larnaca è previsto nella notte tra lunedì e martedì.

La diplomazia al lavoro
Anche l´Unione europea farà appello alle parti a lavorare per mettere fine all´escalation di violenza, ma non chiederà un immediato cessate-il-fuoco, secondo una bozza della dichiarazione comune. Il testo, che sarà discusso dai ministri degli Esteri dell’Ue riuniti a Bruxelles, chiede agli Hezbollah di fermare gli attacchi contro Israele e a Gerusalemme di evitare reazioni «sproporzionate». Il capo della politica estera dell’Ue Javier Solana farà un briefing con i ministri al suo ritorno dal Libano nel corso della giornata. Anche Israele chiede il disarmo di Hezbollah in linea con le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

In questo quadro, un ruolo forte l’ha svolto l’Italia che ha avuto, per conto di Israele, il compito di trasmettere al Libano le condizioni per il cessate il fuoco dello Stato ebraico. Romano Prodi è stato un «facilitatore» dei contatti tra Beirut e Israele che chiede la liberazione dei suoi soldati e l’allontanamento degli Hezbollah dal sud del Libano e il loro disarmo. Ma l’attività del presidente del Consiglio è andata anche oltre.

Prodi ha invitato il segretario generale della sicurezza iraniana, Ari Larijani, «a farsi parte attiva per aiutare la mediazione verso una soluzione pacifica della crisi». Il premier avrebbe insistito perchè l’Iran «faccia ogni sforzo per il rilascio degli ostaggi israeliani» in mano agli Hezbollah e perchè «siano accolte, per quanto possibile e come primo passo, anche le altre due richieste di Israele (lo stop al lancio dei missili e il ritiro degli Hezbollah dal sud del Libano)». Da parte sua Larijani avrebbe promesso il «massimo sforzo» assicurando che «la diplomazia si sta muovendo». Il mediatore iraniano avrebbe inoltre chiesto al premier italiano di mantenersi in contatto frequente.

Il disarmo di Hezbollah è però un obiettivo che va oltre le possibilità del fragile governo libanese, che dipende dal consenso dei gruppi settari rivali, il maggiore dei quali è appunto lo sciita Hezbollah. Il Libano, reduce da trent’anni di tutela siriana, teme che qualunque tentativo di affrontare direttamente Hezbollah riaccenderebbe la guerra civile e dividerebbe l’esercito. Hezbollah vuole scambiare i soldati israeliani con prigionieri libanesi e palestinesi detenuti in Israele.

Pubblicato il 17.07.06

www.unita.it

 

 

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