2127 Marisa Bafile a Rosario: “Chi ha paura degli immigrati ha paura anche di noi”

20060922 17:40:00 webmaster

La deputata italo-venezolano ha sottolineato che “il voto che ci ha permesso di arrivare al Parlamento italiano ci farà diventare parte attiva di un mondo più ampio, più giusto, più nostro”

ROSARIO – Altri proficui incontri dell’on. Marisa Bafile con le collettività residenti in America Latina. Dopo il Brasile, come segnala “La Voce d’Italia” di Caracas, la parlamentare ha visitato l’Argentina invitata al IV Seminario e II Foro Internazionale “Migraciones y Refugio” (“Mercosur y Union Europea, Migrantes Ciudadanos del Mundo”) svoltosi presso il Centro Cultural “Bernardino Rivadavia” di Rosario.

Nel suo intervento su “Compromessi e problemi dell’Unione Europea e dell’Italia nel fenomeno dell’Emigrazione” l’on. Bafile ha tenuto a sottolineare che “l’immigrazione è il fenomeno sociale e politico più importante del ventunesimo secolo, ma lo è stato anche di tutto il secolo scorso. Ieri erano gli europei ad emigrare dai paesi distrutti dalla guerra. L’Italia ha sparpagliato per il mondo milioni e milioni di persone. Oro. Davvero oro. Lo sappiamo noi che siamo parte di quella diaspora, lo sanno in Italia nonostante facciano ancora tanta difficoltà a vedere e capire fino a fondo le nostre realtà. Gli esodi, ieri come oggi, sono causati dalla miseria, dalla disperazione, dalle guerre che ancora insanguinano la terra, dai regimi dittatoriali che opprimono intere popolazioni spesso sotto l’occhio indifferente del resto del mondo…. Masse di persone che fuggono dal dolore e si riversano in Europa e negli Stati Uniti alla ricerca di quel benessere che appare negli spot televisivi, un benessere che per molti resterà sempre un sogno impossibile… Oggi il governo Prodi ha assunto l’impegno di modificare l’impostazione culturale e umana verso l’immigrazione”
“Xenfobia, razzismo, esclusione sono sentimenti che vanno combattuti – ha proseguito l’on. Bafile -. Chi ha paura degli immigrati ha paura anche di noi. E lo sappiamo bene. Lo sa bene chi è tornato in Italia e si è scoperto straniero in patria. E’ un nostro dovere lottare per la tolleranza, l’accoglienza, per un mondo in cui il meticciato sia vissuto come arricchimento e non come minaccia. Solo così potremo davvero superare le barriere che ancora ostacolano i nostri rapporti con l’Italia. Solo così potremo farci conoscere, farci capire e sperare che il voto che ci ha permesso arrivare al Parlamento italiano si riempia di contenuto per farci diventare parte attiva di un mondo più ampio, più giusto, più nostro”.

 

 

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