2124 Il nuovo movimento “Italiani nel mondo” del Senatore Sergio De Gregorio

20060922 17:15:00 webmaster

Nei prossimi anni, gli italiani nel mondo diventeranno, di questo passo, molto popolari per giustificare la politica delle coalizioni

(di Salvatore Viglia)

“Inciucio” è un termine dialettale che sta per pettegolezzo. Ogni napoletano lo sa bene. Sarebbe il chiacchiericcio niente affatto disinteressato, ma lecito per l’inciuciante, cui le “comarelle” di una volta riempivano i pomeriggi assolati in cortile. Quindi, mentre la comunicazione a titolo confidenziale, i cui contenuti, veri o falsi che siano, dovrebbero tenersi nascosti per ritegno, rispetto, vergogna e privacy, essi vengono messi in primo piano e resi pubblici sotto una veste assolutamente riservata.

Si sparla solo con l’interlocutore di cui ci si fida affinché la chiacchiera, la maldicenza, quella indiscrezione resti segreta perché, l’inciucio, ad un certo punto, acquisisce i connotati della calunnia e della diffamazione. Ora, dal momento che, una tale conversazione delinea i confini di una vera e propria “trama”, di un disegno quasi persecutorio ai danni dell’inciuciato, il termine ha acquisito, per traslato, il significato di progetto segreto basato sull’inganno. Se ne fa uso ed abuso soprattutto in politica dove, questo tipo di attività è quasi normalmente praticata. La premessa è stata necessaria per capire quando la definizione “inciucio” stia a significare pettegolezzo e quando fatto poco chiaro o, per lo meno, attività non trasparente.

Il Senatore Sergio de Gregorio, Presidente della Commissione Difesa del Senato, ha presentato, il 21 settembre a Roma, un movimento di nuovo conio: “Italiani nel mondo”. Ci risulta che di italiani nel mondo, ormai il Parlamento sia ben fornito. E’, infatti, la prima volta, nella storia di questa Repubblica, che presenziano, negli emicicli di Camera e Senato, ben diciotto, dodici deputati e sei senatori. Risulta anche abbastanza palese che nessuno di questi aderirà a questo movimento che pure, loro malgrado, li riguarda. L’on. Gino Bucchino dell’Unione, uno per tutti, alla domanda se aderirà a questo nuovo movimento ha detto di ignorarne persino l’esistenza e che non gli interessa. Cosa significhi la denominazione, De Gregorio, lo ha spiegato in maniera molto confusa. Ha fatto una serie di anticipazioni cioè che sarebbe una “federazione di anime” fuori dalle logiche di partito alla quale federazione egli dà per certa la partecipazione di Francesco Cossiga. A parte le “anime” la cui partecipazione in un Paese cattolico e cristiano come l’Italia, non destano alcuna sorpresa, “Italiani nel mondo” dovrebbe individuare un movimento che si occupa, quanto meno delle problematiche di questi ultimi. Sappiamo, inoltre, che «ci saranno singolari sorprese perché questo movimento vivrà di apporti che verranno dall’una e dall’altra parte», si intenda da centrodestra e centrosinistra. I motivi dei suoi dissapori con l’IdV dal quale esce per divenire un indipendente di “centrosinistra” «non passo dall’altra parte, sarebbe troppo facile –ha detto-» sarebbero tutti nella sospensione, voluta da questo governo, delle riforme attuate da Berlusconi senza che questa maggioranza abbia proposto alternative. Si tratta dell’atteggiamento ultimamente molto alla moda nei palazzi della politica. Un piede in due staffe garantisce, comunque, la scelta appropriata al momento appropriato per il bisogno di turno con cui fare i conti. Si pensi, d’altro canto, alla posizione dell’UDC, persino a quella della Lega nord. Basta aver ascoltato Maroni che ha detto «la Cdl è finita ora è tempo di dialogare con il governo» che, affrancandosi dalla secessione, appoggia il piede anche nella staffa centrosinostrorsa. «Ciò danneggia il Paese» ha tenuto a sottolineare De Gregorio. Le doglianze si allargano anche alla politica estera ed a quella economica della maggioranza «occorre -ha detto- ragione e riflettere sulle emergenze del Paese e sedersi ad un tavolo per affrontare i grandi temi che stanno a cuore alla gente». Si è poi schierato a favore di un’opera importante come il ponte sullo stretto «è un’opera fondamentale per rilanciare lo sviluppo della Sicilia e della Calabria. Questo progetto, ha affermato, trova il pieno sostegno anche di Amato Berardi leader della organizzazione italo-americana Niapac nonché presidente di un fondo pensioni di 60 miliardi di dollari «canali finanziari che possono aiutare gli italo-americani a cooperare con il nostro sud».

L’attività del senatore De Gregorio in questa legislatura si è rivolta come primo firmatario a: DDL su nuove norme in materia di conferimenti di incarichi di funzionari dipendenti alla P.A.; come firmatario: al giorno del ricordo delle vittime dell’11 settembre, disposizioni a favore dei lavoratori e cittadini esposti all’amianto, ratifica ed esecuzione dei protocolli alla convenzione delle Alpi, misure per il sostegno e la valorizzazione dei comuni con popolazione pari o inferiore a 5000 abitanti, norme in materia di risparmio e di pagamenti bancari e finanziari non rivendicati, disposizioni per il riconoscimento delle scuole di formazione musicale, in materia di equipollenza del diploma di laurea in scienze motorie al diploma di laurea in fisioterapia, in materia di divieto di maltrattamento degli animali, per la trasformazione della società “Stretto di Messina s.p.a” in “Istituto per la ricerca e tutela dell’ambiente, del paesaggio del territorio costiero e marino”. Il senatore De Gegorio si pone in una posizione favorevolissima specie al senato, lancia un amo al quale il centrosinistra abboccherà quasi sicuramente quando ancora non sia adoperata la necessaria differenza tra il duplice significato di inciucio.

La presentazione, all’Hotel Parco dei Principi, ha trovato l’appoggio ed il conforto, tra gli altri, di Publio Fiori trasfugo emerito prima dalle file di Alleanza Nazionale e poi dalla neo DC di Rotondi della quale era il Presidente. Si è saputo, dalla intervista rilasciata al direttore dell’Aise dott. Giuseppe Della Noce, che il senatore sta già dialogando con molti Comites, soprattutto con quello di Stoccarda, che è propenso a riformare la politica degli italiani all’estero, mettere mano alla legge elettorale per il voto sugli italiani all’estero, di parlare dei brogli sul numero delle schede elettorali tremila di queste sarebbero andate smarrite dimenticandosi, incredibilmente, di citare la riforma della rete consolare italiana nel mondo che è letteralmente allo sfascio.

Al Direttore Della Noce ha detto: «la maggioranza si incarta in scontri muro contro muro che non servono all’apertura del dialogo, c’è un senso nella mia provocazione personale, un senso che pongo all’attenzione di tutti i parlamentari, ed è la necessità di riscontrare intese larghe, accordi bipartizan sui grandi temi che riguardano il futuro del Paese, soprattutto nelle vicende di politica economica ed internazionale. E’ incredibile, io ritengo, che mentre si chiede all’opposizione di votare sulle missioni militari all’estero poi si utilizza la pistola del ricatto sui conflitti di interesse, che non mi pare un’emergenza in questo Paese». Da quanto ascoltato al Parco dei Principi, a quanto detto nell’intervista a Della Noce, si evincono in maniera molto netta due cose: che il ponte sullo stretto è bene che venga fatto con approvazione bipartizan e che non si sprechi del tempo prezioso a parlare dei conflitti di interesse. Per quanto concerne gli italiani all’estero, sarà utile, vedere come regiranno i deputati eletti all’estero che sono latori storici, in fabula, di politiche che non si inventano da un momento all’altro.

Salvatore Viglia/Eureka/Eminotizie

 

 

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