2184 Il 21 Ottobre, iniziativa congiunta CGIL, CISL e UIL sul lavoro nero degli immigrati in Puglia

20060928 12:59:00 webmaster

Cgil,Cisl e Uil al Governo: non espellere i lavoratori stranieri irregolari costretti a condizioni di lavoro schiavistico in agricoltura

Il prossimo 21 ottobre
Lavoro nero: iniziativa a Foggia di Cgil, Cisl e Uil il prossimo 21 ottobre

(AGI) – Cgil, Cisl e Uil organizzeranno a Foggia una iniziativa unitaria il 21 ottobre contro il lavoro nero praticato nelle campagne pugliesi. Sul fenomeno, che ha avuto anche connotati di semi schiavismo su cui indagano le autorita’, i sindacati confederali hanno inviato una lettera ai ministri dell’Interno, della Solidarieta’ sociale e del Lavoro, in cui chiedono provvedimenti urgenti per il rilascio di permessi, anche temporanei, di soggiorno ai lavoratori immigrati, scoperti dalle ispezioni. Cgil, Cisl e Uil si
augurano che i procedimenti giudiziari portino ad una giusta punizione dei responsabili dello sfruttamento degli immigrati, ma ritengono ingiusto che i lavoratori stranieri irregolari vengano espulsi dal paese.

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da “Vistidalontano.it”

Le Monde: “I pomodori dell’ipocrisia”
Il quotidiano francese scrive sulle condizioni di vita inaccettabili dei lavoratori stranieri impiegati stagionalmente nell’agricoltura nel Sud d’Italia
La notizia per chi, come Visti da Lontano, ha trascorso l’estate leggendo L’impero di Cindia di Federico Rampini è sconcertante: un rapporto di un anno fa della Confagricoltura mette in evidenza come "i costi italiani della produzione di concentrato di pomodoro siano paradossalmente inferiori a quelli dei prodotti cinesi". Questo dato viene ripreso da Le Monde nell’inchiesta "I pomodori dell’ipocrisia" che accompagna un articolo di cronaca "Schiavi in Italia" che ritorna sulla drammatica situazione dei lavoratori stagionali nell’agricoltura. Le ragioni della paradossale inversione di tendenza nei costi sono da ricercarsi, secondo il quotidiano francese, "nei bassi salari garantiti ai lavoratori clandestini (da 2,5 a 3 Euro all’ora dai quali i ‘caporali’ prelevano ancora la quota dovuta a fantomatici servizi resi e gli aiuti comunitari valutabili in 30,5 Euro per tonnellata di prodotto". Una situazione economica che rende estremamente appetibile l’industria della trasformazione del pomodoro: secondo Le Monde, le organizzazioni criminali italiano hanno ormai abbandonato il traffico di esseri umani, concentrandosi sullo "sfruttamento del pomodoro molto più redditizio, in particolare per la Camorra, che detiene quasi il monopolio della trasformazione dei frutti raccolti in Puglia". Siamo di fronte ad un’economia sommersa che si basa sul lavoro clandestino degli stagionali: in un settore dove la produzione ha assunto valori record negli ultimi anni, i dati ufficiali mostrano dal 2002 una diminuzione del 25% di lavoratori regolarmente occupati, dove gli 11.000 occupati spariti nelle pieghe della statistica sono stati verosimilmente rimpiazzati da lvaoratori fantasmi venuti dall’Est. Lavoratori fantasma, e di conseguenza senza diritti, dei quali da tre anni si occupa la sezione italiana di Medici Senza Frontiere che l’anno scorso ha pubblicato un rapporto, ampiamente ripreso da Le Monde sulle condizioni di vita inaccettabili dei lavoratori stranieri impiegati stagionalmente nell’agricoltura nel Sud d’Italia, intitolato "I frutti dell’ipocrisia. Storie di chi l’agricoltura la fa. Di nascosto". Le conclusioni del rapporto, ancora attualissimo, sono allarmanti: le condizioni di vita, rilevano Medici Senza Frontiere "non hanno niente a che vedere con una vita modesta, ma sono quanto di più vicino al degrado assoluto" e al di sotto degli standard fissati dall’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati per i campi profughi. Il 40% di questi lavoratori, emerge dal rapporto, è costretto a rifugiarsi in case abbandonate, il 37% è costretto a pagare un affitto per alloggi di fortuna come box auto, magazzini, stanze fatiscenti sotto un ponte e il 5% non ha nessun tipo di alloggio. Gli spazi che riescono a condividere soffrono del serio problema del sovraffollamento e di condizioni igieniche condizionate dal difficile accesso all’acqua. Il rapporto mette in evidenza il preoccupante atteggiamento per il quale "nel sentire comune dei cittadini esista una tacita accettazione del fatto che le condizioni di vita degli immigrati non abbiano gli stessi standard di quelle dei cittadini italiani". Una domanda però sorge spontanea, ed è stata pubblicamente sollevata da un lettore di Le Monde (nel cui sito gli abbonati possono commentare tutti gli articoli): "Sono anni che i lavoratori clandestini provenienti dal Maghreb, dall’Africa, dall’Europa dell’Est sono maltrattati nell’Italia del Sud senza che se ne sia parlato o che si siano intraprese azioni. Oggi, i polacchi hanno acquisito dei diritti in quanto membri dell’Unione Europea e possono denunciare e testimoniare di questi fatti. Che cosa ne sarà degli altri?".

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La lettera dei segretari CGIL, CISL e UIL
Al Ministro dell’Interno, On. Giuliano Amato;
Al Ministro della Solidarietà Sociale, On. Paolo Ferrero;
Al Ministro del Lavoro, On. Cesare Damiano;

On.li Ministri

con la presente vorremmo porre alla vostra attenzione un grottesco paradosso che si sta verificando in queste settimane, in cui giustamente, anche a seguito dell’inchiesta giornalistica dell’Espresso che ha evidenziato la drammatica piaga del lavoro nero (semi schiavistico) praticato nelle campagne pugliesi e peraltro da anni denunciato dalle nostre OO.SS. territoriali e del settore, si stanno intensificando ed in qualche caso effettuando per la prima volta, i controlli e le ispezioni. Queste ispezioni portano alla identificazione di aziende e caporali che sfrutterebbero lavoratori immigrati in nero ed in condizioni che si possono definire anche di schiavitù. Per queste persone si aprono procedimenti giudiziari che speriamo portino ad una giusta punizione, ma i lavoratori stranieri irregolari, in applicazione delle norme vigenti, vengono espulsi dal nostro Paese quindi su di loro, che hanno subito sfruttamento e violenze, l’attuale legislazione infierisce anzichè produrre giustizia, risarcimento e protezione. Sono già troppi i casi concreti di questi lavoratori. Questa situazione intollerabile può e deve essere risolta con un provvedimento urgente che consenta il rilascio, al fine di evitare di aggiungere ingiustizia ad ingiustizia, di un permesso, anche temporaneo, di soggiorno. Questa soluzione avanzata dalle OO.SS. in un pacchetto di proposte per l’emersione del lavoro nero, è stata positivamente ripresa in varie dichiarazioni da voi stessi. Quindi vi chiediamo di concretizzare questo provvedimento con l’urgenza e la tempestività che la situazione richiede. Contiamo sinceramente sulla vostra sensibilità e disponibilità. In attesa di riscontro e disponibili ad un approfondimento di merito porgiamo cordiali saluti.

CGIL, Guglielmo Epifani;
CISL, Raffaele Bonanni;
UIL, Luigi Angeletti

Roma, 15 settembre 2006

 

 

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