2179 Immigrazione, Amato annuncia: "A ottobre modifica della legge"

20060928 12:28:00 webmaster

da: la Repubblica

Il ministro dell’Interno anticipa: liste di collocamento all’estero flussi triennali, sistema di rimpatrio volontario e collaborazione europea

Sui Cpt: "Sono essenziali per individuare i criminali e chi porta malattie"
"Per gli ingressi anche sponsor che si impegnino finanziariamente"

ROMA – Il testo di riforma della legge sull’immigrazione "sarà pronto nel corso di ottobre". Ad annunciarlo è il ministro dell’Interno Giuliano Amato, che oggi ha presentato in Commissione affari costituzionali del Senato le proposte per la modifica della Bossi-Fini. Tre i punti principali: la gestione dei flussi di personale non qualificato con liste collegate informaticamente all’estero, un decreto flussi triennale con aggiornamenti annuali e un sistema che preveda rimpatri volontari.

Amato ha anche affermato che i centri di permanenza temporanei sono essenziali.

Liste di collocamento all’estero. Per modificare la legge Bossi-Fini il ministro dell’Interno ha ipotizzato un sistema di liste di lavoratori immigrati nei consolati dei Paesi "che rappresentano il bacino prevalente di immigrazione" e la "gestione di flussi di personale non qualificato con liste collegate informaticamente, che diventino una sorta di sistema di collocamento all’estero". Per Amato è necessario operare una "distinzione netta tra lavoratori altamente qualificati e lavoratori non qualificati" e per ricercatori e professori l’ipotesi è invece "l’accesso su chiamata, con permessi di soggiorno lunghi e legati all’incarico".

Sponsor per gli immigrati. Il ministro ha proposto inoltre di prevedere "ingressi anche tramite sponsor che si impegnino finanziariamente per gli immigrati". Tali sponsor potrebbero essere "anche associazioni territoriali, camere di commercio, patronati o Enti Locali".

Flussi triennali. Della legge sull’immigrazione in vigore il ministro dell’Interno manterrebbe il decreto flussi ma triennale. "Il decreto flussi lo lascerei – ha detto Amato – ma lo vedrei triennale a larghe maglie di fabbisogno, consentendo al governo di fare aggiustamenti annuali".

Rimpatri volontari. Amato ha poi parlato della definizione di un "sistema di rimpatri volontari", in primo luogo per gli "espulsi meno gradevoli" che, in caso contrario, rischiano di restare sul territorio nazionale. L’idea del ministro Amato è stata definita dallo stesso "realistica, ma con il rischio di fraintendimento". "Senza accordi di riammissione con i Paesi di origine – ha premesso il ministro – si crea di fatto un circolo vizioso per cui gli espulsi restano in Italia: perciò, fino a quando questi accordi non saranno fatti, e in gran numero, dobbiamo metterci in condizione di mandare davvero via questi soggetti, anche vedendo se si riesce a convincerli. Qualcuno potrebbe rimproverarci un’eccessiva benevolenza nei confronti di persone che hanno commesso reati ma si tratta di una scelta: vogliamo che se ne vadano o che restino? Tra l’altro, lo dico anche con un pizzico di cinismo, il costo per il contribuente sarebbe di molto inferiore a quello determinato dal loro trattenimento, per periodi più o meno lunghi, in carcere".

Cpt e centri di accoglienza. Sui Centri di permanenza temporanea, "aspettiamo le conclusioni della Commissione De Mistura – ha detto il ministro dell’Interno – ma è chiaro che debba essere fatta una distinzione tra innocenti signore africane con bambini e persone che hanno già un curriculum criminale". "Questi ultimi – ha sottolineato il ministro – nel corso della loro presenza nei Centri spesso generano turbolenze, disordini, tentativi di fuga mettendo a repentaglio la sicurezza di tutti gli altri".

Ecco perché, continua Amato, ci vorrebbero strutture dove ospitare, con caratteristiche semidetentive, "immigrati per i quali è in corso un procedimento di espulsione o già espulsi" da altre in cui "la parola accoglienza corrisponda alla sostanza, e non sia solo un nome". In ogni caso, ha ribadito, i Cpt restano "essenziali", perché "non si può lasciare questa gente per strada". Il ministro ha osservato che i centri di accoglienza sono "anche a difesa dei nostri cittadini, perché queste persone che sbarcano potrebbero, tra l’altro, portare malattie". Insomma, per Amato, i "centri di accoglienza sono fondamentali, mentre si fanno le dovute verifiche sui clandestini".

Le espulsioni. Sulla questione delle espulsioni Amato ha detto: "Continuo a prevedere reati nella violazione delle norme sull’immigrazione, ma non vedo la ragione che siano reati di un diritto penale aggravato come se fossero reati mafiosi. Se reati rimangono esiste un codice penale e dovrebbero essere ricondotti sia sostantivamente sia processualmente ai due codici".

Il punto sugli sbarchi. Il ministro dell’Interno ha quindi riferito delle cifre e delle modalità degli ultimi sbarchi di clandestini in Italia. A suo avviso stanno mutando le strategie degli scafisti, poiché dai trasbordi che prevedevano l’utilizzo di grossi natanti o pescherecci con a bordo centinaia di persone si sta passando all’utilizzo di piccole imbarcazioni, con meno persone, più difficilmente intercettabili.

A riprova di un cambiamento di strategie Amato ha riferito che dal primo gennaio al 18 settembre 2005 sulle nostre coste si sono contati 13.000 sbarcati con 165 sbarchi, ma nel medesimo periodo di quest’anno si sono registrati 3.000 sbarcati in più con, pero’, 342 sbarchi effettuati. ”Questo dato parla chiaro – ha detto il ministro Amato – con il doppio degli sbarchi e il moltiplicarsi dell’uso di gommoni e piccoli natanti che sfuggono ai controlli. Gestire questo quantitativo enorme di sbarchi sta diventando un problema per tutti i Paesi europei”.

La collaborazione europea. Amato ha infine detto di aver fatto presente ai colleghi europei la necessità di legare gli aiuti ai Paesi di origine dei flussi migratori con la sottoscrizione di accordi di riammissione per l’immigrazione illegale. ”Tutta Europa – ha detto il responsabile del Viminale – è vessata dal problema irrisolto degli illegali che a migliaia e migliaia finiscono per circolare liberamente in territorio europeo. Anche le espulsioni senza accordi di riammissione rischiano di assomigliare ad una macchina che non funziona”.

www.repubblica.it

 

 

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