2201 ALESSANDRO PORTELLI PRESENTA "PETE SEEGER IN ITALIA"

20061001 22:10:00 webmaster

Qualche tempo fa, capitai a casa di Dario Toccaceli, musicista e organizzatore culturale di lungo corso. Sentivamo dischi e parlavamo del piu’ e del meno, quando gli capito’ di dire che fra i nastri sparsi dentro casa sua dovevano esserci le uniche registrazioni esistenti dei due memorabili concerti che Pete Seeger aveva fatto nel 1977 a Novara e Torino.

Mi resi conto subito che era un tesoro – non che lui non lo sapesse meglio di me, ma non aveva avuto occasione di pubblicarli. Per fortuna, era partita una collaborazione fra "Il manifesto" e il Circolo "Gianni Bosio", da cui
erano usciti gia’ tre cd. Fu subito chiaro che questo sarebbe stato il
quarto. E infatti e’ uscito, con titolo di Pete Seeger in Italia, aiutato
anche dall’imprevista circostanza dell’omaggio reso da Bruce Springsteen a
Seeger nel suo ultimo disco e nel suo prossimo tour – ed e’, in assoluto,
uno dei piu’ bei dischi di questo grande protagonista della musica popolare
e della cultura democratica americana.
Pete Seeger in Italia, curato amorevolmente da Dario Toccaceli, presenta il
meglio del repertorio di Seeger – da Which Side Are You On a Guantanamera,
da John Henry a Darlin’ Corey, colto in un momento di piena maturita’
artistica, nel possesso completo dei suoi mezzi espressivi, in dialogo con
un pubblico reattivo ed entusiasta. Davvero un grande disco, e possiamo
essere fieri di averlo fatto noi.
*
Pete Seeger lo incontrai per la prima volta tanti anni fa, a una riunione
della War Resisters League, la venerabile lega di resistenza antimilitarista
di New York. Alla fine della riunione, mentre gli altri se ne andavano,
rimise a posto le sedie, prese la scopa e, senza ostentata umilta’, puli’ il
pavimento. Era semplicemente un lavoro da fare: anche una sede abitabile fa
parte degli strumenti di resistenza.
Ecco, semplicemente. Le prime volte che sentii la voce di Pete Seeger mi
colpi’ proprio questo: la semplicita’. Attenzione, e’ una semplicita’
sapiente: una voce calda che conosce i propri limiti, una musicalita’
profonda, un fraseggio eloquente e mai casuale, un dominio totale su una
molteplicita’ di strumenti. Pero’, ti accorgi sempre che per Pete Seeger la
canzone non e’ mai una vetrina per esibire la sua bravura con acrobazie
vocali; piuttosto, la sapienza della sua voce diventa parte necessaria della
canzone, del racconto cantato, e della storia di tutti quelli – operai,
vagabondi, carcerati, militanti dei diritti civili, marinai, ribelli,
pacifisti… – dalla cui vita vengono le canzoni che canta, o che hanno
ispirato quelle che compone. Non c’e’ virtuosismo, ne’ acrobazie vocali:
l’arte di Pete Seeger e’ soprattutto quella di farci ascoltare quello che ci
sta dicendo, e di farlo diventare nostro.
*
Anche per questo, i suoi dischi piu’ memorabili sono dal vivo, in concerto.
La presenza del pubblico non e’ mai limitata agli applausi alla fine di ogni
pezzo, ma e’ sempre inclusa nell’esecuzione stessa delle canzoni – tanto che
spesso la sua voce diventa solo parte di questa nuova voce collettiva. Fa
ascoltare il pubblico che canta con lui, non per far vedere quanto e’ bravo
e coinvolgente ma perche’ la sua comunicazione non e’ compiuta se le canzoni
non vengono condivise, non diventano di tutti. In una lettera rivolta "alla
mia gente", Woody Guthrie – che di Pete Seeger fu maestro, compagno e
amico – diceva: "Forse voi pensate che io sono l’artista, che io sono il
poeta. Ma la mia voce non e’ che un’eco della vostra, le mie canzoni le ho
prese al volo nell’aria in cui voi le avete cantate". Far cantare il
pubblico – cosa in cui e’ stato maestro prima di tutti – non serve a porsi
come leader che trascina le folle, ma come un maestro capace di arricchirle
e farle crescere e cambiare. Pete Seeger ci ricorda che la musica, e
soprattutto la musica popolare, e’ di tutti e il suo modo non pretenzioso di
porgerla incoraggia tutti a riprendersela, a farla propria – e magari a
porsi il problema di rivendicare anche altri beni comuni.
*
E allora, se ad un certo punto – come in questo disco – si sente che la
cinghia dello strumento gli e’ scivolata dalla spalla e si e’ dovuto fermare
ridendo (e il pubblico ride con lui), questo serve a ricordare anche
un’altra cosa: la musica non "e’" ma "si fa", ogni volta diversa, ogni volta
qui ed ora, col rischio dell’imperfezione e con la speranza di fare una cosa
viva.
Una intuizione sapiente di Dario Toccaceli, per esempio, e’ quella di
includere nel cd due performance diverse di alcune canzoni, compresa una
Guantanamera ricantata con colleghi latinoamericani del calibro di Pablo
Milanes; e allora basta vedere come cambia da un concerto all’altro Roseanne
per seguire le tappe progressive della ricerca di rapporto con un pubblico
che parla un’altra lingua.
Pete Seeger e’ un artista che piu’ intrinsecamente americano, anzi New
England, non si puo’. Ma ogni suo disco ci ricorda che e’ anche un artista
generosamente internazionale, e coscientemente internazionalista. Zufola
giocando una tarantella siciliana, musica siciliana nella Torino degli
immigrati, come per ringraziare dell’ospitalita’; accetta tranquillamente i
limiti del suo spagnolo in Viva la Quince Brigada o Guantanamera, come
pedaggio necessario per affermare la guerra civile spagnola o la rivoluzione
cubana fanno parte della stessa lotta di liberta’ del movimento operaio di
Which Side Are You On o del movimento per i diritti civili negli Stati
Uniti; che la tragedia di John Henry, ammazzato di lavoro, non e’ separata
dalla tragedia di Victor Jara ammazzato dai fascisti nello Estadio Chile, e
quando canta il prezioso blues I Don’t Mind Dyin’ non perde l’occasione di
ribadire che tanto a Detroit quanto a Torino si fabbricano automobili.
*
Adesso Pete Seeger ha piu’ di ottant’anni, la voce non e’ piu’ ferma e
sicura come la sentiamo in questo disco, ma le dita accarezzano ancora le
corde degli strumenti. In rete, circola la sua ultima incisione
(www.afterdowningstreet.orgdownloadsseeger.mp3). Introdotta e accompagnata
dagli accordi del banjo, la sua voce non canta ma parla: "Che paese vi viene
in mente quando sentite parlare di un governo che spia illegalmente i suoi
cittadini, produce informazioni false, detiene prigionieri senza prove e
senza difesa e processo, combatte guerre illegali basate sulle menzogne,
uccide civili, tortura i prigionieri di guerra, usa armi illegali contro i
civili, i giornali, gli ospedali? Per fortuna la nostra costituzione ha un
rimedio: l’impeachment. Impeach George Bush, liberiamoci di lui".
Il vecchio "war resister" e’ ancora sulla breccia e non ha fatto un passo
indietro. Durante la guerra in Vietnam, patriottico e antagonista, cantava:
"Se vuoi bene allo zio Sam, sostieni i ragazzi giu’ in Vietnam: riportali a
casa!".
Quella sera, dopo la riunione, Pete si domandava se lo strumento "folk" del
futuro non sarebbe stato la chitarra elettrica. Adesso, durante un’altra
guerra, questa canzone nata sul banjo di Pete Seeger torna con la voce e la
chitarra di Bruce Springsteen.

______________

[Dal quotidiano "Il manifesto" del 21 settembre 2006.
Alessandro Portelli (per contatti: alessandro.portelli@uniroma1.it),
studioso della cultura americana e della cultura popolare, docente
universitario, saggista, storico, militante della sinistra critica, per la
pace e i diritti. Dal sito alessandroportelli.blogspot.com riprendiamo la
seguente scheda autobiografica: "Sono nato a Roma nel 1942. Di mestiere,
insegno letteratura americana alla Facolta’ di scienze umanistiche
dell’Universita’ ‘La Sapienza’ di Roma. Ho svolto l’incarico di consigliere
delegato del sindaco di Roma per la tutela e la valorizzazione delle memorie
storiche della citta’; ho fondato e presiedo il Circolo Gianni Bosio per la
conoscenza critica e la presenza alternativa delle culture popolari; faccio
parte del consiglio direttivo dell’Irsifar (Istituto Romano per la Storia
d’Italia dal Fascismo alla Resistenza) e ho la tessera dell’Anpi. Collaboro
al ‘Manifesto’ fin dal 1972, e ho scritto spesso anche su ‘Liberazione’ e
‘l’Unita”. Ho studiato, insegnato e diffuso la cultura dell’America a cui
vogliamo bene – quella di Woody Guthrie, Pete Seeger, Bob Dylan, Bruce
Springsteen, di Malcolm X, Martin Luther King, Cindy Sheehan, Mark Twain,
Don DeLillo, Spike Lee, Woody Allen. Ho raccolto le canzoni popolari e
politiche e la memoria storica orale di Roma e del Lazio, collaborando con
il Canzoniere del Lazio, Giovanna Marini, Sara Modigliani, Piero Brega,
Ascanio Celestini. Ho conosciuto i partigiani e le partigiane di Roma e i
familiari degli uccisi delle Fosse Ardeatine, e dai loro racconti ho messo
insieme la loro storia. Ho ascoltato i racconti delle borgate e dei
quartieri popolari, dalle occupazioni delle case degli anni ’70 alla storia
orale di Centocelle. Ho cercato di non limitarmi a studiare e a scrivere, ma
anche di organizzare cultura: mettere in piedi strutture (dal Circolo Bosio
alla Casa della Memoria); fondare e far vivere riviste; condividere con gli
altri, attraverso dischi e libri, quello che ho imparato; coinvolgere
persone piu’ giovani e aprirgli spazi; organizzare eventi, concerti,
incontri. Ho accompagnato gli studenti romani ad Auschwitz, ho girato decine
di scuole per parlare della memoria, della democrazia, dell’antifascismo. E
ho voglia di continuare a farlo. Le mie passioni sono l’uguaglianza, la
liberta’, l’insegnamento, la musica popolare, la memoria, ascoltare i
racconti delle persone, i libri e i film, e il rock and roll". Tra le opere
di Alessandro Portelli: Il re nascosto. Saggio su Washington Irving,
Bulzoni, Roma 1979; Taccuini americani, Manifestolibri, Roma 1991, 2000; Il
testo e la voce, Manifestolibri, Roma 1992; La linea del colore,
Manifestolibri, Roma 1994; L’aeroplano e le stelle, Manifestolibri, Roma
1995; Biografia di una citta’, Einaudi, Torino 1997; (con Cesare Bermani e
Silverio Corvisieri), Guerra civile e Stato, Odradek, Roma 1998; L’ordine e’
gia’ stato eseguito, Donzelli, Roma 1999; America, dopo, Donzelli, Roma
2003; Canzone politica e cultura popolare in America, DeriveApprodi, 2004;
Canoni americani, Donzelli, Roma 2004.
Pete Seeger, folksinger americano, impegnato nei movimenti per la pace e i
diritti civili, e’ quasi un simbolo della cultura popolare americana
impegnata per la dignita’ umana. Dal sito www.musicaememoria.com riprendiamo
la seguente scheda sulla sua discografia: "La discografia di Pete Seeger non
e’ lineare come quella dei musicisti piu’ recenti, in quanto moltissime sue
composizioni sono apparse piu’ volte, prima su singoli 78 giri o 45 giri
(EP) o 33 giri da 7" o 10", e sono state poi raccolte in compilation o
greatest hits variamente assortite. Inoltre moltissimi sono i dischi tratti
da suoi concerti in tutto il mondo, da solo o con altri artisti, con i
Weavers o alle varie edizioni del Festival di Newport. Una completissima
discografia di Pete Seeger e’ stata compilata dal batterista dei Traffic Jim
Capaldi, purtroppo recentemente e prematuramente scomparso, ed e’ nuovamente
on line all’indirizzo www.peteseeger.net Quella che segue e’ una sintesi
dei titoli principali: 1951 Songs to Grow On, Vol. 2: School Days; 1953 A
Pete Seeger Concert [live]; 1953 American Folk Songs for Children; 1954
Frontier Ballads; 1954 Frontier Ballads, Vol. 1; 1954 Frontier Ballads, Vol.
2; 1954 Goofing-Off Suite; 1954 How to Play the 5 String Banjo; 1954 Pete
Seeger Sampler; 1955 Bantu Choral & Folk Songs; 1955 Camp Songs; 1955 The
Folksinger’s Guitar Guide, Vol. 1; 1955 Birds, Beasts, Bugs & Bigger Fishes
& Little & Big: Animal Folk Songs; 1956 Love Songs for Friends and Foes;
1956 With Voices We Sing Together; 1957 American Favorite Ballads, Vol. 3;
1957 American Industrial Ballads; 1958 Pete Seeger and Sonny Terry; 1958
Gazette; 1958 Sleep Time; 1959 American Favorite Ballads, Vol. 2; 1959
American Playparties; 1959 Hootenanny at Carnegie Hall [live]; 1959 Folk
Songs for Young People; 1960 Champlain Valley Song Bag; 1960 Pete Seeger at
the Village Gate [live]; 1960 Songs of the Civil War; 1960 Song and Play
Time with Pete Seeger; 1961 Story Songs; 1961 Songs of Memphis Slim and
Willie; 1961 Indian Summer; 1961 American Favorite Ballads, Vol. 4; 1962
American Favorite Ballads, Vol. 5; 1962 The Bitter and the Sweet [live];
1962 American Game and Activity Songs for Children; 1963 Children’s Concert
at Town Hall [live]; 1963 Broadside Ballads, Vol. 2; 1964 Broadsides
Folkways; 1964 Strangers and Cousins; 1965 I Can See a New Day; 1965 Little
Boxes and Other Broadsides; 1966 God Bless the Grass; 1966 Dangerous
Songs!?; 1967 Waist Deep in the Big Muddy and Other Love Songs; 1967 Pete
Seeger Sings Woody Guthrie; 1967 Abiyoyo (And Other Songs and Stories); 1968
Pete Seeger Now; 1968 Pete Seeger Sings Leadbelly; 1968 Pete Seeger Sings
and Answers Questions at Ford Forum Hall Boston; 1969 Tell Me That You Love
Me, Junie Moon; 1971 Pete Seeger Young Vs. Old; 1973 Rainbow Race; 1974
Banks of Marble; 1976 Fifty Sail on Newburgh Bay; 1979 Circles and Seasons;
1980 Singalong Demonstration Concert [live]; 1980 Sing-A-Long [live]; 1986
Carry It On, Songs of America’s Working People; 1989 Sings Traditional
Christmas Carols; 1990 A Fish That’s a Song; 1992 Pete Seeger’s Family
Concert [live]; 1992 Singalong: Live at Sanders Theatre, Cambridge,
Massachusetts, 1980; 1993 Live at Newport; 1994 Stories and Songs for Little
Children; 1996 Pete Living Music; 1996 Kisses Sweeter Than Wine; 1997
America’s Balladeer; 2000 Live in Lisbon Movie Play; 2001 In Prague 1964
[live]; 2003 Seeds: The Songs of Pete Seeger, Vol. 3"]

 

 

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