2303 Narducci e Fedi intervengono in Commissione Esteri della Camera

20061014 11:25:00 webmaster

Sullo stato di previsione del Ministero degli Affari Esteri
I fondi per il settore degli italiani all’estero subiscono una riduzione pari a quasi il 10 per cento

ROMA – Giovedì 12 ottobre la Commissione Esteri della Camera ha proseguito l’esame, in sede consultiva, del bilancio dello Stato per il 2007, con riferimento alla tabella 6 (Stato di previsione del Ministero degli Affari Esteri). Nel bilancio di previsione del prossimo anno la percentuale delle spese per gli Esteri, al netto della cooperazione allo sviluppo, si attesta sullo 0,33 per cento de totale del bilancio dello Stato. “Pur apprezzando gli sforzi del Governo, aveva fatto rilevare il relatore Valdo Spini, resta ancora considerevole la distanza con gli altri Paesi europei. Nei prossimi anni Governo e Parlamento dovranno impegnarsi affinché tale divario possa essere colmato, consentendo alla politica estera del nostro paese di contare su strutture e risorse adeguate”.

All’inizio della seduta è intervenuto Franco Narducci (Ulivo, ripartizione Europa), osservando che la manovra affronta questioni rilevanti, riguardanti la condizione degli italiani residenti all’estero e la promozione della cultura italiana nel mondo. Le manovre degli ultimi tre anni hanno comportato un costante ridimensionamento della rete diplomatico-consolare del nostro Paese; i tagli, adottati sia in modo programmato che occasionale, hanno determinato di fatto una riorganizzazione silenziosa delle risorse umane messe a disposizione di tale rete, anche attraverso la mancata sostituzione di funzionari rientrati in Italia. Per il nostro Paese, che è un componente del G8, i consolati sono chiamati a svolgere un ruolo nuovo rispetto al passato: il drastico ridimensionamento delle funzioni di tipo burocratico e di rilascio dei visti, con l’eccezione di taluni atti civili, avvenuto nell’area Schengen, consente oggi a tali amministrazioni di essere protagoniste della azione di riqualificazione dell’Italia nel mondo.
Nel condividere l’auspicio del relatore in ordine alla urgenza di una riforma del Ministero degli affari esteri che operi nel senso di una riqualificazione e ottimizzazione delle risorse umane esistenti, Narducci ha espresso preoccupazione per la riduzione degli stanziamenti per l’ISE (indennità di servizio all’estero). La rete consolare ha potenzialità anche rispetto alla questione della gestione dei flussi migratori verso il nostro Paese. Il Governo quindi dovrebbe valutare, in luogo della chiusura di uffici consolari finalizzata ad un risparmio immediato, di non compromettere un elemento centrale in termini di potenzialità e risorse per lo sviluppo competitivo del nostro Paese. Ha poi rilevato come la graduale erosione della percentuale di PIL destinata alla politica estera italiana renda le risorse disponibili profondamente inadeguate rispetto alle dinamiche di una società globalizzata. I consolati costituiscono una sorta di “biglietto da visita” del nostro Paese ma sono costretti ad operare in una insostenibile condizione di ristrettezza di risorse correnti. Occorre che il Governo tenga conto che la rete diplomatico-consolare dev’essere considerata non un centro di costo ma un elemento di crescita complessiva.
Narducci ha detto di condividere la preoccupazione del relatore per la riduzione dei fondi destinati alla Direzione generale per la promozione e la cooperazione culturale, prospettando la possibilità che la riduzione dell’efficienza della rete diplomatico-consolare debba essere considerata tra le possibili cause del calo dell’afflusso di turisti in Italia. Ha poi osservato che se i tagli medi, apportati alle risorse destinate al Ministero degli Affari Esteri, ammontano a circa l’1,2 per cento, i fondi per il settore degli italiani all’estero subiscono una riduzione pari a quasi il 10 per cento. Alla luce di quanto prospettato, Narducci ha infine preannunciato la presentazione di un ordine del giorno per ridare centralità alle politiche di promozione e cooperazione culturale all’estero e per forme di cooperazione essenziali come, ad esempio, le concessioni farmaceutiche a favore dell’America Latina.
Nel corso della seduta è intervenuto anche Marco Fedi (Ulivo, ripartizione Africa-Asia-Oceania) che ha auspicato l’aumento delle risorse finanziarie destinate al Ministero degli Esteri, rilevando come l’incremento allo 0,33 per cento del bilancio dello Stato costituisca un segnale positivo. Fedi ritiene condivisibile il monitoraggio sulla riforma del Ministero al fine di eliminare gli accavallamenti di competenza tra le direzioni generali tematiche e quelle geografiche. Per quanto riguarda il Fondo speciale per la manutenzione degli immobili, contratti di servizio con agenzie di lavoro interinale ed attività di istituto, previsto all’articolo 213 del disegno di legge finanziaria, ha rilevato le necessità di mantenere la flessibilità degli interventi di spesa.
Fedi si è poi pronunciato a favore della riforma del sistema di corresponsione delle retribuzioni e delle indennità, condividendo il mantenimento dell’ISE, che attualmente opera come meccanismo di incentivo o disincentivo. Per quanto riguarda lo sforzo a favore della cooperazione allo sviluppo, ha rilevato la necessità che l’area asiatica e del Pacifico siano destinatarie di un’azione più incisiva. Circa le missioni militari all’estero, ha osservato come le operazioni di peacekeeping siano parte degli interventi di cooperazione: su questo terreno l’Italia ha innanzi a sé un’occasione per svolgere un’azione più seria e coerente.
Per quanto concerne la rete diplomatico-consolare, anche Fedi ha preannunciato la presentazione di un ordine del giorno per un monitoraggio delle esigenze reali degli italiani all’estero e per conferire a tali sedi una nuova, efficace impostazione anche sul versante delle tecnologie informatiche. (Inform/Eminotizire)

 

 

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