2299 Iraq, il disastro di George Bush tre anni dopo

20061016 11:06:00 webmaster

A più di tre anni dall’invasione Usa non è irragionevole parlare dell’Iraq di George Bush. Lo stesso Presidente ama riferirsi a quel Paese come al "fronte centrale nella nostra battaglia contro il terrorismo". Ma il risultato non è quello atteso. Come conferma un rapporto delle agenzie di intelligence statunitense, oggi l’Iraq è letteralmente un motore per la creazione del terrorismo. Il governo di Baghdad mette in discussione il ruolo esercitato da Washington e anche la Gran Bretagna, il suo alleato più fedele, comincia a interrogarsi sulla propria presenza militare

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SOMMARIO

L’Iraq di George Bush in 21 domande
Tom Engelhardt – Tom Dispatch

L’Intelligence smentisce Bush: l’Iraq fa aumentare la jihad

Iraq, il ruolo degli Usa rafforza lo stallo – Intervista al vice presidente iracheno

Operazione Sinbad: il fallimento della missione getta dubbi su tutta la presenza britannica in Iraq

Un paese in preda all’anarchia
A fare le spese della violenza dilagante sono tutti: fra questi, docenti, studenti, lavoratori, donne e minoranze religiose. L’unica istituzione a prosperare sono le carceri gestite dagli Usa, dove decine di migliaia di “sospetti” vengono trattenuti, al di fuori da qualsiasi garanzia legale. Un paese che, ormai, è quasi impossibile raccontare

Università e scuole irachene vicine al collasso mentre docenti e allievi fuggono

Attacchi contro le donne in rapido aumento a Mosul

Una campagna di terrore contro la chiesa caldea in Iraq

Un viaggio nella ‘repubblica dei Talibani’ dove le milizie dominano incontrastate

Le prigioni di guerra Usa vuoto legislativo per 14.000 detenuti

L’anarchia crea limitazioni al lavoro in Iraq

Il petrolio conteso

Il probabile ripristino di un accordo petrolifero con Pechino, risalente ai tempi di Saddam Hussein, rianima le speranze delle compagnie petrolifere straniere. Ma sul futuro economico dell’Iraq incombe lo scontro tra governo centrale e kurdi per la ripartizione delle ricche risorse nazionali di greggio. Baghdad contesta i contratti stipulati dalla regione autonoma, ma il leader kurdo Massud Barzani difende le proprie scelte e minaccia l’indipendenza

La possibile riattivazione da parte dell’Iraq di un accordo con la Cina incoraggia le major petrolifere

Baghdad mette in discussione la validità degli accordi petroliferi dei kurdi

Il Premier kurdo accusa Baghdad di sabotare lo sviluppo petrolifero in Kurdistan

Nord Iraq, un nuovo fronte?

Anche il nord del paese – ritenuto da Washington “area pacificata” – è rientrato nella spirale di violenze. Qui lo scontro non è tra sciiti e sunniti, ma tra kurdi e arabi iracheni, in lotta per il controllo di Kirkuk e di Mosul, e delle risorse petrolifere della regione

Nord Iraq, il paradiso (quasi) perduto

Kurdi e arabi si contendono il controllo di Mosul
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