2399 Piero Fassino in America Latina: la globalizzazione sia più giusta

20061106 17:37:00 webmaster

Simone Collini

«Così come 15 anni fa, ho voluto essere presente anche oggi alla riunione dell’Internazionale socialista a Santiago». E questo, spiega Piero Fassino appena mette piede nella capitale cilena, in particolare per due ragioni. La prima: «Per sottolineare l’interesse con cui i Ds guardano all’America Latina, ai suoi partiti progressisti e alle comunità italiane qui presenti». La seconda: «Per ribadire il pieno impegno del nostro partito nella vita dell’Internazionale socialista e delle sue attività». Il segretario della Quercia sarà fino a martedì in Cile. Ma terminati i lavori del Consiglio dell’Is – nel corso dei quali Fassino, che è copresidente del Comitato per il Medio Oriente, terrà un rapporto sugli sviluppi della situazione nella regione – prima di rientrare in Italia si sposterà in Argentina, Uruguay e Brasile.

Qui incontrerà i principali leader latinoamericani – un primo colloquio con la presidente Micelle Bachelet lo ha già avuto ieri sera – e le comunità italiane. In entrambi i casi, tra gli argomenti in agenda ci sarà il processo di costruzione del Partito democratico.

«Anche quindici anni fa eravamo a Santiago con l’Internazionale socialista», dice Fassino ricordando quella di allora come «una riunione particolarmente densa di emozioni perché all’indomani del ritorno della democrazia dopo quasi venti anni di dittatura di Pinochet». Venire nella capitale cilena allora, sottolinea, era un gesto che aveva un valore ben preciso: «Testimoniare un forte sostegno al Cile e all’intera America Latina, che si stava liberando dalla notte terribile delle dittature militari».

Oggi la situazione è molto diversa rispetto ad allora. Il leader diessino guarda con ottimismo al fatto che a guidare i principali paesi latinoamericani siano governi di centrosinistra. Ma ci sono ulteriori passi da fare, e anche da favorire. «Questo è un continente che sta conoscendo una fase di crescita economica rapida e tumultuosa. Ma è anche segnato ancora da gigantesche contraddizioni, sia nei paesi dove c’è sviluppo e sia soprattutto nei paesi andini. Venire qui oggi significa riconoscere e sottolineare il valore sempre più strategico che ha questo continente nelle dinamiche della globalizzazione».

E allora non è un caso se l’Internazionale socialista ha scelto di riunirsi a Santiago. «L’Is è la più grande famiglia politica mondiale, con i suoi 180 partiti socialisti, socialdemocratici, progressisti, riformisti», sottolinea il segretario Ds. «E’ una grande famiglia che vede insieme le socialdemocrazie europee con l’African national congress di Mandela, Al-Fatah di Abu Mazen, il FreLimo del Mozambico, il Partito dei lavoratori di Lula. E dunque l’Internazionale socialista è chiamata sempre di più ad essere il luogo di elaborazione e di confronto in cui le forze progressiste di tutto il mondo discutono le proposte alle sfide che ogni giorno hanno davanti».

Sono molte le sfide, anche e soprattutto in relazione alla globalizzazione, che passano per questo continente. «Non c’è tema dell’agenda mondiale che non si ritrovi in America Latina. Qui si misura in modo visibile quanto sia importante affrontare il tema della sostenibilità dello sviluppo, sia sotto il profilo ambientale che sotto il profilo demografico, sociale e culturale. Qui si misurano le dinamiche di crescita che la globalizzazione favorisce e traina, con paesi come il Brasile che viaggiano su tassi di sviluppo di 6, 7 punti percentuali ogni anno. Inoltre l’America Latina ha un ruolo sempre più centrale nella cruciale questione delle materie prime e dell’energia, disponendo di enormi giacimenti di gas e di petrolio, il che la fa diventare sempre più un attore mondiale. E infine l’America Latina si è liberata, proprio grazie ai governi progressisti, da una condizione di subalternità politica che per lungo l’aveva caratterizzata, al punto che oggi i suoi paesi giocano un preciso ruolo nella scena mondiale».

Il segretario dei Ds insiste sul ruolo che in questo quadro può giocare l’Internazionale socialista, ma ci sono anche altri soggetti che, secondo il leader della Quercia, devono impegnarsi per far compiere all’America Latina i necessari ulteriori passi in avanti. L’Unione europea è uno di questi e, in essa, lo è l’Italia. L’Europa è oggi il principale partner economico e commerciale dell’America Latina. «E sempre di più le relazioni tra le due sponde dell’Atlantico si intensificano: l’Europa dispone di capitali e tecnologie, l’America Latina di risorse naturali, ed offre enormi mercati ed economia in crescita». Conclusione: «Da una politica di cooperazione tra Europa ed America Latina possono derivare benefici ai due continenti, che insieme possono dare alla globalizzazione un segno più giusto. Ad esempio, per dare al commercio mondiale nuove regole più favorevoli ai paesi in via di sviluppo».

In questa strategia, l’Italia è per Fassino uno di quei paesi che possono giocare un ruolo «di maggiore traino». «Intanto per le ragioni storiche che legano l’Italia al continente latinoamericano sul piano demografico», dice ricordando che in Cile quella italiana è la prima comunità del paese e che un terzo della popolazione argentina e un quarto di quella del Venezuela e del Brasile è di origine italiana. Il fatto che si ritrovino «donne e uomini che discendono da italiani in ogni settore della società» per il leader della Quercia «offre una straordinaria occasione di relazioni, se siamo capaci di utilizzare bene le nostre comunità come un ponte per rapporti sempre più intensi tra Italia e America Latina». Perché è vero che già oggi l’Italia è il primo partner commerciale europeo del Cile ed è tra i principali partner commerciali di Brasile, Argentina, Venezuela, Perù. Ma i vantaggi, tanto per l’Italia quanto per le relazioni tra i due continenti, possono essere ancora maggiori se si lavora a intensificare i rapporti. Da qui l’idea di organizzare questo viaggio, che lo porterà soprattutto a parlare, sul piano politico, del processo in corso in Italia per dar vita al Partito democratico.

Sarà proprio questo l’argomento di cui questa sera, dopo aver partecipato ai lavori dell’Internazionale socialista e aver definito insieme ai partner del Comitato per il Medio Oriente «le linee di azione per favorire la ripresa del dialogo tra Israele e Palestina», parlerà Fassino alla conferenza organizzata dalla Fondazione Proyecto America, il think tank cileno che ha sfornato ministri anche nelle precedenti legislature. «Sul piano politico oggi c’è una condizione di affinità, visto che tutti i principali paesi latinoamericani sono guidati da governi di centrosinistra. Ed è significativo che sia stato invitato nel principale circolo intellettuale e politico di Santiago a parlare dell’Ulivo e del Partito democratico. E’ la testimonianza dell’interesse con cui in questi paesi si guarda all’Italia e a quello che stiamo facendo».

www.unita.it

 

 

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