2495 CGIE: L'INTERVENTO DELL'ON. MARCO FEDI ALL'ASSEMBLEA PLENARIA

20061208 13:44:00 webmaster

"Il compito che abbiamo davanti è di portare a compimento un nuovo progetto politico di collegamento con le comunità italiane nel mondo" – "La rappresentanza parlamentare ha un compito che in questa prima parte della legislatura non è apparso evidente: la manovra economica ha limitato la nostra azione"
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"Innanzitutto permettetemi di ringraziarvi: amici ed amiche del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero! Al Segretario Generale Elio Carozza, ai Vicesegretari, ai componenti del Comitato di Presidenza, ai Presidenti di Commissione, e a tutti i consiglieri, buon lavoro!

Vi ringrazio, in questa prima occasione in cui intervengo da Deputato, esterno al Consiglio, perché sono certo che i prossimi appuntamenti vi vedranno impegnati con serietà e passione politica, come sempre, nel lavoro a favore delle comunità italiane nel mondo.

Vi auguro buon lavoro perché ciò che ci attende richiede “buon lavoro”: le riforme ci attendono.

Dobbiamo far partire una breve ed intensa fase di riflessione, di identificazione delle priorità, ed insieme poi procedere spediti verso le riforme.

La rappresentanza parlamentare ha un compito che in questa prima parte della legislatura non è apparso evidente: i momenti istituzionali prima e la manovra economica poi hanno limitato la nostra azione. Il compito che abbiamo davanti – e non è unicamente dei Parlamentari ma è di tutti, anche dei Comites e del Cgie – è di disegnare e portare a compimento un nuovo progetto politico di collegamento con le comunità italiane nel mondo.

Dal primo giorno, dopo il risultato elettorale, siamo stati oggetto di un’attenzione incentrata sui numeri al Senato. Non c’è stato un solo momento – sui mezzi d’informazione e presso l’opinione pubblica – in cui sia stato fatto lo sforzo di capire le ragioni della nostra presenza in Parlamento. Siamo i rappresentanti di una storia dell’emigrazione che è stata protagonista nel mondo: per aver garantito una presenza italiana che è, ancora oggi, attiva e dinamica in tutto il mondo; per aver contribuito allo sviluppo economico, sociale e culturale di tanti Paesi in cui vivono nostre comunità; per aver saputo mantenere un legame con l’Italia sviluppando contemporaneamente un’identità composita e originale, contaminata dall’esperienza dell’emigrazione e dai processi di integrazione.

Questo mondo chiede ancora oggi che si mantenga la necessaria attenzione agli aspetti tradizionali della presenza italiana nel mondo: una rete consolare efficiente, le convenzioni bilaterali, il sistema di sicurezza sociale, l’assistenza diretta ed indiretta, il rapporto con le associazioni, il rapporto con le Regioni. Ci chiede, in sostanza, con alcune urgenti riforme, di continuare ad assicurare sostegno ai processi di integrazione. Questo mondo chiede anche lingua e cultura, scambi, opportunità formative. Questo mondo ci dice anche che è pronto a confrontarsi sui grandi temi dell’umanità: la pace, le migrazioni, le questioni dell’ambiente, il mondo del lavoro e le politiche per i giovani e le famiglie. I rappresentanti eletti all’estero sono portatori di questo bagaglio di esperienza che possono mettere a disposizione del Paese e della politica.

Il nostro progetto politico deve essere inserito nel progetto di rinnovamento del nostro Paese: perché guardate dobbiamo ancora affermare in questo nostro Paese, presso le istituzioni e nella società civile, le ragioni di un rapporto politico, prima ancora che economico, commerciale, culturale con le comunità italiane nel mondo. Dobbiamo ancora chiarire ad esponenti del mondo politico – di maggioranza e di opposizione – che oggi, essere rappresentanti del popolo italiano, della nazione, non è un episodio, un’anomalia, una strana soluzione voluta da pochi ed accettata da molti, ma si è trattato di una riforma che impegna tutti a dare attenzione alle comunità italiane nel mondo, alle loro attese ed alla loro voglia di partecipazione.

In Parlamento dobbiamo lavorare meglio, in maniera più incisiva. Facendo bene il nostro lavoro e ciascuno il proprio mestiere! Credo che i segnali che arrivano dalla piazza siano importanti e vadano capiti: ma un’opposizione che pretende di rappresentare gli interessi dei cittadini, di pensionati e lavoratori, solo scendendo in piazza e non lo fa nelle aule parlamentari, non fa bene il proprio mestiere!

Lo dico agli amici parlamentari eletti all’estero tra le fila dell’opposizione: abbiamo bisogno di voi anche quando in aula vanno presentati emendamenti ed ordini del giorno! L’ordine del giorno accolto dal governo sul decreto Bersani-Visco ha consentito il recupero della no tax area nel decreto fiscale e l’estensione delle detrazioni nella finanziaria – lasciando ancora aperta, con buone possibilità, la questione dell’estensione delle detrazioni per carichi di famiglia ai residenti all’estero, e soprattutto ripristinando le quote di IRPEF trattenute dall’INPS su tante, troppe, pensioni pagate all’estero, anche in paesi con i quali sono in vigore convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali.

Tema questo delle Convenzioni bilaterali in materia fiscale – per inciso – che dovremo affrontare con immediatezza e che stiamo ponendo all’attenzione del Governo con una serie di interrogazioni, insieme al tema dell’inesigibilità degli indebiti INPS, e ad altre questioni di carattere previdenziale.

Dobbiamo fare meglio “maggioranza”: lo dico a noi eletti all’estero ma anche agli altri colleghi parlamentari. Essere più attenti, ad esempio, alle povertà che riguardano anche le nostre comunità nel mondo. Essere più attenti, ad esempio, alle esperienze che riguardano questioni etiche e morali come l’eutanasia o l’uso di sostanze intossicanti. Essere più attenti a trovare risposte ai problemi di tutti, seguendo un principio, una linea-guida forte: la parità di trattamento e l’equità. E dobbiamo ascoltare di più: sulle riforme si gioca la vera sfida dell’ascolto, dell’azione e della coerenza.

E dobbiamo fare meglio “azione di Governo”: non me ne vogliano gli esponenti del Governo presenti. Avremmo potuto evitare la riduzione delle pensioni nel mese di novembre, e non lo abbiamo fatto! Avremmo potuto dare risposta alla richiesta di equità sulle detrazioni per carichi di famiglia, già alla Camera dei Deputati, e non lo abbiamo fatto! Avremmo potuto evitare i tagli prospettati ai capitoli di bilancio dell’emigrazione e non lo abbiamo fatto.

Ed ora attenzione: non possiamo e dobbiamo deludere le giuste aspettative di chi si attende che i 14milioni di euro recuperati alla Camera ed i 10milioni di euro che pare possibile recuperare al Senato, vengano utilizzati, in pieno, per ripristinare i capitoli della Direzione Generale Italiani all’Estero e Politiche Migratorie e per incrementare alcuni stanziamenti strategici, tra cui il capitolo per il finanziamento ai Comites.

Ed infine, a voi CGIE. Dovete essere un Consiglio ancora più incisivo. Un CGIE che offra alle istituzioni le proprie riflessioni, i propri pareri, le proprie raccomandazioni, in maniera sempre più autonoma e sempre più aperta.

Il nostro auspicio è che maggioranza ed opposizione si confrontino in Parlamento in modo sempre più aperto, democratico e costruttivo. Nel CGIE lo spirito unitario, sono certo, prevarrà sulle divisioni. Riuscirete, ne sono certo, anche dopo il confronto elettorale di ieri, a trovare lo spirito di collaborazione necessario per costruire insieme un’autentica proposta politica per le istituzioni: abbiamo bisogno di questo CGIE!

Infine le riforme: diritti dei lavoratori sul posto di lavoro, riforma della 153/71, che intendiamo superare favorendo il vero sostegno alla promozione di lingua e cultura nel mondo, con le convenzioni bilaterali e con l’inserimento della lingua italiana negli ordinamenti scolastici locali; i contributi ai media di lingua italiana nel mondo – anche quadruplicati se necessario – ma con una seria revisione dei criteri per accedervi ed apertura ai media elettronici; riforma del CGIE con al centro la Conferenza permanente Stato-Regioni-PA-CGIE; Conferenza mondiale dei giovani.

E poi anche l’innovazione! Quella vera però, non mascherata. Non l’assistenzialismo ma scelte precise in direzione degli investimenti verso le nuove generazioni e verso la conoscenza: su questo terreno avrete nei rappresentanti eletti in Parlamento dalle vostre e nostre comunità interlocutori attenti ed impegnati.

On. Marco Fedi

 

 

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