2494 CGIE: L'INTERVENTO DELL'ON. NINO RANDAZZO ALL'ASSEMBLEA PLENARIA

20061208 13:42:00 webmaster

"Ferma volontà di restare in seno al Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, non ravvisando incompatibilità col mandato parlamentare"

Di seguito l’intervento del senatore Nino Randazzo, eletto nella Circoscrizione Estero, all’assemblea plenaria del CGIE del 7 dicembre.

Nel riconfermare la mia decisione e ferma volontà di restare in seno al Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, non ravvisando alcun conflitto d’interessi o minima incompatibilità col mandato parlamentare affidatomi dagli elettori della ripartizione Africa-Asia-Oceania della circoscrizione Estero, mi confortano sia l’analoga decisione di altri quattro colleghi parlamentari rimasti con impegnativa e dignitosa decisione in questo consesso, sia alcune considerazioni di fondo che delineo subito brevissimamente.

In primo luogo, va rispettata quella base elettorale che ha a suo tempo votato, con la democratica procedura prevista dalla legge, ciascun componente del Consiglio Generale. Si tratta di un mandato al quale si può pure rinunciare volontariamente, ma al quale né io né altri miei colleghi parlamentari chiaramente intendiamo venire meno, e considero una forzatura speciosa e pretestuosa, un’esagerazione bell’e buona il discorso di non poter inserire la partecipazione, da semplici consiglieri, a due assemblee plenarie e un paio di continentali all’anno del CGIE nel proprio programma di attività dove figurano e restano ovviamente in primo piano gli impegni del mandato parlamentare.

E’ pur vero che dovrà iniziare da subito un percorso di riforma del CGIE, dove magari potrà essere esplicitamente prescritta l’incompatibilità della carica di consigliere con quella di parlamentare, o vietato tout court un cumulo di cariche elettive. Ma aspettiamo pure la conclusione di questo percorso di riforma, e intanto collaboriamo tutti in prima persona, sulla base di un mandato affidatoci da connazionali in tutto il mondo, a questo processo, all’elaborazione della tanto necessaria e attesa riforma.

Non vedo, dunque, alcuna necessità impellente, alcun motivo logico, valido, per un parlamentare di dovere abbandonare precipitosamente la barca del CGIE, un’istituzione che ha anche in parte costituito per alcuni una pedina di lancio verso la candidatura alle elezioni parlamentari.

E, poi, lasciatemelo dire, il CGIE ha, per legge, un ruolo particolare, una funzione non soltanto consultiva, ma anche marcatamente propositiva nel processo legislativo, che non è stata forse esercitata in maniera ottimale, ma che nondimeno esiste nella lettera e nello spirito della sua legge istitutiva. Il CGIE può, nell’ambito della sua sfera di interessi e competenze istituzionali, preparare, articolo per articolo, comma per comma, anche disegni di legge, che ovviamente dovranno essere poi deputati e senatori portare, presentare, dibattere e difendere in sede di commissioni e aule parlamentari. Non c’è, pertanto, chi non possa scorgere l’utilità di un’attiva partecipazione diretta di parlamentari in seno al Consiglio Generale ad una fase di progettualità a favore della presenza italiana all’estero. Non c’è chi non possa scorgere nel Consiglio Generale questo ruolo di vitale passaggio intermedio, di cinghia di trasmissione, verso la sede legislativa delle istanze espresse dalle differenziate realtà italiane nel mondo dove si trovano, dove coesistono, dove coincidono inestricabilmente le basi di legittimazione elettorale e democratica dei Comites, del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero e del mandato parlamentare espresso dalla circoscrizione Estero.

Concludo, ribadendo il concetto che non avrebbe senso in questo momento depauperare il Consiglio Generale di alcune delle disponibili risorse umane, soggettive ed oggettive in esso presenti, incluse quelle dei suoi componenti investiti di mandato parlamentare. A meno che, ovviamente, non lo voglia imporre esplicitamente e democraticamente la maggioranza dei consiglieri. Non mi risulta che questo sia per ora il caso. Grazie, anche per la fiducia che mi sembra venga in linea di massima accordata ai pochi colleghi consiglieri che hanno un mandato parlamentare e intendono continuare a dare il loro personale, modesto ma sincero contributo al rafforzamento di questa istituzione, il CGIE, che resta in effetti il primo autentico parlamento degli italiani all’estero.

On. Nino Randazzo/eletto nella Circoscrizione Estero

 

 

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