2512 CGIE: I giovani spiegano la loro voglia di esserci

20061208 09:34:00 webmaster

Chiesta più informazione, una realtà associativa che rispecchi la vera immagine dell’Italia e la creazione di un forum giovanile.

ROMA – Esistono soluzioni adeguate per convogliare la vitalità, il talento e l’intelligenza delle nuove generazioni all’estero nel mondo dell’italianità? Per dare una risposta a questo interrogativo, che ormai si pone quasi come una corsa contro il tempo, il Cgie ha organizzato la "Giornata dei giovani". Un incontro, seguito dall’intera assemblea, che ha in messo in luce l’entusiasmo e la concretezza con cui i nostri giovani nel mondo guardano all’Italia. Dalle testimonianze dei “ragazzi”, che hanno illustrato ai consiglieri le loro esperienze e proposte, è infatti emerso un profondo senso dell’identità italiana, il desiderio di una maggiore presenza nel Cgie e negli altri organi di rappresentanza, un diffuso impegno sociale, una positiva tensione verso l’integrazione europea e un grande interesse per la lingua, la cultura e le usanze dell’Italia. Un vitale senso di appartenenza, quello descritto dai ragazzi, che appare però minacciato da crescenti criticità come ad esempio il progressivo distacco dei giovani dal mondo dell’associazionismo e il crescente numero di connazionali – in Australia il 58% delle famiglie italo- australiane parlano inglese anche a casa – che scelgono di non trasmettere la lingua d’origine ai propri figli.

Le ricette, proposte dai giovani nell’ambito del Cgie per riannodare i fili fra le nuove generazioni e l’Italia, sono variegate e prevedono una maggiore vicinanza e cooperazione con le istituzioni italiane, l’attivazione di flussi d’informazione bidirezionali, lo sviluppo di politiche volte ad incentivare il riacquisto della cittadinanza, la creazione di un forum giovanile che permetta il libero confronto delle idee e la promozione di un associazionismo che rispecchi la vera immagine dell’Italia.
Soluzioni sono state avanzate anche dai consiglieri del Cgie che, dopo aver ascoltato i ragazzi, hanno auspicato la rapida realizzazione della Conferenza mondiale dei giovani e ipotizzato sia l’istituzione nel Consiglio generale di uno specifico comitato per i giovani all’estero, sia la creazione una vera e propria rete internazionale delle nuove generazioni che intercetti e dia voce anche alle realtà migratorie più lontane.
La necessità di indire al più presto la Conferenza mondiale dei giovani è stata ribadita anche da Adriano Benedetti. direttore generale per gli Italiani all’estero del Ministero degli Esteri, che oltre a delineare lo scenario tutt’altro che desiderabile di una gioventù italiana e di origine italiana ormai lontana dal Paese dei padri, ha sottolineato come la lingua italiana rappresenti a tutt’oggi uno straordinario vettore d’identità. Secondo Benedetti, a fronte di un’italianità nel mondo che sta mutando- ormai solo il 37% per cento dei connazionali all’estero è nato in Italia – è quindi opportuna un’intensificazione dei viaggi di studio in Italia dei giovani delle comunità nel mondo e una crescita delle risorse per i corsi di lingua e cultura.
Indispensabile in questo contesto anche un confronto serio sul problema della cittadinanza. A tutt’oggi infatti sono circa 200.000 le domande di riconoscimento invase che, essendo state presentate da interi nuclei familiare, riguardano almeno 400.000 persone. Un arretrato notevole che, anche alla luce dell’attuale dibattito politico sulla riapertura dei termini per il riacquisto della cittadinanza, dovrebbe essere fronteggiato attraverso l’attribuzione di maggiori fondi alla rete consolare.

(G.M.- Inform/Eminotizie)

 

 

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